Un sì in musica per dire no al nucleare [REFERENDUM]

Cos’è un “si”? Può essere una piccola nota musicale, un suono delicato prodotto da uno strumento o da una voce umana; e può essere una piccola parola attraverso la quale comunichiamo il nostro assenso nei confronti di qualcosa.
In questo video, è entrambe le cose: una nota che diventa simbolo e veicolo di un’affermazione importante, di un messaggio non trascurabile, di una scelta chiara. Una parola che non vuole perdersi nella confusione di suoni, rumori e cacofonie.

Diverse personalità di spicco, ad oggi, si sono esposte in merito al referendum del 12 e 13 giugno, invitando la popolazione italiana a votare SI per fermare il nucleare nel nostro Paese. In questo caso, diversi artisti hanno collaborato con Legambiente e usato la loro arte per schierarsi con chi non vuole che la salute, nostra e dei nostri cari, venga messa in pericolo da una tecnologia rischiosa e difficile da controllare.

Il progetto ha anche una fan page su Facebook: qui potete caricare il vostro “SI musicale” e invitare i vostri amici a fare altrettanto, per diffondere il messaggio attraverso uno tra i linguaggi più efficaci, la musica appunto.
Fatto questo…non resta che andare a votare!

Quali sono i confini della libertà economica? Questo il tema del Festival dell'Economia 2011 [EVENTO]


A conclusione di un mese ricco di eventi, arriva il Festival dell’Economia, che con il suo programma distribuito su più giorni e in diverse città è pronto a regalarci momenti di grande esercizio intellettuale.

Prima a Trento

La kermesse si aprirà nel pomeriggio di giovedì 26 maggio a Trento con la lectio sul tema “I confini della libertà economica“, tenuta dal premio Nobel Amartya Sen al Teatro Sociale di Trento.

Pensieri illuminati

Raffinato intellettuale di origie indiana, Sen sostiene che “a volte le regole aumentano la libertà invece di restringerla, ma occorre prima mettersi d’accordo sul significato di libertà”. La libertà è la virtù più importante per l’uomo e va sempre preservata.
Chiediamoci quali sono i fattori che causano una limitazione di libertà. Uno di questi è la disoccupazione. La domanda che occorre farsi è, secondo Amarya Sen, che cosa dobbiamo fare, a livello economico, per ampliare la libertà di tutti, degli individui, della collettività, delle aziende?

L’ingresso è, come per tutti gli appuntamenti del Festival, libero e gratuito. Alle 16, un’ora e mezza prima dell’incontro, saranno in distribuzione presso la cassa i biglietti dei 650 posti del Teatro trentino. Un maxi schermo collocato in piazza Duomo proietterà la diretta in tempo reale. Sul sito www.festivaleconomia.it sarà possibile seguire lo streaming web.

Poi a Napoli

In streaming sarà possibile assistere anche agli incontri che cominceranno due giorni dopo, sabato 28 maggio, a Napoli a partire dalle 15 nelle Catacombe di san Gennaro – Rione Sanità. L’anteprima sarà dedicata al sommerso e all’economia da svelare.

L’ultimo incontro della scorsa edizione si era concluso con una riflessione di Roberto Saviano che esortava a informarsi e informare riguardo alle proporzioni dell’economia sommersa, ai punti di contatto fra economia legale e illegale. In continuità con il Festival dell’anno scorso, si punta ad indagare l’economia informale, il sommerso, la cultura del lavoro senza cultura della legalità. Una cultura che non può generare futuro. Il luogo scelto è, già di per sé, metafora di un mondo di grande importanza ma sotterraneo.

Sarà proprio questo appuntamento del Festival a tenere a battesimo la partnership tra la Fondazione Ahref e Altratv, network che aggrega 530 micro web tv dell’intero territorio nazionale e che ha già trasmesso eventi in diretta streaming di assoluta rilevanza.
Altratv.tv rilancerà il segnale in diretta “a rete unificata” sulle micro web italiane e sui media iperlocali.

