La creatività è un concetto di cui si parla molto, che molti invocano ma di cui non tutti conoscono effettivamente i “meccanismi”. Nella mentalità collettiva tende a permanere quell’idea romantica dell’ispirazione momentanea, quel soffio di genio che colpisce la mente all’improvviso. Molti addetti ai lavori vi diranno invece che la creatività è il risultato di applicazione, di studio, di analisi. Insomma, di tempo.
Proprio su questo punto insiste questo video realizzato da Café Creative, agenzia di comunicazione ungherese. “Deadlines” ci racconta in modo semplice e diretto, lanciando anche una piccola provocazione, per quale motivo le scadenze siano effettivamente un grosso limite alla creatività (anche se di fatto chi lavora nel settore della comunicazione deve continuamente farci i conti!).
Il video è arrivato nella shortlist del Golden Drum 2011, festival dell’advertising che coinvolge agenzie da tutta Europa e si svolge annualmente a Portorose in Slovenia.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Elena Silvi Marchinihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngElena Silvi Marchini2011-11-14 18:07:542011-11-14 18:07:54Deadlines, la creatività vuole tempo [VIDEO]
Il web 2.0 ha reso la navigazione in Internet un’esperienza del tutto nuova, i cui limiti sembrano espandersi continuamente; i social media ci hanno abituati a condividere costantemente i nostri contenuti e a preferire la rete ai mass media come fonte di informazioni.
Nei social network come Twitter e Facebook è possibile recuperare informazioni diprima mano da utenti che stanno vivendo in presa diretta un certo evento: ad esempio, la notizia del terremoto in Abruzzo (Aprile 2009) circolava in Twitter attraverso i cinguettii degli utenti che testimoniavano l’accaduto in tempo reale, prima che i vari mass media ne parlassero.
Questo non è un caso isolato.
Vi ricordate il referendum dello scorso 12 e 13 Giugno? Dove avete appreso la maggior parte delle informazioni sui temi referendari? Che importanza ha avuto il web nel raggiungimento del quorum?
Nel discusso silenzio dei mass media, notizie ed informazioni circolavano in rete e rimbalzavano nei vari social network come Twitter e Facebook e ciò ha permesso una maggiore divulgazione dei messaggi e un più rapido scambio di notizie nonché il raggiungimento del quorum. Nonostante le circostanze che imponevano ai mass media un certo comportamento,i social media hanno dimostrato la loro efficacia come mezzi di informazione.
Passando ad altro tipo di informazione, se cerchiamo informazioni sulla serata in un locale della nostra città, dove è più probabile trovare qualche dettaglio in più? Google ci rimbalzerebbe su qualche pagina su Facebook, ma non sapremmo nulla di Twitter.
Secondo solo ad Internet Explorer per base di utenza, Firefox ha recentemente rilasciato la versione 8 del suo browser disponibile per Mac Os, Windows, Linux, e anche per Android per il quale sarà possibile impostare una password principale per crittografare i nomi utente e le password per garantire una maggiore sicurezza dei propri profili.
Il nuovo Firefox, uscito a distanza di poco più di un mese e mezzo dalla versione precedente, presenta una novità interessante che riguarda l’inserimento di Twitter nella casella di ricerca accanto alla barra degli indirizzi (ancora non disponibile in italiano, ma lo sarà presto).
Si potrà dunque svolgere una ricerca non solo nei vari motori di ricerca, ma anche tra i vari cinguettii di Twitter, permettendo dunque agli utenti di trovare risultati dagli iscritti al social network.
Le possibilità di ricerca sono tre: hashtag, nomi e argomenti.
In pratica si tratta di un Firefox social oriented, quindi un browser e un social network che si integrano per facilitare la ricerca e la consultazione del web.
Voi che ne pensate di questa trovata di Firefox?
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Kimurahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngKimura2011-11-14 17:16:142011-11-14 17:16:14Firefox 8 aggiunge Twitter tra le opzioni di ricerca
Dopo la presentazione del nuovo Ice cream sandwich di cui vi abbiamo parlato poche settimane fa, venerdì 11 Novembre Google ha annunciato tramite le sue pagine “Android” di Google+ e “Google Nexus” di Twitter la creazione di un nuovo contest: in palio 10 Samsung Galaxy Nexus. Ogni giorno a partire da sabato 12 Novembre ore 12:00 americane fino alle 23:59 del 21 novembre 2011 – sempre americane – Google creerà infatti sulla propria pagina Twitter una gara di abilità (del tipo rompicapi, sfide con foto o domande a tema) a cui i “seguaci” più accaniti dovranno dare una soluzione. Le risposte verranno valutate da giudici secondo dei criteri ben precisi : la persona fortunata la cui soluzione avrà ottenuto il punteggio più alto riceverà in regalo lo smartphone marchiato Samsung.
