GreenWebEconomics, un nuovo sistema economico verso la sostenibilità [INTERVISTA]

Davide Reina

Da Ernst Friedrich Schumacher a Konrad Lorenz, da Adriano Olivetti a Fritjof Capra, il manifesto programmatico di GreenWebEconomics mette in relazione il pensiero di personalità eterogenee ma accomunate da un unico obiettivo: una «giusta società».

E il principio di «giusta società» guida come una bussola i due autori Davide Reina e Silvia Vianello verso «un’economia il cui sogno non sia crescere all’infinito ma evolvere in armonia con l’ambiente». All’ambiente dunque il ruolo di stella polare. Al web, invece, il ruolo di strumento realizzativo.

GreenWebEconomy ha un incipit molto alto e ambizioso ma un cuore solido in cui si analizzano i limiti della “grey economy” e le opportunità che può offrire il passaggio al “Green”. La parte finale è infine costituta da numerose case-history (interessantissimo il paragrafo dedicato alla rivoluzione in ambito bioedilizio in corso nel nostro Alto Adige).

Abbiamo voluto incontrare i due autori del libro, entrambi Professor presso lo SDA Bocconi e soci fondatori di Visionando, società di consulenza specializzata soprattutto nei settori Green e Web.

Perché partire da un manifesto?

Perché la GreenWebEconomics è un nuovo tipo di economia. E un nuovo tipo di economia si deve fondare su valori e regole nuove. Ecco perché un Manifesto, vale a dire una sorta di “carta dei valori” di questa economia, era necessario.

Uno dei principi fondanti del vostro manifesto è “small is beautiful”, trovate che il sistema imprenditoriale italiano sia favorito in questo senso?

Non solo “small is beautiful”, ma soprattutto “small is better than big”. E questo proprio grazie al Web, che permette ad una piccola impresa fatta di dieci o venti persone ad elevate preparazione e progettualità di competere su scala mondiale, grazie alla rete globale di internet. Prima del web questo non era possibile, perché i costi di informazione e cooperazione esterna erano troppo elevati. Prima del Web “big was better than small”. Oggi vale il contrario. In questo senso, il sistema imprenditoriale italiano è favorito. Ma per sfruttare tutto il potenziale offerto dalla rete occorre che le piccole imprese italiane siano popolate da manager ad elevato grado di preparazione. E su questo fronte c’è ancora molto da fare.

Perchè il web è il grande enabler della Green Economy?

Per due ragioni. Primo, perché facilita enormemente la diffusione della sensibilità green in ciascuno di noi, attraverso innumerevoli siti che spiegano le nuove tecnologie green e, soprattutto, illustrano le ricadute positive dei comportamenti green (comprare green, guidare green, ecc) per l’ambiente. Secondo, perché il web coniugato con gli smart device e il servizio di geo-localizzazione, è in alcuni settori green addirittura una pre-condizione del loro sviluppo. Si pensi, ad esempio, ai network nascenti delle stazioni di ricarica per auto elettriche; che sarebbero difficilissimi da trovare data la loro bassa diffusione sul territorio, ma che invece grazie alla geo-localizzazione sono  al contrario di facilissima individuazione: è il navigatore unito ad un’apposita applicazione “green”a portarci, letteralmente, da loro, nel caso in cui fossimo alla guida di un’auto elettrica e dovessimo ricaricare le batterie.

Silvia Vianello

Facendo riferimento al 2010, si dice che nel nostro paese gli investimenti sul potenziamento della connettività web sono azzerati, trova che una inversione di tendenza sia già in atto?

Perché ci sia una inversione di tendenza occorre che almeno ci sia stata, in principio, una tendenza e, ancora di più, una rotta. Ma purtroppo negli ultimi anni in Italia l’unica cosa certa nel mondo della connettività web è la mancanza di un progetto per il paese. Ne sono prova la serie di decisioni incerte, ondivaghe e spesso influenzate dalla contingenza, che sono state prese negli ultimi anni.

Se la crescita zero è un obiettivo a cui tendere, l’attuale momento di recessione può costituire un’opportunità o uno svantaggio?

L’uno e l’altro. E’ una opportunità perché la recessione ci costringerà a guardare le cose con verità e serietà, cercando di migliorare il PIL nella sua “qualità”, prima che nella sua quantità. E’ uno svantaggio perché il miglioramento della qualità del nostro PIL richiederebbe, in alcuni settori e in particolare nel green e nel web, investimenti pubblici importanti che una politica economica su cui attualmente pesa il giogo dell’enorme debito pubblico italiano, difficilmente prevederà.

Le città sono il luogo elettivo della GreenWebEconomics, ma sappiamo che una delle peculiarità del nostro paese è il grande concentramento di risorse imprenditoriali nelle provincie, che ruolo possono giocare queste ultime?

Il fatto che le città siano il luogo elettivo della GreenWebEconomics non esclude la provincia. Anzi, se per provincia intendiamo le cittadine medio-piccole italiane tipicamente intorno ai 50-60.000 abitanti, il loro ruolo può essere enormemente aumentato proprio dalla diffusione del Web e dal fatto che, in queste città è più probabile, data la dimensione limitata, sviluppare velocemente delle smart grid.  Ma la GreenWebEconomics arriva dappertutto. Anche sulle colline delle langhe dove si producono gli eccellenti vini rossi piemontesi. Il Web con l’E-commerce, e il Green con il recupero delle coltivazioni vinicole biologiche d’eccellenza, sono alla base della straordinaria performance del comparto vino per l’Italia, in questi anni.

