Nokia mira in alto con i nuovi Windows Phones Lumia 710 e Lumia 800

Nokia ha presentato ieri al Nokia World Conference di Londra la sua nuova linea di prodotti: a suscitare maggiore interesse è stata la nuova serie di smartphone, Lumia coi suoi primi Windows Phone equipaggiati con sistema Mango: Lumia 710 e Lumia 800.

La campagna marketing per questi nuovi devices si preannuncia aggressiva! Il claim che anticipa l’arrivo sugli scaffali dei due devices è “Amazing Everyday”: smartphones di facile utilizzo con un’ottica social, per un mercato che si rivolge particolarmente ai giovani,un mercato di consumatori che “hanno bisogno di scoprire da solo le cose da soli”, come afferma Steven Overman, manager marketing di Nokia. Il pay-off suggerisce ottimismo e ben si sposa con l’esperienza che offrono i social network. Per questo motivo i due devices grazie a Windows sono integrati con i principali social network, Facebook e Twitter.

Mentre Microsoft non era stata in grado di avviare una comunicazione promozionale adeguata e accattivante per Windows Mango, Nokia spende molto in un marketing giovane e virale, promettendo una campagna non convenzionale e un buzz marketing che invaderà le maggiori città del mondo con giovani che riprodurranno le celebri icone quadrate di Windows Phone.

[yframe url=’http://www.youtube.com/watch?v=I1qTbs8K3go’]

Lumia 800

Lumia 800 è il primo vero Windows Phone, a detta di Stephen Elop, amministratore delegato del gigante finlandese della telefonia. Premettendo che è fisicamente molto simile al Nokia N9 MeeGo, ma con sistema Windows Phone 7.5 Mango, con uno schermo AMOLED ClearBlack da 3,7 pollici con scocca in policarbonato, sarà un caso che poco prima del suo lancio, il 24 ottobre, Nokia abbia pubblicato questo video che ha fatto il giro del web in cui si mostra appunto la realizzazione di un N9?

[yframe url=’http://www.youtube.com/watch?v=RqxYiXtzKd0′]

Nokia Lumia 800 sfoggia un processore da 1,4 GHz, 512 MB ​​di RAM e 16 GB di memoria interna. ha una fotocamera con ottica Carl-Zeiss, diaframma F2.2 e 8 megapixel progettata per essere utilizzata in ambienti con scarsa illuminazione. Il Lumia 800 arà disponibile in tre colori: ciano, magenta e nero.

Non si tratta solo di hardware, Microsoft ha anche confezionato il dispositivo con il software libero. Lumia 800 sarà il solo Windows Phone con Nokia Drive, che offre una navigazione turn-by-turn gratuita e interfaccia utente veicolare dedicata.

Inoltre, il telefono offre due nuovi servizi: Nokia Music e MixRadio. Offre così agli utenti musica in streaming con centinaia di canali, senza la necessità di una iscrizione, login o una password.

Nel Nokia Music è integrato anche Gigfinder, che consente di cercare musica live locale e vista la vocazione social di questo device è possibile anche condividere i brani trovati sui social network e acquistare biglietti per i concerti. L’attenzione per il mondo della musica non è nuovo per la casa finlandese, che già in passato ha prodotto device focalizzati sull’ascolto musicale, come quelli della serie Xpress Music.

Il prezzo dell’800 è di 499 euro.

Lumia 710

Lumia 710 è il fratellino minore dell’800, equipaggiato anche questo con Windows Mango, disponibile in tanti colori con cover intercambiabili.

Ha lo schermo da 3,7 pollici TFT, ClearBlack con risoluzione da 800 x 480 pixel, il processore è lo stesso del Nokia 800, si tratta del Qualcomm MSM8255 con frequenza di clock pari a 1,4 GHz. La memoria RAM è di 512 MB.

La memoria interna è di soli 8 GB e a disposizione troviamo anche una fotocamera di 5 MP con flash Led, in grado di realizzare video in qualità 720p con 30 fotogrammi per secondo.