Vi starete dicendo: “Fantastico!“. Vero, se non fosse che:
“Il concorso è aperto solo a coloro che risiedono nei seguenti paesi: 50 Stati Uniti d’America e Distretto di Columbia, Australia, Canada (Quebec escluso), Francia, Germania, Hong Kong, Giappone, Paesi Bassi, Singapore, Spagna, Corea del Sud e Regno Unito.”
L’Italia, come potete notare, è esclusa, in dolce compagnia del Quebec.
Lasciando da parte la delusione, cerchiamo di capire come mai una nazione in cui il mercato Android è molto fiorente come l’Italia non sia stata inclusa tra i paesi membri del contest. Superficialmente potrebbe sembrare solo una scelta di mercato ma nei fatti in realtà il problema è ben più grosso, da ricercare in cause burocratiche.
I precedenti
Tornando un po’ indietro nel tempo, non è la prima volta che BigG esclude l’Italia da uno dei suoi concorsi.
Nel gennaio 2008 infatti lanciò Android challange, un super concorso da 10 milioni di dollari che avrebbe premiato i 50 migliori sviluppatori di applicazioni per Android. Anche in quella occasione l’Italia venne esclusa dai paesi elegibili e la motivazione data fu che le norme italiane, a causa dei tempi burocratici, avrebbero allungato i processi organizzativi non agevolando l’inizio del concorso nei tempi previsti.
Più recente è il caso del Google Code Jam 2011, un concorso di programmazione in cui professionisti e programmatori o anche studenti erano invitati a risolvere problemi algoritmici sempre più complessi in un breve lasso di tempo. Anche in quel caso l’Italia non ha potuto partecipare “a causa delle norme”.
Stessa situazione nei casi dei Nexus S Challange (dicembre 2010) e Nexus S Challenge 2 (aprile 2011) un po’ più simili a quello discusso a inizio articolo .
Ma quali sono le cause?
Le cause di queste esclusioni sono da ricercare – lo avrete capito – nella legge italiana e in particolare nella regolamentazione dei concorsi a premi (per le fonti vi rimando a fine articolo): da noi ci sono infatti norme che spaventerebbero qualsiasi organizzatore di concorsi internazionali.
La prima di queste è una norma che impone a chi intende svolgere un concorso a premi in Italia di pagare prima una cauzione pari al valore complessivo dei premi promessi: la cauzione ha scadenza non inferiore ad un anno dalla conclusione della manifestazione. Insomma, considerando che il Galaxy Nexus costa 599€ , Google avrebbe dovuto stanziare 5990€ in un conto corrente solo per lanciare il contest in Italia e lasciarli li per un anno anche qualora nessun italiano avesse vinto.
In secondo luogo è necessario dare comunicazione del concorso quindici giorni prima del suo inizio al Ministero dello Sviluppo Economico, attraverso compilazione di appositi moduli. A questi devono essere allegati il regolamento del concorso e la documentazione attestante l’avvenuto versamento della cauzione.
Infine l’assegnazione dei premi deve essere effettuata alla presenza di un notaio o del responsabile della tutela del consumatore della camera di commercio.
La nostra legislazione dunque oltre a imporre vincoli di tipo economico genera anche ostacoli di tipo temporale a quello che è l’iter organizzativo: qualora BigG avesse deciso di estendere il ” Galaxy Nexus Contest ” anche all’ Italia si sarebbe potuta venire a creare una discrepanza tra quella che era l’uscita sul mercato dello smartphone e l’inizio del concorso stesso. Infatti o Google annunciava l’inizio del concorso molto tempo prima che il Galaxy Nexus uscisse sul mercato oppure molto tempo dopo. Queste incertezze che non agevolano esose campagne di marketing fondate quasi del tutto sulla tempistica, hanno portato dunque il gigante di Mountain View alla rinuncia.
