Cosa dico ai miei quando mi chiedono cosa faccio. - La loro faccia dopo.
Chiunque lavori in un'agenzia creativa sa bene che la vita al suo interno è spesso riconducibile a una moltitudine di luoghi comuni. Gli basterà, infatti, parlare con qualsiasi collega da qualunque parte del globo per rendersi conto che i loghi non sono mai abbastanza grandi, che i clienti sono geneticamente programmati per farli impazzire, che i brief (quando esistono) sono quasi sempre indecifrabili e che la maggior parte degli inglesismi design-chic-on-top sono inseriti nelle e-mail probabilmente tirando i dadi.
Controllo delle email.
Insomma, tutto il mondo è paese, e il mondo pubblicitario più che mai: nascono così le Admoji, un progetto del copywriter Scott Wolf che dà un volto ai luoghi comuni della vita d'agenzia integrando le popolarissime emoji con didascalie che efficacemente le reinterpretano in chiave sarcastica, riproponendo quelle situazioni d'agenzia in cui è praticamente impossibile per un creativo non identificarsi.
Le Admoji sono tante e in continua evoluzione: eccovi dunque una ghiotta selezione che rivoluzionerà il vostro modo di chattare con i colleghi!
Chi può restare fino a tardi stasera? - Ordineremo la cena.
Dopo il 12° giro di modifiche del cliente.
Il cliente boccia una sola idea.
Possiamo fare il logo più grande?
Nessuna modifica.
Quale riunione questa mattina?
Non abbiamo budget.
Quando il brief cambia dopo una settimana e poi torna alla versione originale la settimana dopo.
Lavoro da casa.
Quando sei dietro il direttore creativo che sta chiedendo al tuo collega se potete lavorare per il weekend.
L'unico creativo dell'agenzia che si veste in modo stravagante senza alcun motivo.
Quattro idee su cinque che tu ami ma sono troppo dispendiose.
No, questa non ve la traduco :D