Sta diventando realtà quello che da tempo molti prefigurano: i robot sembrano davvero rappresentare una minaccia attuale – e non solo ipotizzata o futuristica- per i lavoratori “umani”. L’azienda taiwanese Foxconn, colosso dell’industria dell'elettronica e produttrice di quasi la metà delle componenti dei dispositivi hi tech da consumo venduti nel mondo, già tristemente famosa per le pessime condizioni di lavoro e la raffica di suicidi avvenuti nei suoi stabilimenti (tanto da essere conosciuta anche con il terribile nome “la fabbrica dei suicidi”), ha deciso solo poche settimane fa di rimpiazzare ben 60.000 mila operai.
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Il sito cinese d’informazione South China Morning Post ha in effetti riportato la notizia che la società ha ridotto la sua forza lavoro da 110 mila a 50 mila lavoratori.
"Stiamo applicando la robotica e altre tecnologie di produzione in sostituzione delle operazioni ripetitive fatte dai dipendenti, che a loro volta si concentrano di più su altri processi di produzione."
ha spiegato Foxconn.
L’azienda, nei cui stabilimenti in Cina vengono costruiti gran parte dei prodotti di elettronica di consumo, computer e smartphone, avrebbe giustificato così le sostituzioni di umani con robot, in modo da concentrare le risorse umane non più su attività alienanti e basate su ripetizioni ma su altre con maggiore valore aggiunto. Ma l’accelerazione dell’automazione (e quindi il rimpiazzo di esseri umani con robot) in realtà avrebbe origine dal calo delle vendite degli smartphone e dunque dalla necessità di una riduzione del costo del lavoro.
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Per alcune funzioni aziendali, il futuro dei lavoratori è sempre più incerto?
Il caso Foxcomm è solo l'ultimo di una serie. Il futuro dei lavoratori è quindi sempre più oscuro, dal momento che la minaccia “robotica” è ormai diventata una realtà. Nel mondo, molti lavoratori umani verranno sostituiti dai robot in molte funzioni, causando una perdita di circa 5 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo entro il 2020 (come da report dell’ultimo Forum Economico di Davos). In generale, da tempo si stanno compiendo esperimenti e sviluppando prototipi che vanno nella direzione dell'affiancamento dei robot all'uomo, per diverse funzioni: è un esempio il progetto Atlas della Boston Dynamics.
Nel report del 2013, effettuato dalla Deloitte in collaborazione con l’Oxford University, invece, si prevede che nei prossimi venti anni circa il 35% dei lavori nel Regno Unito e quasi il 50% dei lavori negli Stati Uniti potrebbero essere realizzati non da esseri umani ma da robot.