Il potere virale dei social media: 5 casi di successo

Ripartono i corsi della Ninja Academy: dal 7 all’8 ottobre presso la sede di via Zanella 54/56 a Milano si terrà il primo appuntamento dell’anno, con il corso in “Non-Conventional, Viral Marketing & Viral DNA” tenuto dai due fondatori di Ninja Marketing Alex Giordano e Mirko Pallera.

Per accompagnarvi verso questo appuntamento, vogliamo trattare qualche esempio interessante dove le teorie di marketing non convenzionale e virale sono state applicate a campagne di comunicazione che si sono rivelate di successo.

I 5 casi, analizzati da Jeff Bullas nel post “5 Case Studies Of Social Media’s Viral Power”, mostrano come l’approccio virale della comunicazione possa rivelarsi vincente e funzionale, in quanto sfrutta canali che i potenziali destinatari del messaggio veicolato dalla campagna conoscono e gestiscono quotidianamente.

Twitter, Facebook e YouTube, infatti, sono ormai in grado di agire sul gusto e sulle preferenze degli user, influenzandoli e orientandone il consumo.

Ma andiamo a scoprire quali sono le campagne che Jeff Bullas ha presentato.

“The Legally Prohibited From Being Funny On Television Tour”, ovvero un presentatore su Twitter

Conan O’Brien, popolare conduttore televisivo americano, ha scelto Twitter per pubblicizzare il suo tour teatrale dopo l’abbandono del Late Show, avvenuto nel 2010: i risultati sono stati molto più che soddisfacenti: 32 sold out in altrettanti teatri di altrettante città, in sole 2 ore dalla messa in vendita dei biglietti. Il tutto sfruttando un tweet e 939 mila followers che hanno risposto entusiasticamente all’invito di Conan (considerando che i follower di Conan sono quasi 4 milioni, in pratica 1 su 4).
Sul suo profilo, alla voce description, Conan O’Brien ha lasciato questa frase: “The voice of the people. Sorry, people.”. Non sappiamo se parli veramente per tutti, ma di una cosa siamo sicuri: con la gente Conan ci sa parlare anche attraverso i social network.

Ford e il “Ford Fiesta Project”

Chi vive quotidianamente la social sfera sa che molti dei contenuti che vengono fruiti sul web sono proposti da altri user attraverso il meccanismo della condivisione: quando un video, una foto, o un contenuto testuale viene “sharizzato” duplica potenzialmente all’infinito la sua forza.
Su queste basi Ford ha forse immaginato il Ford Fiesta Project: 100 individui molto attivi sui social media (Facebook, Twitter, Flickr e YouTube, blog) dotati di una Fiesta con il compito di condividere l’esperienza di guida di questa vettura, per 18 mesi.
Il risultato? 11 milioni di visualizzazioni circa, con 5 milioni di condivisioni ulteriori; 11000 video postati e 15000 tweet pubblicati, 13000 foto. E poi: il 97% degli utenti che hanno fruito dei contenuti condivisi sui social hanno ammesso di voler conoscere meglio la Ford Fiesta, anche se non hanno mai posseduto un modello della casa americana.
Chiusura in bellezza: il costo della campagna è stato molto più contenuto di una campagna marketing cosiddetta “tradizionale”. Un bel risultato no?

La Chevy Competition: General Motors e i social


Ancora dal mondo delle auto, ancora con una campagna unconventional: questa volta però non c’è solo l’esperienza di guida, ma anche una forte componente ludica. A lanciare la campagna, la General Motors, che per lanciare la Chevy ha pensato bene di organizzare una gara fra 8 squadre di social media manager/ piloti, i quali oltre che misurarsi in 50 prove durante il tracciato, avevano il compito di condividere attraverso i canali social più contenuti possibili relativi all’esperienza.