La connettività è di alto livello, WiFi 802.11 b/g/n.

Con la serie Lumia, Nokia intende rientrare nel mercato statunitense, dove negli ultimi tempi ha lottato per prevalere per via della battaglia aperta tra Apple e Android e per la presenza predominante di RIM Blackberry. Nokia infatti sta portando avanti le trattative con gli operatori statunitensi, in particolare Verizon, per soddisfare la domanda di software e hardware per servizi wireless. E infine Nokia dichiara di aver pagato i rivenditori specializzati dei vari operatori di telefonia tre volte di più di quanto normalmente spende per gli altri suoi prodotti, affinché spingano il più possibile i nuovi devices (fonte news.net.com.)

Il prezzo di Lumia 710 è di 299 euro. Entrambi i devices saranno disponibili a novembre per il mercato italiano.

Nuove Apps social per i clienti Nokia!

Nokia Beta Labs hanno lanciato ufficialmente la nuova Nokia Maps Suite, che include una serie di apps, tra cui le più interessanti sono: Public Transport, Nokia Pulse e Live View.

L’app Public Transport traccia le mappe dei trasporti pubblici di oltre 430 città di tutto il mondo. Inoltre offre aggiornamenti tempestivi su bus e itinerari in treno in 45 città.

[yframe url=’http://www.youtube.com/watch?v=eGcjArpZs4A’]

Nokia Pulse è un’app che consente agli utenti di taggare foto e aggiornamenti di stato per piccoli gruppi di amici e familiari. Gli aggiornamenti e le foto sono accessibili anche dal web. Si tratta di un interessante mix di condivisione di foto, geolocalizzazione e Twitter, ma finalizzato per uso privato tra gruppi più piccoli.In definitiva, nulla di nuovo.

[yframe url=’http://www.youtube.com/watch?v=SGlLFTERaPo’]

Infine, il Live View è un’applicazione di realtà aumentata che mostra i nomi e le informazioni sulle strade e sui luoghi in cui si punta la fotocamera del proprio device. È inoltre possibile ottenere informazioni dettagliate sui vari punti di interesse come ristoranti e attività commerciali con un clic.

Ma la vera novità riguardante Nokia Maps è per i dispositivi iOS e Android, i quali possono da ora navigare la versione mobile delle mappe collegandosi all’indirizzo maps.nokia.com tramite browser ed utilizzare i servizi messi a disposizione da Nokia.

Saranno queste novità a rilanciare il colosso finnico nel mercato Mobile? Voi cosa ne pensate?

 

I sono stati stampati in serie limitata dall’industria poligrafica Grafica Metelliana (che ringraziamo per il prezioso supporto) e al termine dell'iniziativa, come promesso, abbiamo devoluto il 100% del ricavato (escluse le spese di spedizione) a Save the Children. E proprio pochi giorni fa, l'associazione ci ha inviato un ringraziamento che vorremmo condividere con tutti voi.

'>

Non solo Creatives for Japan, le iniziative di Save the Children [INTERVISTA]

Cari Guerrieri,

ricorderete sicuramente “Creatives For Japan“, la nostra iniziativa a sostegno dei nostri fratelli giapponesi colpiti dal sigma.

Anche noi ninja ci siamo mobilitati, creando una gallery con i poster (70×100 cm) realizzati per l’occasione da creativi italiani e internazionali, art director di agenzie, grafici, illustratori, fotografi e artisti.

Ebbene i poster sono stati stampati (e spediti) in serie limitata dall’industria poligrafica Grafica Metelliana (che ringraziamo per il prezioso supporto) e al termine dell’iniziativa, come promesso, abbiamo devoluto il 100% del ricavato (escluse le spese di spedizione) a Save the Children per l’emergenza Giappone.

E proprio pochi giorni fa, l’associazione ci ha inviato un ringraziamento che vorremmo condividere con tutti voi.

clicca sull’immagine per ingrandire.

 

Per l’occasione abbiamo anche intervistato Francesca Ursaia di Save the Children. Ecco cosa ci ha raccontato.