Nel sistema ipotizzato dalla GreenWebEconomics come viene affrontato il tema dell’impatto ambientale dei server conseguente all’espandersi della rete?

Non ne parliamo. Francamente, mi pare che sia un problema si rilevante, ma di minore importanza rispetto ad altre problematiche analizzate nel libro, come ad esempio la smart grid, e comunque trattasi di un male necessario più che compensato dalle grandi ricadute positive per l’ambiente che l’espandersi della rete rende possibile. In primis, la diffusione ubiquitaria di una coscienza green, e in secondo luogo la possibilità di diffondere rapidamente l’offerta di prodotti, servizi e processi green.

Come è possibile rendere competitivo il prodotto green?

Primo: occorre pareggiare la performance del corrispondente prodotto “grey”.  Secondo, bisogna garantire al cliente la performance attraverso garanzie e clausole tipo “soddisfatti o rimborsati”. Terzo, è essenziale comunicare con precisione il risparmio di energia e di CO2 che il prodotto green permette di realizzare rispetto a quello “grey”. Infine  è fondamentale evitare di prezzare il prodotto green come un prodotto premium-price e di nicchia. E’ sbagliato, con i prodotti green, cercare di massimizzare il margine unitario oggi. E’ giusto, cercare di ottimizzare il margine assoluto sul prodotto nell’arco del ciclo di vita atteso.  E’ l’errore che si sta commettendo, per intenderci, al di là dei limiti attuali di network di ricarica e performance delle batterie, con l’auto elettrica.

Avete analizzato una serie di casi di mercatizzazione green, tra cui ve ne sono anche un paio italiani, ci può elencare altri casi?

Nel libro analizziamo 50 casi di aziende di successo operanti nella GreenEconomics.  Di questi, la gran parte sono casi esteri. Per due ragioni: perché siamo posti l’obiettivo di portare casi nuovi e poco conosciuti, ma interessanti e utili, all’attenzione del lettore.; perché purtroppo il nostro paese non è certo all’avanguardia  nella GreenWebEconomics. Però si può ben  dire “pochi ma buoni” per i casi italiani. Imprese come Rubner o Wolfhaus, o iniziative come quella di Cucinella o di Kasaklima, rappresentano case-histories di assoluta eccellenza a livello mondiale, per qualità e grado di innovazione.

Parlate della mancanza di un “green marketing mix”, quali sono i driver che dovrebbe seguire?

In realtà quello che manca, in Italia, è una Mercatizzazione Green lungimirante e non avversa al rischio da parte delle imprese. Nella GreenEconomics in cui stiamo vivendo, il marketing-mix è relativamente importante, dato che esso è tipicamente uno strumento di gestione. E’ la configurazione di una offerta green innovativa coraggiosa ad essere determinate. L’offerta innovativa crea la propria domanda. E’ sempre stato così per i grandi processi di trasformazione della società, non il contrario.

Che ruolo giocano i venture capitalist nel nostro paese e quale invece potrebbero giocare?

I venture capitalist in questo paese giocano un ruolo marginale. E non per colpa loro. L’Italia è un paese in cui il capitale di rischio in favore delle imprese rappresenta un’eccezione e non la regola. A questo si deve aggiungere una fiscalità incompetente e scriteriata. La verità è che non esiste una fiscalità ad hoc per le start up in questo paese, né per gli imprenditori che le avviano né per i venture capitalist che le finanziano. Ovviamente, se questo stato di cose venisse modificato con serietà e competenza, ispirandosi alla migliore case-history a livello mondiale nel venture capital che è, si badi bene, Israele e non Palo Alto, allora il ruolo che potrebbero giocare sarebbe molto rilevante e decisamente positivo, soprattutto  in termini di occupazione.

Quali sono le misure che i nostri governanti dovrebbero adottare subito per essere all’avanguardia in campo green e web?

Dovrebbero definire un piano industriale per il sistema-paese Italia con un orizzonte temporale minimo di cinque anni. Il green e il web dovrebbero rappresentare  due dei quattro pilastri di questi piano, insieme con un obiettivo di inversione dell’attuale brain-drain negativo del nostro paese che ci vede impoverire di giorno in giorno in termini di “capitale intelligenza e competenza”, e con una nuova fiscalità in favore del profitto d’impresa ad alto tasso di innovazione e occupazione (qualificata).

IPhone 5: Apple conferma l'evento del 4 ottobre! [BREAKING NEWS]

Let’s talk iPhone: questo il titolo dell’evento più atteso di questo autunno!

E’ notizia dell’ultima ora, Apple ha mandato l’invito alla stampa per martedì 4 ottobre 2011, alle ore 10 di Los Angeles, ore 19 qui in Italia! Dal titolo incredibilmente allusivo, non c’è altro da aspettarsi che si tratti proprio del lancio del tanto chiacchierato, cercato, immaginato, criticato iPhone 5!