Il risultato è anche in questo caso molto positivo: nei giorni della competizione (dall’8 al 21 marzo) si sono contate un volume di interazioni pari a 61 milioni di click con il 98% di reaction positiva, più di 15000 menzioni, 13440 tweets, 1216 post su blog, 33500 pagine viste fra pagina fan ufficiale e sito istituzionale (ChevySXSW.com); inoltre, più di 300 UGC fra sito e social, con un incremento di più di 8500 fan su Facebook e +68% di folllower nelle settimane della gara. Numeri mostruosi per qualsiasi webmaster del mondo!

La Toyoto IQ e la campagna a basso consumo

Sin qui, abbiamo visto come le case automobiliste americane si sono comportate, anche se l’omologo giapponese, la Toyota, non è stata a guardare. Per pubblicizzare la nuova motorizzazione della IQ a basso consumo nel Regno Unito, 2 blogger e social media specialist sono stati messi alla guida di una vettura con il compito di circolare per 500 miglia solo con un pieno di benzina (!). Anche in questo caso, l’impresa doveva essere documentata per esser poi veicolata attraverso i social network.
L’esperienza è stata ripresa e raccontata anche da diverse testate molto importanti, come Wired e Il NY Times, raggiungendo così un pubblico potenziale di 105 milioni di persone, di cui più di 3 milioni e mezzo solo in UK; il blog ufficiale della IQ ha invece incrementato il traffico di visitatori del 212%.
E dire che è basso consumo!

Le elezioni del Presidente Obama

Cambiando radicalmente campo, una delle esperienze più interessanti da analizzare di come l’approccio unconventional sia vincente sono state le ultime elezioni americane che hanno visto la vittoria finale di Barack Obama.

Il primo presidente di colore degli USA, oltre che per la sua carica innovatrice e il suo carisma, vinse anche perché scelse di proporsi agli elettori attraverso una presenza massiccia e costante sul web e sui canali social, fin dalla raccolta di fondi per la campagna elettorale: 6 milioni e mezzo di donazioni per un totale di 500 milioni di dollari raccolti, e oltre 200 mila eventi offline promossi sul web. 2 milioni di profili creati sul sito di Obama, con più di 7000 messaggi inviati a ciascun iscritto alla newsletter per un totale di 2 miliardi di email. 400mila inserimenti nel blog. 50 milioni di visualizzazioni su YouTube per un totale di 120 milioni di minuti trasmessi.

Insomma, un vero successo che Obama cercherà di bissare alla tornata elettorale prevista nel 2012, sfruttando magari in maniera più strategica anche la sua presenza su Twitter e su Facebook.

Visti questi esempi, vien da dire che in Italia molto c’è ancora da fare: molte aziende non sono ancora convinte dall’efficacia di una politica di marketing non conventional. Chissà che qualcuno, leggendo i casi proposti, non scelga di provare queste nuove modalità di comunicazione!

Facebook

Con Facebook per iPhone è facile rimanere connessi e condividere informazioni con gli amici. Usa il tuo iPhone per iniziare una conversazione con la chat di Facebook, guarda le ultime foto e leggi gli aggiornamenti di stato dei tuoi amici, oppure carica su Facebook le foto che hai scattato con il cellulare mentre sei in movimento.

http://itunes.apple.com/it/app/facebook/id284882215?mt=8

iMovie

Richiede un iPad 2, iPhone 4 o iPod touch di quarta generazione.

Crea splendidi film in HD ovunque ti trovi con iMovie, l’app che rende il videomontaggio veloce e divertente: funziona su iPhone, iPod touch e sul nuovo incredibile iPad 2. Progettata per gli schermi Multi-Touch, iMovie ti mette a portata di dita tutto quel che ti serve per raccontare la tua storia. Sfoglia e riguarda i tuoi progetti nella nuova vista Marquee.