Uno di quattro

Ad aprire la giornata napoletana (ore 10) sarà “una bella storia di emancipazione e di riscatto che ha consentito di creare decine di posti di lavoro ‘veri’ e il recupero di alcuni tra i più affascinanti tesori artistici della città di Napoli”: protagonisti i ragazzi del rione Sanità che con l’aiuto di don Antonio Loffredo camminano, ora, verso un vero futuro.
Relatori saranno Alex Giordano, Luca dello Iacovo (Social media researcher per la Fondazione Ahref, giornalista e blogger), Don Loffredo e un ragazzo dell’officina dei talenti, Giovanni Alluci.

Due di quattro

Seguirà un incontro intitolato “L’estorsione nell’area di Napoli e Caserta” con Giacomo Di Gennaro, professore di sociologia presso l’Università di Napoli “Federico II, Franco Roberti, capo della Procura di Salerno, e Alessandro Pansa, prefetto di Napoli, già capo della Polizia e direttore della Criminalpol.

Tre di quattro

Nel pomeriggio, alle 15, “Il ciclo della contraffazione e la cultura del lavoro” con Umberto Sirico, è il colonnello chiamato al comando del Servizio centrale di investigazione criminalità organizzata della Guardia di Finanza – Scico, Luciano Brancaccio, sociologo ricercatore presso l’Università “Federico II” di Napoli, e Vincenzo Moretti, sociologo e presidente della Fondazione Giuseppe Di Vittorio.

Quattro di quattro

L’ultimo incontro dell’anteprima partenopea è in programma alle 16.30. Magda Bianco, economista, svolge la sua professione presso la Banca d’Italia occupandosi di Diritto dell’Economia, Luca Meldolesi, ordinario di Politica Economica all’Università degli Studi “Federico II”, e Ivan Lo Bello, leader di Confindustria Sicilia, propongono una riflessione e un confronto su “Gli effetti dell’economia informale e illegale sullo sviluppo“.

Come per ogni appuntamento del Festival, l’ingresso è libero e gratuito.

Di nuovo Trento

Il Festival tornerà poi a Trento dal 2 al 5 giugno e sul sito www.festivaleconomia.it

Arsenali Digitali: la guida per PMI. Parola di Daniele Giudici [INTERVISTA]

Arsenali Digitali per imprenditori coraggiosi, ovvero il Social Web, i New Media e l’Unconventional marketing per la Piccola e Media Impresa è decisamente un libro che in molti dovrebbero leggere.

Non si tratta di manualistica o dell’ennesimo riassunto sullo stato delle cose, ma di un valido supporto che può costituire una preziosa risorsa per gli imprenditori che si affacciano (finalmente) sul Web e ne vogliono conoscere strumenti e potenzialità.

Il testo offre una panoramica completa sul Web e sui possibili spazi di attività, oltre che sulle strategie di marketing che in questo universo e grazie ad esso hanno trovato sviluppo.
Una serie di studi di caso, infatti, contestualizzano quanto esposto nel libro dando un’idea chiara ed immediata delle possibilità offerte dal mercato e da una partecipazione attiva al Web.

Abbiamo fatto quattro chiacchiere sul libro con il suo autore, Daniele Giudici (che peraltro vedete nella foto sotto), che nel 2009, insieme a Cristina Usai, ha fondato l’agenzia CDCM Pro, specializzata sul Web ma con la peculiarità d’offrire una “filiera unica di produzione”, con realizzazione di servizi di alta qualità di audio, video, web, grafica e consulenza.

Insomma, dove altro poteva nascere l’idea per un libro come questo?!?

Com’è nata l’idea di Arsenali Digitali?

