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  • Un raro rallentamento delle energie rinnovabili tra le conseguenze dell’emergenza Coronavirus

    Una situazione che non rischia però di vanificare gli sforzi verso la decarbonizzazione

    13 Maggio 2020

    Per anni abbiamo pensato di aver fatto molto per lo sviluppo e la diffusione delle energie rinnovabili. Credevamo che nulla potesse ostacolare la ricerca di nuovi strumenti per l’ottimizzazione e la raccolta di energie pulite, ma evidentemente non è affatto così. A dirlo è l’Agenzia Internazionale per le energie Rinnovabili (IRENA), che ha sede ad Abu Dhabi e che in questi giorni ha dichiarato un evento sin ora mai registrato, il rallentamento delle energie pulite.  Dal 2001 la crescita del settore è stata costante con un aumento di gigawatt prodotti continuo, ma nel 2019 la crescita si è interrotta a circa 176 GW, rispetto al precedente anno nel quale erano state raggiunte le 178 unità.  Un decremento significativo e particolarmente importante per gli organi di competenza. Il rallentamento non ha fortunatamente paralizzato interamente la crescita del settore, che oggi rappresenta il 35% a livello globale (rispetto al 33% del 2018) di energia prodotta. LEGGI ANCHE: In America l’energia prodotta da fonti rinnovabili ha superato quella da carbone per la prima volta

    Le energie rinnovabili nel mondo

    In Asia il 70% dell’espansione totale della rete elettrica è stato determinato dallo sviluppo e dalla realizzazione di impianti di energie rinnovabili, differentemente dal continente africano dove la percentuale scende al 52% ed ancora di più in medio oriente, dove la percentuale scende ulteriormente al 26%.   L’espasione degli impianti ha determinato lo sviluppo e lo sfruttamento di una tipologia di energia rinnovabile specifica piuttosto ad un’altra, come l’eolico e il fotovoltaico che ad oggi rappresentano ben il 90% degli impianti installati nel 2019. Facili da rintracciare nel mercato globale e di facile installazione e manutenzione, queste tecnologie si sono ampiamente diffuse un po’ ovunque riuscendo a ricoprire circa il 53% dei gigawatt prodotti su tutto il pianeta, lasciando i restanti 47% allergia idroelettrica, che resta la fonte di energia rinnovabile dominante. 

    La crisi sanitaria internazionale ed il futuro delle rinnovabili post pandemia 

    Il rallentamento della crescita delle energie rinnovabili è probabilmente determinato da differenti fattori, uno tra i più importanti è certamente il Coranavirus. La diffusione del virus ha inevitabilmente innescato, oltre ad una crisi sanitaria globale, anche una crisi di carattere economico e produttivo, causando conseguentemente un dimezzamento della domanda di elettricità. Ma quali potrebbero essere le altre ragioni del rallentamento? Uno su tutti è il basso costo dei carburanti. Il petrolio ha raggiunto dei prezzi da minimo storico e anche se il greggio non ha un impatto diretto sulla produzione di elettricità, come effetto collaterale, causa una minore pressione sui prezzi del gas naturale.  IRENA sta analizzando con attenzione la situazione attuale ipotizzando scenari e sfide future, per affrontare al meglio il mercato che verrà e soprattutto per non interrompere il progresso delle energie rinnovabili compiuto sino ad oggi.  LEGGI ANCHE: Energie rinnovabili, facciamo il punto (e qualche previsione) Francesco La Camera, direttore generale dell’IRENA, in una delle sue ultime interviste sul rallentamento appena registrato ha dichiarato: 
    “Lo scoppio di Covid-19 minaccia le catene di approvvigionamento globali in molti settori ed è quindi probabile che abbia un impatto sulle energie rinnovabili. Resta da vedere la gravità e la durata di entrambe le situazioni”.
    Infine ha ben sottolineato, che nulla può vanificare gli sforzi fatti sinora per lo sviluppo delle energie rinnovabili. Né il virus e le conseguenti crisi sanitarie ed economiche, né il ribasso dei carburanti potranno interrompere il percorso verso la decarbonizzazione intrapreso dalla società.