Il web ha aperto orizzonti rivoluzionari per il marketing aziendale: grazie ad esso è possibile dare vita a progetti ad elevato tasso creativo.
Questo discorso è valido non solo per le imprese a scopo di lucro, ma anche, e a volte soprattutto, per le organizzazioni non profit. Per esse diventa infatti fondamentale ottenere un ROI adeguato, ottimizzando il rapporto costi/risultati di qualunque attività di comunicazione e marketing.
Dopo avervi presentato Google for Nonprofits, l'innovativa suite di servizi che Big G mette a disposizione per queste realtà, nel post presentiamo due casi studio (WWF e Greenpeace) che a nostro avviso costituiscono ottimi esempi di un'efficace comunicazione fatta da organizzazioni ambientali e non-profit che sfrutta il rapporto tra online e creatività, ricordandoci il ruolo fondamentale che i siti web continuano ad avere nonostante la rivoluzione social.
#1: a scuola dal WWF: We Want Furniture
Da tempo seguiamo con interesse le azioni creative del WWF, che finora ci aveva impressionati soprattutto per i suoi impegni comunicativi offline: ricordate per esempio l'articolo sulle sue ultime, brillanti campagne?
Un recente progetto site web-based mette in mostra tutta la sensibilità dell'organizzazione verso il mondo di internet: stiamo parlando di We Want Furniture, un minisito molto particolare.
All'utente che vi accede appare inizialmente un sito molto semplice e minimale, disponibile in Inglese o in Francese, in cui sono presentati mobili e arredi a prezzi stracciati. Se però uno di questi viene aggiunto al carrello per l'acquisto (la classica opzione add to cart), ecco che si apre una pagina che riassume gli step di produzione del prodotto in questione anche grazie all'aiuto di un video a forte impatto: alberi tagliati selvaggiamente, trasporto in fabbrica e trattamento industriale (dunque sfruttamento della manodopera dei bambini, etc.), conseguenti problemi per gli animali che muoiono per la mancanza di piante e, infine, enormi problemi per la salute dell'uomo.
Alla fine, dopo aver visto i danni che un piccolo gesto come l'acquisto di un mobile poco costoso può causare, viene chiesto all'utente se intende davvero procedere con l'ordine. Sono poi riportare alcune statistiche sul commercio internazionale, viene chiaramente mostrato il logo dell'organizzazione promotrice dell'iniziativa e il link per fare una donazione al WWF.
#2: a scuola da Greenpeace: A New Warrior
Se WWF si dimostra ben capace di implementare un'efficace comunicazione online, Greenpeace non è da meno. Anche in questo caso l'obiettivo è domandare a sostenitori ed amici donazioni che aiutino la costruzione di una nuova barca. Nasce così A New Warrior, un sito che fa dell'interattività e della trasparenza i due punti strategici fondamentali.
L'idea è di costruire l'intera barca grazie all'aiuto dei sostenitori, che possono acquistare gli oggetti necessari (mobili, sanitari, etc.) scegliendo dalla lista presente nell'e-shop.
Lo stesso donatore può controllare in qualsiasi momento quello che sarà il posizionamento degli oggetti acquistati e donati all'interno del barcone Greenpeace, grazie alla possibilità di vedere il progetto di costruzione.
Greenpeace invierà al donatore un certificato di possesso del bene e farà incidere il suo nome su un muro dedicato ai sostenitori del progetto, all'interno della barca.
Due esempi di comunicazione responsabile
I casi riportati sono solo due esempi che dimostrano ancora una volta come WWF e Greenpeace siano tra gli attori più consapevoli del ruolo della comunicazione e del marketing nel cambiamento societario ed economico attuale.
Questa conclusione è a prima vista ovvia ma molto interessante: le due organizzazioni ambientaliste sono infatti tra le prime a schierarsi contro l'eccesso dei consumi e la comunicazione invasiva (a proposito vi consigliamo anche il recente post in collaborazione con Memethic Lab sui sabotatori della comunicazione), ma lo fanno attraverso la stessa comunicazione e gli stessi meccanismi: forte impatto, immagini vivide, emozionalità. Il tutto per raggiungere obiettivi molto nobili, lontani dalla vendita di prodotti e dal lucro. Le due organizzazioni dunque hanno scelto di mettersi in gioco cercando di sfruttare al meglio il proprio arsenale creativo, nella consapevolezza che rifiutare ex-ante gli strumenti di comunicazione non porterebbe risultati.
In attesa di vedere nuove iniziative, ci sentiamo in dovere di dare un 10+ a WWF e Greenpeace, che fanno scuola per quanto riguarda la comunicazione responsabile, rispettosa ed auto-riflessiva.
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