Google, o meglio Alphabet, chiude il 2016 superando le previsioni degli analisti.
Conti alla mano, nel quarto quadrimestre la holding statunitense incassa un ricavo di 26 miliardi di dollari, uno in più di quanto prefigurato, e porta il valore delle proprie azioni a 9,36$ cadauna, lievemente inferiore ai 9,64$ preventivati.
"Bets": Alphabet oltre a Google
Il grafico mostra quanto facilmente il nome della parent company possa essere sovrapposto con quello del più famoso motore di ricerca. Alphabet, tuttavia, è composto anche da altre società, le cosiddette Other Bets (Altre Puntate). Si tratta di investimenti innovativi e rischiosi, che includono tutte le attività al di fuori di Google e Youtube.
Tra i progetti più prominenti ci sono Nest, insieme di sensori per la casa domotica, Fiber, progetto di fibra ottica, Verily, dedicato allo studio delle scienze della vita, e Waymo, dedicato alle auto senza guidatore.
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La buona notizia che riguarda tutti questi progetti, più o meno avveniristici, è che le perdite da essi causate si sono ridotte: da 1,21 miliardi di dollari del quarto quadrimestre 2015, ai soli 1,08 dell'anno successivo. Alphabet continua a puntare sul futuro, in attesa di mostrarci, e monetizzare, le meraviglie tecnologiche del domani.
Google Ads
Come sempre, la fonte di ricavi più prominente di Alphabet è Google, e quella di Google è la pubblicità online. Con un ricavo complessivo nel Q4 2016 pari a 22,4 miliardi di dollari, un aumento del 17% rispetto ai 19 totalizzati nello stesso periodo nel 2015.
Queste novità hanno portato ad un calo delle rendite derivanti dalla monetizzazione della pubblicità da desktop, compensato tuttavia dai sempre migliori risultati portati dal mobile. Il Q4 del 2016 ha registrato un calo del valore del Cost per Click pari al 15% in un anno (media tra tutti i formati pubblicitari) e da un aumento dei click pari al 36% nello stesso periodo.
In particolare, il CPC all'interno dei siti presenti nel network Google è diminuito del 19%, grazie soprattutto all'aumento di risultati nei mobile ads, presentano un costo inferiore rispetto alla loro controparte desktop.
Hardware, software, servizi
Alphabet ha in serbo molti assi nella manica per ritagliarsi o aumentare fette di mercato nei business più promettenti. Comune con altri due colossi digitali, Microsoft e Amazon, è l'ambito dei servizi in Cloud.
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Il CEO Sundar Pichai ha dichiarato che "mentre ci apprestiamo a fronteggiare il 2017, mi aspetto che il cloud sia una delle più ampie aree di investimento e di crescita organica".
Lo spazio virtuale accompagna l'ascesa di un'altra novità: lo smartphone Pixel. Il primo cellulare 100% made by Google tiene fede al suo nome, e fa della fotocamera la sua punta di diamante. Non è però solo questo l'aspetto su cui il nuovo device dà battaglia agli iPhone, poiché l'assistente virtuale Siri dovrà fare i conti con Google Assistant.
L'amministratore delegato di Google attribuisce gran parte dei successi ottenuti ai progressi sull'intelligenza artificiale: più di 350 prodotti lanciati nel mercato durante il 2016 sono figli dei progressi nel campo del machine learning.
L'elenco dei testa a testa tra i big player del mercato digitale si chiude con Google Home, lo smart speaker che entrerà in competizione con Amazon Echo.
Pichai sottolinea come il futuro in cui crede sia basato proprio sull'interazione con più dispositivi attraverso il controllo della voce, che rende viabili ovunque le risorse online: telefono e casa dunque, ma anche televisione, automobile, lavoro,...
“È molto importante per noi lavorare all'intersezione di harkdware, software e servizi".