Conclusioni
La rigidità burocratica italiana presenta sostanzialmente due risvolti contrastanti: il primo positivo in quanto è volta a tutelare gli interessi del consumatore italiano da spiacevoli fregature ; il secondo negativo poiché indirettamente lesivo delle libertà del consumatore stesso – come nel caso dell’ esclusione dai Google contest.
In sintesi la burocrazia così rigida e lenta rappresenta un enorme vincolo allo sviluppo della imprenditoria in Italia. In tempi di crisi come questa dovremmo infatti chiederci, mettendo a confronto aspetti positivi e negativi, quanto essa – anche a livelli macroscopici – possa incidere sulla crisi economica del nostro paese. Secondo voi infatti, se un colosso economico come Google decide di rinunciare a fare impresa in Italia a causa delle sue norme restrittive – un contest è pur sempre una operazione commerciale – quante pensate possano essere le persone attualmente interessate a investire nel Belpaese? A voi l’ardua sentenza.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Maaku Nanto Seikenhttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngMaaku Nanto Seiken2011-11-14 15:30:582011-11-14 15:30:58Google mette in palio 10 Galaxy Nexus ma non in Italia
La geolocalizzazione è un fenomeno in costante crescita: amiamo dire dovesiamo e, perché no, con chi e cosa stiamo facendo. I servizi si stanno moltiplicando, ma a livello statistico quali sono i dati più rilevanti?
Risponde alla domanda l’infografica di FlowTown, che ha studiato l’utilizzo dei tool di geolocalizzazione da parte della popolazione USA distinguendo tra:
Geosocial networking: geolocalizzazione attraverso i social media;
Location-based services: app per smartphones.
I risultati? Il 25% dei cittadini statunitensi usa questi strumenti per comunicare la propria posizione, e le piattaforme più utilizzate sono Facebook, Skype e Gmail. Ecco tutte le altre informazioni!
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Alberto Maestrihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngAlberto Maestri2011-11-14 15:00:402011-11-14 15:00:40Chi utilizza i tool di geolocalizzazione? [INFOGRAFICA]
“Nel 2012 i Maya hanno predetto la fine del mondo, quindi gli ANDY Awards sono un’ottima chance per vincere l’ultimo premio della vostra vita. Se dovesse capitarvi di vincere il premio di 50.000 dollari, fate in modo da riuscire a spenderlo prima che sia troppo tardi. Le pubblicità vincenti saranno conservate in un Data Bunker per l’eternità. Iscrivetevi prima dell’apocalisse.”
No, non sono ubriaco e non sto delirando, state tranquilli. Era un estratto dalla “chiamata alle armi” per la prossima edizione degli ANDY Awards. L’appello è stato lanciato da Bob Greenberg e l’agenzia R/GA (di cui è presidente, CEO e direttore creativo) il 20 ottobre sul sito del concorso, organizzato dall’Advertising Club internazionale.
La campagna includerà altre componenti: Facebook ad esempio, come sponsor dell’evento di quest’anno, offrirà un’esperienza social unica a partecipanti e vincitori durante le votazioni finali e le premiazioni. Immancabili poi i banner sui media partner, tutti siti che sono diventati punti di riferimento per la creatività: Adforum, Australian Creative, Best Ads on TV, Campaign, Campaign Brief, Campaign India, Creativity, Latin Spots, Luerzer’s Archive, Marketing Magazine e TAXI.
Gina Grillo, presidente e CEO dell’ADC ha dichiarato: “Mi piace tantissimo la produzione della R/GA per quest’anno, spero solo che i Maya non abbiano ragione. La campagna sembra il trailer di un film d’azione o di un videogioco, più che un invito per una competizione tra pubblicitari”. In più, c’è una giuria veramente di élite, con nomi emergenti e nomi di esperienza sapientemente mixati, come da tradizione dell’ADC (che per chi non lo sapesse è la più importante istituzione internazionale per i professionisti della comunicazione). Sbrigatevi allora, perchè la deadline è fissata per il 9 gennaio 2012.
