Il progetto nasce nell’Aprile 2006 dalla joint venture Seekport Internet Technologies Arabia FZ-LLC che avrà sede a Dubai, e vede come protagonisti il già noto motore di ricerca tedesco Seekport e il MITSCO Group dell’Arabia Saudita.
Una ricerca condotta dal Dubai-based Internet researcher Madar ha evidenziato come nel 2005 ben il 65 % degli utenti Arabi non sapeva né poteva leggere le pagine web scritte in inglese. In parole povere ciò vuol dire che il mondo Arabo non ha praticamente accesso al 70 % dell’intera rete globale.
La questione si fa ancor più allarmante se si pensa che esistono solo 100 milioni di pagine web scritte in arabo ovvero l’insignificante cifra dello 0.2 % dell’intera rete globale.
Virtualmente inesistente, direi !
Questa ennesima forma di digital divide sembra rappresentare un vero e proprio circolo vizioso dal quale è difficile uscirne se non con un’innovazione tecnologica di questa portata, quale il primo search engine interamente in lingua araba.
Il circolo vizioso è alimentato dal fatto che attualmente in rete non esistono contenuti e pagine web rilevanti in lingua araba e questa situazione, a sua volta e viziosamente, è dettata dalla consapevolezza che è inutile creare delle pagine web in arabo nel momento in cui non esiste alcuna tecnologia di ricerca in grado di visitarle, indicizzarle, organizzarle e renderle visibili e fruibili agli arabic net-surfers.
Nel mondo Arabo, che conta una popolazione di 280 milioni di persone, il tasso di penetrazione della rete è veramente molto basso.
Allo stesso tempo, una ricerca condotta sempre dal Dubai-based Internet researcher Madar sostiene che il numero degli utenti internet crescerà dai 16 milioni registrati nel 2004 a 43 milioni previsti per il 2008.
L’evoluzione e la crescita della rete araba, così come della tecnologia e dei servizi ad essa collegati, saranno guidati e strettamente relazionati alla crescita e allo sviluppo degli investitori e degli investimenti pubblicitari.
Senza advertising e senza entrate derivanti dall’advertising sarebbe quasi impossibile pensare ad un’eventuale crescita, sia numerica che economica e finanziaria, della rete araba. Infatti, dai 10 milioni di dollari attualmente investiti nell’advertising online, le previsioni stimano che si arriverà a 150 milioni di dollari nel 2008.
Penso che questo sia un progetto di profonda innovazione tecnologica in un’ottica del tutto glocal oriented. Mi viene facile pensare a quali vantaggi tecnologici ( e quali svantaggi economici ) ne potranno trarre (..almeno spero ! ) i vari Google, MSN e Yahoo!, i quali, anche se già offrono la possibilità di fare ricerca in lingua araba, rimangono comunque ottimizzati per la lingua inglese.
Penso, inoltre, che questa iniziativa sia un ottimo esempio di Marketing Mediterraneo su più fronti:
• Portare online il mondo arabo: far conoscere a tutto il globo una realtà da troppi osannata e forse mai capita;
• Parlare un’altra lingua: questa sarà l’ennesima botta per la lingua inglese elevata fin ora ad official web language;
• Portare online nuovi investitori: l’Arabia Saudita è piena di grossi investitori pronti a buttarsi in profittevoli iniziative;
• Sviluppare nuove forme di advertising online: dato che l’adv trainerà molto questo crescente mercato, lo farà anche da un punto di vista creativo, portando alla ribalta nuove forme di creatività che parlano e sognano arabo;
• Diffondere la cultura, i costumi, le credenze e i gusti del mondo arabo: in un’ottica squisitamente glocal che vede la contaminazione tra culture differenti l’unica vera strada per ridurre le distanze tra i popoli ed abbattare le frontiere economiche e socio-culturali;
• Ridurre ed eliminare il digital divide culturale e linguistico: una delle tante forme di negato accesso alla rete è rappresentata proprio dalle differenze linguistiche e culturali delle minoranze digitali online;
• Portare alla ribalta online i valori Mediterranei: mentre il marketing di stampo classico risponde essenzialmente a una richiesta di individualizzazione e personalizzazione da parte dei consumatori, l’approccio mediterraneo vede soprattutto individui sempre più isolati che cercano di ristabilire un legame sociale arcaico e comunitario.
Qualcosa si sta muovendo nel mondo Mediterraneo. Riappropriamoci dei nostri valori, delle nostre credenze, delle nostre culture, dei nostri linguaggi, dei nostri sogni e delle nostre visioni.
Siamo portatori sani della mediterraneità che vive, arde e freme dentro di noi. Non dimentichiamo mai il nostro modo di esprimerci, di concepire il mondo e l’esistenza e di interagire con loro. Se non abbiamo qualcosa di diverso, unico ed originale da proporre al mondo, non avremo neanche la possibilità di interagire con esso ed essere ascoltati.
Influenzare vuol dire essere influenzati: è questo il principio fondamentale dell’interazione.
Salam Alecum fratelli..