Monta un film in pochi minuti mettendo insieme sequenze video, foto, musica ed effetti sonori. Poi aggiungi un tocco hollywoodiano scegliendo temi, titoli e transizioni. E se vuoi condividere il tuo capolavoro col mondo, puoi farlo direttamente da iMovie.

http://itunes.apple.com/it/app/imovie/id377298193?mt=8

Instagram

E’ un modo semplice, divertente e gratis per scattare e condividere splendide foto dal tuo iPhone.

Scegli uno dei tanti magnifici filtri o un effetto sfocatura tilt-shift per dare nuova vita alle tue foto. Trasforma i momenti di tutti i giorni in opere d’arte da condividere con gli amici e la famiglia.

Condividi le tue foto con un semplice photo stream da far vedere agli amici – e segui le loro foto premendo un solo semplice tasto. Ogni volta che apri Instagram, vedi nuove foto dei tuoi amici più vicini e di persone creative da tutto il mondo.

http://itunes.apple.com/it/app/instagram/id389801252?mt=8

Ikea: una zona ricreativa per soli uomini [VIDEO]

Care lettrici, da oggi fare shopping con il vostro uomo non sarà più una “mission impossible”.
Proprio così! O per lo meno non lo sarà più per le fortunate che entreranno nello store Ikea a Sidney, che ha riservato una “zona parcheggio” per i propri partner.
Una sorta di piccolo paese dei balocchi per “ragazzoni cresciutelli”, in cui potranno trascorrere del tempo impegnati tra tornei di biliardo, videogiochi o incantati davanti a televisori HD.

L’idea fa certamente sorridere, tuttavia continuiamo a sperare che i nostri compagni preferiscano accompagnarci piuttosto che rimanere (ancora?! 😉 ) davanti alla tv. Insomma, quasi quasi questo video ci fa riflettere anche un pò rispetto a tematiche più serie come i rapporti interpersonali.

E voi maschietti, che ne dite di questa trovata pensata apposta per voi? Favorevoli o contrari?!

Lo spettacolare dubstep di Marquese Scott [VIRAL VIDEO]

Guardando questo video, in un primo momento ho pensato “Mha, e che sarà mai“. Dopo qualche secondo “Bhe, con un po’ di allenamento potrei farlo anche io“. Dal secondo minuto “Che ci vuole?! Basta imparare la tecnica e il gioco è fatto!“. Tuttavia, guardandolo non si può non pensare “Accidenti, come fa a muoversi così?! Certi movimenti non sono umani!“.
Credo sia proprio questo il flusso di pensieri condiviso da molti dei numerosissimi spettatori di questo video, che in pochi giorni ha totalizzato più di 3.000.000 di visualizzazioni!

Più che meritate – oserei dire – dal giovane e spettacolare artista Marquese Scott, che si esibisce in una coreografia di dubstep, sulle note di “Pumped Up Kicks” dei Foster The People, sapientemente remixata da Butch Clancy.

Il dubstep è un genere musicale molto di nicchia, una sorta di dance elettronica, nata a Londra ( e dove altrimenti?! 🙂 ), nello scenario garage UK.
Negli anni, il dubstep da genere dalle sonorità “cattive” si è evoluto e diffuso anche grazie all’interpretazione personalissima data dagli artisti (Tra i nomi più importanti possiamo ricordare Burial, Roska e Joker).

Marquese interpreta alla grande questo ritmo volutamente rallentato e il risultato è una performance che ha dell’incredibile.
I movimenti del giovane sono talmente surreali, da dar pensare che il video sia stato realizzato con una videocamera e accelerato di proposito.
Insomma con tanto allenamento..forse..potrei impararne un passo anche io..forse! 🙂

Top 5 Horror – Settembre 2011

Nei nostri post di solito cerchiamo di mostrarvi le idee più belle trovate in rete, le più interessanti o quelle stilisticamente realizzate meglio.

Ma spesso nelle nostre ricerche ne vediamo anche altre veramente brutte, schifose e stupide e siccome non vogliamo privarvi di nulla, ecco la Top Horror di Settembre, la classifica con gli orrori del mese.