L’idea alla base di Arsenali Digitali è nata da una necessità che sentivo, sempre più presente, relazionandomi quotidianamente al nostro cliente “tipo”: la Piccola-Media impresa. Fino a qualche anno fa le PMI potevano raramente permettersi di avvicinarsi ad un’agenzia pubblicitaria o di comunicazione per due motivi fondamentali: i budget elevati, necessari per poter affrontare i costi di agenzia e di una campagna pubblicitaria su mezzi tradizionali (stampa, radio o tv), e spesso le problematiche relative alla difficoltà di comunicazione generate da terminologie tecniche di marketing e pubblicitarie, non sempre comprese appieno dalla piccola imprenditoria.

Con l’avvento di un web sempre più performante, sociale ed attivo (quello che venne definito web 2.0), mi resi subito conto che si profilava una nuova strada molto interessante e percorribile per le PMI a costi contenuti e con strumenti innovativi. Inutile dire che dentro la mia testa, da sempre poco convenzionale e molto creativa, iniziarono ad innescarsi i meccanismi che portarono alla nascita di CREATIVI DIGITALI, un nuovo modello di agenzia creativa basata sull’utilizzo e la sperimentazione di nuove tecnologie e nuovi canali comunicativi per abbattere i costi e poter offrire dei servizi pubblicitari di qualità a prezzi accessibili alle PMI, che reputo siano tutt’oggi la spina dorsale dell’economia del nostro paese.

Unico tasto dolente di tutta questa storia? Queste grandi evoluzioni nel campo dei nuovi media e della comunicazione non sono facili da comprendere per chi non è “del settore”. Ho letto molti libri sul tema dei social, del web 2.0, dell’unconventional marketing, ma tranne in rari casi erano tutti scritti da addetti al settore per addetti al settore. Così sempre più mi convinsi che per rendere comprensibili questi temi, bisognava sforzarsi nell’esporli in un modo accessibile anche a chi non mastica molto di web, nuove tecnologie e marketing… et voilà!

Quanto credi che la piccola e media impresa sia aperta ai Social?

Se me lo avessi chiesto un anno fa, ti avrei risposto sicuramente “poco”. Oggi la situazione non si è di certo ribaltata, ma vedo sempre più frequentemente la voglia di provarci. La concomitanza della crisi con questo cambiamento nelle metriche di conversazione online, infatti, sta spingendo molte aziende verso questi trend di comunicazione. Il vero scoglio da superare, a mio avviso, è quello della fiducia: se un’azienda vuole entrare in questo tipo di flusso deve crederci realmente, con convinzione e accettando di mettersi in gioco. Molte delle aziende che “ci provano” giusto per provarci sono a mio avviso destinate a non avere grandi riscontri.

Puoi citarci dei casi di successo che, secondo te, andrebbero seguiti?

Questa nuova filosofia di comunicazione in Italia è relativamente giovane e ancora poco diffusa nelle pmi, sicuramente all’estero potremmo portare delle case history più efficaci, ma non mi piace farlo perchè troppo distanti dalla nostra realtà, sociale e di mentalità. Voglio invece portarti ad esempio un “tipico caso italiano“: la svolta al non convenzionale della tipica azienda artigianale brianzola (Modà). Grazie alla mentalità aperta del suo amministratore delegato, abbiamo sviluppato una nuova linea di comunicazione abbandonando gradualmente le logiche della comunicazione tradizionale (soprattutto stampa e grandi volumi di materiale cartaceo) per arrivare a strumenti quali social media marketing, sviluppo applicazione iPad/iPhone dedicata, corporate blog con area riservata per la formazione della rete vendita, video inviti per la fiera. In 12 mesi una vera rivoluzione nella comunicazione, costata molto meno rispetto ai budget destinati alla comunicazione tradizionale negli anni precedenti e con nuovi sorprendenti risultati. Se vogliamo citare anche qualcuno che non seguiamo direttamente come agenzia (giusto per essere super partes), potrei citari casi come Berto Salotti o Lago, che stanno andando molto bene utilizzando prevalentemente il web ed il canale social (dentro e fuori dal web).

Quali credi che siano i mezzi più efficaci per una strategia promozionale di successo online?

