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  • Il round da 10 milioni di Healthware | 5 domande a Roberto Ascione

    Big Data, AI e Data Science cambieranno la medicina e il nostro approccio alle cure. Ne parliamo con Roberto Ascione, CEO e founder di Healthware

    1 Febbraio 2019

    “Il settore della salute ha iniziato una radicale trasformazione digitale come, e forse più, di quanto visto in altre industrie negli ultimi anni”. Parola di Roberto Ascione, 45 anni, originario di Napoli, CEO e founder di Healthware Group, gruppo di consulenza che offre alle grandi aziende e alle startup dei settori life-sciences e insurance, servizi e competenze in consulenza strategica, comunicazione, tecnologia e innovazione per guidare la trasformazione digitale della salute. La compagnia ha appena chiuso il primo aumento di capitale: un’operazione da 10 milioni di euro guidata dal Fondo Italiano d’Investimento – FII Tech Growth e da altri soci storici della società. Proprio a partire da questa operazione, abbiamo chiesto ad Ascione (che per Hoepli ha pubblicato il libro Il Futuro della Salute, è anche Chairman di Frontiers Health, conferenza internazionale che si tiene a Berlino, una delle più importanti eventi sul temacome intelligenza artificiale, data science, Big Data, cambieranno il futuro della salute. La direzione? Un approccio alle cure più democratico e sostenibile. LEGGI ANCHE: Trasformazione digitale e salute | Il round da 10 milioni di Healthware Healthware LEGGI ANCHE: Healthware compie 20 anni e mira a guidare la trasformazione digitale della salute a livello globale Ascione, un aumento di capitale da 10 milioni di euro. E’ il primo round per Healthware? «All’operazione hanno partecipato gli azionisti esistenti di Healthware e il Fondo Italiano d’Investimento per più di 10 milioni di euro, risorse che verranno investite nel corso di quest’anno e del prossimo: aiutiamo le aziende e le startup di life sciences e di digital health in attività di marketing, comunicazione e digital transformation. Sì, è la prima volta che apriamo la company al Venture Capital”. Come vedi il futuro della salute? «E’ un futuro di radicale trasformazione digitale. Succederà quello che è già accaduto in altri settori, come il trasporto o il food, la comunicazione, la musica». Concretamente cosa potrebbe cambiare? «La medicina sarà molto più preventiva. Grazie ai Big Data e alla capacità di leggerli (data science) avremo degli alert, aiuti per mangiare meglio e per guidarci verso comportamenti più salutari. Big Data che saranno in realtà degli Smart Data, perché saranno personalizzati e ci aiuteranno nella gestione della complessità della nostra salute». Medicina preventiva e alla portata di tutti. «Sì, ma c’è un altro tema importante». Quale? «L’efficienza nei sistemi sanitari. Per fare un esempio concreto, quando facciamo delle analisi o un consulto medico i dati che generiamo restano nelle strutture: dovremmo avere la possibilità di gestire i dati che produciamo e anche accedere a distanza a questi servizi (telemedicina, teleconsulti, attività remote), possibilità che permetterebbero appunto una maggiore efficienza. Una medicina sostenibile è anche una medicina più democratica. Penso che le tecnologie, che ci hanno aiutato già in altri settori, potranno aiutarci anche nella salute».