
L’attrice e il regista hanno dichiarato come entrambi non abbiamo mai avvertito, durante le riprese si trattasse di uno spot.
Sono state effettuate più riprese e più corte rispetto ad un film vero, ma si è lavorato esattamente come se si trattasse di un lungometraggio. E questo è evidente anche nelle scelte del regista, basti pensare come questi, cercando un equilibrio tra presenza e mistero, abbia deciso di inserire il flacone e il marchio nel film in maniera molto evocativa ed emozionale, proprio per raggiungere l’obiettivo che è quello di raccontare una storia, legando il prodotto e il marchio ad un emozione che l’utente può rivivere attraverso il ricordo.
L’inconfondibile flacone Chanel n 5 appare in una scena (molto bella) all’interno dello scompartimento della Tautou: le luci filtrano attraverso le finestre e il riflesso del profumo si rifrange sulle pareti. Il marchio invece compare alla fine, con i due protagonisti (il protagonista maschile è il modello Travis Davenport) che finalmente si incontrano e si abbracciano su un mosaico con le due C di Coco Chanel incrociate.

Per quest’ultima tra l’altro il 2009 è l’anno Chanel visto che è la protagonista del film di prossima uscita su Coco Chanel e protagonista del nuovo spot Chanel n 5 dopo Nicole Kidman, ricordate il precedente mini film con l’attrice australiana in stile Moulin Rouge?
Del resto questo non è il primo advermovie realizzato, anzi questo genere di advertainment, che utilizza come canale internet, ha già lunga tradizione. Al principio fu The Hire nel 2001, con otto cortometraggi, extra lusso firmati BMW, che vedono un unico protagonista, Clive Owen nella parte di una misterioso autista che, episodio dopo episodio, si trova a dover scorrazzare personaggi in giro per la città, guidando sempre al limite e in maniera piuttosto spericolata.

Come non menzionare poi PirelliFilm con i suoi due cortometraggi: il primo, The Call, interpretato da John Malkovic e Naomi Campbell, e il secondo, Mission Zero, interpretato da Uma Thurman, sulla falsa riga di Kill Bill.
Successivamente altri marchi, Nike, Adidas, Microsoft, Ford, Coca-Cola solo per citarne alcuni, hanno puntato molto sui mini film, come nuovo canale del permission marketing, in grado di creare valore per l’utente, ma anche interazione e coinvolgimento emozionale e sensoriale. E questa scommessa sembra vinta, non solo perché grande successo riscuotono fra gli utenti, ma anche perché per la qualità, la creatività e l’innovazione, come già espresso qualche giorno fa, crediamo sia doveroso annoverare gli advermovie fra le migliori forme di cinema contemporaneo.