L’evento mediatico si svolgerà, come vi avevamo già detto, nel quartiere principale della Apple, in Infinite Loop Street a Cupertino, uscendo dagli schemi della tradizione che aveva visto la presentazione dei nuovi iPhones nella città di San Francisco.

“L’iPhone 5 potrebbe vantare sufficienti miglioramenti tecnici da guidare un altro ciclo di forte vendita” è quanto afferma l’analista di UBS Maynard Um in una nota ufficiale poco dopo la notizia dell’invito per la stampa. Ha aggiunto anche che a suo parere il tempo prolungato per il lancio – 16 mesi invece dei consueti 12 – è una strategia per incrementare l’aspettativa e dunque la domanda.

Tim Cook è previsto come cerimoniere della manifestazione, ora che è il nuovo CEO.

Questo evento arriva in un momento insolito per l’azienda: Steve Jobs si è dimesso il 24 agosto, dopo un congedo prolungato.

Cook è molto rispettato tra i suoi coetanei nel settore e dai dipendenti che fanno riferimento a lui. Diversi dipendenti Apple affermano che la società non è cambiata da quando Cook ha preso il timone, e che l’entusiasmo in azienda rimane alto.

Ma c’è chi scommette già sulla presenza del buon vecchio Steve e di un suo intervento… Alla prossima notizia!

The Song of The Fun Hotel, un albergo in musica [VIDEO]

The Fun Hotel” è un interessante esperimento di marketing turistico realizzato per l’Hotel Montemezzi di Verona. In questa struttura sono infatti state realizzate delle originali stanze, le “Funny Rooms“, dove i clienti possono dilettarsi “cercando le differenze”, elementi strani o intrusi all’interno della camera, oppure specchiandosi e scoprendo nuove impensate versioni di sè!

Per festeggiare il primo anno di attività è stato realizzato questo video che trasforma clienti e staff della struttura in strumenti musicali, rappresentando l’albergo come una grande ed armoniosa orchestra!

La canzone è stata prodotta attraverso il mixaggio dei suoni campionati durante un evento realizzato all’interno dello stesso hotel, a cui sono stati invitati tutti gli utenti che seguono sul web il progetto “The Fun Hotel”.

Sicuramente un soggiorno non convenzionale  😀

Ultimi posti per il corso in "Non-Conventional & Viral Marketing"! [Milano, 7-8 ottobre]

Se vi diciamo “7 e 8 ottobre” vi dice qualcosa? Ci pensa Ninja Academy a rinfrescarvi la memoria: il prossimo week-end (venerdì 7 e sabato 8) torna a Milano il corso in aula in “Non-Conventional & Viral Marketing“!

Eravate sicuri di esservelo segnato da qualche parte ma non sapete dove?
Siete stati sommersi da mille impegni e vi è sfuggito di mente?

Don’t stress out: c’è ancora qualche posticino! E se sarete veloci, potrebbe essere proprio vostro.

Se non l’avete ancora letto, QUI trovate il programma completo delle due giornate di corso, mentre QUI potete richiedere la vostra iscrizione!

Più veloci dei neutrini: hurry up! Noi vi aspettiamo in prima fila anche se siete gli ultimi 😉

Non-Conventional, Viral Marketing & Viral-DNA® [7-8 ottobre]

Dove: Milano, presso Ninja Academy, Via G. Zanella 54/56

Destinatari: Consulenti di marketing & comunicazione, così come agenzie che ogni giorno necessitano di risposte chiare per i propri clienti (e clienti che devono saper valutare il lavoro delle proprie agenzie).

O ancora, professionisti e studiosi del settore, in particolare:

Professionisti del marketing / Consulenti, Marketing Manager / Director Product / Brand Manager / Strategic Planner / Account / Creativi di agenzie di pubblicità / PR / Eventi / Media
Programma giornate:

Venerdì 7 ottobre 2011: Non-Conventional Marketing

Obiettivi:
Si vuole trasferire ai partecipanti una visione completa sulle potenzialità e sui nuovi strumenti del marketing, offrendo le nozioni teoriche e tecniche necessarie per comprendere i diversi aspetti di una strategia di comunicazione integrata in grado di comunicare prodotti e brand nella società dei network, on e offline.

Argomenti:
Il corso di alta formazione professionale illustra le teorie, le tecniche e gli strumenti di marketing e comunicazione on e offline più all’avanguardia e innovativi. Partendo dalle premesse socio-economiche della società postmoderna, affronta i principali stili del Marketing Non-Convenzionale.