Ecco tutti i nomi:
Bob Greenberg, Chairman/CEO/Global Chief Creative Officer, R/GA, New York
Stephan Beringer, President, Digitas International, London & Paris Juliana Constantino, Isobar, Brazil Colleen Decourcy, Founder/CEO, Socialistic, New York Pete Favat, Chief Creative Officer, Arnold Worldwide, Boston Rei Inamoto, Chief Creative Officer, AKQA, New York Prasoon Joshi, Executive Chairman, McCann Erickson India, Mumbai Jon Kamen, Chairmen & CEO, @radical.media, New York Masashi Kawamura, Founder/Creative Director, Party Inc., Toyko Andrew Keller, Partner/Chief Creative Officer, CP+B, Boulder Josė Mollá, Founder/Creative Director, la comunidad, Miami Ty Montague, Co-Founder, Co: Collective, New York Do Cao Nguyen, Executive Creative Director, Clipper Indochine, Vietnam David Nobay, Creative Chairman, Droga5, Sydney Benjamin Palmer, Co-Founder/CEO, The Barbarian Group, New York Patricia Päetzold, Group Creative Director, kempertrautmann, Hamburg Vivian Rosenthal, Founder/CEO, GoldRun & Co-Founder, Tronic Studio, New York Stefan Sagmeister, Founder, Sagmeister, Inc., New York Bob Scarpelli, Chairman and Chief Creative Officer, DDB Worldwide, New York Jimmy Smith, Amusement Park Entertainment, Los Angeles Calvin Soh, Singapore Iain Tait, Global Interactive Executive Creative Director, Wieden+Kennedy, Portland Mark Tutssel, Chief Creative Officer, Leo Burnett Worldwide, Chicago Mark Waites, Founding Partner/Joint Creative Director, Mother, London Simon Waterfall, Creative Director, Fray, London
Se vi state chiedendo chi sia Bob Greenberg, vi basterà sapere che ha vinto praticamente qualsiasi premio esistente nell’industria della creatività, inclusi Cannes Lions, Clio e Academy Awards. La sua agenzia, la R/GA è stata nominata migliore agenzia digitale del decennio da Adweek ed ha ricevuto varie menzioni al top delle classifiche di altre testate. Un curriculum di tutto rispetto, insomma, senza contare il fatto che prima di fare il pubblicitario il sig. Greenberg si è occupato degli effetti speciali di film come Alien, Predator o Seven, e l’agenzia vanta partecipazioni in circa 400 film e 4000 pubblicità all’attivo.
Ninja Marketing, media partner per l’Italia, mi ha fatto un regalo graditissimo, permettendomi di fare qualche domanda al signor Greenberg:
Mi direbbe tutto quello che secondo lei c’è da sapere sugli International ANDY Awards?
Gli ANDY sono un’istituzione nel nostro mestiere, una sicurezza nel premiare i migliori creativi del pianeta da 47 anni. Sono un’ottima occasione per i creativi di farsi giudicare da alcuni dei nomi più prestigiosi, tutti presenti nella stessa giuria, e che giudicano tutte le categorie (differenza principale con tutti gli altri premi, che hanno giurie distinte per ogni categoria). Per di più, essendo il primo concorso dell’anno, gli ANDY sono un ottimo metodo per scoprire quali lavori potranno vincere premi nel corso della stagione, e quindi vengono osservati con particolare attenzione.
Quale apporto spera di dare agli ANDY come Presidente di giuria? Qual è la sua “missione” e quali cambiamenti o miglioramenti vorrebbe portare nel processo di valutazione e nel concorso stesso?
Spero di aiutare gli ANDY ad espandersi ancora di più ed informare i creativi di tutto il mondo sul valore insito in questo evento. Sicuramente daremo un ruolo da protagonista alle campagne di marketing digitale e integrato iscritte. Riguardo al concorso e al Party di premiazione, stiamo elaborando degli elementi molto divertenti ed interattivi per chi parteciperà.
Come è nato il concept di “Iscrivetevi prima dell’Apocalisse”?
Durante il brainstorming per gli ANDY, volevamo comunicare a tutto il mondo che questo è il premio più importante che ci sia. Infatti è così importante che forse vincere un ANDY è sulla lista dei desideri di ogni pubblicitario al mondo. Quindi abbiamo pensato a come ricreare questo desiderio aggiungendo però l’urgenza, ed ecco che siamo arrivati all’Apocalisse, naturalmente.
