Il nostro modo di ricercare, acquistare e fruire contenuti on line è radicalmente cambiato da quando i social media sono entrati a far parte della nostra quotidianità. Facebook è stato il primo a cavalcare l'onda di questa trasformazione, al contrario di molti altri attori del web che stentano ancora oggi a tenere il passo. Google, con Google Wave, Google Buzz e il recente Google+, ha tentato di accorciare le distanze, ma non sempre con i risultati attesi.
Secondo quanto riportato da Mashable, per fare il salto di qualità che tutti si aspettano Big G potrebbe ora concentrare gli sforzi sull'opportunità di creare un 'ecosistema sociale' dove i contenuti possono essere distribuiti, commercializzati e misurati.
Ecco allora cinque opportunità che Google potrebbe cogliere per creare questo ecosistema e garantire il proprio futuro social.
1. Acquistare una dashboard per social media
Il successo di un canale social dipende dalla possibilità di creare, distribuire e integrare i contenuti. Proprio per aiutare gli utenti a gestire al meglio i contenuti sono nate le dashboard, che forniscono una serie di tool per gestire al meglio i contenuti attraverso un'unica interfaccia.
Google potrebbe allora acquistare una dashboard come TweetDeck o HootSuite, che gli garantirebbe l'accesso ad un buon know how sulla gestione dei contenuti e a una notevole raccolta dati sulle abitudini degli utenti. Big G è anche una delle poche aziende in grado di monetizzare il valore dei dati: ecco allora che l'accesso e la gestione delle dashboard si rivelerebbe un buon affare, oltre che un investimento sul proprio futuro.
2. Acquistare Twitter (!)
Google è pur sempre un punto di riferimento nel web, ma certo non gode di altrettanta credibilità in ambito social. Nel 2003 comprò Blogger e nel 2006 fu la volta di YouTube, ma ancora oggi non ha quell'impatto 2.0 che una piattaforma come Twitter potrebbe garantirgli. Inglobare un social network di grande portata come quest'ultimo gli permetterebbe di acquisire velocemente credibilità sociale e il favore di tanti utenti.
3. Comprare altri social media importanti o di nicchia
Google dovrebbe - o forse avrebbe dovuto - puntare su network come Yelp e LinkedIn. In effetti il primo presenta un buon rapporto tra qualità dei contenuti e fedeltà degli utenti, ma soprattutto ha i conti quasi al rosso, fattore che ne diminuisce il costo d'acquisto. Yelp è una piattaforma in crescita e il basso costo di acquisizione la rendeva sicuramente un buon affare. LinkedIn, al contrario, avrebbe decisamente un costo più elevato, ma presenta delle possibilità davvero interessanti: con la forza di Google potrebbe crescere così rapidamente da divenire la principale soluzione per il recruiting online, prima ancora di Monster e CareerBuilder.
4. Integrare il reporting nell'ecosistema sociale
Gran parte degli introiti di Google derivano dal suo business pubblicitario, mentre le entrate dai social sono ancora basse. Quanto una pubblicità sui social media influenzi le conversazioni in rete ancora non è ben chiaro. Neanche Facebook è riuscito a fornire dati per valutare e misurare queste influenze. Se Google riuscisse a fornire dati affidabili sul social media advertising, di certo raggiungerebbe un duplice risultato: aumentare le proprie entrate dal mondo pubblicitario e acquistare credibilità.
Recentemente Google ha aggiunto al suo Analytics una versione beta di metriche per i canali social. Si direbbe quindi che si sta muovendo verso la direzione giusta, ma ancora non possiamo esserne sicuri finchè non approderà a una versione definitiva che offra metriche robuste e complete.
5. Monetizzare maggiormente i contenuti
Per attribuire un valore in denaro ai contenuti condivisi in rete, esistono essenzialmente tre modi:
- permettere ai pubblicitari di 'occupare' spazi sociali come già accade in Gmail;
- fornire al marketing e ai pubblicitari dati sui contenuti condivisi dagli utenti in rete in modo da metterli in condizione di costruire pubblicità più mirate;
- taggare i contenuti e trasformali in pubblicità contestuali, come già succede in Gmail e Google+.
Ecco dunque 5 possibili strategie per Big G: allora cosa ne pensate, vi convincono o ne intravvedete delle altre?