Se non avete paura dei pubblicitari, beh dovreste averne!

Premessa: Questo mese la Top Horror viene pubblicata con meno commenti del solito perchè francamente questa volta non ce n’era neanche bisogno per quanto risulta difficile trovare il senso di certi spot.

Anche gli impagliatori di animali hanno bisogno di pubblicità

Per i più vividi animali morti, chiamate Chuck Testa! (consegna in tutto il paese e si candida a peggior spot di tutti i tempi)

J-Lo ha una bella FI…AT 500

Jennifer canta e l’auto balla, poi Jennifer scende e balla anche lei. Ma non agitatevi, è in vendita solo la macchina.

Mi faccio una striscia in biblioteca per stare più concentrato

Sheet è il nome di queste striscette energetiche. Strisce è l’unica traduzione che rende il gioco di parole, ma per chi conosce l’inglese “I take a Sheet” suona come un’altra frase che non vuol dire proprio la stessa cosa. E voi, dove andate a farvi le strisce?

Si sa che i gemelli fanno tutto in modo uguale. Ma che c’entra col salame?

Ecco, spiegatemelo voi, per favore. Volete dire che deve essere un’abitudine quotidiana? Anche il payoff “more meat, more happiness”, per chi conosce l’inglese è parecchio equivoco.

Chi evade le tasse vive alle vostre spalle, dice il Governo

Non fate i parassiti sociali, vi dicono senza vergogna quelli a cui paghiamo stipendi altissimi, la pensione anticipata e le prestazioni mediche per tutta la famiglia (e dicono di essere poveri).

Bonus: Isabella Ferrari posa per Yamamay senza ombelico

La 47enne attrice posa per questo spot (dal senso molto dubbio) di Yamamay, ma guardate bene, non ha l’ombelico!

Anche la comunicazione politica avrebbe bisogno di una ventata di creatività. I mattarelli ci hanno provato in occasione della raccolta firme contro la legge elettorale definita Porcellum.

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I Mattarelli invitano in modo particolare a firmare contro il Porcellum


Il fatto che il nostro paese navighi in acque tempestose per quanto riguarda la politica è innegabile. La delusione delle persone è vidente e si manifesta sotto svariate forme, ma forse non conoscete loro: I Mattarelli. Non lasciatevi ingannare dal nome, trattano un argomento serisimo usando però quel pizzico di ironia che non guasta. Nel loro manifesto ci invitano a firmare contro il Porcellum, e non c’è bisogno che vi dica a chi si riferiscono.

Perchè dovremmo firmare? Lasciamocelo dire da loro

“Affidando la nomina dei parlamentari a pochi capipartito, la legge elettorale che chiamiamo Porcellum li ha separati dai cittadini, facendoli apparire come una casta di privilegiati.
Vogliamo impedire che la “legge porcata” sporchi anche il prossimo Parlamento: lo dicono in troppi da 6 anni, ma il porcellum è ancora lì.
Firmate per consentire al popolo di abrogarla. Firmate per ridare al cittadino il diritto costituzionale di scegliere i propri rappresentanti attraverso i collegi uninominali.

Siamo i mattarelli, quelli che credono di cambiare le cose anche se tutti sono scettici.

Se credete anche voi che il Porcellum vada eliminato dategli una mano, sostenete il loro progetto e firmate.

La Settimana della Comunicazione vi aspetta a Milano dal 3 al 9 ottobre! [EVENTO]

Anche quest’anno è arrivato il momento di celebrare la Comunicazione.

Infatti, sta per partire l’evento che anima le vie di Milano: dal 3 al 9 ottobre torna la Settimana della Comunicazione!
Un evento formativo, di entertainment e cultura, ma soprattutto l’incubatore di idee e stimoli dedicati a tutto il mondo della comunicazione.

