I ricercatori della Share Labs ci hanno aiutato a dare una sbirciatina dietro le quinte di Facebook, per capire meglio il suo funzionamento.
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Una diversa ricerca ha esaminato oltre mille profili pubblici di Linkedin e le biografie del management di Facebook. Analizzando il loro background sociale, curriculum di studi, la posizione dentro l’azienda e status sociale hanno creato una mappa che mostra la rete di relazioni che c’è tra Mark Zuckerberg e il resto del mondo che ruota attorno al capitalismo digitale e il mondo politico.
Questa mappa può essere molto utile a capire quali possano essere gli sviluppi futuri, le strategie e obiettivi di Facebook nel prossimo futuro.
L’aristocrazia digitale
I ricercatori evidenziano un forte parallelismo tra ciò che definiscono la nuova aristocrazia digitale e la classe di grandi capitalisti nata a metà del 1800.
Rockefeller arrivò a controllare l’80% del petrolio mondiale, come oggi Google domina il 90% delle ricerche in Europa e il 67% negli USA, mentre Facebook, sempre negli USA, controlla il 42% del mercato dei social media, secondo l’autorevole Economist.
Questa nuova classe di pionieri ha una forte influenza (non sempre ottenuta in maniera trasparente) nella evoluzione globale da società industriale a società dell’informazione.
Da rivoluzionari del digitale ora si interessano anche di risolvere altri problemi importanti dell’umanità, dall'inquinamento ai viaggi spaziali o la salute.
La rete di Mark Zuckerberg
La mappa che hanno creato i ricercatori della Share Labs ha al centro proprio Mark.
Potete vedere nella figura che i membri del consiglio di amministrazione di Facebook sono indicati nei riquadri con il bordo nero più spesso, mentre i dirigenti di primo e secondo livello sono identificabili dai box con sfondo nero o bianco.
Grazie a questa mappa possiamo notare alcune connessioni che fanno riflettere: Mark Andreessen, per esempio, siede nel consiglio di amministrazione di Facebook, ma è anche titolare di una delle più importanti società di venture capital della Silicon valley, la Andreessen Horowitz, che lo collegano ad aziende come Foursquare, Groupon, Skype, Twitter, Ebay, AOL e GitHub.
Sicuramente un influencer con la I maiuscola, al punto che i ricercatori si domandano se le aziende della Silicon valley possano essere viste come un cartello e se il successo che hanno non sia conseguenza dei legami fra personaggi così influenti.
Un altro personaggio interessante è in basso a sinistra del grafico. Peter Thiel è membro del management di Facebook, ma anche uno dei primi investitori di Linkedin, co-fondatore di PayPal e altre aziende di venture capital. Una delle aziende da lui fondate, la Palantir Technologies che si occupa di software analitici, ebbe come clienti accertati nel 2013 enti come la CIA, FBI ed NSA, solo per citare alcuni tra quelli presenti nella lista rivelata da Techcrunch.
La Q-Tel, l’azienda di venture capital della CIA è stata tra i primi finanziatori della Palantir, e non è sorprendente che oggi, pur con qualche perplessità dei suoi colleghi, Thiel sia un consigliere di Donald Trump per ciò che riguarda la tecnologia.
Peter Thiel è uno dei più forti legami di Facebook con il mondo politico e governativo, ma non l’unico.
Erskine Bowles infatti fu anche capo dello staff alla Casa Bianca ed è membro della commissione per le riforme e responsabilità fiscale, una commissione che egli stesso aiutò a costituire nel 2010. Bowles è un legame forte con il Partito Democratico, una connessione importante tra mondo tecnologico, finanziario e politico. Un link che rende, ancora di più, evidente l’intreccio di interessi tra governo e industria.
Il tessuto sociale del web
Raffigurare la struttura dei legami personali e sociali di una azienda come Facebook è importante, secondo i ricercatori, per capire l’impatto dei social network nella nostra vita, nell’economia globale e nei diritti civili.
I forti legami e intrecci tra l’industria dei social e il potere politico non sono parte di un complotto globale di cooperazione tra élite, come alcuni suggeriscono, ma anche e sopratutto il risultato dei forti legami personali tra persone specifiche. Legami che assicurano la sopravvivenza del sistema, immune ai cambiamenti politici che possano avvenire.
Alcune voci circolano già sulle presunte intenzioni di Mark Zuckerberg di candidarsi come Presidente degli Stati Uniti. Mark per ora smentisce, ma vedremo nel 2020 un manifesto elettorale come questo?
Conoscere e descrivere questa rete di relazioni, concludono i ricercatori, rende più facile identificare la loro influenza nella società e, per tanto, nelle nostre vite.
I social network e Facebook in particolare hanno avuto indubbiamente un forte impatto nelle vite di ciascuno di noi. Non importa se semplici utenti, professionisti dei social media o Ninja come noi, indubbiamente sono molti gli aspetti positivi. Ma forse, hanno ragione loro della Share Labs, occorre anche vigilare sugli effetti meno positivi. Studiando bene le loro mappe.
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