Il settore tecnologico ha un problema con le donne.
Nonostante ci siano programmi di sostegno ed incoraggiamento alle carriere nel campo dell’ingegneria e dell’informatica, come Girls who code (per gli Stati Uniti) o Berlin Geekettes (per la scena tech berlinese ed europea), le donne continuano ad abbandonare le aziende tecnologiche in percentuale doppia rispetto agli uomini. Anche quelle che sono riuscite a superare tutti gli ostacoli del caso non riescono a rimanervi a lungo.
1. Maschilismo 2.0
Uno dei problemi più sentiti è proprio quello dell’atteggiamento sessista degli uomini nei confronti delle colleghe donne. Il settore tecnologico infatti è stato per antonomasia dominato dagli uomini e, nonostante le donne abbiamo cominciato a trovare i propri spazi - anche di un certo livello – al suo interno, questo non ha impedito il verificarsi di un accadimento emblematico nell’ultimo periodo.
Il fatto riguarda la conferenza più importante del settore: il Tech Crunch Disrupt di San Francisco. Durante l’ultima edizione, lo scorso settembre, sono state presentate due app create nella tipica hackaton organizzata durante l’evento: la prima si chiamava “Titstare” (da Tit = seno e Stare = guardare ndr) e permetteva di fotografarsi mentre si guarda il seno di una donna, l’altra invece era un gioco che si basava sullo scuotere il proprio cellulare più velocemente dei propri avversari, chiaramente simulando l’atto della masturbazione maschile.
Alcuni presenti, nonché redattrici e rappresentanti – anche uomini – dell’autorevole blog, si sono resi conto della gravità del messaggio e hanno pubblicamente porto le loro scuse con un post in cui hanno ammesso che “il sessismo è un problema importante nelle aziende tecnologiche” e hanno definito le due presentazioni “misogene” e non in linea con lo spirito del loro evento.
2. I motivi principali di abbandono
Ma quali sono nel complesso i motivi per cui le donne che ricoprono ruoli intermedi tendono ad abbandonare i percorsi di carriera più tecnici per intraprendere la strada manageriale o addirittura lasciare definitivamente il settore tecnologico?
Dopo aver intervistato più di 1000 donne che hanno abbandonato il mondo della tecnologia, uno studio dell’Università del Wisconsin-Milwaukee ha scoperto le 4 ragioni principali: per il 30% delle donne intervistate sono le condizioni lavorative mediocri (salari bassi, troppe ore di lavoro e poca opportunità di avanzamento) ad aver condizionato la scelta. Il 27% invece ha affermato di aver avuto problemi a bilanciare la vita lavorativa e personale. Una parte sorprendentemente grande delle intervistate invece ha affermato di trovare noiosa la propria attività e il lavoro in generale. Il 17% invece non andava d’accordo con i propri colleghi, con il proprio capo o non si rispecchiava nella cultura generale dell’azienda.
3. Di cosa hanno bisogno le donne?
Le donne nella tecnologia contano: un nuovo report dell’istituto Anita Borg, dopo aver analizzato le cause dell’abbandono delle aziende tecnologiche da parte delle donne, propone anche delle azioni per trattenerle e sostenerle in maniera efficace, divise in 4 ambiti diversi:
• Leadership e responsabilità: formare in maniera ufficiale i manager e renderli responsabili della ritenzione delle donne nei propri team.
• Cultura aziendale orientata all’innovazione: stimolare la collaborazione; offrire programmi di formazione per incrementare la consapevolezza e la conoscenza delle micro-iniquità; fornire opportunità di sviluppo e visibilità.
• Comunità e reti di supporto: organizzare e supportare workshop e conferenze focalizzati sulle esperienze e sulle sfide dei percorsi di carriera; istituire programmi di mentoring.
• Infrastrutture organizzative e policy: fornire la possibilità di gestire il proprio lavoro in maniera flessibile e creare servizi e strumenti che facilitino il bilanciamento lavoro-vita privata.
4. Non solo tech
Di certo il fatto che l’ambiente tecnologico sia nell’immaginario comune un mondo maschile, rende le condizioni lavorative delle donne nel settore più aspre e difficili; questo però non significa che negli altri settori le donne abbiano la strada spianata.
Il problema della ritenzione delle donne e soprattutto dell’acquisizione delle loro figure professionali nelle aziende, può sembrare un problema vecchio, ma non può più essere ignorato. Per citare dei dati concreti, negli Stati Uniti ogni anno in media 3000 donne con un PhD abbandonano la carriera scientifica.
Con queste cifre non si tratta più di un problema sessista: è una perdita per lo stato nonché una minaccia per la competitività economica.
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