In Where Good Ideas Come From, finalista all’ 800-CEO-READ Business Book Awards come miglior business book del 2010 e recensito come uno dei migliori libri dell’anno dall’Economist, Steven Johnson affronta una delle domande che ci poniamo con maggiore frequenza: come si fa ad essere più creativi e ad avere un’idea di successo?
Come non morire d’invidia al pensiero che, soprattutto negli ultimi anni, le idee ”giuste” hanno reso milionarie e famose le menti che le hanno partorite? Pensiamo ai vari fenomeni: Google, Facebook, Groupon e via dicendo.
Perché, a pensarci bene, le vere buone idee sono quelle che sembrano nascere dal nulla e che con poco finiscono col realizzare vere e proprie rivoluzioni.
Steven Johnson, invece, ci dimostra che ci sono schemi che continuano a ricorrere nell’elaborazione di un’idea e uno di questi è la lenta incubazione.
Le idee eccezionali non arrivano magicamente in un momento di improvvisa ispirazione, ma possono impiegare anche tanto tempo per evolvere e per giungere a verificarne il successo o anche, semplicemente, una qualche utilità.
Le grandi idee sono causate dalla collisione di piccole intuizioni, che formano qualcosa di più grande del loro insieme.
Tim Berners Lee, padre del Web, ad esempio, dovette lavorare a lungo al suo progetto e all’inizio non ne aveva affatto una visione completa. Tutto cominciò con un progetto parallelo, ma che scartò dopo un paio di anni e solo successivamente, dopo ben 10 anni, cominciò ad avere una visione completa del Web.
Altro aspetto importante è che le idee che prendono forma hanno bisogno di collidere con altre intuizioni, magari di altre persone, per cui è necessario creare un sistema che permetta alle rispettive intuizioni di unirsi e trasformarsi in qualcosa di più grande della semplice somma delle parti.
Se il motore delle ultime grandi innovazioni è l’aumento della connettività, è perché ci ha dato l’opportunità di scambiare o prendere in prestito intuizioni di altre persone e combinarle con le nostre trasformandole in qualcosa di nuovo o, ancora, di trovare il pezzo a noi mancante.
Il Web, come i Caffè dell’Illuminismo o i Saloni letterari del Modernismo, diventa oggi luogo in cui poter scambiare e fondere idee.