A Washington D.C. succede di tutto e società del calibro di Google e Facebook certamente non stanno a guardare.
Quest'anno, come riportato dal database del Senato USA sul lobbying, entrambe le società pare abbiano speso parecchio per aggiudicarsi la benevolenza dei politici d'oltreoceano.
Cominciamo con Google
Da quanto si evince dai report del senato, la società di Mountain View ha raggiunto un record di spesa nel primo Quadrimestre del 2012, raggiungendo la vetta dei $5.03 milioni, più che triplicando la spesa rispetto allo stesso periodo nell'anno precedente.
I dati non mentono: nell'intero 2011, infatti, Google ha speso “solo” 9.7 milioni di dollari in lobbying.
A questo punto cerchiamo di capire cosa sta spingendo il più popolare motore di ricerca a Washington.
La strategia messa in atto da Google si focalizza principalmente su SOPA, riforma dei brevetti, data privacy, norme sull'online advertising, proprietà intellettuale e problemi sul marchio, cyber sicurezza, energie rinnovabili, libertà di espressione e censura, riforma dell'immigrazione e lo Startup Visa Act, scienza, tecnologia, commercio libero, cloud computing, riforma del sistema fiscale e ancora tanti altri temi, a giudicare da quanto riportato da Techcrunch USA
Sempre il celebre sito US di proprietà di AOL ci informa che Google ha gradatamente aumentato la spendita di danaro a Washington con l'arrivo nei banchi del Congresso della SOPA.
Inoltre, come se non bastasse anche aree quali la consumer privacy e l'antitrust hanno richiesto un grande impegno da parte del management di Mountain View, considerata la costante pressione sotto cui sono stati posti dal governo.
Veniamo al trend del momento: Facebook
A partire dalla richiesta di IPO, il social network ha letteralmente triplicato i suoi sforzi economici a Washington.
Infatti, nel Q1 2011 sono stati spesi $230k, mentre nello stesso periodo del 2012 ben $650K.
Solo nel 2011 Facebook ha sborsato un po' più di 1 milione di dollari!
Intuitivamente è semplice arrivarci, le aree del focus “lobbistico” di Facebook sono principalmente: restrizioni all'accesso internet da parte di governi esteri (es. Cina), leggi sulla privacy online, servizi di tipo location-based, misure di sicurezze online, immigrazione, cyber sicurezza.
Va sottolineato che la società capitanata da Zuckerberg ha avuto molto da fare in termini di privacy, considerate tutte vicissitudini che l'hanno vista protagonista.
Non di meno, è evidente alla luce delle battaglie legali con Yahoo che la spinta esercitata da Facebook a Washington deve assolutamente concentrarsi anche e soprattutto per promuovere una riforma del diritto dei brevetti.
Ad ogni modo, considerato l'imminente debuto sul mercato, Facebook si è data un gran da fare attraverso il suo nuovo “political action committee”.