AppNexus, Rubicon Project e The Trade Desk sono le maggiori piattaforme operative nella pubblicità programmatica con cui Spotify ha siglato una partnership per fornire agli inserzionisti l’accesso ad oltre 70 milioni utenti registrati su Spotify Free in 59 mercati in tutto il mondo. Che cosa significa questo?
Significa che gli inserzionisti potranno acquistare in programmatic spot audio da 15 e 30 secondi su dispositivi mobili facendo di Spotify il primo publisher a rendere disponibili Deal ID/PMP su una in directory audio con acquisto in real time bidding. Per Spotify, la key application di questa operazione è mettere a disposizione i propri dati socio demografici e di ascolto delle playlist. Banalmente, uno strumento in più per conoscere i gusti degli utenti.
Da oggi infatti gli inserzionisti potranno creare campagne audio basate su tutto quello che sanno dell’utente: età, sesso, provenienza, abitudini d’ascolto e dati di log-in di Spotify.
"La società di streaming audio ha già firmato offerte di pubblicizzazione audio su dispositivi mobili, ed è in trattative con le principali reti di agenzie media" - ha dichiarato Les Hollander - global head of audio monetization di Spotify.
Una di queste reti pare essere Omnicom Media Group, ma nessuna conferma ufficiale è stata rilasciata.
Spotify ottimizza il suo business
La differenza è che lo scorso anno non abbiamo avuto l'ottimizzazione in real time, ha detto Jana Jakovljevic, responsabile del Programmatic Audio di Spotify. A gennaio però - continua - lo IAB ha pubblicato il suo "Programmatic and Open-RTB Protocol 2.4 dove si dà gli acquirenti più controllo in termini di ottimizzazione.
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Questa novità rappresenta un modo per aumentare la monetizzazione dei propri spazi, puntando sul trend in ascesa del mobile programmatic e focalizzandosi su quei clienti che non sono solo interessati ad annunci audio ma puntano a pacchetti completi di video e audio.
Si prevede che questo tipo di pacchetti saranno molto appetibili per gli inserzionisti perchè l'audio, a differenza di altri formati di annunci, è anche resistente a software ad-blocking.
Ma rassicurano anche: "Per noi la musica sarà sempre più importante, ma il nostro pubblico ci ama e vuole di più da noi" ha detto Tom Calderone, content partnerships chief di Spotify, a Bloomberg.