 

 

Programma:

  • La società postmoderna, il nuovo consumatore e la crisi delle teorie del consumo
  • Verso la fine del complesso industriale televisivo
  • Introduzione agli approcci del nuovo Marketing (permission, viral, guerriglia, tribale, ambient, branded entertainment, etc.)
  • Come segmentare il target: i momenti di vita e i nuovi strumenti per prevedere i trend
  • User Generated Media: da consumatori a produttori di contenuti
  • Il Marketing Virale e la curva di diffusione delle idee
  • La viralità come condivisione sociale delle emozioni
  • Guerriglia Marketing: dalla controcultura alla pubblicità di strada
  • Ambient Marketing: raggiungendo il target dove si aggrega
  • I mercati come conversazioni: il Word of Mouth Marketing
  • Branded Entertainment: dall’Advertising all’Advertainment
  • Il vantaggio di un approccio non-convenzionale alla comunicazione
  • I social media e i nuovi strumenti per analizzare le conversazioni in Rete
  • Il “Branding” nell’era digitale: come supportare un progetto di senso


Sabato 8 ottobre 2011 – Viral Marketing & Viral-DNA®

Obiettivi:

Sebbene siano stati scritti molti libri sul marketing virale, nessuno finora è riuscito a spiegare quale sia il vero segreto della viralità. Dopo aver analizzato le emozioni e le dinamiche alla base della condivisione sociale di un contenuto e della sua contagiosa diffusione in Rete, il corso si concentra sulle variabili necessarie alla progettazione di una campagna virale e sulle linee guida pratiche per la sua realizzazione e diffusione.

Argomenti:
Cosa accomuna i fenomeni più virali? Qual è il loro segreto? E come utilizzarlo per trasformare un semplice concetto in un tormentone virale? Come rendere un brand e le sue comunicazioni commerciali contagiose? Come progettare una campagna di comunicazione virale e come misurarla? Come riuscire a far rientrare in tale contenuto virale i valori di marca e le argomentazioni di vendita?

 

 

Programma:

  • I nuovi media relazionali: dalla persuasione alla relazione
  • Lo sharing come dinamica del “dono”
  • Gli step di progettazione di una campagna virale
  • Dal Brand-DNA al Viral-DNA®
  • Definire la strategia di una campagna virale
  • Progettazione creativa: engage the audience
  • Il modello Tensione-Emozione-Catarsi®
  • Seeding (valutazione del contenuto, definizione dell’audience, seeding strategy)
  • Viral Metrics (come misurare il ROI di una campagna)


Ninja Master:

Alex Giordano – Strategic Planning Director dei Ninja 
Mirko Pallera – Strategic Creative Director dei Ninja

Alex Giordano e Mirko Pallera sono considerati gli esponenti di spicco di una nuova corrente di pubblicitari che sta rivoluzionando il mondo del marketing e della comunicazione. Fondatori di Ninja Marketing e autori del best-seller “Marketing Non-Convenzionale”, edito da Il Sole 24 Ore, ci guideranno alla scoperta delle tecniche di marketing più innovative e contagiose per scoprire come poter trasformare idee e concetti in brand e prodotti validi e di successo.

NB. a tutti i Guerrieri Ninja: ricordate che avete diritto a 40 € di sconto per ogni giornata di corso a cui avete partecipato, fino ad un totale accumulabile di 160 €!

E non dimenticate le iscrizioni di gruppo! Vantaggiose e divertenti: più siete, meno spendete.
Date un’occhiata qui sotto:

1 giornata / 8 ore

2 giornate / 16 ore


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Per qualsiasi dubbio potete contattarci telefonicamente allo 02 899 26 128 o via mail:info[@]ninjacademy.it

Be Ninja!

 

Quindici startup con valutazioni da capogiro

Prendiamo spunto da un articolo apparso su Business Insider per lanciare alcune riflessioni sullo stato del mercato delle hi-tech startup. Tra le 15 compagnie che la testata segnala solo tre non sono nate negli Stati Uniti: la brasiliana Vostu fondata a San Paulo produce giochi oline e virtual goods, Spotify nata in Svezia fornisce ai propri users l’accesso a milioni di canzoni e Rovio la startup finalndese meglio conosciuta per aver lanciato il famoso gioco Angry Birds. Di queste 15 startup 6 superano la valutazione del miliardo di dollari e per la maggiore offrono tutte quante servizi web-based.

Nonostante i calcoli approssimativi adoperati per ottenere la valutazione stimata ed il seguito di commenti al post, l’articolo ci da un’idea di quanto siano cresciute le valutazioni (anche presunte) delle startup ad alto potenziale di sviluppo tecnologico. In che modo questi rumors influenzano l’andamento del settore? E’ possibile parlare di bolla dell’hi tech? Il settore, nonostante gli ottimi numeri che ha fatto registrare anche in termini di occupazione può davvero rappresentare un incentivo alla soluzione della crisi economica dei paesi occidentali?  Che la discussione abbia inizio!

15. Betterworks

Valore Stimato: $100 Milioni

Anno: 2011

Business: Una piattaforma dove le aziende possono creare un’ambiente di lavoro più stimolante per I propri impiegati.

Dove: Santa Monica, Ca

CEO: Paige Craig

Website: betterworks.com

Investitori: Redpoint Ventures

Descrizione: Betterworks è una piattaforma social per impiegati che incoraggia e stimola la collaborazione fra dipendenti. In agosto ha ricevuto un finanziamento di 8 milioni di dollari con una valutazione tacita di 100 milioni di dollari.

14. Instagram

Valore Stimato: 100$ milioni

Anno: Novembre 2010

Business: Photo Sharing per iPhone

Dove: San Francisco, CA

CEO: Kevyn Systrom

Website: instagram.com

Investitori: Andressen-Horowitz, Baseline Ventures e Benchmark Capital

Descrizione: Instagram è una applicazione per il foto sharing che ha ricevuto subito un grosso volume di traffico ed è cresciuta in maniera incredibilmente veloce. In meno di un anno ha raccolto 9 milioni di users. Attualmente non esiste ancora un modello di revenue ma gli investitori sono generalmente entusiasti delle compagnie che incrementano velocemente la loro base di utenti.