Il calendario ricchissimo (che si può consultare qui) prevede la partecipazione di tutti gli attori del settore (imprese di comunicazione, aziende, università, associazioni e semplici appassionati…) alla ricerca dell’innovazione nei nuovi processi di comunicazione, per approfondirne e conoscerne le diverse sfuamture.

Quest’anno i percorsi tematici si snoderanno tra aspirazioni, provocazioni, esperienze e responsabilità. Si approfondiranno i nuovi valori identitari, l’irriverenza della guerrilla, del viral e dell’unconventional, in un quadro che includa le fondamenta messe in piedi dall’esperienza e dai vincoli a cui tutti siamo legati attraverso l’impegno e il desiderio di un futuro sostenibile.

E allora: mostre, workshop, installazioni, eventi, seminari e ad ogni altra iniziativa che porterà ricchezza al progetto, naturalmente il tutto…. “a gratis”!

Ma potevano i Ninja partecipare passivamente alla Settimana della Comunicazione?! Assolutamente no! E quindi, per festeggiare e celebrare la comunicazione e tutti i suoi “adepti”, cosa abbiamo in serbo per voi?

Ebbene, in coincidenza al corso in “Non Conventional & Viral Marketing” che si terrà il 7 e l’8 ottobre (se non sapete di cosa stiamo parlando vi togliamo le olive dall’aperitivo! Quindi farete meglio ad andare qui!), Ninja Academy organizza il Ninja Drink con Mirko Pallera e Alex Giordano, co-fondatori del nostro amato sito.

In pratica, l’8 ottobre dalle 19 alle 20:30, la Ninja Academy apre i sacri portali della sua sede – in Via G.Zanella, 54/56 a Milano- a chiunque voglia cogliere l’occasione di approfondire la filosofia Ninja, davanti ad un Ninja-aperitivo, e per conoscere i nostri Ninja-fondatori!

E allora indovinate cosa dovete fare? … Assolutamente nulla! Se non inviare (obbligatoriamente!) una mail ad info@ninjacademy.it, così vi contiamo e facciamo in modo di non lasciare assetato nessuno (o almeno ci proviamo! :-?)!!

Ok? E allora scriveteci e buona Settimana della Comunicazione a tutti! E ricordate… nessuno ferma la comunicazione, e neppure un Ninja!

CircleMe, il social network "non-social" [INTERVISTA]

E mentre Facebook effettua sempre nuove modifiche per garantire agli utenti un’esperienza più ricca, tra Milano e Londra, nella start-up Cascaad, nasce e si sviluppa CircleMe, una piattaforma a cui la definizione di social network sta stretta. Il “Like” di Facebook, diventato una parola quasi comune anche nel linguaggio off-line, utilizzato per esprimere la propria preferenza, ma anche approvazione, interesse e consenso, è stata l’elemento che ha dato l’idea ai creativi Giuseppe D’antonio e Erik Lumer.

Facebook e Twitter, i più diffusi social network, si basano sulle connessioni tra gli utenti, Foursquare sulla geolocalizzazione, Flickr sulle foto, mentre CircleMe  pone l’attenzione sulle passioni, un passo necessario per rendere il Web ancora più interattivo e per dare risalto alla propria identità personale, non sempre valorizzata dai social “generalisti”, come spiega Giuseppe D’antonio nella breve intervista per presentare questo nuovo “social network degli interessi”.

CircleMe si può definire un social network “non convenzionale”, quali sono le sue caratteristiche?


