4 motivi per cui la campagna di John Lewis ci ha colpito
21 Dicembre 2018
Avrete probabilmente visto il nuovo spot di John Lewis & Partners, i grandi magazzini che ogni anno ci hanno abituati a epici spot dai tratti fortemente narrativi ad alto tasso di viralità. E se non lo avete ancora visto, allora bisogna recuperare! https://www.youtube.com/watch?v=mNbSgMEZ_Tw
Gli ingredienti
Una superstar mondiale come Elton John, una delle sue hit più famose (Your Song), e un viaggio a ritroso nel tempo alla scoperta delle radici profonde di un talento unico, proprio quello del cantautore britannico, che nasce da un regalo speciale e dall’amore sconfinato di una mamma che crede ciecamente nel suo bambino. Il video è una fantastica applicazione delle tecniche per costruire contenuti efficaci: ha buon ritmo, è ben calibrato dal punto di vista delle scelte registiche e di stile, tutti gli elementi che ce ne fanno comprendere il significato sono facilmente rilevabili. La cosa che però è più importante è la riconoscibilità che presenta rispetto ai tratti narrativi che lo connotano: quella che vediamo non è una semplice carrellata di immagini altamente emozionali, ma la storia di un uomo e di come sia arrivato ad essere ciò che è. Perché un brand come John Lewis & Partners dovrebbe concentrarsi così tanto su un soggetto che, per quanto importante e conosciuto, rimane comunque distante dalle modalità di incontro fra marca e consumatore? E perché nonostante questo non sia uno spot che ci parla concretamente di come e cosa siano i punti vendita JL&Partners, riusciamo comunque a portarci a casa qualcosa che ci fa ricordare la marca? Scopriamolo insieme, provando a trovare i quattro motivi per cui questo spot – e in generale quelli altrettanto ben realizzati – ci entra nell’anima e, soprattutto, ci lascia un buon ricordo della marca che l’ha prodotto.1. Non compri (solo) un servizio o un prodotto, compri un’emozione
Della parola esperienza probabilmente ne avrete le tasche piene, però è proprio lì il centro di tutto. Un video di questo genere funziona perché è capace di trasferire concretamente la sensazione tangibile di un’esperienza di vita connotante e indimenticabile, quella di un’icona che ha accompagnato moltissime persone. Non è un cambio di prospettiva banale, perché a dispetto di quanto fatto in passato dalla stessa John Lewis & Partners, si sceglie non di puntare su una metafora di cosa significhi vivere e stupirsi a Natale, sfruttando una narrazione incredibile, (ricordate #MozTheMonster o #ManOnTheMoon?) ma si punta su una vita reale, autentica, raccontata con cura e trovando i punti di contatto con l’identità di marca.2. Meno prodotto, più realtà
Una delle regole indiscutibili e irrinunciabili per una corretta applicazione dello storytelling in ambito marketing è che non si utilizzino tali regole per indorare un messaggio di natura promozionale e pubblicitario. Se all’inizio o alla fine dello spot Elton John si fosse pronunciato a favore del brand, tutti noi saremmo cascati dalla sedia, ma non per il piacere. Il rischio che si corre, facendo diventare didascalica una qualsiasi narrazione, è quello di ottenere un qualcosa di artificioso: poteva funzionare qualche anno fa (ricordate Nino Manfredi? ), oggi risulta essere molesto.3. Serialità e tone of voice
Abbiamo citato poco fa #MozTheMonster e #ManOfTheMoon, due degli spot che negli anni passati sono stati prodotti da John Lewis & Partners sempre nel periodo natalizio. Se ci fate caso, molte delle reazioni che si sono lette e sentite sono state “È arrivato il nuovo spot di JL&P”: c’era – come dire- un po’ di attesa per l’evento, tanto che qualcuno si è preparato per sfruttare la coda lunga dell’uscita dello spot: @TwitterUK ha coinvolto un utente americano, John Lewis, che per evidenti motivi di omonimia si ritrova in questo periodo bombardato di mention non desiderate. Il risultato è un secondo spot, esilarante.E una bella sorpresa per lo stesso John Lewis da parte dell’omonima catena:You’ve been asking about the John Lewis advert, well here it is…@TwitterUK gave me a starring role in my very own Christmas #ad#NotARetailStore pic.twitter.com/In3b9uHDtm
— John Lewis (@johnlewis) November 19, 2018
Questo per dire che se una marca comincia a pensare secondo un mindset narrativo, dando continuità a un modo di raccontarsi che può esser concepito inizialmente magari azzardato, ne trarrà sicuramente vantaggio. Essenziale diventa quindi il lavoro sul tone of voice, che deve essere ben calibrato, studiato con attenzione e messo a sistema. Nel caso del video di cui stiamo parlando, eravamo preparati ad accoglierlo al meglio, predisposti positivamente a una storia che sapevamo che ci sarebbe piaciuta: dare quindi una continuità seriale a progetti di questo genere, soprattutto pensandoli secondo logiche di right time marketing e collegandoli a eventi e festività ricorrenti, può diventare veramente un valore aggiunto!The folks at John Lewis (the other one) sent me another gift:
Elton John CD and swag. An Oriori gaming ball. A Quality Street tin of sweets. AND…a pair of premium tickets to the Elton John farewell tour! I can’t wait to see @eltonofficial in concert! Thank you @jlandpartners! pic.twitter.com/BzQ8XONwDa — John Lewis (@johnlewis) November 21, 2018