Quanti di voi hanno già visto il Dante con la svastika?
E quanti di voi ancora lo vedranno...
Finalmente Uccidiamo il Bistekka Pensiero, l'opera contro le ridondanze visive e culturali delle nostra contemporaneità, fa la sua comparsa su Ninja Marketing.
Nata a Firenze, la città dell'Arte classica per eccellenza, l'opera di Fabrizio Bellomo ha presto travalicato i confini della città di Dante per arrivare anche sulle pareti e sui muri della capitale del design italiano, Milano.
Assensi, dissensi, comprensioni, incomprensioni, letture distorte e lucide, critiche positive e negative: tutto questo ha generato l'ormai onnipresente Dante con la svastika negli animi di chi l'ha incontrato lungo il suo cammino.
Tutto ebbe inizio più di due mesi fa, quando Fabrizio Bellomo presentò ufficialmente il sito Uccidiamo il Bistekka Pensiero presso la video gallery Plasma di Firenze e, a distanza di poco più di una settimana, approdò come espositore al Meet2BizShop - Speciale Salone del Mobile 2007 di Milano... e da quel momento in poi non l'ha fermato più nessuno!
Il 20 aprile 2007, mentre tutta via Tortona a Milano era in festa tra esposizioni, installazioni, party e concerti in occasione del Salone del Mobile 2007, Fabrizio Bellomo okkupava il pavimento e le pareti di ferro del ponte di Porta Genova riempendolo di ridondanze visive, culturali e cognitive generate dalla forte immagine evocativa di Dante Alighieri alle prese con una svastika rovesciata... inutile dire che il ponte è stato inagibile per tutta la nottata!
Il Dante con la svastika non rappresenta altro - nel pensiero di Fabrizio - che il dittatore da eliminare, colui che più di tutti genera e alimenta quelle che lui appunto chiama ridondanze visive, che tendono a creare una vera e propria insostenibilità culturale che, nella sua opera, si esplica come una sana ribellione, identificando negli archetipi di Dante e della svastika gli oggetti e i culti visivi imposti alla contemporaneità.
Forse il Bistekka poteva ritenersi soddisfatto della sua guerrilla... o forse no!
Imperterrito, nei giorni a seguire - e oggi non meno di quei giorni - Fabrizio Bellomo ha continuato a tappezzare i muri della città meneghina - e non solo - di innumerevoli Dante con la svastika perseguendo il suo intento, che lui stesso spiega così:
"Per opporsi con efficacia alla suddetta 'ridondanza visiva', la mia opera, ironicamente, dovrà riprodursi il più possibile, così tenterà di okkupare il maggior numero possibile di spazi della comunicazione contemporanea."
Personalmente, credo proprio che Fabrizio stia efficacemente riuscendo nel suo intento!
Perchè?! Fosse solo per il fatto che la maggior parte delle persone che vedono la svastika affiancata al Dante letteralmente storcono il naso pensando subito ad un simbolo di appartenenza e schieramento politico. Allora è vero! Il simbolo della svastika pesa enormemente sulle nostre coscienze, sulle nostre concezioni visive e, soprattutto, sulla nostra cultura e relativo modo di pensare: quella svastika pesa tanto sulle nostre teste e crea molta ridondanza nelle nostre menti!
Se Fabrizio ha deciso di diffondere a più non posso e ovunque potesse un Dante (simil Hitler) con una svastika sarà forse perchè è un nazi-fascita d'ultima generazione?! ...e non credo!
Se provate a ripetere una qualsiasi parola infinite volte, vi accorgerete ben presto che la parola stessa perderà di significato e non rimmarrà null'altro che il suono che state pronunciando svuotato del suo significato.
Ebbene io credo - e questo me lo fa intuire il Bistekka Pensiero - che se provassimo a ripetere in ogni dove questi simboli dittatoriali forse riusciremmo a svuotarli del loro significato per noi oramai intrinseco, riuscendo così a liberarcene definitivamente.
Fabrizio Bellomo ha lanciato la sua sfida ed ogni volta che proverete a ragionare sul perchè di quel Dante con la svastika non starete facendo altro che accettarla.
Come ho già avuto modo di scrivere in un altro post - anche se trattava un argomento del tutto diverso... e forse neanche troppo diverso - a me piace credere nelle persone, e io, in Fabrizio Bellomo e nella sua opera ci credo davvero.
Ciao Fabrizio, al prossimo dittatore da soverchiare!