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Nel nostro percorso di avvicinamento al corso in SEO e SEM Strategy della Ninja Academy, dopo aver parlato di SEO con Luca De Berardinis, vogliamo completare il discorso rispetto alle qualità e competenze che un SEO strategist deve mostrare.
Se Luca aveva incentrato le sue risposte sugli aspetti creativi legati al content marketing SEO oriented, Fabio Di Gaetano, SEO Strategist e founder di Argoserv, ci mostrerà quali competenze bisogna avere per ideare e mettere in pratica una strategia di Inbound Marketing.
Fare inbound marketing significa utilizzare al meglio gli strumenti del marketing digitale per attrarre visitatori, convertirli in clienti e possibilmente trasformarli in evangelist del proprio brand al fine di incrementare contatti, opportunità e contratti.
Come? Sfruttando i principi del permission marketing: non interrompendo o disturbando il proprio target potenziale ma intercettando le sue domande e rispondendo alle sue necessità. Alla base della strategia dell’inbound marketing sta la produzione di contenuto digitale (c.d. content marketing) da diffondere e veicolare al meglio in Rete attraverso la SEO, il social media marketing, l’email marketing, la SEM (o pay per click). La logica dell’Inbound Marketer è quella di incontrare il potenziale cliente (c.d. buyer persona) nel momento in cui questi decide di acquistare un prodotto o servizio (c.d. Zmot) presidiando tutti i luoghi digitali in cui ( i c.d. touch points del buyer’s journey) si ritrova la propria “tribù”. Naturalmente perché si possa parlare di inbound marketing bisogna fissare con chiarezza obiettivi (tramite indici di performance) per misurare risultati e Roi dell’attività svolta.
Se l’attività di inbound non aiuta l’impresa o il professionista ad accrescere fatturati ed opportunità e non è monitorabile, non serve a niente.
Spero di essere stato chiaro, ma se vuoi saperne di più e se hai tanta pazienza ti consiglio di leggerti questo mattone.
Ti rispondo con un ottimo grafico che ha postato Rand Fishkin:
Il moderno SEO strategist deve avere una conoscenza a forma di T (T-shaped). Deve essere curioso, conoscere almeno superficialmente le attività che compongono il web marketing e poi deve approfondire alcuni aspetti SEO che lo interessano particolarmente. Deve avere soprattutto una “visione” strategica di lungo periodo: deve studiare il ”campo di battaglia digitale” valutando minacce ed opportunità che si profilano all’orizzonte per il proprio brand. Google non deve essere l’unico fattore da tenere in considerazione.
Perché un post venga incontro alle esigenze dei motori di ricerca deve necessariamente venire incontro alle esigenze dei potenziali lettori: deve rispondere cioè in maniera originale ed approfondita alle loro domande.
Io solitamente suggerisco di:
Non ho la bacchetta magica, ma non credo all’efficacia di sole tecniche o stratagemmi SEO. La SEO è uno strumento di fondamentale importanza nel marketing digitale, ma da sola non basta e non porta frutti (o se ancora lo fa, lo farà sempre meno in futuro).
Per salire sui motori di ricerca sarà sempre più importare fornire qualità: il bravo SEO strategist sarà come il medico dell’attività online (credo che qualcuno lo abbia già detto in passato e mi scuso se non cito la fonte, non la ricordo), dovrà guardare non solo alla forma (l’attività o il sito devono essere Google friendly, device friendly ecc ecc) ma alla sostanza. Faccio un esempio concreto: immagina un sito di annunci (immobiliari, di auto usate, di promozioni), potrà essere realizzato in maniera eccellente, avere un milione di link in entrata, ma se poi avesse pochi annunci (ovvero poca sostanza) e fosse abbandonato dopo il primo click credi possa avere una vita lunga?