Quanto è stato raccolto da Save the Children per aiutare il Giappone?

Circa 20 milioni di dollari (di cui circa 1 milione da Save the Children Italia).

Come sono stati utilizzati i fondi raccolti per aiutare i bambini colpiti dal terremoto?

All’indomani del sisma abbiamo fornito servizi di base e beni materiali alla popolazione. Nel piano quinquennale per l’uscita dall’emergenza e per la ricostruzione di 3 prefetture, Save the Children ha tenuto conto delle idee e dei suggerimenti dei bambini e continua a lavorare insieme alle comunità per soddisfare i bisogni fondamentali delle famiglie.

Finora abbiamo realizzato diverse attività, che rappresentano solo l’inizio di un lungo cammino per la ricostruzione, seppure di fondamentale importanza:

· distribuzione di pasti scolastici a beneficio di 20.988 bambini

· fornitura di kit igienici per 1.784 persone

· kit di primo soccorso distribuiti a 1.264 persone

· 4.229 bambini stanno beneficiando del sostegno per la ricostruzione fornito alle scuole distrutte dal terremoto, mentre 3.390 hanno ricevuto kit scolastici

· 2.232 bambini beneficiano dei servizi di trasporto per raggiungere il doposcuola e i luoghi dove svolgono attività extra-scolastiche

· 3.588 bambini frequentano gli asili sostenuti da Save the Children

· 1.000 bambini frequentano le nostre “aree a misura di bambino” (luoghi protetti dove i bambini possono giocare, socializzare e rielaborare il trauma subito)

Inoltre, continua ad essere garantito il supporto dei servizi all’infanzia e il sostegno finanziario per il proseguimento degli studi a quei bambini i cui genitori hanno perso il lavoro a seguito del terremoto, proseguono le attività di microcredito e i finanziamenti ad associazioni locali per lo sviluppo di programmi e interventi a sostegno delle comunità.

Save the Children è da sempre impegnata a difendere e promuovere i diritti dei bambini e migliorare le loro condizioni di vita. Quali sono le campagne attualmente attive nel Mondo?

Da poco abbiamo rilanciato la nostra campagna quinquennale EveryOne contro la mortalità infantile nel tentativo di velocizzare il raggiungimento del 4° Obiettivo di Sviluppo del Millennio stabilito dai grandi della Terra, per ridurre il tasso di mortalità dei bambini al di sotto dei 5 anni di 2/3 entro il 2015.

La campagna parte dalla constatazione di un dato sconcertante: ogni anno nel mondo circa 8 milioni di bambini muoiono prima del raggiungimento del quinto anno di vita. Muoiono per malattie facilmente prevenibili e curabili come il morbillo, l’influenza, la malaria o le infezioni intestinali. Basterebbe un vaccino, un antibiotico, una zanzariera, degli antimalarici, dei sali reidratanti o dei micronutrienti, insomma “semplici soluzioni” per salvare la vita a milioni di piccoli.

Partendo da questo presupposto stiamo portando avanti interventi medico-sanitari (che includono la formazione di operatori sanitari di comunità e la costruzione di centri medici nelle aree più remote) nei 50 paesi con il tasso di mortalità infantile più elevato al mondo. Per ogni informazione aggiuntiva vi invito a visitare il sito www.everyone.it

E in Italia?

La presenza di Save the Children, in questi anni, si è consolidata in diversi settori e ambiti d’intervento, quali ad esempio la protezione dei minori migranti presenti in Italia o a rischio di sfruttamento, dei bambini e adolescenti che sono esposti ai problemi derivanti da un uso scorretto e illegale delle nuove tecnologie, o ancora, nell’ambito del sistema scolastico nazionale e della risposta alle emergenze (Abruzzo).