Non esiste, a mio avviso, una formula magica di successo.
Ogni caso ha le sue peculiarità, ogni azienda le sue eccellenze e la sua nicchia. Come per qualsiasi cosa, non ci si può improvvisare. Bisogna fare un’attenta analisi e da questa stabilire una strategia di comunicazione che può o meno prevedere determinati canali. La comunicazione oggi è come la preparazione di un cocktail: un mix di ingredienti che portino alla soddisfazione. Sicuramente bisogna tenere a mente alcuni punti fondamentali per affrontare la sfida della comunicazione online, ma te li dico nella prossima risposta 🙂

Che consiglio daresti ai piccoli e medi imprenditori che volessero investire sull’online?

Innanzitutto di crederci veramente, qualsiasi agenzia o professionista al quale si relazioneranno avrà assoluto bisogno di confrontarsi quotidianamente con loro e portà fare ben poco senza il loro appoggio. I professionisti trovateli sulla rete, diffidate dalle agenzie che non hanno presenza sul web e pretendono di vendervi i loro servizi basati su internet. Abbiate pazienza e costanza, i risultati si costruiscono con questi due elementi, del resto avete impiegato tempo per costruire la vostra reputazione e stima nell’ambiente lavorativo, cosa vi fa credere che per il web sia diverso? Dietro ai monitor ci sono persone. A questo proposito vorrei lasciare qualche consiglio per meglio affrontare la sfida dell’online (ed ecco il proseguimento della risposta precedente):

1) Essere convinti della bontà del proprio prodotto (se vendi “fumo”, sta alla larga da internet)
2) Pensare sempre ai potenziali clienti ed alla propria azienda come PERSONE, non target o entità senz’anima
3) Saper accettare i propri errori e gestire i momenti di crisi in maniera intelligenti

Gli altri punti li scopri nel libro 🙂

Puoi lasciare una dedica e un saluto per Ninja?

Con molto piacere. Vi ringrazio molto per lo spazio che mi avete dedicato, inutile dire che seguo i Ninja da tempo immemore e che siete stati per me spesso fonte di ispirazione, sicuramente innovativi e non convenzionali… siete un “must have” nei feed rss, insomma!!
Alla prossima ninja apparizione, allora!

Grazie Daniele!
L’appuntamento per la presentazione del libro è per domani sera a Carate Brianza con un – assolutamente unconventional – Wellness Party.
Qui trovate tutte le indicazioni…raccogliete le armi e preparate i vostri arsenali digitali!

Windows Mango: la risposta Microsoft ad Android, RIM e iOS

Il 24 Maggio, al Pirellone di Milano, è stato presentato l’aggiornamento dell’OS Mobile di casa Microsoft: Windows Mango. L’aggiornamento fa parte della strategia aziendale di Microsoft, ancora in atto in questi mesi, che prevede una netta rivoluzione del brand nel campo Mobile: dopo il contratto di collaborazione con Nokia e l’acquisto della piattaforma Skype, Microsoft lancia l’aggiornamento del sistema operativo mobile, la “cerniera” di tutta la strategia. Vediamo insieme il nuovo OS e capiamo le implicazioni di questa novità nel futuro dei mobile device:

Windows Mango: un OS social based

Windows Mango - Sondaggio

Secondo i sondaggi, la conoscenza di Windows Phone da parte degli utenti è dovuta soprattutto a ricerche attive su Blog, social network e domande alle persone vicine (amici e parenti).

Windows Phone - Sondaggio

Chiedendo agli utenti diretti del device Microsoft, si comprendono meglio i desideri e la percezione del prodotto: un mobile device che semplifica la vita, destinato a chi è sempre connesso ed utilizza i profili social. Un’alternativa ai giganti del settore (Android e Apple) proiettata verso il futuro.

