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  • “La natura è la massima esperienza sensoriale”, come si progetta il design per gli hardware di Google

    L'idea di utilizzare l’intuito tanto quanto i dati ci ha portato a pensare alle differenze tra "Design Thinking" e "Design Feeling"

    19 Giugno 2019

    Questo articolo è scritto da Ivy Ross, nominata al 9 posto da Fast Company – 100 most creative people in business. Come ci si sente ad avere in mano Google? Questa è la domanda a cui il mio team ha dovuto dare risposta quando è stata creata la nuova divisione hardware nel 2016. In vista di questo lancio, abbiamo studiato il design di dispositivi simili e abbiamo considerato attentamente le scelte che ci avrebbero permesso di dare vita ai prodotti Google in modi nuovi. La straordinaria opportunità che ci è stata data di progettare prodotti che finiscono nelle case e tra le mani delle persone va presa molto sul serio e infatti valutiamo ogni singolo dettaglio per creare una tecnologia che possa essere percepita come umana e personale. Da tessuti morbidi a trame con colori brillanti, la nostra linea di prodotti ha introdotto un nuovo linguaggio di design che ha portato Google ad avere per la prima volta una sua fisicità. Quando si guardano i nostri prodotti, la sensazione è che siano innegabilmente Google, ma arrivarci ha comportato un percorso che ha richiesto l’analisi di dati, oltre che il nostro intuito di designer.

    Usiamo sia i dati sia il nostro intuito per prendere decisioni sul design

    Non è una sorpresa che i dati abbiano un ruolo centrale nelle decisioni relative al nostro design: in fondo, siamo un’azienda fondata da ingegneri. In molti campi, i dati sono diventati il motore delle decisioni e vengono considerati la strada più sicura per prenderle. Tuttavia, nel design, focalizzarsi solo sui dati può portare a risultati freddi e sterili. Infatti, non ci dimentichiamo che abbiamo a disposizione un’altra forma di dati, spesso trascurata, ma che è facilmente disponibile: il nostro intuito. A prima vista, i dati e l’intuito sembrano fonti di informazioni contraddittorie. I dati si riferiscono ai fatti e alle statistiche rilevate, mentre l’intuito si riferisce alla nostra capacità di comprendere o percepire qualcosa in maniera immediata, senza bisogno di ragionamenti consapevoli. L’intuito è la nostra reazione istintiva ad ogni situazione e si basa sulle informazioni e sull’esperienza che ognuno di noi acquisisce nel tempo. Il ruolo principale che l’intuito ha nel prendere decisioni quando si parla di design è quello di aiutare a trovare una connessione fra diversi punti. A volte, un determinato approccio al design sembra semplicemente giusto: sembra biologico e naturale, il nostro corpo percepisce infatti qualcosa che nessun dato o ricerca potrebbe mai quantificare. Nel creare i principi per il design dei prodotti Google, abbiamo considerato l’intuito un dato importante. Il risultato? Lavoriamo per sviluppare una tecnologia che possa essere percepita come umana. La geometria semplice e pura dei nostri prodotti e un utilizzo di materiali che non erano mai stati considerati per i dispositivi tecnologici, consentono al nostro hardware di trovare un ambiente naturale nelle case e nelle vite delle persone. Affidarsi alla nostra intuizione in questo ambito è ciò che ci consente di creare una tecnologia che sia sempre più vicina a noi.

    Un design di successo richiede meno razionalità e più sentimento

    L’idea di utilizzare l’intuito tanto quanto i dati, mi ha portato a pensare alle differenze tra “Design Thinking” e “Design Feeling”, entrambi aspetti importanti dell’intero processo. Il Design Thinking comprende tutti gli elementi del design tradizionale: la matematica, la geometria, la teoria del colore, ecc. La nuova nozione di Design Feeling, invece, ci riporta ai principi più puri del design. I grandi designer hanno una propensione naturale a esaminare come il loro lavoro avrà un impatto su coloro che ne verranno a contatto. Cosa trasmette una certa combinazione di colori? Come reagisce il corpo a una certa consistenza di materiali? Enfatizzare il concetto di “Design Feeling” significa semplicemente spostare il focus su ciò che può essere considerato un “buon design”, sul modo in cui ci si può avvicinare e su quale risultato aspettarsi. In che modo questo approccio influenza i nostri processi e prodotti in Google? Ogni prodotto, sin dall’inizio del processo di design, viene considerato per l’impatto che può avere a livello emotivo e sentimentale. Dalla combinazione dei materiali alla tonalità esatta di colore, facciamo molta attenzione a cosa ognuna di queste scelte può trasmettere. Consideriamo anche, come ciascuno di questi elementi può contribuire a innovare lo sviluppo dell’elettronica di consumo. Ad esempio, da quando abbiamo introdotto il tessuto come materiale nella creazione dello speaker Google Home, molti prodotti di altrettante marche hanno iniziato ad usarlo. Si tratta di un’evoluzione entusiasmante e riteniamo che una maggiore attenzione all’aspetto umano nell’ambito della tecnologia continuerà a portare valore aggiunto a tutti noi e alle generazioni future.