A Roma gestiamo, inoltre, un centro diurno a bassa soglia dove vengono realizzate attività di consulenza per bambini/e e adolescenti, laboratori, outreach, formazione e networking, al fine di rafforzare la protezione dei minori o neo-maggiorenni stranieri e neo-comunitari in situazioni di marginalità sociale e devianza, o sottoposti a rischio di sfruttamento e abuso. Per ogni informazione aggiuntiva vi invito a visitare il nostro sito www.savethechildren.it

Simoncelli, la Rete e il cattivo gusto

Quando muore un campione sportivo, il dolore sembra essere amplificato dall’eco delle sue gesta: nel caso di Marco Simoncelli, accettare la sua dipartita è ancora più difficile, vista la sua gentilezza e la simpatia.

Sic, così lo chiamavano, era riuscito per questo a farsi voler bene innanzitutto dai suoi avversari, da Valentino Rossi a Dovizioso, da Capirossi a Lorenzo.

Vasco Rossi e Nonciclopedia

Un personaggio positivo: forse è anche per questo che a poche settimane di distanza dalla nota querelle, Vasco Rossi (ma non solo) è tornato ad attaccare Nonciclopedia, e questa volta per un fatto che non lo riguardava.

Tutto comincia qualche giorno fa, quando sull’enciclopedia satirica viene pubblicata una frase alquanto “politically scorrect”: “23 ottobre 2011, Moto GP di Sepang – Ennesima caduta per Marco Simoncelli. Ma ha promesso che questa è l’ultima“.


Venuto a conoscenza del fatto, il rocker di Zocca ha ripreso la battaglia a botte di comunicati che censuravano (è proprio il caso di dirlo) il comportamento dello staff che gestisce il portale: a dargli man forte, molte celebrità fra cui Francesco Facchinetti e Fiorello, i quali hanno scelto di utilizzare Twitter per comunicare il loro sdegno:

Un caso isolato di malcostume – su cui lo staff di Nonciclopedia ha voluto dire la propria sul proprio profilo Twitter – oppure un utilizzo improprio di una tragedia, magari per farsi pubblicità?

Il Facebook Ad con Simoncelli… e altri scempi

Come si segnala nel blog The social not work in un post dal titolo Facebook ADS: forse abbiamo toccato il fondo l’immagine dello sfortunato pilota romagnolo è stata utilizzata per attirare nuovi clienti in una delle tante pubblicità della Rete.

Stesso meccanismo apparso in altri spazi di Facebook, dove con la scusa di proporre il video dei soccorsi a Marco Simoncelli si veniva indirizzati a un blog che apparentemente nulla centrava con il contenuto proposto:

Il link condiviso puntava infatti a un sito dove si parla di calcio e assegnazione del Pallone d’Oro.

Uno sbaglio, oppure un palese tentativo di sfruttare l’onda lunga di una notizia con ampio seguito per implementare i propri contatti?

Su questo punto è interessante notare le conclusioni di Guido Ghedin nel post Quanti Like vale una tragedia?, che ci porta a osservare come l’emotività dell’utente possa generare nuovi “bacini” di click, sfruttabili anche a fini commerciali.

Un caso osservato anche in altri ambiti e sfruttando altre specifiche emozioni, come la semplice empatia verso uno sportivo che ha “appeso gli scarpini al chiodo”: è il caso della pagina di Roberto Baggio, che al tributo unisce – senza neanche tanto nascondersi – una capillare azione promozionale:

Certo, il caso di Simoncelli è diverso: di mezzo c’è un ragazzo di 24 anni che è morto e che riusciva a calamitare l’attenzione di un vasto pubblico non solo per il suo talento ma per la sua umanità.

È però un fatto che nella dimensione della social sfera l’emotività dell’utente possa diventare scusa per attrarre potenziali clienti cui recapitare un messaggio promozionale, o semplicemente, diventare volano per provocazioni inutili e pretestuose (come nel caso di Nonciclopedia e del suo humour in salsa nera, con cui abbiamo cominciato il post) che nulla offrono al contenuto ma generano dibattito e tengono alta l’attenzione sul brand. Ma soprattutto, nel caso di Facebook Ads, possono portare click a campagne pubblicitarie completamente slegate dal contesto.