13. Warby Parker

Valore Stimato: 120$ milioni

Anno: fondata a fine 2010 e lanciata negli inizi del 2011

Business: Warby Parker è una boutique che vende occhiali di qualità a prezzi rivoluzionari.

Dove: New york

CEO: Neil Blumenthal e David Gilboa

Website: warbyparker

Investitori: First Round Capital, SV Angel, Lerer Ventures, Davis Smith.

Descrizione: Gli occhiali sono un bene che a detta dei più vengono acquistati una volta all’anno. Warby Parker vende online occhiali di qualità ad un prezzo minore rispetto a quello che si potrebbe trovare nei normali negozi. Pare che Warby Parker abbia venduto solo nell’ultimo anno 100.000 paia di occhiali. Alcune fonti affermano che la startup sia vicina ad ottenere un finanziamento di 12 milioni di dollari.

12. Beachmint

Valore Stimato: 150$ milioni

Anno: 2010

Business: Sito di social commerce dove le celebrità possono lanciare I propri prodotti.

Dove: Santa Monica, CA

CEO: Josh Berman

Website: beachmint

Investitori: New Enterprise Associates, Trinity Ventures, Lightbank, Scale Ventures Partners, Stanford University, Anthem Venture Partners

Descrizione: Beachmint ha ricevuto un finanziamento di 23,5 milioni di dollari nel giugno 2011 e si appresta a lanciare le prime collezioni delle star.

11. Flipboard

Valore Stimato: 200$ milioni

Anno: 2010

Business: Social magazine personalizzato per iPad

Dove: Palo Alto, CA

CEO: Mike McCue

Website: Flipboard

Investitori: Venture Partners, Comcast Capital, Kleiner Perkins Caufield & Byers, Index Ventures, the Chernin Group, angel investor Ron Conway, Square CEO Jack Dorsey, actor Ashton Kutcher,  Facebook co-founder ed Asana founder, Dustin Moskovitz.

Descrizione: Flipboard offre un approccio personalizzato alla lettura di quotidiani e magazine. Disponibile solo su iPad ha ricevuto un finanziamento di 50 milioni di dollari.

10. Shoedazzle

Valore Stimato: 280$ milioni

Anno: marzo 2009

Business: Servizi relativi alla moda, fashion design, personal styling incluso la vendita di scarpe, borse
e gioielli.

Dove: Los Angeles, CA

CEO: Brian Lee

Website: ShoeDazzle

Investitori: Andreessen Horowitz, Lightspeed Venture Partners e Polaris Ventures

Descrizione: ShoeDazzle offre ai suoi membri consulenze personalizzate in ambito moda e fashion styling. Per l’accesso al servizio è richiesto il pagamento di un canone mensile. La compagnia prevede di generare un fatturato di 70 milioni di dollari nel 2011. Shoedazzle ha ricevuto un finanziamento di 40 milioni di dollari nel 2011.

9. Vostu

Valore Stimato: 300$ milioni

Anno: 2007

Business: Sito di giochi online e virtual goods

Dove: San Paulo, Brazil

CEO: Daniel Kaife

Website: Vostu

Investitori: Tiger Management, Accel Partners, Intel Capital e General Catalyst Partners

Descrizione: Vostu è una compagnia di giochi online che in Brasile registra 42 milioni di utenti. Vostu ha inoltre ottenuto un finanziamento di 30 milioni di dollari lo scorso anno.

8. One Kings Lane

Valore Stimato: 440$ milioni

Anno: 2009

Business: Negozio online di vendite “veloci”

Dove: San Francisco, CA

CEO: Doug Mack

Website: One Kings Lane

Investitori: Tiger Global Management, Institutional Venture Partners, Kleiner Perkins Caufield & Byers e Greylock Partners

Descrizione: One Kings Lane è un sito dove è possibile acquistare, per una finestra di tempo limitata, prodotti e accessori per la casa di elevata qualità ad un prezzo decisamente inferiore a quello di mercato. A settembre la compagnia ha ricevuto un finanziamento di 40 milioni di dollari.

7. ZocDoc

Valore Stimato: 700$ milioni

Anno: 2007

Business: servizio di prenotazioni online per dottori e dentisti

Dove: New York

CEO: Cyrus Massoumi

Website: ZocDoc

Investitori: Jeff Bezos, DST Global, The Founders Fund, Khosla Ventures, Mark Benioff, e SV Angel

Descrizione: ZocDoc è il modo più semplice per fissare un appuntamento con un dottore o un dentista e viene usata da circa 700.000 persone al mese. Quest’estate ha ricevuto un finanziamento di 50 milioni di dollari da DST Global e 25 milioni di dollari da Goldman Sachs.

