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  • La più grande sfida del web consumer (e come la cripto economia è pronta a risolverla)

    L’economia delle criptovalute ha già dimostrato che un altro futuro per Internet è possibile

    10 Febbraio 2021

    C’è del marcio sul web, parafrasando la celeberrima frase di Amleto del grande William Shakespeare. Per capire quello che non va non bisogna essere degli analisti competenti, ma è sufficiente la comune esperienza di navigatore. Clickbait, pubblicità che appaiono ovunque e limitano la leggibilità di un contenuto sono solo i sintomi di una malattia più grande, l’oligarchia della Rete con pochi player che hanno nelle mani un potere infinito sulle nostre vite. Eppure, esistono modelli alternativi: la decentralizzazione non è solo un argomento per utopisti che chiacchierano sull’open source, e neanche pane per i nostalgici che ricordano la rete aperta, così come è nata, negli anni Ottanta. L’economia delle criptovalute ha già dimostrato che un altro futuro per Internet è possibile. E mentre noi continuiamo a essere schiavi di Google, Amazon, Facebook e Apple – le cosiddette GAFA – si sviluppano delle alternative sulle quali sarebbe giusto volgere il nostro sguardo. LEGGI ANCHE: Cashless e pagamenti: siamo davvero pronti per un futuro senza contanti?

    Perché a volte il web ci dà la nausea?

    Sono due i motivi principali che a volte ci fanno “odiare” Internet, che sono ben individuati da Justin Mart nel blog di Coinbase. Il primo fastidio, quello del quale abbiamo accennato all’inizio, è quello che avvertiamo di fronte alle ads che ci seguono ovunque, ai titoli fake degli articoli solo per un pugno di click in più, fino ai cookie che catturano i nostri dati personali, e nasce da una radice: il modello di business che domina oggi la Rete, basato appunto sul Far West dell’advertising. L’altro fastidio, invece, è più soffocante e prende alla gola soprattutto gli amanti della libertà: le piattaforme centralizzate che hanno schiacciato con le loro logiche monopolistiche il modello di comunità aperte con cui è nata la Rete. Piattaforme sulle quali aziende e persone sono ormai obbligate a starci per vendere, conoscere gente, trovare un lavoro, innamorarsi e perfino per sperare di fare sesso. Queste aziende hanno le loro logiche e , quel che è peggio, possono cambiarle in corso d’opera come e quando vogliono, senza chiederti il permesso. Qual è il risultato di tutto questo? Nausea appunto. Un rapporto di odio-amore con la Rete, che è la nostra più grande opportunità, ma allo stesso tempo la nostra più grande gabbia. E se cercassimo delle vie di fuga?

    Due foto per capire la storia di Internet

    Non è stato sempre così. Ci siamo così assuefatti alle piattaforme centralizzate che abbiamo dimenticato che c’è un’alternativa, c’è sempre stata. E anzi, è proprio questa alternativa ad aver dato vita alla Rete. Ripercorrendo, velocemente, la storia del web possiamo scattare due fotografie. La prima è dagli anni Ottanta al 2000 quando i servizi internet erano progettati e poi realizzati su protocolli aperti, da community di sviluppatori, spesso senza scopo di lucro. Da protocolli aperti sono nate poi quelle realtà, come Yahoo prima, Google, Amazon, Facebook, Linkedin e Youtube poi, che hanno inaugurato la seconda epoca di Internet. mark zuckerberg - cripto economia Queste aziende hanno costruito dei modelli che hanno superato i protocolli aperti e sono diventate predominanti. Hanno centralizzato alcuni servizi, dall’accesso a Internet alle app, al mondo del commercio elettronico, imbrigliando gli utenti all’interno dei loro sistemi. Come ogni fenomeno storico, anche questo va valutato nei suoi pro e contro. Come pro, di sicuro c’è che hanno realizzato delle tecnologie che ci hanno cambiato la vita (alcune anche in meglio). Mentre di contro, hanno reso la strada impossibile per quei gruppi di sviluppatori o imprenditori indipendenti che sognano di costruire un’alternativa. Questi ultimi possono ancora farlo oggi, ma sudando molto, e devono, in ogni caso, attenersi alle regole stabilite dalle piattaforme centralizzate. LEGGI ANCHE: Elon Musk inserisce #bitcoin nel profilo Twitter e il titolo vola

    Fuga per la vittoria (con la cripto economia)

    Ora che anche tu senti addosso tutti “i fastidi” che il web centralizzato comporta, hai bisogno di una nota di speranza, quella che è racchiusa nella frase “decentralizzazione della Rete” (senti come suona bene). Un web decentralizzato sarebbe la panacea a questi due fastidi poiché:
    1. Scongiurerebbe il rischio della creazione di oligarchie di potere sulla Rete
    2. Riporterebbe i tuoi dati nelle uniche mani in cui dovrebbero stare: le tue!
    Decentralizzare è tipico dell’economia delle criptovalute. Il modello alla base di Bitcoin e affini, è quello con cui sono nati i primi protocolli della Rete. Semplificando al massimo, gli sviluppatori che creano nuove tecnologie, come anche i manutentori o gli utenti che le utilizzano, ottengono degli incentivi che sono comunemente chiamati token. Le loro reti sono decentralizzate nella misura in cui tutti possono partecipare al miglioramento, il codice di Bitcoin è open source, non esiste un ente centrale di controllo che decide vita, morte e miracoli degli altri utenti. E i partecipanti, gli utenti, possono abbandonare, vendendo i loro token, oppure modificare il codice, proponendo nuove versioni. Il meccanismo degli incentivi, i token alla base del modello, spinge tutti i partecipanti a lavorare insieme poiché l’obiettivo comune è la crescita del token, che può aumentare la ricchezza di tutti gli attori. Immagina per un attimo di trasferire questo meccanismo ad altri campi: ai servizi di storage, come il cloud, alla messaggistica, al payment fino alle assicurazioni. Utopia? No, già esistono. Nello storage con servizi decentralizzati come IPFS Filecoin, Sia, Storj, Swarm, Textile, nel mondo della messaggistica (Whisper o Orchid), dei social network (Steemit, Relevant), per non parlare della finanza, dalla già citata Coinbase ai vari wallet, come il Blockchain Wallet, Ledger, Trezor ecc. bitcoin cripto moneta

     La sfida: entrare nel cuore di imprenditori e sviluppatori

    I servizi decentralizzati hanno tuttavia i loro limiti: attualmente sono poco scalabili e hanno ancora troppi pochi utenti dalla loro parte. Eppure possono vincere la sfida e per farlo devono riuscire a entrare, come è successo agli albori nella Rete, nei cuori di sviluppatori e imprenditori. Poiché la battaglia tra decentralizzazione e centralizzazione della Rete alla fin fine si sintetizza in chi costruirà i servizi più sorprendenti per gli utenti. E questo succede solo se hai i migliori sviluppatori e imprenditori che corrono sul tuo terreno di gioco. Come utenti della Rete dobbiamo schierarci. Da una parte grandi piattaforme che decidono come ci informiamo, cosa compriamo, con chi usciamo, con chi lavoriamo, e dall’altra la democrazia con sistemi più aperti e trasparenti. Certo, la democrazia, come ci insegna la storia non è un sistema perfetto, ma citando Leibniz, “resta il migliore dei mondi possibili”.