Appena un mese fa a Lisbona e più esattamente al Web Summit veniva presentata Sophia; il primo robot a prendere la cittadinanza Saudita; un evento di grande impatto mediatico. Durante l'evento Andrew Ross Sorkin della CNBC intervistò Sophia, la quale alla domanda riguardo al futuro del lavoro degli "esseri umani" rispose: "Credo che se un umano in futuro sarà licenziato da un manager per assumere un robot, beh, vuol dire che quell’umano non era abbastanza bravo".
Una risposta intelligente, ragionata che non lascia dubbi: avremmo un nuovo contendente nella ricerca del lavoro.
Chiamatela pure farsa pubblicitaria, tuttavia l'ampiezza e le ripercussioni della AI oggi sono indiscutibili. Questa scarica tecnologica esplosiva ci obbliga a porci una domanda: l'intelligenza artificiale riuscirà davvero in un futuro non troppo lontano a rubarci il lavoro?
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La maggior parte degli esperti di intelligenza artificiale afferma che la risposta è sì, ma c'è un ma.
L' AI eliminerà di certo alcuni lavori, ma ne creerà infinitamente di più. Secondo una ricerca di Gartner, circa 1,8 milioni di posti di lavoro saranno spazzati via entro il 2020, ma ne verranno creati oltre 2,3 milioni.
I lavori ripetitivi si estingueranno
Secondo l'analista di Verizon Drake, i lavori a rischio sono quelli che dipendono da ridondanza e ripetizione. Nel dettaglio: i tassisti, i cassieri, i venditori di telemarketing e gli operai delle fabbriche sono le categorie più a rischio.
Nel caso dei venditori di telemarketing, l'intelligenza artificiale sta ottimizzando i reparti vendite e marketing utilizzando gli assistenti AI per chiudere gli accordi con il clienti creando un sistema efficiente ed ottimale.
Secondo Drake "l'intelligenza artificiale eliminerà anche i lavori che sono fisicamente dannosi o pericolosi per l'uomo". Una buona notizia per gli operai che respirano sostanze chimiche tossiche o esperti di smaltimento che mettono le loro vite in pericolo.
I lavori creativi si trasformeranno
La ricerca di Drake sostiene che i lavori che si basano su creatività e attività non ripetitive non corrono il rischio di essere eliminati. Questi includono posizioni come manager di marketing, grafici e professionisti delle risorse umane, ognuno dei quali ha però l'obbligo di analizzare i dati prodotti e applicarli in modo creativo.
Questo non vuol dire che questi lavori non cambieranno. Di fatto le nuove tecnologie verranno sviluppate e testate per supportare questo processo creativo. Ad esempio nel caso dei grafici la tecnologia prenderà e sistemerà le immagini in base ai dati; spetterà all'artista perfezionare, umanizzare quindi ultimare il lavoro.
Facciamo un altro esempio. Per gli scrittori, l'intelligenza artificiale sarà un ottimo assistente virtuale, in grado di estrarre dati rilevanti da milioni di fonti per dare vita ad una "prima bozza" con lo scopo di eliminare il lavoro di ricerca e consentire agli esseri umani di fare ciò che sanno fare meglio: creare.
Verranno create nuove forme di lavoro
L'AI creerà sicuramente nuovi posti di lavoro per coloro che sono disposti ad abbracciare le nuove tecnologie.
Molti posti di lavoro si trasformeranno. In sostanza le tecnologie per quanto innovative avranno sempre bisogno della supervisione di un essere umano, questo implica che crescerà il numero di manager, nel caso specifico di AI Manager.
Ad esempio, "nel servizio clienti, un essere umano dovrà monitorare gli assistenti AI per evitare che questi si imbattano in domande alle quali non sanno rispondere", spiega Drake.
Se saremo in grado di affrontare la sfida di lavorare al fianco dell'intelligenza artificiale, potremmo permetterci di condurre una vita più appagante ed equilibrata, facendo ciò che sappiamo fare meglio - essere umani!