Mentre l’Italia continua ad essere il fanalino di coda per quanto riguarda gli investimenti sulla banda larga, un piccolo comune italiano si distingue per un’iniziativa innovativa: venerdì 11 novembre 2011 Bassano del Grappa diventa la città più connessa al mondo! Avete capito bene, questo piccolo comune veneto con i suoi 50 hot-spot, disposti su tutto il territorio comunale, non solo garantisce a residenti e turisti l’accesso gratis alla rete ma rappresenta, per capillarità di copertura, un’eccellenza a livello internazionale.
Inoltre l’accesso gratuito al Wi-Fi è possibile da qualsiasi dispositivo e non ci sono limiti di tempo alla navigazione. D-Spot è il nome di questo progetto, ideato e completamente finanziato da Renzo Rosso, fondatore ed anima del marchio Diesel. Ciò a testimonianza del forte legame esistente tra l’azienda ed il territorio, come conferma Stefano Rosso durante la presentazione dell’iniziativa:
” Siamo molto legati a questa città e siamo felici di poter contribuire a darle costantemente nuova energia: l’accesso gratuito al Wi-Fi è un’opportunità per farla diventare un centro di innovazione a livello nazionale ed internazionale ”.
L’iniziativa è stata sviluppata attraverso la collaborazione con il Comune di Bassano, Fastweb che ha messo a disposizione la fibra ottica, Terralink e SAIV si sono occupati dell’installazione. Ancora una volta Diesel si è dimostrato all’avanguardia nella comunicazione, fornendo questa volta non un messaggio innovativo in uno spot pubblicitario ma uno strumento fondamentale per la comunicazione dei giorni nostri: l’accesso gratuito ad internet. E l’iniziativa non si ferma a Bassano: infatti nei prossimi mesi tutti i negozi Diesel del mondo verranno dotati di una connessione Wi-Fi all’esterno per permettere ai passanti di usufruirne.
In occasione della presentazione del progetto D-Spot scambiamo qualche opinione con Renzo Rosso sul panorama italiano delle startup, verso il quale ha un interesse crescente, dato anche il suo recente ingresso come socio in H-farm.
Come ha dimostrato il progetto D-Spot, in un periodo in cui la politica in Italia non risponde più ai bisogni concreti dei cittadini sono le iniziative dei privati a fare la differenza. E’ dunque possibile secondo lei un modello di impresa che abbia contemporaneamente un’anima profit ed una no profit?
L’iniziativa politica è soffocata dalla lotta per il potere che fa si che se una parte propone, l’altra si oppone e cerca di distruggerla sul nascere. In questo modo non si arriva da nessuna parte. Spetta quindi agli imprenditori prendere l’iniziativa e cercare un confronto con le amministrazioni. Quindi non solo penso che sia possibile ma che sia necessario un intervento privato in ambito sociale. Ritengo che un imprenditore debba sempre restituire qualcosa: ai dipendenti, al territorio, ai clienti. Spero che D-Spot possa dare il buon esempio e possa essere replicato da altri imprenditori nel proprio territorio.
Impegno sociale, spirito innovativo e attenzione al talento: è stato inevitabile un suo investimento in H-Farm?
Una scelta dettata dalla mia passione per il mondo digitale e dalla volontà di sostenere una realtà che scommette sui giovani talenti e che da subito ho associato al modello della Silicon Valley.
A proposito di Silicon Valley, si sente spesso dire che in Italia manchi la “cultura del fallimento” per quanto riguarda le iniziative imprenditoriali. Questo attualmente rappresenta un ostacolo per chi vuol fare startup in Italia?
Non mi piace il termine “fallimento”, preferisco usare “errore”. Gli errori sono all’ordine del giorno in qualsiasi impresa, a maggior ragione in una che sta partendo. Penso che possano essere un’occasione di crescita e,perché no, di successo se affrontati con coraggio ed umiltà. In Italia manca un approccio costruttivo agli errori e questo fattore ambientale di certo non aiuta. Ma per fortuna esistono realtà che guardano oltre un singolo insuccesso e puntano sul valore delle persone.
Che consiglio vuol dare ai tanti startupper che ogni giorno investono tempo, soldi e passione nel proprio sogno di impresa?
Credere, Credere, Credere. Credete nel vostro talento, Credete nelle vostre idee e Credete nel modo con cui avete scelto di portarle avanti.
Ringraziamo Renzo Rosso per la sua disponibilità e i suoi consigli, sperando che sia i “vecchi” imprenditori sia i giovani startupper riescano a metterli in pratica.