    L’esperienza al Salone del Mobile di Milano

    Tutti questi diversi aspetti – intuito, dati ed emozioni – erano presenti al Salone del Mobile 2019 a Milano, grazie a un ambito di studi chiamato neuroestetica. La neuroestetica ha recentemente iniziato a far luce sui processi di progettazione e sull’importanza del design intelligente, in quanto può effettivamente avere un impatto positivo sul nostro benessere, che siamo realmente in grado di mostrare attraverso varie forme di dati. Nell’ultimo anno abbiamo sviluppato un concetto che può chiaramente dimostrarlo. Alla nostra mostra, a ogni visitatore è stato dato un braccialetto personalizzato che ha rilevato le loro risposte biologiche in tre ambienti dal design unico, attraverso quattro sensori. Ciascuna delle tre stanze è stata costruita con il proprio look and feel, tra cui arredo, illuminazione, trame, colori, suono e persino il profumo. Al termine dell’esperienza, abbiamo mostrato ai visitatori quale delle tre stanze li ha fatti sentire più a proprio agio. Abbiamo ottenuto un riscontro incredibile da parte dei visitatori di Milano. Le persone erano molto curiose di conoscere le proprie reazioni davanti a spazi e oggetti di design e ricevere poi l’interpretazione del loro stato d’animo. L’importanza della neuroestetica consiste nell’accendere i nostri sensi nel modo più positivo possibile, attraverso vari approcci al design. Ed è combinando intuito, dati, pensiero progettuale e sentimento che possiamo costruire una tecnologia che può effettivamente migliorare il benessere di chi la utilizza.
    Foto di Maremosso

    Le persone sono l’ingrediente segreto per un design di qualità

    Tutti gli elementi di cui abbiamo parlato giocano un ruolo fondamentale nel nostro approccio al design. Ma al di là di tutti i processi e i principi, credo che l’ingrediente segreto per ottenere un design di qualità siano le persone. Il nostro team è composto da persone che provengono da tutte le parti del mondo e che hanno avuto diversi percorsi di vita. Ognuno di loro ha avuto diverse esperienze nel design: UX, ricerca, ingegneria, ma anche nei colori e materiali, nonché in settori differenti come la progettazione di mobili d’arredo o la moda. Spesso il mio ruolo è proprio quello di un direttore d’orchestra, che mette insieme una grande varietà di persone con diverse competenze, conoscenze e talenti e costruisce uno spazio in cui possano collaborare, creare e sperimentare. Siamo tutti uguali, ma ognuno di noi ha un talento e un dono unico. La magia avviene quando ciascun talento, grazie a un lavoro armonico con gli altri, può essere amplificato. Organizziamo spesso escursioni di gruppo all’aperto, in mezzo alla natura e quasi sempre senza telefoni o pc: credo che questo sia un ottimo modo per raggiungere quell’armonia. Ad esempio la scorsa estate siamo stati in una fattoria biologica di 145 acri per vivere un’esperienza completamente diversa dal lavoro quotidiano. Abbiamo imparato a raccogliere i fiori e a prendercene cura, a conoscere l’apicoltura con veri alveari o a raccogliere i pomodori e scoprire come fare la passata. La natura è la massima esperienza sensoriale. È piena di colore, consistenza, suono, odore e spazio e accende la nostra curiosità e la nostra creatività in modi sbalorditivi. Non possiamo trascurare l’importanza della fiducia e della collaborazione quando si tratta di progettare e creare insieme. Dobbiamo trovare altri modi e spazi affinché ciò avvenga al di fuori dell’ambiente di lavoro quotidiano. Se vi concentrate solo su voi stessi o sui vostri obiettivi personali, potreste ottenere successo in modo consapevole. Ma è quando vi dimenticate di voi stessi ed entrate in connessione con gli altri, focalizzandosi su obiettivi più audaci e condivisi, che potete raggiungere un successo inimmaginabile.

    Il futuro del design

    Da quanto la tecnologia si è così diffusa nella nostra vita quotidiana, anche il design emozionale, sta diventando più importante che mai. Il percorso verso il design creativo e di successo si basa sulla combinazione di dati, intuito, nonché il design thinking e feeling. Il nostro approccio al design mette sempre il cliente al centro e la domanda più importante che ci poniamo è: in quale modo il design potrà migliorare la vita delle persone e quali sono i sentimenti che potrà suscitare? Vogliamo assicurarci che la risposta a questa domanda sia una reazione estremamente positiva, ma anche soggettiva per ciascuno. Questo è il focus del mio lavoro e di quello del mio team, vogliamo che i nostri prodotti possano portare benessere a tutti coloro che li usano. Ivy Ross ne parlerà nel corso del Cannes Lions Festival 2019 questa settimana.