Nella cultura pop e al giorno d’oggi, in un certo modo, in qualsiasi discussione sul giorno del giudizio, il 2012 viene nominato come l’anno in cui tutto finirà. Che lo abbiano predetto i Maya, Nostradamus o Roland Emmerich (regista del film 2012 appunto, ndr), una cosa sulla quale sono tutti d’accordo è che il 22 dicembre del 2012 sarà la fine. E visto che è una cosa che non possiamo fermare, almeno chiudiamo col botto e vinciamo qualche premio!
Perchè pensa che concorsi come gli ANDY siano importanti?
Sono un ottimo modo di sapere qual è il meglio del meglio e ricompensano le persone che hanno più talento e lavorano più duramente con la visibilità che meritano. Servono anche per fissare paletti e standard per il futuro, motivando ed ispirando la gente a tutti i livelli. Gli ANDY in particolare si fanno notare per la competizione tra studenti o il premio di 10.000 dollari per il migliore PSA (annuncio per il servizio pubblico, ndr), intitolato a Richard T. O’Reilly.
Quali saranno secondo lei le prossime fasi nell’evoluzione della pubblicità? In che direzione andrà il marketing dal punto di vista di creatività, media ed esecuzione?
La nostra professione è costantemente in divenire, forse oggi come non mai. Alla R/GA lavoriamo in cicli da nove anni; forse hai sentito parlare dei nostri piani per i prossimo nove anni, che sono basati sull’integrazione funzionale, intesa come elaborare una serie di offerte complementari tra loro, in cui ognuna offre un valore aggiunto specifico per il cliente. Ad esempio, abbiamo vari team che collaborano insieme (spesso anche tutti insieme) nello sviluppo di un progetto.
Accanto ai team tradizionali come creativi e copy, si possono trovare quelli di media e connessioni per aiutare a decidere su quali canali puntare di più tra paid, earned e owned, i team di analisti per stabilire e misurare l’andamento, il team brand development per restare più fedeli possibile alla filosofia del cliente, e infine il team che si occupa della visualizzazione dei dati per dare un senso alle informazioni raccolte in modo coinvolgente. Applicare questo modello integrato e collaborativo sarà importantissimo per il successo e l’ulteriore sviluppo delle agenzie moderne.
Quali sono secondo lei le capacità più importanti per un creativo e cosa cerca nei nuovi talenti da portare in agenzia? In altre parole, che consiglio darebbe ai giovani creativi che vorrebbero lavorare per un’azienda come la R/GA?
Sii coraggioso e rischia. Alla R/GA incitiamo tutti a pensare in modo differente ed approcciarsi al lavoro con la collaborazione prima di tutto. La capacità di lavorare in modo orizzontale tra team ed uffici specializzati senza intaccare l’integrità creativa è una cosa su cui puntiamo tantissimo.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Luigi Ferrarahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngLuigi Ferrara2011-11-14 15:00:132011-11-14 15:00:13Bob Greenberg vi invita ad iscrivervi agli ANDY Awards prima dell'apocalisse [INTERVISTA]
John St., agenzia di comunicazione di Toronto, ha dato il via ai lavori per creare una nuova sezione creativa, interamente dedicata all’ideazione di video promozionali con protagonisti…dei gatti! Progettazione, registrazione e diffusione, tutto “in-house”. Lo scopo è uno solo: intercettare l’amore che gli utenti del web dimostrano per questi adorabili micetti e farne un catalizzatore di vendite per ogni cliente. In una parola, “catvertising“!
Il video è ovviamente una parodia di quel fenomeno della rete che vede i gatti trasformati in un vero e proprio meme virale che non accenna ad affievolirsi, il cui successo viene anzi cavalcato in tentativi di fare pubblicità certamente poco creativi ed originali. John St. ha trovato il modo per sfruttare brillantemente “l’ondata felina” creando una comunicazione che punta dritta all’obiettivo di differenziarsi. La battuta finale di Stephen Jurisic, direttore creativo dell’agenzia, riassume perfettamente la natura del video: “Nessuno vuole più vedere pubblicità. Vogliono video di gatti“.
Direi che questa volta gli onnipresenti animaletti si sono dimostrati un valido strumento creativo 😉 Non credete anche voi?