Sembra quindi che al cattivo gusto non ci sia proprio limite nemmeno sui social media, anzi pare quasi che quest’ultimi riescano ad amplificarlo maggiormente. Nell’attesa (che potrebbe essere infinita) che si sviluppi un po’ più di buon senso forse tutti noi dovremmo compiere un piccolo sforzo ed essere più parsimoniosi con i like e i click.

L'anatomia di un'agenzia [INFOGRAFICA]

Questa infografica è stata creata dalla collaborazione tra Julia Morra (Art Director) e Trevor Gourley (Copywriter) entrambi dell’ad agency Grip Limited. Julia e Trevor ci dicono di aver esaminato alcuni “esemplari di queste specie” e di aver tratto così le loro conclusioni.

E voi che ne pensate?

Online la nuova campagna teaser per Fandango [VIRAL]

nuova_campagna_viral_fandango

Un foglio bianco. Qualche carattere scritto a macchina. “A tre anni si è ingenui”.

Questi i primi indizi della nuova campagna viral di Fandango.

Della Fandango avevamo già parlato, una delle poche realtà italiane a credere e investire nella forza dell’unconventional. Dunque, è con piacere che scopriamo il primo indizio della loro nuova campagna virale. L’altro ieri mattina, è apparsa sulla fan page di Facebook questa strana immagine, targata Fandango Libri, che lascia presagire l’avvento di nuovi altri indizi. Scelta coraggiosa, dunque, per il lancio di un prodotto editoriale in un contesto complesso come quello italiano. D’altronde, l’esperienza passata parla chiaro: nel 2010, la campagna virale per XY di Sandro Veronesi riscosse notevole successo, raccogliendo ampio interesse da parte dei media.

Oggi, come allora, dietro la campagna, le sapienti mani di Federico Mauro, Art Director Fandango.

nuova_campagna_virale_fandango2

Secondo indiscrezioni, la pagina pubblicata, così come gli indizi che seguiranno, non saranno meri elementi di contorno al nuovo prodotto editoriale, ma veri e propri elementi di contenuto. Insomma, un assaggio in anteprima del nuovo arrivato.

Stay tuned!

Perché Android è al top del mercato [infografica]

Di Android ne abbiamo parlato tanto, da quando non era che un piccolo robottino. La crescita di Android era solo un presentimento, un qualcosa per cui era necessario fidarsi della visione di Google. Oggi, a solo un anno di distanza, ecco i risultati, descitti da questa infografica preparata da Cricket Wireless. E non sono niente male.

Quello che ci chiediamo è se fra un altro anno Google riuscirà a mantenere la rotta intrapresa, mantenendo Android al top come lo vediamo ora.

Voi che ne dite? Dopo questa bella infografica, quale sarà il futuro di Android? In fondo trovate quello che ne pensa il web.

40+ campagne outdoor bizzarre


La pubblicità outdoor ha sicuramente subito una grossa evoluzione negli ultimi anni; con l’empowerment del consumatore in continua crescita le aziende devono sempre cercare di uscire fuori dagli schemi e pensare a concept molto innovativi.

I classici cartelloni pubblicitari sono diventati ormai molto di più di una semplice immagine affiancata dal logo aziendale…ci imbattiamo spesso in billboard non convenzionali, tridimensionali, interattivi e chi più ne ha più ne metta.

L’ outdoor advertising non si limita più ai manifesti e ai bus pubblici, questi sono solo due dei tanti modi di fare pubblicità esterna. Ci sono così tanti annunci innovativi e bizzarri che varrebbe la pena vederli di persona per coglierne la vera efficacia.

Mostriamo di seguito 44 campioni di pubblicità outdoor sperando di potervi illuminare il più possibile 🙂 !

