

Non è una associazione immediata o frequente: i social media per lo più si associano o al divertimento e relax, oppure al marketing e alla pubblicità, inclusi i casi in cui li si usa per promuovere se stessi o il proprio lavoro da professionisti.
L’uso dei social media nella formazione si fa sempre più esteso e intenso. Dalle scuole ai corsi aziendali o per adulti i social media possono essere un ottimo strumento a supporto della formazione, nessuno escluso.
I metodi di erogazione di un corso possono essere molteplici e diversi. I principali possono essere:
Da Facebook a Twitter, o Snapchat e YouTube, tutti possono contribuire a rendere ciascuno di questi percorsi di apprendimento più ricchi e fruttuosi grazie al supporto tecnologico extra.
I MOOC (Massive Open Online Courses, corsi di massa aperti e online) che stanno prendendo sempre più piede anche nelle aziende, con piattaforme che offrono la possibilità di creare e ospitare corsi senza doversi preoccupare delle infrastrutture necessarie oppure con software (anche open source) da installare internamente.
I MOOC sembrerebbero uno strumento inopportuno da adottare per la formazione aziendale.
L’aspetto aperto (open) di tali piattaforme potrebbe spaventare: per quale ragione si dovrebbe aprire al pubblico generale la propria cultura e know-how aziendale?
In realtà questo rischio non c’è.
Si potrebbe tranquillamente aprire a tutto il mondo una serie di corsi aziendali se non sono relativi a chissà quali segreti industriali, non solo come strategia in aiuto del marketing per diffondere la brand awareness con la propria filosofa aziendale e valori, ma anche come modalità di reclutamento.
Uno degli obiettivi dichiarati di edX è proprio quello di sopperire alla mancanza di certe figure professionali, specie in ambito tecnologico. Su 100mila o più partecipanti ad un MOOC, poiché il tasso di abbandono è elevato, solo 10mila o meno arrivano alla fine e ottengono una certificazione. Ma costituiscono pur sempre un interessante bacino in cui trovare le competenze di cui l’azienda è sguarnita.
In alternativa, basterebbe considerare un MOOC aperto, sì, ma solo ai propri dipendenti e rete di collaboratori (includendo, perché no, i fornitori): una classe di corsi che qualcuno ha battezzato GROOC: Group Open Online Courses, corsi di gruppo aperti e online.
Chi fosse interessato, può approfondire su MOOC.org, una piattaforma open source creata da edX per offrire a scuole, università, aziende e privati la possibilità di creare e tenere i loro corsi oppure può esplorare i servizi di Udemy for business.
Sono entrambi solo degli esempi delle piattaforme disponibili.
Non è necessario però iniziare con l’uso di piattaforme così specializzate e avanzate.
Anche i social media più popolari e universali possono essere usati come supporto alla formazione in diversi modi:
Sono solo alcuni degli esempi in cui le piattaforme esistenti possono essere usate: si potrebbe anche pensare di usare Instagram per mostrare ad una classe i lavori dei singoli, o, come nel caso di twitter, per creare dei feed a tema.
Che la formazione sia un campo d’azione interessante per i social media lo si può evincere anche da un interessante progetto che la rete European Schoolnet dei ministeri dell’istruzione europei ha portato a termine tra aprile 2012 e maggio 2013 con la collaborazione di Facebook: il progetto SMILE (Social Media In Learning and Education).
Un progetto che mirava proprio a capire le sfide e opportunità da affrontare nella formazione di studenti immersi in un mondo in cui i social media e la tecnologia sono una una parte importante e onnipresente.
Un centinaio di docenti provenienti da trenta paesi dell’unione europea hanno partecipato per investigare le tendenze e identificare i migliori approcci sull’uso dei social media nella formazione.
I temi e gli aspetti oggetti di studio:
I risultati della ricerca sono stati pubblicati e resi disponibili.
Oltre ai social network più noti e già citati, sono stati presi in esame anche LinkedIn, Slideshare, Flickr, GooglePlus, Wordpress, Wikipedia e del.icio.us
Non tutte, è vero, possono essere considerate piattaforme di social media, ma tutte possono avere un ruolo nella formazione con l’obiettivo dichiarato dai ricercatori di sfidare i modelli formativi tradizionali, rovesciando le gerarchie e permettendo agli allievi di comunicare, collaborare e coordinarsi utilizzando sistemi a loro noti e che sono, oramai, pervasivi.
Non ci si limiti a considerare questi risultati e aspetti solo relativamente all’ambiente scolastico: sono preziosi e rilevanti anche in ambito aziendale e professionale.
La rete e i social media sono diventati di uso comune, facilmente accessibili (esiste, è vero, ancora un certo grado di digital divide in Italia, ma, si spera, sempre minore) e fruibili ovunque grazie ai dispositivi mobili.
Un ulteriore vantaggio, non trascurabile, è che usando sistemi già noti al pubblico cui ci si rivolge, non occorre obbligarli all’uso di sistemi LMS (Learning Management System) proprietari, evoluti e sicuramente preziosi ma con una importante curva di apprendimento associata.
I social media possono essere un prezioso strumento per la formazione di ogni tipo e livello, rendendo possibile, fruibile e accessibile una formazione continua, abbattendo non solo barriere temporali o geografiche ma anche i costi della formazione tradizionale, intesa come formazione in aula.
Un tipo di formazione che non va certo considerata obsoleta o inefficace, ma che può essere integrata, arricchita dall’uso della tecnologia.
Può esserne sostituita? Voi che dite?