Negli ultimi mesi ne abbiamo sentito parlare molto spesso. Il Native Advertising è una tipologia pubblicitaria di recente introduzione, online e offline, che si contraddistingue dalle altre in particolare per il livello di integrazione che instaura con il contenuto all’interno del quale viene posto.
La pubblicità nativa è costituita da contenuti sponsorizzati ritenuti rilevanti per le persone, non intrusivi, che non interrompono quindi l’esperienza di lettura o visione dell’utente, poiché si integrano perfettamente all’interno del contesto editoriale nel quale sono proposti.
In particolare, a noi interessa capire che tipo di innovazione la native advertising può portare al settore dell’online video. Esistono casi interessanti in cui questa tipologia di promozione è stata declinata in forme interessanti di comunicazione digitale interattiva. Oggi parliamo proprio di questo con Luca Sepe, fondatore e amministratore delegato di SHAA, web agency con all’attivo numerose iniziative di native advertising, e che in particolare ha sviluppato progetti all’interno dei quali il video, integrato con schede di approfondimento, call-to-action dedicate e contenuti multimediali interattivi, si converte in uno strumento dall’alto potenziale di user-engagement.
In che modo il Native Advertising innova il settore dell'online video?
Nel caso dei video e delle piattaforme attualmente utilizzate la proposta offerta agli advertiser è limitata, all’interno di un contenuto editoriale, al branded content o al product placement.
Eppure oggi è possibile superare questi limiti ibridando contenuti e annunci pubblicitari all'interno del contesto editoriale e offrendo all’utente la possibilità di scegliere cosa approfondire.
Come? Lo strumento della video-interaction, ad esempio, rende possibile inserire contenuti diversi e offrire all’utente percorsi di navigazione e di approfondimento senza mai abbandonare il video, ma interagendo con esso. Il video diviene così contenuto e contenitore allo stesso tempo, cosa impensabile sino a pochi mesi fa.
Come cambia l'engagement con l'utente?
Si tratta di un linguaggio completamente nuovo, a cui stiamo dedicando particolari studi e attenzione. Il Native Advertising permette un approccio all’utente meno invasivo delle formule tradizionali e sicuramente meglio contestualizzato. Vista la bassa invasività del messaggio le barriere al recepimento dello stesso si fanno più deboli, portando l’utente ad aumentare invece curiosità e attenzione. Ne consegue un diverso approccio fatto con linguaggi nuovi ancora tutti da esplorare.
Tra i maggiori e più importanti trend degli ultimi mesi tra i digital media spiccano l'incremento di connessioni mobile e social tv. Entrambi interessano da vicino sia publisher che advertisers. Come si inserisce il Native Advertising in questo scenario?
Publisher e advertiser non possono restare indifferenti alle rivoluzioni in atto nel panorama dei digital media, devono anzi mantenere un ruolo attivo in questo processo di cambiamento. I limiti delle dimensioni dei device di tipo mobile, così come le dimensioni dei player video, portano a mettere in discussione la struttura e la navigabilità dei modelli oggi esistenti, a ripensarli e ad esplorare inedite possibilità di sviluppo.
Il video-interactive diviene un aspetto focale di questo studio perché capace di veicolare più messaggi e maggiori informazioni. Per non parlare delle social tv, dove l’integrazione della componente social all’interno del video porta al massimo il livello di interazione con l’utente, grazie alla possibilità di inserire, ad esempio, componenti native nei social feed con risultati significativi in termini di visibilità e contesto.
La campagna Nivea "Sotto la doccia" e il progetto Tasteofthecity per Lancia sono alcuni significativi esempi di video interactive experience implementati da SHAA.
Nivea è un progetto messo sapientemente in piedi da Tgadv all’inizio di quest’anno, dove la necessità del cliente di spiegare le caratteristiche del prodotto veniva soddisfatta da un video standard adattato con componenti interactive all’interno di un contesto publiredazionale.
Tasteofthecity coinvolge l'utente in un video percorso esclusivo che include trenta interazioni, geolocalizzazione utente, store locator, photo-gallery, social function. La video-experience garantisce un elevato tasso di engagement, che si traduce in una significativa componente di lead generation.
Grazie a Luca Sepe per questa intervista!