Rapidità e completezza con ie9 su Windows Phone

La novità principale riguarda la nuova versione di Internet Explorer, che consentirebbe di vedere le pagine internet “as they are”, e cioè come se fossimo da un pc. Tutti gli elementi integrativi delle pagine internet (come i video in flash) saranno visibili anche sui Windows Phone. Il frame rate (la velocità di aggiornamento dei pixel) supera il precedente Windows Phone, ma anche l’iPhone4, come ci mostra il seguente video.

[yframe url=’http://www.youtube.com/watch?v=a98L6uorAiE&feature=related’]

Windows Mango per il Business

Mango Business

Attraverso l’aggiornamento, Windows vuole rafforzare la sua posizione anche nel segmento Business, dove Rim detiene ancora il primato. Sono state attuate soluzioni per semplificare e velocizzare le funzionalità del device: ad esempio, è stata confermata la modalità per comporre i messaggi di testo attraverso il riconoscimento vocale. Verrà migliorata la funzione Skydrive, per sintonizzare i contenuti Office che, ad esempio, arrivano tramite mail: la gestione dei file di Word, Excel  Powerpoint sarà più efficiente ed intuitiva.

Il futuro di Windows nel Mobile

A poche ore dalla presentazione italiana di Mango, il disegno di Microsoft è più chiaro: Potenziare globalmente l’universo mobile legato a Microsoft per entrare in competizione viva con Android, Apple e Rim.

  • In seguito all’accordo tra Microsoft e Nokia, La piattaforma Mango sarà disponibile su tutti i prossimi cellulari della casa finlandese
  • Con l’acquisto di Skype Microsoft potrà, tra le atre cose, creare un programma ad hoc per il suo mobile OS, dedicando funzioni speciali o esclusive
  • Windows Mango svolge un ruolo centrale per il futuro di Windows, perchè dovrà essere, da una parte, la base degli accordi presi finora e, dall’altra, un importante punto di partenza per fare product placement in un mercato ormai ben sezionato e con forti barriere all’accesso.

Riuscirà Mango a guadagnarsi un posto sul podio dei mobile OS? Staremo a vedere: le novità da scoprire sono ancora tante! Nel frattempo continuate a seguirci per gli aggiornamenti più importanti.

Festa e musica pronte per MTV in Brasile [VIRAL VIDEO]

Per il lancio della programmazione di MTV Brazil, l’emittente TV tutta dedicata alla musica sceglie l’uovo; e lo reinterpreta in maniera originale: una telecamera, un punteruolo appoggiato su un carrello che scorre su rotaia e, appoggiati sopra i binari, tanti palloncini bianchi, simili a uova appunto, che scoppiano appena il punteruolo li tocca. A ricreare l’atmosfera da “pollaio” contribuisce anche la musica che accompagna il video: un’interpretazione tutta coccodè dell’overture del Guglielmo Tell di Rossini.

Ogni palloncino rappresenta uno step nel viaggio attraverso i generi musicali, un excursus interpretato in maniera insolita e anche un po’ trasgressiva, come la tradizione MTV impone. Man mano il punteruolo avanza sui binari, i palloncini scoppiano e ogni scoppio segna il passaggio da un genere musicale all’altro. Si alternano tutti, dall’hard rock al pop, fino al genere emo.
Insomma, MTV è il grande uovo pronto a schiudersi e a regalare ai propri utenti tutta la musica del mondo. Quindi “a festa nao para, a musica nao para” manchiamo solo noi!!!

I pazzi siete voi! Greenpeace simula Fukushima per dire NO al NUCLEARE [REFERENDUM]

E’ ormai viral l’iniziativa dei 7 ragazzi de Ipazzisietevoi.org per dire No al NUCLEARE e mobilitare l’opinione pubblica affinché vada a votare al REFERENDUM del 12 e 13 Giugno 2011.

Sigillati per 30 giorni in un appartamento  in un countdown verso i  giorni del Referendum, documentano quotidianamente la prigionia e la condizione di chi, come è appena avvenuto in Giappone, all’improvviso vede stravolta la propria esistenza a causa dell’esplosione di una “sicurissima”centrale nucleare.