6. Storm8

Valore Stimato: 1$ miliardo

Anno: Marzo 2009

Business: Storm8 è la casa fondatrice di giochi di ruolo per iPhone, iPod touch Smartphone Android

Dove: Redwood Shores, CA

CEO: Perry Tam

Website: Storm8

Investitori: Accel Partners e Technology Crossover Ventures

Descrizione: Storm8 crea giochi di ruolo per device mobili. Pare che storm8 sia vicina dall’ottenere un round di finanziamenti di 300$ milioni di dollari. Sarebbe stata della partita anche Zynga, la quale pare abbia desistito dinanzi ad una richiesta d’ingresso troppo elevata.

5. Spotify

Valore Stimato: 1,1 $ miliardi

Anno: 2006

Business: Spotify è un servizio di musica digitale che garantisce l’accesso a milioni di canzoni

Dove: Stoccolma, Svezia

CEO: Daniel Ek

Website: Spotify

Investitori: Kleiner Perkins Caufield e Byers, Digital Sky technologies Global

Descrizione: Spotify è una piattaforma molto popolare in Europa. Da poco lanciata negli Stati Uniti ha subito registrato l’iscrizione di 2 milioni di users. A febbraio 2011 Spotify ha ricevuto un finanziamento di 50$ milioni di dollari

4. Rovio

Valore Stimato: 1,2$ miliardi

Anno: 2003

Business: Programmazione e sviluppo di videogiochi e merchandise, meglio conosciuta per il popolare gioco Angry Birds.

Dove: Finland

CEO: Peter Vesterbacka

Website: Rovio

Investitori: Accel Partners e Atomico Ventures

Descrizione: In marzo I creatori di Angry Birds hanno ricevuto un finanziamento di 42 milioni di dollari da Accel Partners e Atomico Ventures e pare stiano attentendo un ulteriore round di finanziamento da 1,2 miliardi di dollari

3. Airbnb

Valore Stimato: 1,3$ miliardi

Anno: agosto 2008

Business: Sito dove s’incontrano domanda e offerta di.camere
e case per il breve e medio termine.

Dove: San Francisco, CA

CEO: Brian Chesky

Website: Airbnb

Investitori: Andressen Horowitz, DST Global e General Catalyst

Descrizione: Airbnb è un servizio di rental online per case e appartamenti. La compagnia ha ottenuto a giugno un finanziamento di 112 milioni di dollari. Durante l’estate Airbnb ha conquistato gli onori delle cronache per aver avuto problemi con alcuni utenti scomodi.

2. Square

Valore Stimato: 1,6$ miliardi

Anno: 2009

Business: Consente il pagamento via carta di credito direttamente da uno smartphone sia esso iOS o Android

Dove: San Francisco, CA

CEO:Jack Dorsey

Website: Square

Investitori: Koshla Ventures, Sequoia Capital, Jeremy Stoppelman, Kleiner Perkins Caufield & Byers e Tiger Global Management

Descrizione: Square ha ottenuto nel 2009 un finanziamento di 10$ milioni di dollari da parte di Koshla Ventures mentre a gennaio in un secondo round da 27,5 milioni di dollari sono entrati Sequoia Capital e Jeremy Stoppelman. Sempre quest’anno, a giugno, Square ha ottenuto un ennesimo finanziamento di 100$ milioni di dollari da Kleiner Perkins Caufield & Byers e da Tiger Global Management.

1. Dropbox

Valore Stimato: 4$ bilioni

Anno: 2007

Business: Servizio gratuito per la condivisione e la conservazione di foto, documenti, video e file di tutti I generi.

Dove: San Francisco, CA

CEO: Drew Houston

Website: Dropbox

Investitori: Y Combinator, Sequoia Capital e Accel Partners.

Descrizione: Alcune indiscrezioni estive hanno dato Dropbox vicina a un round di finanziamento estremamente elevato. Il potenziale di Dropbox risiede nella strategia freemium e nella costante decrescita dei costi del cloud computing.

Webby awards 2011: tornano gli Oscar del Web

Il Webby Award è un premio internazionale assegnato dall’Accademia Internazionale delle Arti e delle Scienze Digitali, definito dal New York Times “The Internet’s highest honor”.  Ogni anno rende omaggio all’eccellenza su Internet, premiando i migliori lavori suddivisi in  siti web, pubblicità interattive, film e video online,  mobile e apps,  a loro volta ripartiti  in numerose categorie.

Nella passata edizione l’Italia si è fatta onore grazie al sito della Vespa, e quest’anno chissà, potresti essere proprio tu il prossimo a pronunciare il discorso di ringraziamento di cinque parole che ha reso celebre i Webby Awards. Sono infatti aperte le iscrizioni per la 16esima edizione dei Webby Awards, che possono essere effettuate online nell’apposita sezione Entry ; la scadenza per l’ iscrizione anticipata (che permette di usufruire di un prezzo speciale scontato) è fissata per il 28 Ottobre.

Tra le novità di quest’anno ci sono alcune nuove categorie in Film e video online(Brand entertainment), Mobile Apps (Servizi e utilities , miglior uso del GPS) e 2 nuovi premi per la Responsabilità sociale d’impresa (in Siti web e  Pubblicità interattive)

 Le originali locandine dell’evento ci riportano indietro nel tempo mostrando una serie di prodotti old-fashion, decisamente soppiantati  grazie alle nuove tecnologie, accompagnati da ironiche didascalie: la Polaroid viene chiamata “cabina per fototessere portatile”  e il Gameboy  “alternativa ai compiti”.  L’idea creativa  alla base è che questi sono oggetti a cui le persone hanno attribuito un significato, proprio come abbiamo tutti fatto con Internet.

