Immaginate che leggendo un libro possiate scegliere se seguire l'intuito di un personaggio piuttosto che un altro. Oppure di trovarvi in mezzo a un capitolo che racconta un episodio che i nostri personaggi vivono proprio nel luogo dove vi trovate mentre state leggendo, e poter andare avanti solamente perché siete lì. O anche, che la lettura possa proseguire solo e solamente se piove: se c'è il sole il libro si rifiuta di continuare a farsi leggere. Immaginazione? No. Semplicemente un'evoluzione del raccontare le storie, possibile grazie alla Rete e allo sviluppo dei vari mobile device, dall'iPhone al Galaxy, oltre che da un'idea che si è concretizzata in una startup che sembra veramente voler cambiare il modo di immaginare la narrazione: Inbooki.
Cosa è e come funziona Inbooki?
Nato nel 2012 e in piena fase beta, Inbooki non è altro che un punto d'incontro fra autori e lettori che cercano dalle storie qualcosa in più che una semplice trama.
Il funzionamento è molto semplice: Inbooki offre un editor per comporre storie (oltre che la possibilità, al lettore, di leggerle): non storie comuni, ma che siano vincolate a bivi, stagioni, momenti del giorno, fascia oraria, temperatura, luoghi di lettura e anche sesso ed età del lettore.
Proprio così: con Inbooki è possibile profilare la propria storia, andando a costruire una narrazione che sia vincolata a condizioni "esterne". Ad esempio: poniamo che si stia leggendo un romanzo rosa ambientato fra Roma e Torino, con protagonisti due amanti. Ad un certo punto, uno dei due dovrà tornare a Torino, mentre l'altro sarà obbligato a restare a Roma. Se lo scrittore vorrà, potrà far scegliere ai lettori se seguire il personaggio che sarà in viaggio verso il capoluogo piemontese, o se rimanere nella capitale.
Fin qui, non è altro che una versione digitale dei libri game, che tanto erano in voga erano negli anni '80. Il punto è che, giunti ad esempio a Torino con il nostro personaggio, si potrà determinare il proseguo della lettura vincolandola ad esempio a un luogo (ad esempio, si potrà continuare a leggere la storia solo ci si trova in piazza Carlo Alberto), oppure a un momento della giornata (una scena thriller potrà essere letta solo di notte), o anche in determinati momenti dell'anno (estate o inverno, o un determinato mese).
Ma non finisce qui: Inbooki permette all'autore di costruire delle vere e proprie ambientazioni sonore, in grado di arricchire ulteriormente l'esperienza. Effetti messi a disposizione da una libreria integrata dall'app, che ogni autore potrà utilizzare per rendere la sua storia ancora più coinvolgente.
Il progetto, lanciato per gli autori il 15 ottobre, sarà aperto anche ai lettori il 15 dicembre in fase beta, per poi trovare uno sbocco "commerciale" il 31 gennaio 2013, quando gli ebook scritti su Inbooki saranno acquistabili dall'ecommerce integrato nella piattaforma.
Un nuovo modo di raccontare?
Inbooki apre spazi molto interessanti per chi si occupa di storytelling. Integrare le storie con l'ambiente esterno, sfruttando le specifiche tecniche dei device mobili, è un'innovazione interessante per chi immagina la narrazione come una forma d'integrazione fra piani percettivi diversi. Siamo per certi versi in un campo diverso della transmedialità, considerando che il mezzo di comunicazione rimane sempre uno e non c'è spostamento di proposizione del contenuto: ma è anche vero che il messaggio integrato in esso dipende non soltanto dalle scelte cognitive del lettore, ma anche dalle condizioni esterne che lo circondano, quindi in una sorta di campo ancora da esplorare e valorizzare.
L'esperimento sembra essere importante soprattutto per le evoluzioni che può portare il lato esperienziale: Inbooki potrebbe diventare, con il tempo, una case history che potrebbe rivelarsi utile anche per elaborare strategie di marketing non convenzionale assolutamente interessanti.
Il progetto è solo all'inizio, e Inbooki ha bisogno di narratori e lettori. Per esser aggiornati sulle loro novità e partecipare al progetto, oltre che sul loro sito potete anche trovarli su Facebook e su Twitter.
Che ne pensate, amici lettori?