Mark Suster è un imprenditore attivo nel campo delle nuove tecnologie e cura un blog personale dedicato al rapporto tra marketing e new-economy (bothsidesofthetable.com).
Il suo ultimo post - apparso anche su TechCrunch - riguarda la pubblicità del futuro, specialmente quella online, e prende forma a partire da un dato saliente che riguarda la pubblicità del presente: i banner non funzionano.
Suster cita dati e tabelle per dimostrare che di fatto, nonostante la loro lunga storia (il primo banner risale al 1994) e la discreta reputazione di cui godono tutt'oggi, i banner sono assai poco efficaci nel veicolare "brand awareness" o "brand recall".
Il punto è che sono letteralmente tagliati fuori: rispetto al contenuto della pagina i banner occupano una posizione fin troppo marginale del campo visivo, rappresentando agli occhi dell'utente poco più che una cornice piatta e senza alcun appeal.
Il futuro dell'advertising - sostiene invece Suster - sarà integrato: la pubblicità si fonderà perfettamente con il contenuto che la ospita, come già avviene in alcuni casi (i brand negli stream-Twitter delle celebrità, nei videogiochi online di grande successo o più noti casi di product placement cinematografico) e come secondo molti succederà presto in nuove aree del consumo mediale (tv internet-ready).
Vedremo un advertising sempre più aggressiva e invadente? E come reagiranno i consumatori? Suster ha un sospetto: date loro contenuti meno costosi e a nessuno importerà molto di ritrovarsi i brand ovunque sotto il naso. E' possibile. Staremo a vedere.