Colorado State Patrol: Don’t Lose Your Head

Cedars-Sinai Spine Center: We know how you feel

CNN: Stories with the full background, 3

Berger: Sky

Panasonic nose trimmer: Baldy

Foundation Abbé Pierre: 12

Toyota Prius: Pre-collision

Mercedes-Benz: Gullwing

BMW: Checkmate

Denver Water: Evolution

Varuhuset Femman (Femman Department Store): Keep a Friend Warm

Pathfinders Teen Homeless Shelter: Homeless Teen, 1

TV3: Law & Order outdoor lamp

www.delhishomeless.org: Indoor Advertising

Virgin Atlantic: What brings you to London?

Leica binoculars: Rhinoceros

Specsavers: Scooter

SunSmart Cancer Council Western Australia: Cut Out

Coca-Cola / WWF: Plant Billboard

Dry the River – No Rest: 3D paper-crafted horses

Samsonite: Heaven and Hell

Interbest: Male Stripper

Colorectal Cancer Association of Canada: GetYourButtSeen.ca bus

MAD Magazine: Light bulb

Caribou Coffee: Ovens out of transit shelters

Leica: Sharpest Details, Wood

Swedish Tennis Veterans: Tennis ball

Zoo Zurich: More space for the big ones, Vertical

Rädda Barnen (Save the Children): The Lottery of Life, Sierra Leone vs Sweden

BMW M3 Coupe: The Light Wall Reflection

Absolut: Lemon Drop bus stop

Big Bazaar: Stationery Sale, Push Pin Art

Center for Autism: Two faces

McDonald’s: MacFries Pedestrian Crossing

Frito-Lay Lay’s Kettle Cooked Chips: Billboard carving

 

Colorado State Patrol: Billboard Collision

Hallmark Channel, Rex in the City: Dog billboards

Hot Wheels: Big Boy

XBox, Alan Wake: Coffin light

Toronto Academy of Karate: Board

Hygiene Color Bleach: Disappearing stains

Meiji: Stronger

Le prime tattiche di marketing per sfruttare iOS 5

Molti di voi avranno già preso familiarità col nuovo sistema operativo Apple,  iOS 5, e con le sue nuove funzionalità.
Tra le più entusiasmanti novità abbiamo Siri, il comando vocale che ha mandato in delirio technogeek, e non solo, per le sue infinite potenzialità (anche comiche, con Shit That Siri Says).

L’entusiasmo che ruota intorno a Siri è ben comprensibile se consideriamo che rappresenta l’ennesimo modo con cui Apple rivoluzionerà con una buona dose di semplicità il modo di comunicare e fare marketing. Pensate a un dispositivo con riconoscimento vocale che da l’opportunità alla vostra azienda di essere vocalmente riconosciuta. Una lotta a chi riesce ad accaparrarsi un suono identificativo nel web non è certo cosa da poco. Un presidio sonoro che conduce ad un posizionamento presidiato!

Prendete nota ragazzi, il mondo del marketing e della tecnologia corre in una direzione plurisensoriale, in cui realtà digitale ed analogica si fondono nella cosiddetta blended reality. Quali sono dunque gli accorgimenti più ovvi ed immediati sui quali ogni marketer dovrebbe riflettere?

La tua azienda dev’essere riconoscibile “a voce”

Se disponete di trattini e altre stranezze nel vostro nome di dominio, mi sa che è giunto il momento di valutare un’alternativa. Se volete che qualcuno acceda al vostro sito tramite Siri siate chiari e precisi cosicché le probabilità che veniate individuati efficacemente siano buone.

Le search query diventeranno più lunghe sui dispositivi mobili.

Se Siri funzionerà come pubblicizzato ed incontrerà tutte le aspettative, le query potrebbero contenere addirittura frasi complete. Occorre quindi tener d’occhio le parole chiave che fungono da sorgente di traffico per il vostro sito.

La seconda grandiosa novità riguarda la funzionalità Read-it-later/Instapaper in grado di ripulire le vostre pagine web da tutta quella fastidiosa pubblicità. Lasciate scegliere ai vostri occhi cosa vogliono guardare.

Il tutto è possibile perchè gran parte dei contenuti viene limitato dai tag <article>, quindi Read-it-later/Instapaper farà il suo lavoro selezionando solo queste parti. Lo so, ha sortito il tipico effetto wow!