Qual è il significato che tu attribuisci a una vecchia radio, a un floppy disc o una musicassetta?  Con  il concorso #TechNameGame  tutti possono assegnare un significato agli oggetti raffigurati. Ogni settimana ne verrà scelto uno e verrà chiesto di rinominarlo, l’idea migliore verrà inclusa nella ristampa della locandina.  Per partecipare twitta o scrivi un commento su Facebook usando l’hashtag #TechNameGame ed incrocia le dita!

 

E’ stata inoltre  lanciato il Webby Talks Tour , una serie di conferenze in giro per il mondo, sulla scia di quelle tenute lo scorso anno presso alcune agenzie di Milano, Parigi e New York. Attraverso l’iniziativa la Webby esprimere la sua visione dello scenario in continuo cambiamento di Internet, per ispirare agenzie e creativi evidenziando alcuni dei più innovativi lavori trovati in rete.

Twitter e le PMI: il micro-blogging può far grandi le piccole aziende

Vi abbiamo già parlato di Facebook al servizio dello small business e ora continuiamo a parlare di un altro prezioso strumento social a disposizione delle piccole aziende: Twitter, prendendo spunto dal post How to Use Twitter for Local Business.

Il business in Italia, lo sappiamo, si basa prevalentemente su piccole e medie aziende, spesso a gestione familiare, dove non sempre esiste un vero e proprio budget di comunicazione.

L’utilizzo di Twitter da parte delle piccole aziende italiane non ha numeri da capogiro, anche se pian piano qualcosa comincia a muoversi. Tuttavia una recente analisi dello SDA Bocconi Schhol of Management (vedi anche “Le imprese italiane sul Web: Social a parole, ma non nei fatti“) ha rilevato come il 20% delle aziende italiane creda che gli strumenti di social media marketing non aiutino a fare business e sempre il 20% teme che i social network rischino di diventare un luogo dove lamentarsi per i disservizi.

Vista questa posizione da parte di 1/5 delle aziende coinvolte nella ricerca, prima di vedere quali possono essere gli strumenti offerti da Twitter per ingrandire il business delle PMI, riassumiamo cosa un’azienda può fare con il social dei 140 caratteri.

Twitter è uno strumento estremamente trasversale, che permette di interagire con qualunque utente della rete. Un’azienda può, quindi, innescare ascolto e dialogo con i propri clienti o con quelli che ancora sono potenziali. La conversazione che si genera fa diventare Twitter uno strumento di awareness, di engagement e di CRM, oltre che un ottimo mezzo per divulgare promozioni.

La sua trasversalità, poi, ne permette una perfetta integrazione con gli altri tools quali Facebook, Foursquare e il blog.

Soffermiamoci un attimo sulla relazione tra Twitter e un blog e proviamo a pensare, ad esempio, ad una piccola azienda locale di maglieria, con un proprio sito internet dal quale è anche possibile acquistare i capi prodotti. Quest’azienda, oltre alla propria pagina Facebook, potrebbe avere un proprio blog in cui parlare di temi vicini al proprio core business (che non significa parlare sempre e solo di sè), ad esempio del mondo fashion (sfilate, fiere, eventi). E’ proprio in questo modo che, anche veicolando i contenuti del blog via Twitter, è possibile coinvolgere i follower e creare conversazione – ed engagement – con loro.

Strumenti di Twitter per il business locale

Ma vediamo ora quali sono gli strumenti che possono essere utilizzati dalle piccole aziende per aumentare la propria awareness e digital influence (vedi anche How to use Twitter for local business).

Innanzitutto è fondamentale cercare dove, su Twitter, esiste dialogo sui temi che ci interessano. Per questo possiamo usare l’Advanced Search e usare hashtag e parole chiave per cercare i “local tweet”, in questo modo è possibile individuare i tweet che provengono da una specifica location.

Se il vostro è un business di tipo locale, poi, potete cercare i “top local tweeters” usando l’hashtag della vostra città (o provincia). E se inizialmente non trovate risultati soddisfacenti, il pulsante “Save this search” vi permetterà di tornare a quella ricerca e vedere se i risultati nel frattempo si sono aggiornati.

Un altro ottimo tool è Followerwonk.com, attraverso il quale, usando delle parole chiave, potrete trovare tutti i tweeters che condividono i vostri stessi interessi.

E ancora, usando la Twitter app integrata nelle mappe di Bing, potrete scoprire chi twitta vicino a voi, visualizzandolo sulla mappa.

Infine, è fondamentale mettere sul sito e/o blog aziendale i pulsanti per essere seguiti e affinchè le persone condividano i nostri contenuti. Questo contribuirà a dimostrare che quell’azienda è social perchè ci crede e non perchè si sente obbligata a provare a esserlo.