A sostenerli Greenpeace e  migliaia di persone che ogni giorno seguono on line i 7 coraggiosi e che come loro pensano :
“I pazzi siete voi se non voterete Sì al referendum”.

5 consigli per i Fashion Brand su Facebook

Nel settore della moda, i social network hanno avuto il grande merito di far sentire milioni di persone vicine ad un mondo tradizionalmente elitario e distante, al quale poter accedere solo attraverso l’intermediazione di pagine patinate o di boutique presenti solo nelle grandi città. Marchi come Dolce&Gabbana, Burberry o Gucci – solo per citare i casi più famosi – hanno giocato sul terreno del social media marketing una partita vincente, portando una ventata di innovazione all’interno delle aziende e rafforzando la brand image e il livello di engagement dei fan.

Ecco delle linee guida che ogni fashion brand dovrebbe seguire, se non vuole che anni di prezioso lavoro di costruzione dell’identità del marchio vadano in rovina a causa di un “Condividi”.

Al di là dello schermo: le motivazioni

Ci sono delle persone, che formano il vostro mercato. Secondo un recente sondaggio di NowResearch, pubblicato lo scorso aprile, il 44% circa dei consumatori segue un brand su Twitter o Facebook per avere accesso a promozioni o sconti. Ma se ci spostiamo tra i consumatori premium, ovvero quelli che hanno un reddito annuo che va dai 200mila ai 500mila dollari, vediamo che la percentuale relativa a questa motivazione scende al 39,4% e precipita al 29% quando gli intervistati dichiarano un reddito superiore ai 500mila dollari l’anno.

Per questo range di consumatori/utenti, la motivazione più forte è rappresentata dall’attaccamento al brand in sè, quasi un amore incondizionato: “Amo il brand e voglio seguirlo” è la prima motivazione che spinge il 52% dei consumatori con reddito superiore ai 500mila dollari/annui e il 39,7% di coloro i quali hanno un reddito compreso tra i 200mila e i 500mila a seguire un fashion brand sui social network.

E, a sorpresa, si scopre che il valore aggiunto dato dall’entertainment interessa pochissimo sia i comuni mortali sia i consumatori premium (rispettivamente, popolazione generale 9,4% – utenti tra i 200mila e i 500mila dollari3,4% – utenti + 500mila dollari 7,7%)

Quasi a conferma di queste cifre, Maureen Mullen, guru del mondo del SMM nel settore luxury, ha rilasciato un’ intervista a Mashable, dispensando alcune pillole di saggezza riservate ai fashion retailer  presenti su Facebook. Consigli che ci sono sembrati validi anche per i brand e non solo per i retailer in senso stretto.

1. Lavorare sull’engagement

Secondo Mullen – e molti operatori del settore – i tempi non sono ancora maturi per fare di Facebook un mercato nel quale vendere direttamente. Al momento, i social hanno l’importante funzione di stabilire un contatto diretto tra consumatore/fan e marchio, di diffondere un immaginario nel quale il consumatore possa sentirsi pienamente parte. Molto meglio, quindi, investire sui contenuti e rivolgersi ai fan come membri di un “mondo” piuttosto che come clienti. E questo vale specialmente per le aziende del settore luxury.

2. Diffondere contenuti pensati appositamente per i SN

Il fatto che i fan trovino sulla pagina di Facebbok dei contenuti differenti rispetto a quelli normalmente presenti nel sito ufficiale non solo li spinge a visitare la pagina nuovamente, ma rafforza l’engagement e rende ogni singolo fan una potenziale pedina nell’attività di seeding dei contenuti.

Ben vengano quindi i video e le foto di backstage, le informazioni dettagliate,  e qualunque altro accorgimento che consolidi e stimoli la voglia di interagire e partecipare dei fan. Mullen consiglia infatti di diffondere contenuti che sarebbero stati inaccessibili prima dell’avvento dei social media e di permettere ai fan di condividere ciò che pensano in tempo reale. Un esempio su tutti è l’operato sui social media di Dolce&Gabbana che, grazie a questa strategia, si prepara a raggiungere il traguardo di 3 milioni di like su Facebook.

