Il Mastercard Index delle donne imprenditrici identifica ogni anno quali fattori e condizioni che aiutano a restringere il divario di genere tra i proprietari di business in un’economia.
Indipendentemente dalla ricchezza e dal livello di avanzamento delle diverse economie locali, ci sono dinamiche di mercato uniche all'interno di ogni Paese che impattano sulle caratteristiche dell’imprenditorialità al femminile.
L’indice usa 12 indicatori e 25 sotto-indicatori in 54 economie, rappresentando così il 78,6% della forza lavoro femminile, e misurando ogni tentativo di creazione di nuovi business, le iniziative di auto-occupazione in nuove organizzazioni aziendali o l'espansione di imprese esistenti.
Secondo il GEM (Global Entrepreneurship Monitor), il tasso di imprenditoria femminile è aumentato del 6% in tutto il mondo negli ultimi due anni. Una notizia positiva.
Le donne svolgono un ruolo sempre più vitale - socialmente, professionalmente ed economicamente - nella trasformazione dei Paesi in via di sviluppo in economie orientate verso conoscenza ed innovazione.
LEGGI ANCHE: Smart working: le app e i tips per il lavoro agile
Mastercard Index: i risultati chiave
Condizioni imprenditoriali più favorevoli (ad esempio forte sostegno alle PMI, elevata qualità di governance e facilità di business) tendono a guidare il progresso delle imprese di proprietà femminile. Ciò si osserva in mercati come quello della Nuova Zelanda, della Svezia e degli USA, dove le attività guidate dalle donne prosperano, favorite da più opportunità educazionali, occupazionali, finanziarie e non ultimo culturali.
Il tasso di imprenditoria femminile basato sulla necessità è più elevato nei Paesi in via di sviluppo. In questi mercati, le donne aprono attività in segmenti non innovativi, ma che consentono di superare i limiti finanziari, regolamentari e tecnici.
In alcuni mercati, con condizioni non troppo favorevoli, la chiave del progresso femminile risiede nel solo desiderio di avere successo. Mercati come quello cinese o del Regno Unito non brillano per caratteristiche e iniziative volte a favorire l’attività delle donne imprenditrici, ma nonostante ciò hanno una situazione piuttosto fiorente.
Mancanza di fondi e venture capital, restrizioni istituzionali e legali, inefficienze, mancanza di autostima, paura del fallimento, limiti socio-culturali e mancanza di formazione ed educazione restano ancora i principali limiti al progresso femminile nell’attività imprenditoriale e occupazionale in genere.