Si, esatto, è qualcosa di diverso dal classico “social network”.
In CircleMe, la persona si ‘collega’ ad i propri interessi, alle sue vere passioni nella vita. Questa è la ‘connection’ più importante per noi: tra la persona, e le cose di cui è appassionato. Poi (e qui entra in gioco il concetto di social network più classico), in base alle interazioni sociali su queste passioni con altri utenti di CircleMe, in base alla condivisione di interessi e alla similitudine di questi ‘likes’ tra utenti, si sviluppano tante dinamiche sociali. Con CircleMe si possono quindi creare eventi (o ‘to-do’) legati a queste passioni; si può suggerire un libro preferito ad amici, si possono scoprire tutti gli utenti che come te amano uno stile di musica o un tipo di cibo specifico.
CircleMe va oltre il semplice concetto di social network, perché ci sono funzionalità da utilizzare anche in modo “non-social”: può essere usato come sistema per organizzare, tracciare e salvare delle cose che sono piaciute nella vita e delle quali si vuole tener traccia, magari per suggerirle ad altri. Si possono ricevere informazioni relative alle proprie passioni, che per ora sono raggruppate in  “Stories”, contenuti curati sia dal nostro Content Team che dagli utenti stessi, i quali possono collegare qualunque scheda (relativa ad una passione specifica) ad altri contenuti del web attraverso la semplice pubblicazione di un titolo e di un link.

Una piattaforma che punta su semplicità, usabilità ed immediatezza, come funziona CircleMe?


CircleMe si presenta come “disruptive” nel settore (i.e., dirompente, o comunque rivoluzionario nel concetto di interazione sul web) e lavorare sulla user-experience così da renderlo facile e piacevole da utilizzare è stata una vera priorità dal primo giorno del progetto. Fin da subito ci siamo dati come obiettivo la creazione di un sito intuitivo da utilizzare e credo che questo si noterà utilizzando ogni funzionalità presente all’interno di CircleMe. Appena si accede al sistema, una guida aiuta il nuovo iscritto a capire quali sono le attività chiave da completare: (1) creare un profilo; (2) esprimere dei ‘likes’ (o passioni personali); (3) trovare amici che già usano il sistema; (4) suggerire un particolare interesse (o più) a qualcuno in particolare; (5) determinare i settings di privacy più adatti.  Terminati questi passaggi (che si completano molto velocemente) il nuovo iscritto può cominciare a curiosare tra i milioni di items già presenti nel sistema o anche creare il suo item preferito, per cominciare a delineare meglio il suo profilo in base alle sue reali passioni.

Da una pagina centrale (la “Me Page”), l’utente di CircleMe può tener traccia di tutti gli aggiornamenti relativi ad i suoi “likes”. Inoltre, una mail-box dedicata permettere di ricevere nuovi suggerimenti da altri utenti di CircleMe. Ogni volta che un nuovo suggerimento è ricevuto, può essere accettato, rifiutato, o marcato come “To Do”, che banalmente significa: “Proverò, e vediamo se mi piace o meno”. Così il sistema diventa naturalmente anche un sistema per scoprire nuove passioni o semplicemente nuove cose da fare nella vita (da soli, come leggersi un buon libro suggerito da un caro amico, o in compagnia, come andarsi a vedere il nuovo concerto dei ColdPlay insieme alle tante persone che hanno espresso questo “like” e ne hanno creato un to-do pubblico nel sistema).

Com’è nata l’idea?


L’idea è nata dalla convergenza di due ragionamenti diversi tra me, Erik Lumer (Exec. Chairman e fondatore di Cascaad) e Michael Burnett (nel nostro board): da una parte ci rendevamo conto che sempre più spesso la gente online cerca di esprimere opinioni (i “likes” appunto) sui temi più disparati, e spesso cerca anche nel web una nuova risorsa per scoprire nuove cose da fare, nuove passioni o interessi da coltivare; dall’altra, volevamo risolvere un problema pratico, ovvero gestire le cose che nella vita ci piacciono di più.