3. Dialogare

I social network non sono media tradizionali. Detta così suona come una banalità, ma sono ancora numerosissimi i brand del settore fashion e luxury che vedono la pagina Facebook semplicemente come una vetrina che i fan devono ammirare: scarsa o nessuna interazione ricercata, un flusso one to many vecchio come il mondo mortificano a tal punto la potenzialità dei social network che la presenza stessa dei brand pare molte volte strumentale.
Secondo Maureen Mullen, non solo si dovrebbe incoraggiare il dialogo ma addirittura sviluppare contenuti sulla base dei feedback ricevuti dagli utenti.

4. “Costruire” i propri fan

I like non piovono dal cielo. Non sempre e non per tutti. Per questa ragione, incrementare i fan sulla pagina ufficiale è vitale per il brand. Prima di tutto perché una pagina ufficiale con molti fan è un inconfondibile e chiaro segno di prestigio. Vale quindi la pena valutare degli investimenti ciclici che comportino iniziative da mettere in atto sia online che offline.

Emblematico Oscar de La Renta, che in occasione del lancio del nuovo profumo, ha invitato i fan a richiedere un campione gratuito. Per far fronte al numero di like e alle richieste sempre crescenti, dai 5.000 previsti, i campioni inviati sono stati 25.000. Risultato: numero di fa aumentato, buzz generato, feedback spontanei degli utenti sul nuovo profumo.

5. Lasciare che la strategia si evolva

Niente può essere statico sui social media, men che meno le strategie, che possono invecchiare velocemente.
Per dirla con le parole di Jason John, direttore marketing di Gilt Groupe, si deve “sperimentare finché non si trova la giusta strategia. Non si deve necessariamente essere divertenti per avere successo sui social media, basta creare un dialogo onesto con i fan. Saranno loro a dirti di cosa hai bisogno per raggiungere il successo.”

Adidas Megalizer: le sneaker con i sensori musicali

Ci piace scovare esempi di tecnologia indossabile in giro per il mondo. Più o meno realizzabili certo, ma di sicuro concept che fanno davvero esclamare: wow!

Direttamente da Parigi, Didier Brun sta sviluppando un progetto per Adidas per promuovere l’uscita delle sneaker MEGA: in pratica integrare nelle calzature dei sensori che permettono, in base al punto in cui la scarpa tocca, di creare un suono.

[yframe url=’http://www.youtube.com/watch?v=p0LtpDFxHCQ’]

Il sistema è wireless ed ogni passo dei ballerini deve produrre realmente quel determinato suono. Che ne dite, davvero bello no?

Qui potrete, passo passo, realizzare le vostre sneaker “danzanti”: Byte Array

A me, questa tecnologia creativa piace, eccome se piace!

Minimimmo, il re dei paper toys alla conquista del pianeta!

Di siti dove si possono scaricare gratuitamente paper toys ce ne sono veramente moltissimi sulla rete; eccone qualche esempio:

– Su ReadyMech, troviamo fantastici alieni e mostriciattoli di carta;

– Su cool4cats giocattoli di carta che prendono vita e si animano. è possibile anche trovare il modellino di kink Kong che si arrampica sul grattacielo;

Studio-waka invece, propone tutti gli animali della fattoria.

Ma di tutta questa folta popolazione di giochini fai da te, solo uno si è posto l’ambizioso obiettivo di conquistare il mondo; forse ne avrete già sentito parlare, il suo nome è Minimimmo.

Avvistamenti a: Zanzibar, Cuba, Firenze...

Sul sito troviamo scritto:

Aiuta Minimimmo a colonizzare la Terra” è un progetto che ha come obiettivo la diffusione di una nuova pacifica specie sul nostro pianeta, attraverso l’aiuto di tutti coloro che vogliono contribuire.