E poichè noi ninja siamo dei sognatori pragmatici, non vi abbandoniamo alle più sfrenate fantasie riguardo iOS5 ma vi mostriamo il video con cui si è presentato al mondo.

Primo spot commerciale per SIRI, l’assistente vocale del nuovo iPhone 4S il neo-nato di Apple che cambierà il concetto di comando vocale

http://www.youtube.com/watch?v=8uS6d7fsPnM&feature=player_embedded

Anche se dal 28 Ottobre il nuovo iPhone 4S sarà in vendita in Italia, per vedere uno spot simile anche sui nostri canali TV dovremo attendere il 2012. SIRI, infatti, è attualmente in versione beta e “parla” solo Inglese, Francese e tedesco. Limitate anche le funzionalità di ricerca localizzata, per ora disponibili solo sul territorio americano. Per avere l’assistente vocale in Italiano completo di ogni funzione bisognerà attendere il 2012, maya permettendo. Il che significa che abbiamo più tempo per attrezzarci dal punto di vista del marketing!

Fallimento, l’evoluzione naturale di una startup?

L’evoluzione naturale di una startup è il fallimento, scrive Paul Graham nel suo post Why startups hub work.
Il cofondatore di Y Combinator spiega perché in alcuni luoghi le startup anziché fallire, come accadrebbe altrove, ce la fanno.

In che modo?

Il ragionamento parte dall’immaginazione di una mappa delle città rappresentate per numero di startup riuscite sul totale della popolazione. Fa notare Graham che la scena visiva sarebbe caratterizzata da un territorio “abitato” a macchie, il cui tessuto startupper non è omogeneo perché la maggior parte dei luoghi sono stati spruzzati con lo “startupicide”.

Ecco i punti affrontati nella sua analisi:

A. La metafora delle città contaminate da uno “startupcide”

Sebbene la gente sia astuta e ambiziosa, ci sono luoghi in cui le startup non riescono a sopravvivere. Ma capito che non è vero che la maggior parte delle città uccide le startup, la riflessione si è spostata su altri fattori.

B. L’antropologia urbana del fallimento

Piuttosto che pensare alla maggior parte dei luoghi come posti non adatti alla buona riuscita delle startup, sarebbe più giusto pensare alle startup con un potenziale intrinseco di fallimento, come se fosse nella loro natura.

Questo dato si verifica poichè tutti sono avvelenati dallo startupcida. Ma in alcuni luoghi hanno trovato il modo di difendersi con un antidoto.

Infatti, ovunque le startup falliscono presto. Stranamente, invece, in posti come la Silicon Valley ce la fanno. Che cosa le preserva, allora?


C. Le componenti dell’antidoto contro il fallimento

C1. L’ambiente

Questa componente è particolarmente utile nella prima fase di vita di una startup. Generalmente è considerata un salto nel vuoto, qualcosa di insolito da fare, come fosse un atto di coraggio vero e proprio.

Nella maggior parte dei luoghi, se avviamo una startup, la gente ci tratta come se fossimo dei disoccupati. La gente nella Valle non si lascia impressionare, ma, anzi, ci presta molta attenzione. Chiunque sia stato lì sa che cosa significa: poco importa se possiamo sembrare inesperti o poco promettenti, né come la nostra idea si presenti inizialmente, perché ci si è abituati a vedere come tutti inesperti, arrivati con idee che all’inizio suonano poco promettenti, alcuni anni più tardi diventino miliardari.


Avere gente intorno a noi che abbia cura di ciò che stiamo facendo, sostiene Graham, ha un potere straordinariamente forte. Anche i più ostinati ne diventano suscettibili alla fine.

Nella maggior parte delle altre città, la prospettiva di avviare una startup non gode della stessa fiducia, invece nella Valle è proprio una condizione “alla moda”. Il motivo è che spesso anche le persone che non lo farebbero, lì sono nella situazione ottimale per farlo. Vanno perciò appoggiate per la buona riuscita dell’impresa.

