Uno degli argomenti al centro delle discussioni politico-economiche degli ultimi mesi è il fisco, un po' per le nuove tasse che gli Italiani hanno dovuto pagare per garantire il pareggio di bilancio e un po' perché siamo il paese con la maggiore incidenza di tasse al mondo.
Secondo i dati diffusi da Confcommercio quest’anno infatti, la pressione fiscale effettiva in Italia si attesta al 55%, vale a dire che per ogni euro di reddito versiamo allo Stato in media 55 centesimi di euro sotto forma di imposte.
Perché l'Italia ha il primato mondiale delle tasse?
Il motivo di questo primato è da ricercarsi in molteplici cause che hanno determinato nel tempo un peso crescente del fisco sui redditi degli Italiani.
Sicuramente avere avuto una gestione selvaggia ed inefficiente della maggior parte dei servizi pubblici ha portato negli ultimi decenni alla cura sbagliata e cioè aumentare il gettito per continuare ad alimentare le inefficienze interne, delle quali si comincia a parlare solo da pochi mesi con spending review e tagli vari.
Inoltre va considerato l'enorme danno arrecato alla collettività dall'evasione fiscale, senza la quale la pressione fiscale scenderebbe dal 55% al 42%.
Il costo del lavoro, altro tasto dolente.
Come se non bastasse, oltre alle tasse sul reddito, l'Italia primeggia anche per quanto riguarda il costo del lavoro, le cui mille componenti fanno lievitare i costi che i datori di lavoro sostengono per pagare i propri dipendenti.
Tra Inps, Inail, assicurazioni di vario genere, quote per cassa integrazione, TFR e quant’altro, ecco che un dipendente che percepisce uno stipendio mensile netto di 1.200€ costa al suo datore di lavoro la bellezza di 2.700€!
E' chiaro che in un contesto così nero, anche l'imprenditore più volenteroso ci vada con i piedi di piombo quando si tratta di fare nuove assunzioni, visto anche il calo della domanda determinato dalla crisi internazionale.
Ora la politica sembra essersi accorta che questo argomento rappresenta una priorità, staremo a vedere se potremo presto contare su una profonda riforma fiscale in ambito lavoro.
Il triste risultato finale: un Total Tax Rate (TTR) del 68,6%
Come è emerso dallo studio Paying Taxes 2011, condotto da Price Waterhouse Coopers, spetta all'Italia il primato negativo delle tasse, con un peso complessivo del fisco che sfiora il 70%, superando di gran lunga tutti i paesi della zona Euro.
Fonte: Paying Taxes 2011 - PwC
Non resta che sperare in provvedimenti che puntino ad un allegerimento del fisco per rilanciare le assunzioni e ridare ossigeno agli Italiani che da troppo tempo ormai sostengono un eccessivo onere fiscale.
Parallellamente dovrà essere combattuta più efficacemente l'evasione fiscale e si dovrà continuare ancora per molto con l'esercizio virtuoso delle spending review.