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Le idee più audaci nascono quando ci si trova davanti a un ostacolo. Questo è ciò che è successo a Richard Linklater nell'ideazione del film Boyhood, vincitore di un Golden Globe e candidato a sei premi Oscar. Linklater racconta che voleva raccontare una storia di formazione. Tuttavia aveva idee che raccontavano età diverse dell'infanzia e questo era un limite. L'idea di Boyhood è stato puro problem solviong.
Girare il film in dodici anni per permettere ai personaggi di crescere e invecchiare con gli attori. L'idea era assolutamente semplice ma geniale poiché non era mai stata usata prima.
Terence Winter, sceneggiatore e produttore televisivo statunitense, ci insegna che può essere un vantaggio raccontare una storia da un punto di vista completamente nuovo. Tra i suoi lavori più importanti figurano I Soprano, Broadwalk Empire e The Wolf Of Wall Street. "Ogni film che abbia mai visto su Al Capone lo mostra al culmine del suo potere, e un po' come un Greatest Hits di Al Capone.
Se hai a disposizione solo due ore, vuoi vedere Al Capone quando è al top della sua vita. In Boardwalk Empire, incontriamo Al Capone quando è un ragazzino che guida un camion. Per me questo Al Capone è molto più interessante perché arriviamo a vederlo diventare il ragazzo che tutti conoscono, e per farlo abbiamo avuto ore e ore, scopriamo ciò che lo ha formato e ciò che ha reso questo ragazzo un duro. Far ciò è un lusso per un narratore. Ed è molto più soddisfacente per il pubblico."
Quando Jon Favreau si è trovato a scrivere la sceneggiatura del film Chef ha cercato di scattare un'istantanea, in maniera molto naturalistica, di quella che era stata la sua vita, senza per forza giungere al racconto autobiografico. Ed è questo ciò di cui in realtà parla il film: qualcuno è che è così intensamente devoto alla sua carriera, che ha messo la famiglia in secondo piano. "I miei divorziarono, quindi ci ho messo molto di ciò che era nascosto tra i miei ricordi, che ho raccontato attraverso il figlio, ricordando com'era, i sentimenti che ho provato."
Lo scrittore David Levithan afferma che scrivere un racconto è rispondere a delle domande. All'inizio non abbiamo idea di quali siano le risposte, però il processo narrativo è un viaggio. Quindi quando progettiamo una strategia di storytelling è importante avere dei punti fermi, le nostre domande, ma anche la flessibilità di giungere a risposte con non ci saremmo aspettati.
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Mike Judge e Alec Berg sono i produttori esecutivi di Silicon Valley, una serie che racconta la storia di alcuni programmatori californiani che lavorano al progetto Pied Piper. "Il nostro consulente, Jonathan Dotan, ha cercato di proporre i prodotti creati dai nostri personaggi a veri venture capitalist," racconta Judge [...] "Questo processo ci aiutava a risolvere un sacco di dettagli che fanno funzionare lo show", spiega Berg. "Abbiamo chiesto alla gente, 'Vuoi investire in questa azienda? Se no, perché no?' [...] Ci siamo fatti le stesse domande che Richard, il protagonista, si pone durate la serie, così un sacco di episodi della prima stagione sono cose che ci sono successe davvero."
L'esempio di Silicon Valley dimostra come uno storytelling di successo non ha bisogno di voli pindarici. A volte, basta una narrazione semplice, ma efficace.
James Patterson ammette che le armi del buon narratore sono il ritmo, lo stile, il tono. Non c’è una formula magica, ognuno ha il proprio. “Penso che quello che aggancia la gente alle mie storie sia il ritmo. Cerco di escludere le parti che la gente in genere salterebbe. [...] Tendo a scrivere storie nel modo in cui le racconterei a qualcuno. Credo che sarebbe tragico se tutti scrivessero in questo modo. Ma è il mio stile. Ho letto i libri da un sacco di grandi scrittori. Penso di essere uno scrittore nella media, ma sono certo di essere un buon narratore. ”
Una buona storia non deve per forza eccedere per essere efficace. E inutile lanciare un’esca troppo grande se poi il pesce non abbocca. Robert King, creatore di The good wife, usa Star Trek come esempio: quante volte Spock sembrava morire in tutte le stagioni di Star Trek? Ma non moriva mai perché senza di lui la serie non sarebbe avrebbe avuto senso. Meglio creare engagement attraverso pochi elementi memorabili che deludere il proprio pubblico con aspettative irrealistiche.
Forse ricorderete lo nei panni di Touluse-Lautrec in Moulin Rouge! o come Tebaldo in Romeo+Juliet. Nel suo ultimo spettacolo teatrale John Leguizamo racconta gli alti e bassi della sua vita professionale e personale. L’attore spiega: “Più sei specifico sugli eventi nella tua vita, più questi diventano universali. La gente non si identifica con fatti generici. Ho imparato presto che solo quando ti racconti in ogni dettaglio riesci a toccare le corde profonde dell’animo umano.”
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