Contribuire non costa nulla… Minimimmo lo puoi scaricare da questo sito, dove trovi anche tutte le informazioni per montarlo (stamparlo tagliarlo piegarlo).
Ma il sito ha anche e soprattutto il compito di documentare la progressiva colonizzazione attraverso il materiale che voi ci invierete, foto, video, etc…
Minimimmo può esistere, può colonizzare la terra solo con il vostro aiuto. Non ci sono premi, non è un concorso, è molto di più, è l’aver contribuito alla pacifica invasione di una nuova specie!

...Salem, Buckingham Palace, Malesia...

Decisamente ambizioso come progetto, magari troppo penserete, e invece Minimimmo c’è riuscito e numerosissime foto lo dimostrano (qui il Flickr)!
Sarà merito della sua faccina simpatica e personalizzabile o del fatto che si monta completamente ad incastro senza nemmeno una goccia di colla, ma veramente una volta visto non si può fare a meno di stamparlo, montarlo e metterlo in bella vista sulla scrivania; ed è proprio quello che ho fatto anche io 🙂


Forse mi sono lasciata prendere un po’ la mano dato che ne ho già stampati 3 personalizzandoli con illustrator e addirittura uno in formato A3!

Chi pensa che siano giochi per bambini dovrà ricredersi.
E voi, che aspettate? Contribuite all’invasione dei Minimimmo!

Dalla pirateria al successo editoriale: “Go the F**k to Sleep”

In questi giorni c’è un caso editoriale che sta sconvolgendo le tradizionali regole del settore: stiamo parlando del libro “Go the Fuck to Sleep” di Adam Mansbach. Ma partiamo dal raccontarvi come è nata l’idea di questo libro.

Una sera come tante l’autore, frustrato dai capricci della figlia di 2 anni che di andare a nanna non ne voleva proprio sapere, pubblicò su Facebook un post che diceva: “Attenti all’uscita del mio prossimo libro per bambini: Go the Fuck to Sleep

Le risposte degli amici furono così appassionate e curiose che Mansbach decise poi di rendere lo scherzo un vero progetto editoriale, con l’aiuto del suo amico illustratore Ricardo Cortés. Go the Fuck to Sleep presentato come un libro per bambini e per adulti, uscirà il 14 Giugno e sarà pubblicato dalla casa editrice indipendente Akashic Books.

Ciò che però rende questo progetto un vero caso del settore è il fatto che proprio in questi giorni il libro risulti già bestseller e al primo posto nei pre ordini di Amazon. Ma come è possibile che questo piccolo libro indipendente di 32 pagine abbia già siglato un’opzione cinematografica con la Fox e che sia in vetta nelle classifiche del commercio editoriale online?

La risposta è una sola: la pirateria. Essa è male, non vi sono dubbi su questo, ma nel caso particolare, ha portato il libro alla pubblicazione.

La versione bootleg in PDF, diventata un vero e proprio ebook virale, non ha infatti sostituito l’opera originale, più che altro ha avuto una funzione di vera e propria promozione, una pubblicità gratis per i potenziali lettori e per gli attuali editori.

Tutti i bambini dall'asilo nido sono nel mondo dei sogni - La rana ha fatto il suo ultimo salto - Diavolo No!Non puoi andare al bagno - Sai dove puoi andare? Cazzo a dormire!

La pirateria può rivelarsi un bene per l’editore oppure è soltanto un danno?

Se “Go the fuck to sleep” non fosse una specie di libro per bambini, i genitori sarebbero così desiderosi di acquistarne una copia cartacea?E se non avesse le sue irresistibili illustrazioni?

Diffile rispondere a questa domanda. Gli editori dovrebbero però analizzare i meccanismi che si celano dietro la pirateria degli e-books, cercando di analizzare le storie di successo come questa in slow motion, al fine di comprendere quali siano le combinazioni di variabili che fanno si che la pirateria diventi un propulsore e non un deterrente per lo sviluppo di un prodotto.