Questa volta Jack Dorsey sembrava averla fatta grossa: ampliare il limite dei caratteri di un tweet da 140 a 10.000 avrebbe sicuramente stravolto la ragion d’essere di Twitter. Eppure, leggendo con attenzione la notizia riportata in anteprima dal blog Re/Code, il progetto “Beyond 140” sembra puntare a nuove, interessanti, possibilità anziché sconvolgere così radicalmente l’identità di Twitter. E a confermarlo ci sono non solo le stesse fonti da cui la notizia è stata ripresa e poi diffusa in Italia, ma anche alcune considerazioni che potrebbero arricchire il dibattito.
Vediamole insieme.
Un fraintendimento alla fonte
“Twitter sta attualmente testando una versione del prodotto in cui i tweet appaiono allo stesso modo in cui lo fanno ora, visualizzando solo 140 caratteri, con una sorta di invito all’azione in cui si segnala che c’è ancora più contenuto che non si vede. Cliccando i tweet si espanderanno per rivelare più contenuto”. Leggendo le parole esatte con cui Re/Code ha riportato l’indiscrezione ci accorgiamo che con “Beyond 140” Twitter non sta lavorando a tweet espansi ma testi espandibili. Dunque, il newsfeed avrà sempre lo stesso aspetto, con in più la possibilità di accedere a un’esperienza nativa sempre più completa. Mantenere la nostra attenzione all’interno della piattaforma è anche la scelta strategica di Facebook che con la sezione shopping e gli instant article sta integrando due tra le attività più importanti in rete. Così Twitter sta intercettando un bisogno già espresso dagli utenti o almeno è quello che ha dichiarato Jack Dorsey in quella che al momento è l’unica risposta ufficiale sul tema.
— Jack (@jack) 5 Gennaio 2016
Se Twitter è un motore di ricerca, i tweet sono titoli
L’operazione però solleva qualche dubbio sulla soluzione grafica da adottare in modo da avere una news feed con più contenuti ma senza perdere in scorrevolezza.
Il rischio altrimenti è di indebolire l'usabilità di una delle risorse più preziose offerta da questa piattaforma: un motore di ricerca interno completo, multimediale ed efficace rispetto ai nostri intenti. Quando cerchi qualcosa vai su Google, quando vuoi avere informazioni immediate o partecipare a conversazioni globali vai su Twitter, e questo perché grazie al limite dei 140 caratteri ogni tweet è un titolo per un link o una vera testimonianza che guida in maniera efficace la nostra ricerca.
Vogliamo davvero pensare che un’azienda a corto di utenti metta a rischio il suo vero punto di forza rispetto ai suoi concorrenti?
C'è un nome per il twitter con più di 140 caratteri: #facebook #Twitter10k
— Erre Ci (@raffamad81) 6 Gennaio 2016
Una conversazione senza pause è solo un monologo
Ampliare il numero di caratteri scatena nella nostra mente un facile parallelismo con la nostra esperienza come utenti di Facebook, ma proviamo a pensare cosa significherebbe per le aziende che hanno fatto di Twitter il canale del loro servizio clienti, ma anche solo lo usano per monitorare le menzioni del brand e il sentiment. Per instaurare una conversazione è necessario mettere un limite: una pausa quando parliamo, il numero dei caratteri quando twittiamo. Twitter sa bene di essere un piccolo paradiso delle conversazioni altrimenti non avrebbe lanciato i conversational ads, un nuovo formato pubblicitario irrealizzabile senza la volontà di mantenere i 140 caratteri ancora per molto tempo. La struttura di queste inserzioni infatti prevedono una parte di messaggio confezionato dal brand - l’hashtag, il contenuto creativo, la call to action - e una parte personalizzabile dall’utente, per un contributo progettato entro un certo limite.
Twitter è potenzialmente educativo, per me, con 140 caratteri. Mi aiuta ad acquisire sintesi ?
— Cris (@maebort) 5 Gennaio 2016
Vedremo se queste considerazioni potranno smentire o meno l’ipotesi circolata in questi giorni. Certo è quei 140 caratteri non sembrano più un limite così odioso leggendo quanti tweet rivendicano il diritto alla sintesi. Siamo di fronte alla testimonianza di un’esigenza comunicativa che prima di Twitter si esprimeva attraverso gli sms? Forse l’unica modifica utile potrebbe essere quella di non diminuire il numero dei caratteri disponibili quando si allega un contenuto. Anche tu pensi che i 140 siano intoccabili o ti piacerebbe scrivere tweet più lunghi?