In che modo la positività online aiuta i brand nelle campagne di marketing
Saverio Schiano, Head of Sales for Italy Pinterest, sottolinea la necessità di prioritizzare a livello di business la positività
26 Maggio 2023
In che modo la positività online può aiutare i brand nelle campagne di marketing? Sebbene sia stato implementato con lo scopo di facilitare la vita delle persone, Internet è visto sempre più spesso come una minaccia che come un’opportunità di crescita. Non più solo un semplice strumento per comunicare e condividere idee, ma parte integrante della vita quotidiana, Internet è diventato un sistema tanto più accessibile quanto difficilmente navigabile, soprattutto per le generazioni più giovani, più facilmente influenzabili dai contenuti fruibili online. LEGGI ANCHE: TikTok Marketing: 10 brand virali da seguire Ogni giorno miliardi di persone vengono condizionate da motori di ricerca ottimizzati per ottenere risultati positivi in termini di engagement degli utenti. E i brand, in moltissimi casi, non sono consapevoli del fatto che promuovere l’engagement a tutti i costi è tossico, con un impatto altamente negativo sulla salute mentale delle persone, al punto che finiscono per finanziare involontariamente un circolo vizioso. Questo è dovuto al fatto che le piattaforme digitali utilizzano l’intelligenza artificiale per la gestione dei contenuti e la massimizzazione del tempo di visualizzazione. E qual è stata la triste “scoperta”? I contenuti che scatenano gli istinti più primordiali, come la paura, la rabbia e l’invidia, sono anche gli stessi che le persone tendono a visualizzare più a lungo. C’è un neologismo inglese che identifica proprio questo comportamento: doomscrolling, ovvero la tendenza a trascorrere una quantità eccessiva di tempo sullo schermo fruendo contenuti negativi (letteralmente “scorrere sullo schermo in cerca di sventure”). Non stupisce, quindi, che le persone si sentano sempre meno al sicuro sulle piattaforme digitali. Eppure, come evidenziato da un recente studio di Pinterest in collaborazione con University of Berkeley, la fruizione di contenuti positivi e ispirazionali in un periodo sfidante dal punto di vista socio-economico come quello attuale, seppur per un durata limitata di tempo, permette di mantenere la propria capacità di provare emozioni positive, aumentare il desiderio di connessioni sociali e preservare il proprio ciclo del sonno (alla base, d’altronde, di uno stile di vita equilibrato e stress-free). Nonostante il fatto che le conseguenze dell’implementazione dell’intelligenza artificiale non siano state inizialmente prese in considerazione dalle società di social media, oggi non sono solo evidenti, ma purtroppo anche profondamente radicate nel modello di business della maggior parte delle piattaforme digitali. E le prospettive, con un’intelligenza artificiale che sarà sempre più avanzata, non promettono nulla di buono. Pertanto, è imperativo un cambiamento radicale per i marchi. Perché? Da un lato, la negatività è un fattore determinante per il successo dei marchi ed è compito di questi ultimi creare e promuovere positività su Internet. Dall’altro, è più probabile che le persone si ricordino, si fidino e addirittura, acquistino da un marchio che promuove uno spazio online positivo ed ispirazionale. Ciononostante, il tema risulta essere ancora non prioritario per moltissime aziende. LEGGI ANCHE: Chatbot: i senior li snobbano ma i giovani li amano di più (grazie a ChatGPT)