Nella strategia di questo nuovo corso berlusconiano, io personalmente me lo aspettavo. L’indirizzo è chiaro: populismo becero e via andare. E allora si è contro i negri, contro i bidelli che non fanno un cazzo dalla mattina alla sera, contro le maestre che lavorano cinque ore al giorno e guadagnano troppo, contro il meridione che insozza la nostra bella Italia e l’ultima trovata è “siamo contro chi insozza i muri con i graffiti e le scritte!”
Altri politici avevano già paventato questo attacco al mondo writer, ma è in questo clima di ignoranza di massa che l’accusa e la lotta può prendere davvero piede. In un Italia che ha paura di uscire di casa perché solo la televisione riesce a dirgli che è una persona con una discreta intelligenza, perché gli offre spettacoli disgustosi (cioè senza gusto), la lotta al writer può e deve essere fatta per far innalzare i consensi dei vecchi avvocati in pensione che pensano che tutto sommato quello lì con la testa rasata non era tanto male o delle giovani in caccia di un divo della tv per 16 ore filate.
Queste due tipologie di persone, cari amici, seguono la stessa deriva culturale e Berlusconi ne ha saputo intercettare le traiettorie di gusto e di pensiero attraverso una nuova propaganda politica che ha abbandonato le idee di nuovo (ricordate le tre “i” della campagna elettorale del 2006, punto di partenza per un paese veramente moderno?) per rifluire verso la politica del senso comune in cui la Lega è maestra (la spazzatura, l’immigrazione, i comizi nei mercati sui cetrioli arrivati a due euro, ecc.)
E in questa fase era la volta del giro di vite contro quelli che solo Berlusconi e quelle persone di cui sopra chiamano graffitari.
“Non è possibile”, ha detto il Premier domenica scorsa, “che ancora ci siano certi comportamenti: vorrei che sporcare i luoghi pubblici diventi un reato. Bisogna farla finita con i cosiddetti graffiti perché in alcune nostre città sembra di stare in Africa”.
Così nel Consiglio dei ministri di oggi, il governo presenterà un provvedimento che modifica il codice penale, inasprisce le sanzioni fino a 30 mila euro, fissa nuove norme che incoraggiano i proprietari a ripulire, ma arriva a prevedere anche gli arresti domiciliari e la reclusione per chi scrive sui muri.
Inoltre Berlusconi è lo stesso soggetto politico che il 14 settembre 1996 ad un raduno di Forza Italia a Verona, disse: “riprendiamoci le città, usiamo bombolette, latte di vernice e pennelli per scrivere Forza Italia sui muri, proprio come qui fanno i sostenitori della Lega Nord per il loro movimento”. Questo non vuol dire solo che Berlusconi ha una pessima memoria, ma, quel che è ancora peggio, è un inaccettabile graffitaro pentito che pensava di sfruttare un’arte per dire stronzate ai “ggiovani” e farli avvicinare alle sue idee. Il peggio che c’è in pratica.
Dopo il decreto legge di oggi, Berlusconi vuole spegnere con una vera e propria legge molto severa il graffitismo. Presentata dal Ministro dell’Ambiente Prestigiacomo prevede linee di condotta ferree e pene davvero dure.
Contro tutto questo noi di ninja non possiamo che aprire uno spazio per voi writer, o graffitari che non siete altro per farvi dire la vostra, ma anche ai lettori tutti, affinché un obbrobrio del genere, che vuole distruggere un’arte nascente di cui molti per fortuna si stanno pian piano accorgendo (persino Sgarbi, pensa un po’), non venga attuato.
L’ultima volta che leggi di uno Stato hanno bloccato forme d’arte è stato in Germania alla fine degli anni ’30, quando Hitler definì “arte degenerata” l’espressionismo di Otto Dix e George Grosz e con una legge li spedì fuori dalla Germania.
Il nazismo è stato il vertice della politica del senso comune che Berlusconi sta attuando oggi in Italia.