“Finchè siete ad un punto nella vostra vita in cui potete sopportare la probabilità di non riuscire, il miglior modo scoprire se siete adatti a dirigere una startup è di provarla”.

C2. Le probabilità

L’insieme delle probabilità di incontrare la gente che può aiutarci ha un potere: esso varia in base alla preoccupazione della gente intorno a noi. Questo sentimento di sfiducia infatti è come una specie di radiazione che colpisce allo stesso modo tutti noi.

Al contrario, la compresenza dei fattori positivi producono la probabilità “miracolosa” per compensare i disastri che tipicamente accadono alle startup. Continuamente le startup incontrano ostacoli, ma nella Valle le motivazioni a farcela lì sono più forti, così la probabilità stessa di sopravvivenza della startup è molto più alta.

Non si può dire precisamente se questo miracolo avverrà, “ma se siete in un hub startup le buone cose inattese probabilmente vi accadranno, soprattutto se le meritate”.

L’antidoto, perciò, è la gente. Non è l’infrastruttura fisica della Silicon Valley o il “momento giusto”.

Concludendo, là dove la collaborazione è incoraggiata, anche tra gli stessi fondatori di startup diverse, avviene un processo di accellerazione vero e proprio.

“Gran parte della funzione di YC è di accelerare quel processo. Siamo una specie di valle all’interno della valle, in cui la densità di gente che lavora alle startup, così come la loro volontà di aiutarsi l’un l’altra, sono (fattori) amplificate artificialmente”.


C3. La quantità delle persone coinvolte

Per creare un hub sartup abbiamo bisogno di molta gente interessata a loro.


Una volta che abbiamo abbastanza gente interessata allo stesso problema, si cominciano a fissare anche le norme sociali.

Ed è particolarmente importante che l’atmosfera intorno possa incoraggiarci a fare qualcosa che ci sembra, altrimenti, troppo ambizioso. Mediamente l’ambiente è negativizzato solo per una questione di mentalità.

“Noto questo ogni volta che sorvolo la Valle: potete percepire che qualcosa, in qualche modo, si sta accendendo […]. La Silicon Valley non assomiglia a Boston, o New York, o LA, o CC. Ho provato chiedermi quale parola avrei usato per descriverla e la parola che è venuta in mente era ottimismo”.

Le osservazioni di Graham sono lineari e convincenti e credo debbano essere prese in seria considerazione: la coerenza di fondo manca al nostro sistema è esattamente ciò che serve per realizzare la desiderata Italian Valley.

E’una dimostrazione logica che merita di essere valutata.

Sitterlandia, dove trovare la persona giusta per la propria famiglia

Con il passare del tempo aumentano sempre più i ritmi della vita e le cose da fare durante la giornata, togliendo tempo non solo alla cura di se stessi ma anche dei propri cari. Il problema diventa ancora più importante quando si hanno bambini piccoli e/o animali, soprattutto nel momento in cui si esce per andare al lavoro.

Sitterlandia è una piattaforma italiana che risponde alle esigenze contemporanee, cercando di rendere il processo di ricerca di baby/petsitter, badanti e altre figure professionali rivolte alla cura della casa più efficace ed efficiente. Grazie al sito, trovare un aiuto valido non sarà più un problema! Vi basterà registrarvi, indicare le caratteristiche più importanti richieste nella persona che cercate e pubblicare l’annuncio: i filtri permetteranno di fare incontrare la vostra richiesta con i candidati ideali, ordinati da un sistema di percentuale di attinenza.

Dopo aver versato una piccola somma di 20€ sarà poi la persona che ha pubblicato la richiesta a selezionare le candidature, grazie anche ai feedback lasciati dagli altri utenti.

Alla fine del processo, il gioco è fatto: niente più collaboratrici inadeguate o perditempo, niente più stress!

Il servizio è innovativo, in linea con progetti recentemente avviati in altri paesi (pensiamo al francese yoopies): non vi resta che provarlo: con pochi click e un piccolo investimento avrete accesso alle prestazioni della persona che fa per voi!