Secondo me quelli di YouTube ci sono rimasti male quando il Time, un po’ di tempo fa, pubblicò la lista dei 10 più grandi fallimenti tecnologici degli ultimi dieci anni; soprattutto dopo che lo stesso giornale aveva esaltato l’avvento del web 2.0 facendo campeggiare su una ormai celeberrima copertina la scritta ‘You’ nella consueta elezione delle persone più influenti dell’anno, ergendo a simbolo della rivoluzione proprio il famoso sito di video.
Immagino la delusione sui volti di tutti, forse anche la sensazione di essere stati traditi da chi li aveva tanto amati e glorificati. Ci saranno state scene strazianti forse: gente che piangeva in un angolo, ragazze che si rimpinzavano di gelato come neanche nelle peggiori commediole americane con la simil-sandra-bullock di turno, riunioni di gruppo dei dipendenti che seduti in circolo esprimevano la propria sofferenza e si abbracciavano quando qualcuno di loro scoppiava in un pianto a singhiozzo dopo esser riuscito a malapena a dire “ciao sono Ted, ero un ragazzo felice, poi anche io sono stato tradito dal Time…”.
Ma perché YouTube è un fallimento?
Perché non fa abbastanza soldi ovviamente.
Siamo sempre lì, è il denaro la misura del successo. Non venitemi a dire che YouTube ha rivoluzionato le vostre vite, che ha cambiato le abitudini di milioni di persone, che ci si può trovare qualsiasi video amatoriale e non, tutto questo non conta, conta solo che non piovono cascate di milioni di dollari nelle tasche dei cervelloni di Google.
Bisognava inventarsi qualcosa per far soldi allora.
Far pagare i video sembrava eccessivo, magari solo a Studio Aperto visto che ormai riempie interi tg, oppure inserire contenuti speciali a pagamento.
È quello che più o meno potrebbe accadere nel prossimo futuro.
Pare infatti che Google sia in trattative con diverse major cinematografiche quali Warner Bros., Sony, MGM e Lions Gate, per fare in modo che si possano “affittare” film in streaming proprio su YouTube.
I film sarebbero disponibili lo stesso giorno in cui escono in Dvd e l’affitto dei titoli prevedrebbe la visione in streaming dei contenuti a fronte di un pagamento di 3.99 dollari per ogni singola fruizione.
Ora probabilmente molti di voi smanettoni staranno già fregandosi le mani pensando a come sarebbe facile scaricare interi film grazie ai tanti programmini che permettono il download dei video da YouTube. Vi piacerebbe!
Ovviamente Google dovrebbe studiare un metodo per evitare qualsiasi copia pirata del contenuto, sembra sia questo il nodo da sciogliere per sbloccare le trattative con le major, quindi smettetela di fregarvi le mani.
Se l’accordo andasse a buon fine allora a Mountain View si potrebbe dare una scossa ai bilanci e affiancare al supporto pubblicitario questo nuovo modello di business in teoria molto più redditizio. Una scossa che riguarderebbe però anche le caratteristiche peculiari di YouTube così come lo conosciamo noi e che hanno contribuito a farne uno dei siti più importanti dell’intera rete.
Perciò come al solito non avendo la presunzione di possedere la Verità chiedo a tutti voi lettori cosa ne pensate e vi pongo alcune domande alle quali mi piacerebbe rispondeste:
Diffondere streaming a pagamento potrebbe snaturare YouTube?
Sarà il modo giusto di fare tanti soldini?
Essere uno dei siti più frequentati al mondo e che hanno rivoluzionato la rete è davvero un fallimento se non si guadagna abbastanza?
Ma soprattutto, cosa gliene importa a quelli del Time se Google guadagna poco con YouTube?