Ad esempio, io stesso spesso non ricordo il nome di un ristorante dove ho mangiato benissimo a Londra (e dove quindi tornerei o che magari vorrei suggerire ad un amico che sta per andare a Londra); mi sfuggono i numerosi film di fantascienza che ho visto e di cui mi sono appassionato o magari mi piacerebbe essere informato sull’ultimo CD di Anne Ducros (una fantastica cantante di musica jazz che vive a Parigi). Inoltre vorrei poter tener traccia delle mie passioni, e delle cose che accadono “intorno ad essi”. Se Anne Ducros dovesse venire a suonare al Blue Note di Milano, mi piacerebbe saperlo in anticipo. Se alcuni miei amici volessero andare a vedere il nuovo film di fantascienza di Andrew Niccol, mi aggregherei volentieri. E così via… CircleMe ci è sembrato un modo naturale di “vivere” i tuoi likes nella vita reale. Avendo poi a supporto dei nostri ragionamenti, una tecnologia molto robusta già sviluppata dalla nostra società Cascaad (per il Cascaad Reader e per Splice) e un team assolutamente all’altezza della sfida, ci siamo rimboccati le maniche, e nel giro di 4-5 mesi siamo riusciti a lanciare una Private Alpha, che ha ricevuto dei primi riscontri molto promettenti.

Il Web 2.0 sta cambiando sempre più velocemente, ne sono un esempio le continue modifiche di Facebook, quale sarà l’evoluzione dei social network?


 Beh, questa è la “Million Dollar Question”… o forse dovrei dire “Billion Dollar Question” (se avete visto il film The Social Network)? Non credo di avere una risposta sicura a questa domanda, ma solo qualche idea di cui sono convinto. Credo prima di tutto che Facebook stia facendo un lavoro fantastico e che la maggior parte delle loro decisioni prese in questi anni siano state ripagate con il meritato successo. Facebook è una piattaforma di comunicazione (e relazione) di altissimo livello, e come in passato Google era il migliore accesso al web di contenuti, Facebook è sicuramente oggi il migliore accesso al “web di connessioni” (o sociale). Inoltre, essendo oggi tantissimi contenuti condivisi in modo sociale (vedi lo “sharing”), sicuramente i due giganti continueranno a sfidarsi per attirare a se più traffico web possibile.

Facebook però è un social network di tipo generalista. Risolve benissimo il problema della connessione e comunicazione tra utenti, ma non può fornire tutti i servizi di cui loro hanno bisogno (per la definizione stessa di “generalista”). Ecco, credo invece che ci sia tanto spazio per altre realtà che non vogliono puntare ad essere “LA soluzione” onnicomprensiva per il web sociale. Sicuramente ci sono persone che non trovano una grande utilità nell’utilizzo di alcuni social networks generalisti; altri sono preoccupati delle loro regole sulla privacy; altri vorrebbero ritrovarsi in ambienti più ristretti, ma dall’alto valore comunicativo o culturale. Il web è bello perché permette di accedere facilmente a tutte queste soluzioni e far si che ci sia una soluzione adatta per tutti. Credo quindi che CircleMe, come tanti altri servizi di qualità, andranno a rispondere alle esigenze di tanti (se non tutti ) gli internauti, che da un lato useranno Google o Facebook come basi di partenza per la loro esperienza web, ma che poi comunque vorranno arricchire la propria esperienza in modo più personale. Che poi tutto questo mondo dei social networks cambierà ancora e tanto, grazie a questo trend fantastico e stimolante legato al mobile (e finalmente anche quello legato al sistema televisivo, lento ad evolversi ma che finalmente sta cominciando a fare i passi giusti), credo sia una certezza. Ma su questo, preferisco non fare il visionario… non ne sono ancora capace.


CircleMe sarà presente alla Startup Challenge della StartupWeek 2011, competizione aperta a 50 startups Europee che si contendono il premio “Best European Startup 2011” e, intanto, come ogni startup che si rispetti, è alla ricerca di veri talenti. Attualmente, infatti, desiderano ampliare il team con un/una super-dooper Marketing Manager.

Per provare CircleMe, basta visitare il sito ed iscriversi con la propria email!