Dal 30 ottobre Periscope è attivo sulla nuova Apple Tv: finalmente è possibile guardare i video streaming sullo propria televisione, senza costringere la vista sul piccolo schermo smartphone.
Nonostante l’applicazione sia giovane ha già riscosso molto successo e tra alti e bassi ha decisamente fatto parlare di sé, non solo grazie alle confessioni degli scopers o allo streaming pirata, ma anche e soprattutto grazie all’informazione.
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Le interazioni disponibili per la versione di Periscope su Apple Tv non sono paragonabili a quelle fruibili dallo smartphone - non si possono seguire nuovi utenti, non è possibile portare indietro o avanti il video, nemmeno mettere pausa o commentare in diretta - eppure il suo successo è in ascesa.
Non solo merito della modalità landscape.
Nella nuova Tv firmata Apple, Periscope diventa un flusso interminabile di video che, uno dopo l’altro, stimolano l’appetito degli appassionati, creando veri e propri fenomeni di binge-watching.
Video da tutto il mondo si susseguono senza freni: persone, paesaggi, colori costringono l’osservatore sul divano, portandolo a desiderarne ancora.
Il numero delle visualizzazioni determina la posizione del video nel feed, ma seduti sul divano il controllo su ciò che si osserva è ridotto.
Questo però non è un limite perché basta un click sul telecomando per iniziare lo zapping.
In questo modo il flusso interminabile di live streaming viene sempre più apprezzato, creando una strana intimità e connessione tra gli scoper e i viewer.
Chi crea il video può parlare a gente di tutto il mondo, chi invece osserva può scoprire cosa accade in ogni angolo del pianeta.
Periscope non offre semplicemente video trash di adolescenti egocentrici, ma porzioni di vita che raccontano la storia e la cultura in tempo reale.
L’importanza di avere informazioni visive dirette e non filtrate degli utenti è stata resa evidente il 13 novembre, in concomitanza degli attentati di Parigi.
L’applicazione non riusciva a reggere il peso degli utenti connessi: tra scopers che volevano trasmettere in tempo reale quello che stava succedendo e user che volevano capire in diretta e con i propri occhi cosa stava accadendo, Periscope non ce l’ha fatta.
Il disservizio derivato dal crash è durato meno di un’ora, ma nonostante la brevità del problema in molti su Twitter si sono lamentati.
Perché la gente era così interessata a seguire la vicenda su questa piattaforma? Cosa ha di diverso?
Le persone sono stanche di ricevere notizie filtrate e prive di fonti, vogliono sapere davvero cosa accade nel mondo, soprattutto dal punto di vista di chi lo vive.
Per questo motivo Periscope è una risorsa preziosa per l’informazione, soprattutto ora che vive i favori che un dispositivo come Apple Tv concede.
Il punto di vista umano, del singolo individuo, umanizza la notizia che spesso sfugge agli occhi di chi non vive direttamente l’esperienza.
Periscope stesso così si definisce sul sito ufficiale:
«E se si potesse scoprire il mondo attraverso gli occhi di qualcun altro? E se fosse possibile vedere attraverso gli occhi di un manifestante in Ucraina? O guardare il tramonto da una mongolfiera in Cappadocia? Può sembrare strano, ma volevamo realizzare la cosa più vicina al teletrasporto. Esistono diversi modi per scoprire luoghi ed eventi, ma ci siamo accorti che non c'è modo migliore di fare queste esperienze dei video live. Una foto vale più di mille parole, ma i video live ti possono portare in un posto e farti vedere come è».
Questa citazione racchiude il cuore dell’idea di Periscope, ben chiara sin dal momento della sua ideazione: Kayvon Beykpour e Joe Bernstein nel 2013, durante un viaggio a Instanbul, hanno assistito a una protesta nei pressi di Taksim Square e non riuscivano a vedere cosa stava succedendo.
Potevano accedere alle notizie su Twitter, ma non riuscivano ad avere un’informazione visiva dell’accaduto da nessun social network.
Non solo volevano sapere, loro volevano vedere ciò che gli occhi non potevano osservare.
Nel febbraio dell'anno seguente ha luce Periscope.
Quest'applicazione non è solo un supporto alla mercé di utenti superficiali, ma una valida risorsa per l’informazione: è un media che ha il potenziale per raccontare la storia e la cultura del mondo.
Se l’algoritmo che adesso sta alla base dell’applicazione per smartphone, oltre che per Apple Tv, riuscisse ad adattarsi ai bisogni del singolo utente, creando un feed personalizzato che sappia accontentare il gusto personale di ogni singolo utente, chi potrà più staccare gli occhi dallo schermo?
Sono ancora tanti i possibili sviluppi e le direzioni che Periscope può intraprendere.
Quest’app dalle mille risorse ha ancora molto da dare e chissà quali saranno i prossimi usi degli utenti.
Credi anche tu che Periscope possa rivoluzionare il futuro dell'informazione?