L’interesse mediatico scatenatosi negli ultimi tempi intorno al mondo dei social network mi ha portato a fare delle riflessioni che definirei di carattere parascientifico. In particolare, mi sono ritrovato a pensare ai social network paragonandoli ad animali preistorici, abitanti appena arrivati su un nuovo pianeta da colonizzare. Forse vi sembrerà un’idea quantomeno bizzarra, ma proverò a rendervi credibile tale analogia.
Innanzitutto un po’ di storia. Il fenomeno dei social network nasce negli Stati Uniti intorno alla metà degli anni Novanta. Possiamo dire che l’antenato degli odierni esemplari è il famosissimo Classmates.com, sito creato nel 1995, che già allora raccoglieva informazioni sui membri registrati per poter rintracciare vecchi compagni di scuola e vecchi amici in generale. Da lì, il social network si è sviluppato attorno a tre grandi filoni tematici: l'ambito professionale, quello dell'amicizia e quello delle relazioni amorose.
I social network online ebbero un'esplosione nel 2003, grazie alla popolarità di siti web come MySpace, Friendster, Tribe.net, LinkedIn e Neurona (che nacque in lingua spagnola come concorrente di LinkedIn). In particolare MySpace divenne in breve il terzo sito più navigato negli Stati Uniti. Si trattò della prima grande comunità virtuale che offriva allo stesso tempo blog, profili personali, gruppi, foto, musica e video.
Negli ultimi tre anni le community virtuali sono ormai diventate un fenomeno sociale di massa. Google lanciò Orkut il 22 gennaio 2004. Sempre nel 2004 nacque Flickr: inizialmente come strumento per ospitare le proprie immagini da pubblicare su altri siti, poi, acquistato da Yahoo, si è sviluppato sempre più grazie anche al fenomeno dei blog, e oggi è diventato esso stesso una potente comunità virtuale grazie ai gruppi tematici e ai forum.
Nel 2005 è stato poi creato un fenomeno che ha già fatto la storia del social network: YouTube, che consente il caricamento, la visione e in generale la condivisione di video. Sebbene esistessero già siti di condivisione di video, YouTube è diventato quasi un fenomeno di massa, divenendo addirittura il sito internet che presenta il maggior tasso di crescita.
L'uso di reti sociali sta diffondendosi anche come un'evoluzione delle radio online. I siti non si limitano a proporre musica in formato mp3, ma interpretano i gusti e propongono musiche simili, facendo scoprire nuovi artisti. Attraverso siti come Last.fm e Musicovery.com, è possibile creare delle community invitando i propri amici, ma anche ascoltando la musica proposta per i "vicini", persone con preferenze simili alle proprie.
Da un anno a questa parte, anche in Italia ha avuto il suo boom Facebook, social network che combina molti aspetti di quelli citati in precedenza e che sembra stare pian piano fagocitandoli.
Quest’ultima considerazione ci porta al nocciolo della questione, ovvero: come si evolvono i social network e perché, in una sorta di “selezione naturale”, alcuni di essi sono favoriti nella loro personalissima “lotta per la vita”? A parer mio, la risposta non potrebbe essere meno darwiniana della domanda stessa. In parole povere, sono i “geni” dei social network a determinare quali sopravvivono e quali invece sono destinati a scomparire dal pianeta internet. E cosa sono i “geni” dei social network, se non le caratteristiche che li compongono?
Ciò vuol dire che, per venire all’esempio più attuale e semplice da comprendere, se Facebook ucciderà davvero MySpace, ciò accadrà perché gli utenti avranno stabilito che le caratteristiche del primo sono quelle che meglio si adattano all’ambiente in cui esso si trova. Ovviamente la determinazione di quante e quali siano queste caratteristiche richiederebbe una lunga ed attenta analisi comparata.
Su due piedi, mi viene in mente quella che è la principale differenza fra i due social network: su Facebook si ha l’impressione di parlare con persone reali perché la maggioranza degli utenti inserisce davvero i propri nome e cognome. Ciò non avviene invece su Myspace, dove la stragrande maggioranza degli utenti ha un nickname.
Evidentemente dunque, per continuare a sopravvivere i social network dovranno acquisire il “gene” del nome reale. A riprova di ciò, MySpace sta rimanendo in vita soprattutto grazie alla diffusione di informazioni da parte degli unici utenti che utilizzano il proprio nome reale per essere trovati: i musicisti.
Un altro esempio può essere quello di Fotolog e Flickr. Il secondo sta soppiantando il primo in quanto offre molti più strumenti di interazione tra gli utenti e gestione delle foto rispetto al primo. Flickr è la specie dominante, e Fotolog è probabilmente destinato a soccombere.
Guardando attentamente al mondo dei social network, è sicuramente possibile trovare altri esempi simili. L’evoluzione della specie è rapida e inarrestabile, in continuazione nascono nuovi social network che, sulla base dei risultati raggiunti dai propri antenati, provano a migliorarsi e guadagnarsi il proprio spazio a discapito degli altri. Per chi non ha i geni dominanti, le alternative sono due: adattarsi conformandosi alle specie prevalenti (anche grazie all’aiuto degli utenti) o essere sopraffatti.