Se pensate che nel mondo dei social sia veramente tutto oro ciò che luccica non potete neanche immaginare quanto vi sbagliate. Quanto c’è di vero? Quanto vi nascondono gli abilissimi Social Media Manager? Vi sarà capitato di sentirne di cotte e di crude su Facebook e su ciò che viene pubblicato sul social network di Menlo Park.
Dagli orari migliori e la frequenza di pubblicazione, dalla privacy violata ai contenuti nascosti al nostro network. Bene, oggi vogliamo parlarvi proprio di questo, dei falsi miti sulla content creation per Facebook, quegli evergreen duri a morire che non fanno altro che alimentare false credenze. Siamo sicuri che almeno uno di questi, o anche di più, vi ha messo più di una pulce nell’orecchio, facendo barcollare le vostre più solide convinzioni.
Prima di abbandonarvi anima e corpo nell’attenta lettura di questo post, vogliamo ricordarvi che nessuno social media manager è stato maltrattato per aver creduto anche a solo uno di questi luoghi comuni. Ma andiamo con ordine.
Facebook non funziona più. Fa vedere solo i post sponsorizzati
Partiamo con il re dei luoghi comuni, con la bufala delle bufale, quella a cui anche noi abbiamo creduto più di una volta. Alzi la mano chi non si è lasciato coinvolgere dalla frase fatta e rifatta del “Facebook è diventato un paid media, evidenzia solo i post sponsorizzati, penalizzando e oscurando tutti gli altri” e voi giù a sponsorizzare, creare inserzioni e individuare target. Be, non è affatto così, almeno in parte.
Che Facebook sia sempre più business oriented non è un segreto per nessuno, ma la reach bassa dei vostri contenuti non è certamente data da questo, almeno non solo. Facebook non penalizza i vostri post perché non avete sborsato un euro o perché i vostri contatti hanno deciso di abbandonarvi su ciglio della strada dei social.
Facebook ha deciso semplicemente di valorizzare e rendere visibili determinati contenuti perché ritenuti più di interesse per i vostri seguaci più fedeli o quelli con cui avete un’interazione più frequente. Considerando che sono circa 50mila i contenuti condivisi ogni giorno su Facebook, non stupisce che ne riusciamo vedere solo una minima parte.
Mettiamo il caso di avere circa 500 amici e che ognuno di loro decida di pubblicare qualcosa, provate solo ad immaginare il caos che regnerebbe nel vostro feed. È per questo motivo che la news feed di Facebook mostra dei contenuti secondo 3 fattori: il momento in cui sono stati pubblicati, la forza della tua relazione con chi ha pubblicato il contenuto e l’importanza del contenuto a livello di coinvolgimento. Ma andiamo avanti.
Ci vuole troppo tempo per creare contenuti buoni su Facebook
In parte è vero. Ma è vero se alla base della content creation non c’è una pianificazione o una scelta ragionata di temi e strumenti. Se vi lasciate attrarre dalla falsa credenza che “ci vuole troppo tempo per essere su Facebook bene quindi meglio lasciar perdere” fate pure ma siamo qui per dirvi che ce la potete fare. Il trucco? Pianificare, schedulare, osservare e provare.
Il tutto scegliendo tool che possano facilitare e velocizzare il lavoro. Non serve essere un grafico collaudato per produrre un ottimo contenuto visual, stesso discorso per i video o le gif. Con Canva per esempio potete realizzare delle belle grafiche in modo professionale e veloce.
Facebook non è adatto per il mio business, è una perdita di tempo
In termini di livelli altissimi di luogo comune se la gioca con il punto uno. Attenzione, non stiamo dicendo che Facebook sia il social network perfetto e idoneo per ogni tipo di prodotto, servizio, target ( ad ognuno e ogni cosa il suo social network), quello che vi stiamo dicendo è che Facebook e i contenuti pubblicati su Facebook sono un ottimo e indispensabile strumento per promuovere e far conoscere il vostro business.
Se più di 1 miliardo e mezzo di utenti sono presenti e attivi su Facebook, molto probabilmente ci saranno anche i tuoi potenziali clienti.
È meglio postare non più di due contenuti al giorno
Forse era vero tempo fa ma non oggi. Partiamo dal presupposto che non ha il minimo senso stabilire un tot di post per poi pubblicare cose inutili o poco interessanti giusto per mettere qualcosa online. Sulla base di quello che dicevamo qualche punto sopra, non tutti i contenuti che pubblicate sono visti dall’intera platea di Facebook, per i motivi che abbiamo già elencato.
A questo punto non importa se pubblicate più post ( e non due come da tradizione) perché ogni post tendenzialmente vive di vita propria. In base al tipo di engagement che riuscirà ad ottenere continuerà ad essere visualizzato o meno a prescindere dall’ordine cronologico di pubblicazione. Pubblicate, quindi, come non ci fosse un domani, ma con moderazione. Vale sempre, anche in questo caso, il discorso del qualità e non quantità.
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È meglio pubblicare solo in questi orari
Partendo dal presupposto che si, tendenzialmente ci sono degli orari migliori, non per pubblicare, ma per avere maggiore probabilità di trovare gli utenti connessi, quello che vogliamo dirvi è che generalizzare non vi aiuta. C’è un orario migliore ma questo varia in base al vostro target di riferimento, al prodotto o servizio che promuovete.
Mettiamo il caso che il vostro target di riferimento siano le mamme di bambini in età scolare. Come potete solo immaginare che il momento migliore per pubblicare contenuti per loro sia lo stesso di giovani universitari o manager sempre in viaggio? Il consiglio quindi è studiate bene il vostro pubblico.
I tool per la programmazione dei post penalizzano la portata
Facciamo riferimento ai ben noti Hootsuite, Buffer, Post Planner, Sprout Social. Questo è il meno falso mito di tutti quelli che abbiamo elencato. In parte è vero, programmare e pubblicare contenuti attraverso piattaforme per lo scheduling potrebbe in qualche modo penalizzarne il rendimento, ma questa parte è talmente insignificante da farlo rientrare a pieno titolo nei sei luoghi comuni sulla content creation per Facebook.
In conclusione, non credete a tutto ciò che leggete e vi viene detto sui social media, approfondite per evitare di credere a falsi miti che circolano sul web. Eseguite i vostri test, analizzate i dati e ricordatevi che ciò che potrebbe funzionare per voi potrebbe non essere utile per un altro.
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