Le Olimpiadi si sono concluse da ormai un paio di settimane, ma l’eco delle eroiche gesta dei più grandi atleti del mondo risuona ancora forte sulle nostre bacheche: merito della spettacolarità delle imprese olimpiche, del fascino e del carisma di campioni del calibro di Usain Bolt, Michael Phelps e Simone Biles, del potere d’ispirazione delle loro vittorie.
Seppur testimoni delle sole performance ufficiali, siamo consapevoli dell’enorme mole di lavoro, fisico e psicologico, che anticipa le competizioni di atleti che gareggiano ai livelli più alti dello sport mondiale. La loro professionalità e la capacità di gestire stress, tensione e fatica con tenacia, concentrazione e, perché no, ironia, è ciò che li rende quello che sono: i migliori.
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Ecco perché nei giorni successivi alle sfide olimpiche in molti hanno analizzato le performance sportive e comunicative degli atleti, al fine di trarne consigli utili per ogni professionista che voglia migliorare il proprio modo di lavorare e vivere con i colleghi. Eccone dunque alcuni.
Fare gioco di squadra non è solo un modo di dire
In un recente articolo Forbes ha evidenziato come la Gran Bretagna abbia brillato particolarmente degli sport di squadra: questo sarebbe stato il risultato, tra le altre, di una precisa strategia di coesione nel Team GB, rivolta all’eliminazione delle inutili rivalità.
Una volta ancora, emerge l’importanza del lavoro di squadra per il raggiungimento di un traguardo comune.
Punta tutto sul tuo obiettivo
Simone Biles è stata una delle regine indiscusse di queste Olimpiadi. Il suo successo è un messaggio di riscossa rispetto a come poter uscire da una situazione complicata. Strappata ad una madre drogata ed alcolizzata passando per l'orfanotrofio, l'adozione da parte dei nonni sino a diventare una ginnasta di fama mondiale. Ma i suoi traguardi sono frutto di una disciplina ferrea e costante. Come ricorda l’Huffington Post, Biles ha iniziato l’attività sportiva a 7 anni, ma i primi risultati importanti sono arrivati quando, all’età di 13 anni, ha scelto di seguire un programma scolastico domestico che le permettesse di aumentare le sue ore di allenamento da 20 a 32 settimanali.
Il messaggio è chiaro. Vuoi eccellere in quello che ami? Impegnati al massimo delle tue possibilità.
Programma ogni cosa, ma non trascurare l’importanza delle scelte istintive
Le immagini di Shaunae Miller sdraiata sulla linea di arrivo dei 400 metri hanno fatto il giro del mondo. Tra elogi e accuse, si è parlato molto della tenacia con la quale Miller ha cercato di arrivare al traguardo.
A chi, nella propria vita professionale, non è capitato di trovarsi di fronte ad un imprevisto, a pochi metri dal traguardo. Il modo in cui reagiamo ad essi può insegnarci molto su noi stessi.
Rifletti su chi vuoi essere e cosa vuoi ottenere
A fare di un atleta un buon atleta sono i suoi risultati. A farne una leggenda sono i risultati che ha dichiarato al mondo di voler ottenere, prima ancora di farlo. Inc. ricorda come Usain Bolt avesse proclamato di voler conquistare tre medaglie d’oro di fila, in tre differenti competizioni. Riuscendoci.
Ogni obiettivo dichiarato è una promessa, per ogni sportivo così come per ogni professionista.
Il traguardo è sempre più vicino? Continua a correre sempre più forte, ma goditi il momento
Insieme a Michael Phelps è stato il protagonista assoluto delle Olimpiadi di Rio. Vincente, glorioso, infinito, Bolt è un esempio di indiscusso successo.
L’atleta giamaicano, a volte rallenta nell’avvicinarsi al traguardo, trovando magari il tempo per una foto, per prendere coscienza della grandezza che si sta compiendo. Non è semplice sfacciataggine o manifestazione di superiorità la sua, ma la voglia di provare gioia non solo a vittoria raggiunta
Non perdere mai di vista i tuoi obiettivi è di fondamentale importanza per la tua professione, allo stesso modo bisogna trovare il tempo ed il modo per prendersi anche meno sul serio e godersi ogni singola istante di un'impresa.