Il buon vecchio Mc Donald's ci prova da diversi anni ad entrare nelle grazie dei gusti dei consumatori italiani, dapprima con l'hamburger al parmigiano reggiano, poi con l'utilizzo di prodotti quali lo speck, la mozzarella e l'asiago, fino ad arrivare al coinvolgimento di uno degli chef italiani più importarti d'italia, ovvero Gualtiero Marchesi, con l'accostamento tra le due filosofie fast &a slow (facendo rizzare i capelli a slow food).
Questa volta ci riprovano in maniera ancora più evidente. Si perchè gli emiliani forniranno alla multinazionale del fast food la loro celebre pasta e così nel tempio della ristorazione veloce si potranno ordinare piatti preparati con le pennette Barilla.
Questa unione non ha un sapore made in italy, ma si percepisce da subito puzza di business.
Per avere subito le dimensioni del business basta dire che da qui alla fine del 2013 le previsioni di vendita delle insalate di pasta toccano quota 2 milioni. E se tutto filerà liscio l'intenzione dell'inedita abbinata italo-americana è di estendere l'accordo al resto d'Europa, cominciando dai Paesi legati alla dieta mediterranea come Francia, Spagna e Portogallo.
Si intravedono le rispettive strategie dei due gruppi, gli emiliani che vogliono crescere internazionalizzandosi sempre di più e gli americani che vogliono italianizzarsi, aprirsi alla straordinaria cultura culinaria del Paese che li ospita.
Dai consumatori italiani la McDonald's ricava circa 1 miliardo di euro l'anno e continua nonostante la crisi a crescere attorno al 5%. Nel fatturato della multinazionale americana siamo il decimo Paese al mondo e il quarto in Europa. Le nuove insalate di pasta Barilla saranno messe in vendita a 5 euro e come detto a fine 2013 dovrebbero portare, da sole, a ricavi per 10 milioni di euro.
In base alle simulazioni formulate dagli uomini di Masi, direttore Mc Donald's Italia, il nuovo piatto dovrebbe interessare i consumatori che non amano l'hamburger e in particolare il target femminile adulto che mette piede assai raramente da McDonald's.
Anche se è evidente che i fratelli della pasta puntano ad una dimensione internazionale del loro brand, ci stupisce la modalità di questo accordo. I due mondi sono troppi diversi e, per carità, non accostiamo i metodi, la qualità dei prodotti e le modalità di erogazione degli stessi alla nostra cultura enogastronomica, nostro grande patrimonio culturale e sociale, non per niente la Dieta Mediterranea è Patrimonio dell'Unesco.
Anche analizzando i rispettivi siti web si percepisce che stanno seguendo una direzione simile, quantomeno nella comunicazione:
Mc Donald's
- Standard di qualità con relativa certificazione
- Creazione della Fondazione Qualivita per la protezione e la valorizzazione dei prodotti agroalimentari di qualità
- Presenza di termini quali "nutrizione e sviluppo sostenibile"
- Creazione della fondazione Ronald per l'infanzia.
Barilla
- Vision: "Aiutiamo le persone a vivere meglio, portando ogni giorno nella loro vita il benessere e la gioia del mangiar bene"
- Tra i valori si legge: Passione, Curiosità Intellettuale, Coraggio, Fiducia, Integrità. Parole come Nutrizione, Educazione Alimentare e Business Sostenibile
- Attivazione di un programma di ricerca demoninato Barilla Center Food.
Cosa ne pensate voi, è stata una mossa strategica corretta quella di Barilla per la sua brand reputation?
E come cambierà la qualità percepita nei consumatori? Si è ragionato solo in chiave di business o anche in termini di cultura?