Come abbiamo già detto, non tutte le piccole imprese italiane sfruttano le potenzialità di Twitter. Alcune, anche abbastanza conosciute, hanno da pochissimo creato un account, ma non hanno ancora lanciato tweet o cominciato a seguire altri utenti. Questo dimostra che c’è chi ha capito che è una via ormai praticamente obbligata da percorrere e si prepara a fare il suo ingresso nel social network del microblogging. Tuttavia non sa bene come fare e, soprattutto, teme le lamentele pubbliche. La soluzione è solo una. Massima trasparenza. Solo così sarà possibile creare un legame vero con i propri clienti… anche quando qualcosa non dovesse andare per il verso giusto.

Per concludere, quello che Twitter, soprattutto se integrato con gli altri social tools, può fare al servizio dei piccoli business è davvero molto. Come abbiamo potuto vedere, gli strumenti ci sono. L’importante è pianificare una propria strategia social e ricordarsi che ogni social network ha delle specificità, per cui usare Twitter come useremmo Facebook non è sempre una saggia idea (anzi). La pianificazione dei contenuti editoriali da condividere, poi, permette di creare grandi conversazioni su specifiche macro-tematiche. Ascoltare è la parola chiave per eccellenza di Twitter. Solo chi sa ascoltare poi è in grado di trasformare i propri interlocutori in clienti. Altrimenti si rischia di avere la stessa reazione che avremmo se, entrati in un negozio perchè abbiamo bisogno di una cosa, venissimo assaliti da una commessa che comincia a martellarci per venderci qualcosa, senza neppure farci parlare. Chiunque vorrebbe uscire subito da quel negozio e probabilmente non ci tornerebbe più.

Speriamo che il numero di aziende italiane in ascolto sul web aumenti. E la speranza è anche che venga fatta una vera integrazione con gli altri strumenti 2.0. Solo così ci si renderà conto che il valore finale di questa social strategy sarà maggiore della somma dei tool utilizzati singolarmente (e gli incubi di un Twitter usato dai consumatori solo come valvola di sfogo per lamentarsi forse diminuirebbero).

 

Typewriter Cocktail Machine, il sapore delle parole [VIDEO]

Avete presente quando si dicono cose del tipo “Quelle parole mi hanno davvero lasciato l’amaro in bocca?”, oppure si usa l’espressione “dolci parole”? Bene, d’ora in poi questi non saranno più dei semplici modi di dire.

Morskoiboy ha creato un’originale macchina da scrivere a funzionamento idraulico che anziché stampare lettere su carta, crea dei cocktail. Ad ogni lettera è infatti associata una determinata bottiglia, e quindi, un diverso “ingrediente” tra i vari sciroppi colorati che la macchina utilizza.
Certo non sarà un’invenzione rivoluzionaria, ma senza dubbio al suo ideatore non mancano ingegno e creatività! Certo, viene naturale chiedersi da dove sia nato un progetto del genere. Ma si sa, genio e razionalità non sempre corrispondono  😉

Se siete curiosi e volete raccogliere qualche informazione in più sul funzionamento del dispositivo, questo è il link diretto al sito di Morskoiboy.

Cosmo Uomo: dove cade l'occhio delle donne [VIRAL VIDEO]

Dopo averci stupito con un video che ci svela “Cosa pensano le donne?“, Cosmo For Guys ritorna all’attacco con un nuovo video realizzato dall’agenzia Thinkmodo per dimostrarci cosa accade quando un avvenente ragazzo chiede indicazioni stradali a delle inconsapevoli donzelle!

La strategia-esperimento prevede l’installazione sul corpo del ragazzo di telecamerine nascoste in diverse parti del corpo (viso, testa, occhiali, inguine e bicipite).

Cosa mai guarderanno le ragazze in un uomo sin dal primo approccio? Questo video ci svela l’ingnota (?) risposta.

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Human Doodle a Bologna: il regalo per Google dagli appassionati!

Buon compleanno Google!

Il primo motore di ricerca è ormai arrivato ai suoi 13 anni e che possiamo regalargli? Bè, i più appassionati ci hanno già pensato!

Infatti questa mattina all’alba a Bologna, sessanta persone si sono date appuntamento per un “planking” collettivo in Piazza Maggiore.

Per chi non lo sapesse, il planking è una moda di origine australiana ormai diffusa in tutto il mondo che consiste semplicemente nel farsi fotografare stesi a pancia in giù poggiati sulle superfici più strane.

Quello di stamattina 27 settembre 2011 però, è stato qualcosa di più: i 60 plankers, infatti, si sono sdraiati sul suolo di Piazza Maggiore componendo la scritta “Google” con i loro corpi, per festeggiare il 13°compleanno del sito web più importante del mondo, nato il 27 settembre ’98.

Il motore di ricerca è solito celebrare le ricorrenze tramite un “doodle”, un logo personalizzato sulla home page, e a questo hanno pensato i plankers bolognesi che hanno deciso di “regalare” un ‘doodle umano’, dopo essersi radunati via Facebook.
L’idea è stata di quattro giovani bolognesi, Giorgio Grandi, Luca Marozzi, Enrico Nannetti, Matteo Zini, che lavorano nel mondo della comunicazione e del marketing e che insieme stanno lavorando a iniziative virali del territorio; “volevamo omaggiare con un atto di creatività il simbolo mondiale della creatività” dice uno degli organizzatori… e sembrano esserci riusciti!

La curiosità vi assale? Allora andate a vedere qui le altre immagini del risultato di tanti sforzi!