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  • Conquistare la Gen Z è come provare a fermare uno Tsunami con le mani

    "Non si può piacere a tutti, anzi, piacere a tutti è addirittura controproducente", sostiene Antonio Marrari - Head of Marketing AW LAB

    9 Giugno 2021

    N-Conference, il Business Visionary Event targato Ninja, ha celebrato le Unbreakable Companies, aziende e persone capaci di sopravvivere alla crisi grazie alla voglia di innovare e guardare oltre le difficoltà.

    L’evento è stato trasmesso in diretta il 27 e il 28 maggio 2021 dagli studi di Fandango Club Creators.

    Al centro dell’evento, ci sono state quelle realtà in grado di reinventarsi, esplorando nuovi modi di stare sul mercato. Ma è stata anche l’occasione di conoscere e imparare da chi è in grado di trasformare gli ostacoli in opportunità e agire fuori dagli schemi per dominare il futuro. La seconda parte della prima giornata è stata dedicata a contenuti verticali sulla Culture, per esplorare come la tecnologia stia plasmando generazioni sempre più connesse e digitali, attente ai valori e alla sostenibilità e critiche verso le tradizionali regole del lavoro e modalità di consumo, powered by AW LAB. Antonio Marrari – Head of Marketing AW LAB, ha partecipato a N-Conference con uno speech dal titolo “Walk the Walk (Not Talk the Talk)“, focalizzato su come sia possibile costruire un brand rilevante per la Gen Z, il più grande gruppo di persone al mondo, determinandone il valore e la forza competitiva. Non potevamo perdere l’occasione per fargli qualche domanda proprio sulla Gen Z e su cosa debbano fare i brand per entrare in risonanza con i più giovani. antonio marrari n conference LEGGI ANCHE: Perché la connessione a banda larga è vitale per l’economia e per la ripresa economica

    Generazione Z, tutti la vogliono ma in pochi riescono davvero a conquistarla. Qual è il segreto di AW-LAB per comunicare con i giovani?

    È vero, tutti la vogliono, ma conquistarla è molto complicato. Stanno cercando di fermare uno Tsunami con le mani, cosa che è fondamentalmente impossibile. In realtà non c’è un segreto: l’unico consiglio è quello di essere pronti ad ascoltare i giovani. Veniamo tutti da un’epoca in cui i brand erano abituati a presentarsi in maniera bold, forse poco autentica, in cui non veniva mai chiesto alle persone cosa volessero veramente. Questa mancanza di rappresentatività è il gap fondamentale che divide la nostra generazione (quella dei brand, per intenderci) da quella dei più giovani. Adesso li definiamo Generazione Z, convenzionalmente, ma già si parla di Generazione Alpha, per identificare i giovanissimi. La raccomandazione è l’ascolto (non il giudizio, ovviamente), ma invece diventare compagni di viaggio e cercare di amplificare quella che può essere la loro voce, le loro ambizioni, i loro desideri e la loro individualità.

    Perché un brand oggi deve impegnarsi con il proprio target? Cosa si guadagna con un purpose chiaro?

    I brand devono impegnarsi, nel senso che devono aver ben chiaro da che parte del mondo stanno. Non si può piacere a tutti, anzi, piacere a tutti è addirittura controproducente perché e nemico del messaggio “forte e chiaro”. Bisogna avere una comunità di persone alle quali ci si rivolge, con le quali entrare in risonanza e condividere dei valori. Per farlo bisogna avere un purpose chiaro: per cosa un’azienda vuole essere ricordata? Perché sta vendendo delle sneakers o perché è un grande amplificatore delle nuove generazioni? Qual è il messaggio che vuoi dare e perché le persone dovrebbero venire da te? Parliamoci chiaro: oggi, il 99% dei prodotti in vendita sono commodities, non c’è nessuna ragione per comprare delle sneakers in un negozio invece che in un altro quando hai uno smartphone in mano e puoi comprarle dovunque. Dietro deve esserci qualcosa di più, e quel qualcosa è il purpose. antonio marrari nconf

    Secondo te, quali aspetti dovrebbe considerare un brand per entrare davvero in connessione con la Gen Z?

    Dovrebbe intanto “chiarirsi internamente”, comprendendo la sua ragion d’essere e rompere delle convenzioni che sono prima interne all’organizzazione per poi infrangere le convenzioni del mercato e, a quel punto, stabilire una versione chiara per entrare in risonanza con le persone. Non ci sono segreti da questo punto di vista: bisogna essere coraggiosi, autentici, trasparenti e, soprattuto, bisogna ascoltare le persone.