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  • Ok del Parlamento Europeo alla Riforma del Copyright. Che succede adesso

    Il testo sulla Riforma del Copyright passa l’esame degli europarlamentari con alcune modifiche agli articoli 11 e 13. Ma l'iter prosegue

    12 Settembre 2018

    copyright Il Parlamento Europeo ha approvato la discussa Riforma del Copyright con 438 voti a favore, 226 contrari e 39 astensioni: per poter diffondere in rete prodotti audiovisivi e giornalistici le grandi piattaforme e gli aggregatori di notizie dovranno pagare.  La riforma, però, ha subito alcune modifiche all’impianto originale che aveva destato molte polemiche nei mesi scorsi, tanto che la votazione di luglio fu rinviata proprio alla giornata di oggi per avere più tempo per approfondire alcuni importanti aspetti. Oggetto delle polemiche gli articoli 11 e 13 che il Parlamento Europeo, oggi, ha modificato approvando le proposte dal relatore il popolare tedesco Axel Voss. “E’ un buon segnale per l’industria creativa e culturale europea – ha dichiarato Voss – ringraziando i colleghi per “il risultato ottenuto insieme”.

    Che succede adesso

    L’approvazione del Parlamento Europeo, adesso, dà il semaforo verde ai negoziati con il Consiglio e la Commissione, per cercare un’intesa sulla versione definitiva della riforma. La votazione definitiva è prevista per gennaio 2019. Dopo l’approvazione del Parlamento Ue toccherà agli stati membri mettere in atto la direttiva. LEGGI ANCHE: Perché Wikipedia si è auto-oscurata in Italia

    Link Tax e Upload filter

    I nodi della riforma rimangono i controversi Articoli 11 e 13. L’articolo 11 riguarda la tassa sui link (Link Tax) che costringerebbe le piattaforme online come Facebook e Google ad acquistare licenze dai media per poter proporre agli utenti link ad articoli e a notizie. La direttiva in questo caso avvantaggia gli editori che potrebbero trovare una nuova fonte di remunerazione. Ma, per alcuni osservatori, questo articolo potrebbe spingere le grandi piattaforme a disimpegnarsi dal settore editoriale, cosa che andrebbe a penalizzare i piccoli editori. Il filtro. L’articolo 13 riguarda la creazione di uno speciale filtro sui contenuti caricati sul web. Un sistema che potrebbe essere visto come un qualcosa di molto simile al Content ID di YouTube ma con la differenza che dovrebbe tenere sotto controllo praticamente tutto il web. Per qualcuno questa legge sul Copyright decreterebbe la fine della libertà di espressione sul web. A suo tempo, la stessa Wikipedia si oscurò per diversi giorni per protestare sui contenuti della riforma. I critici mettono in evidenza che questi filtri, per quanto sofisticati, non sono affidabili al 100% e oltre a non bloccare proprio tutti i contenuti protetti da diritto d’autore, in alcuni casi bloccano anche contenuti liberi.