L'era digitale è riuscita ad accoppiare parole che le teorie economiche tradizionali avevano a lungo ritenuto antitetiche e lontane. Condivisione e vendita, ad esempio. È quello che accade nella sharing economy, quando parliamo di eCommerce e ce lo raccontano, ad esempio, gli ultimi dati della ricerca Ipsos per eBay.
Per gli italiani c'è già la previsione di vendere di più online, ma le motivazioni alla base di questo tipo di vendita sono l'aspetto più interessante della ricerca:
- non si vende solo per monetizzare, ma anche per dare agli oggetti non utilizzati una seconda vita
- una nuova cultura spinge un'economia che evita gli sprechi
- gli italiani stanno già adottando uno stile di vita più sostenibile e partecipano in modo attivo alla sharing economy
L’idea di possedere gli oggetti per sempre o per un lungo periodo assume sempre meno importanza e la tendenza è confermata anche in Spagna e Francia da 6 intervistati su 10.
Italiani ed eCommerce: vendiamo meno, ma guadagniamo di più
Nel 2016 abbiamo sfruttato l'opportunità di vendere online meno di Spagnoli e Francesi, ma abbiamo ricavato di più dalle vendite, con una media di 135 euro contro i 124 degli Spagnoli e i 110 dei Francesi.
Restiamo, però, ancora un po’ in ritardo in termini di vendite online: solo il 35% degli intervistati ha dichiarato di aver utilizzato piattaforme online per vendere gli oggetti inutilizzati, contro il 44% degli intervistati in Spagna e il 57% in Francia.
Il 45% degli Italiani ha però mostrato la sua volontà di ricorrere all'online per la vendita dei propri beni usati in futuro e ben il 50% ha affermato che venderà di più attraverso canali online.
Per scegliere le piattaforme eCommerce sulle quali vendere e acquistare siamo attenti soprattutto a tre aspetti:
- la sicurezza dei pagamenti (51%)
- la facilità di utilizzo (43%)
- la popolarità del sito (39%)
Sharing economy: uno stile di vita
La sharing economy si rivela sempre di più come una tendenza sociale per la quale sempre più persone credono nella nuova economia di condivisione, affidandosi all'online, per rivendere e comprare beni.
Non si tratta solo del fattore economico, che ha un peso comunque per il 50% degli intervistati, ma anche della propensione a seguire uno stile di vita sostenibile, realizzabile attraverso l'uso temporaneo degli oggetti e la condivisione.
L'80% degli intervistati nei tre Paesi analizzati è coinvolto in almeno una pratica di economia partecipativa.
Tra le motivazioni principali rilevate a livello internazionale anche un'esigenza di decluttering: ragioni pratiche (problemi di spazio), ragioni economiche (guadagno) e facilità (consumatore al centro). Ma ogni Paese ha le sue ragioni specifiche: i Francesi mirano ad evitare gli sprechi e dare una nuova possibilità di utilizzo agli oggetti, per gli Spagnoli è importante partecipare a un nuovo modello di società, mentre gli Italiani vogliono soprattutto sgombrare la propria casa dagli oggetti inutilizzati.
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eCommerce e usato: chi è il venditore tipo?
Secondo la ricerca, tra i venditori italiani a ricavare più denaro dalle vendite online sono i 35-44enni: 164 euro di media contro i 99 euro degli under 24.
In Francia la media di età si abbassa notevolmente, con i 25-34enni con 133 euro di media contro i 93 euro degli under 24.
In Spagna, invece, le differenze più significative sono quelle geografiche: gli abitanti delle regioni centrali ricavano dalle vendite online mediamente 195 euro contro gli 88 euro di quelli che vivono nel nord-ovest.
Sono soprattutto i giovani, però, a dirsi disposti a utilizzare il web per vendere qualsiasi tipo di bene: l'84% degli under 35enni, contro il 70% degli over 60.
Oggi l’81% delle transazioni su eBay riguarda oggetti nuovi ma la vendita tra privati resta sempre una parte importante del nostro business.
Iryna Pavlova, Responsabile Comunicazione di eBay per l’Italia