Si chiama BeccoGiallo la casa editrice padovana che progetta, realizza e pubblica fumetti d'impegno civile e iniziative da #editoriresponsabili.
Fumetto, letteratura e giornalismo alternativo costituiscono i tre pilastri del "rinascimento civile" al centro di questo nuovo progetto editoriale. Il contesto argomentativo scelto è molto significativo, perché abbraccia sia la filosofia del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, sia il tentativo di narrare attraverso un gesto artistico fatto non solo di parole, ma anche di immagini, spunti interessanti per sviluppare discussioni più articolate capace di coinvolgere lettori, pensatori e innovatori, per capire, tutti insieme, come sia possibile migliorare.
È stato all'interno di una sua lista di letture a tema storia, politica e cronaca estera che ho trovato racconti di cene con Antonio Gramsci o Giovanni Falcone
bibliografie tributo a Luigi Tenco, Bob Marley e Fabrizio De André o, ancora, dialoghi sull'etica hacker con Julian Assange.
Fino a scoprire il testo di cui mi sono innamorata in pochissimi istanti: il dialogo con Adriano Olivetti.
Un'intervista immaginaria con una studentessa venuta dal futuro
"Un secolo troppo presto" è una preziosa graphic novel in 140 pagine d'ispirazione che racconta questa surreale "intervista immaginaria all’uomo che seppe unire fra loro mondi, saperi e valori che nel suo tempo apparivano inconciliabili".
Autori del libro sono Marco Peroni, per la sceneggiatura, e Riccardo Cecchetti, per i disegni, uniti in questo fumetto a raccontare la storia industriale del nostro Paese, rappresentare le parole di Olivetti in prima persona, reinterpretare quei concetti fondamentali del suo pensiero per cui è nella vita delle singole persone e delle famiglie il centro della discussione su cui fare le riforme economiche.
Non si tratta di una lettura impegnata in senso stretto. Anzi. È un romanzo poetico fatto di scene, illusioni e visioni dei protagonisti implicati nel racconto molto simili a noi.
Il ritmo dei discorsi di Adriano Olivetti, a volte tradotti semplicemente con una tavola, si alterna alle ansie e alle aspettative degli altri personaggi e manifesta perfettamente la capacità unica di esercitare leadership, trasmettendo prima di tutto valori sociali e motivi di riflessione (l'insoddisfazione umana nonostante il suo successo professionale) sulle politiche dell'innovazione che sarebbero utili a far rinascere un sistema economico, ormai disfuzionale e incapace di adattarsi alla dimensione umana delle persone.
"Questo fumetto rappresenta finalmente una vera prospettiva di lavoro. Coglie un comune sentimento d’identità con la vicenda olivettiana sottraendola alla staticità del ricordo e a quella della speculazione (...).
Ci sono due altri elementi di novità che rendono il libro attraente. Anzitutto, il fumetto restituisce il volto gentile del personaggio e quello altrettanto gentile di tutta la storia comunitaria. Con la sovrapposizione dei livelli raffigurativi delle tavole, e grazie all’architettura del testo, conduce nei luoghi olivettiani e in quelli della narrazione con la leggerezza e l’essenzialità che meglio rappresentano il senso più nascosto dell’intera vicenda olivettiana, portando in primo piano gli aspetti più infantili e profondi che rendono suggestiva la figura di Adriano olivetti, e così Ivrea (...).
Degli incontri avuti con olivetti, eugenio Montale scrisse che ciò che lo aveva colpito era la lotta contro la lonely crowd che egli sembrava sentire intorno a sé. Aggiunge, però, che per lui Adriano Olivetti rappresentava anche l’uomo nuovo di cui l’italia aveva bisogno. Un riconoscimento poetico di quanto anche il paesaggio interiore più turbolento e più difficile da delineare possa avere esiti straordinariamente utili per la collettività, quando si cerca di neutralizzare lo spaesamento negli atti anziché nell’egoismo pigro dell’indifferenza".
Qualche pagina in anteprima per i lettori ninja
"Nell’idea di Marco Peroni il luogo di quell’ultima solitudine è trasformato nel luogo del riscatto, dove si compie, grazie alla giovane intervistatrice immaginaria, un passaggio generazionale significativo, e dove si chiude l’arco che da Olivetti arriva fino a noi passando sopra alla desertificazione lasciata dall’illusione del profitto senza misura.
Le idee di Olivetti sono vive e rappresentano molto più di un esempio. Esse sono una prospettiva, un’idea di futuro, ci invitano a pensare che i suoi sforzi, e quella solitudine, hanno oggi un senso diverso e rassicurante".
La mia personale opinione è che siano maggiormente letture come queste, romanzate e fuori dal comune, ad aprire la mente ed ispirare creazione.
Nessun manuale con le regole per diventare il perfetto business man di successo potrà mai equiparare il lavoro della riflessione che alcuni libri fanno nello spirito delle persone chiamate a cambiare il mondo, richiedendo, anche con un'immagine, il bisogno urgente di ricambio generazionale radicale, sia dal punto di vista del pensiero adottato, sia dal punto di vista del potere economico che lo potrebbe permettere. Al di là della solita demagogia, cioè.
Un ringraziamento a Guido Ostanel, direttore ed editore di BeccoGiallo, che mi ha permesso di estrapolare dal libro alcune tavole per i nostri lettori.