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Elena Silvi Marchinihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngElena Silvi Marchini2011-11-14 13:00:532011-11-14 13:00:53Catvertising, la nuova frontiera della pubblicità [VIDEO]
Al “Ragazzo del Village” piace provocare, si sa. Tutti ci ricordiamo quando, per promuovere il profumo “Bang”, posò personalmente lascivo e senza veli, coperto solo da una replica gigante del flacone. O quando infilò una scheletrica e imbronciata Victoria Beckham in una shopper con il suo logo. Ma stavolta per la British Advertising Standard Authority pare che Marc Jacobs abbia oltrepassato il limite. Nell’ultima campagna per il profumo “Oh Lola!” lo stilista ha fatto posare l’attrice diciassettenne Dakota Fanning con un vezzoso e cortissimo abito rosa e una riproduzione gigante della boccetta della fragranza tra le gambe.
Secondo l’autorità britannica, l’attrice sarebbe stata ritratta in modo da dimostrare meno dei suoi anni e la posizione e l’espressione suggerirebbero un’idea sessualizzata dei minori.
La Coty, casa produttrice del profumo, ha replicato che l’immagine non contiene nè nudità, nè atti sessuali. Ma evidentemente ciò che è stata giudicata negativamente non è la realtà oggettiva ma la potente suggestione che l’immagine pubblicitaria può offrire.
E voi cosa ne pensate? Amate lo spirito fuori dagli schemi del direttore della Maison Vuitton o lo trovate inutilmente eccessivo e volgare?
Mentre ci meditate sù, vi lasciamo alla visione dell’incipit della graffiante docu che Loic Prigent girò su di lui qualche anno fa.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2011/11/DakotaMarc.jpg650436VideogirlKittyhttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngVideogirlKitty2011-11-14 13:00:082011-11-14 13:00:08Dakota Fanning Lolita per Marc Jacobs, l'adv censurata
Progettualità e pedonabilità: da New York le linee guida per utilizzare il design come alleato nella lotta contro l’obesità. '>
Non è una novità che l’obesità sia un problema, e sappiamo anche che in alcuni paesi rappresenta la principale causa della compromissione della salute pubblica, con conseguenze non solo sociali ma anche economiche.
Siamo dunque abituati a sentire parlare di stile di vita salutare, alimentazione sana, dieta mediterranea. Ma chi l’avrebbe mai detto che il design potesse essere un valido alleato nella lotta contro l’obesità?
L’idea ci arriva da New York, in cui ha preso piede la concezione di Active Design: un design che ridisegna l’ambiente, le città, gli edifici rendendoli stimolanti e incoraggiando l’attività fisica, al fine di combattere l’obesità e le malattie ad essa correlate.
Il design, dunque, come strategia di salute pubblica, partendo dal principio che se i giovani sono cresciuti con l’idea che l’intrattenimento e l’interazione sociale sono facilmente veicolabili da uno schermo e una tastiera, il mondo reale deve necessariamente essere in grado di competere con quello digitale, in termini di stimoli e di varietà.
Da qui, le linee guida proposte dalla città di New York, la quale attribuisce la maggiore aspettativa di vita dei newyorkesi rispetto al resto del Paese a una progettazione dell’ambiente che incoraggia il movimento e l’esercizio fisico. Quindi bisogna rendere più allettanti scale, piste ciclabili, percorsi pedonali affinché questi abbiano la precedenza su ascensori, scale mobili, taxi e qualunque infrastruttura ci permetta di oziare a discapito della nostra salute.
Anche il web segue l’iniziativa: il sito WalkScore, per esempio, assegna un voto da 0 a 100 alla pedonabilità dei tragitti percorribili. Tale voto si basa sulla quantità di bisogni fondamentali e desideri che possono essere soddisfatti entro quella distanza.
Chissà che questo non sia il preludio di una nuova frontiera dei social media, in cui ad essere condivisa è la voglia di cercare nuovi modi per vivere l’ambiente in maniera stimolante e salutare, riscoprendo il diletto di vivere il mondo analogico.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Manuramakihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngManuramaki2011-11-14 10:00:132011-11-14 10:00:13L'Active Design come strategia di salute pubblica
Darren Aronfsky, regista di film come “Black Swan” e “Requiem for a dream”, ha portato il suo stile sul piccolo schermo dando vita ad una campagna multimediale di sensibilizzazione sociale contro l’utilizzo di metanfetamine.
Il progetto denominato “The Meth” si compone di quattro spot della durata di 30 secondi nei quali si assiste a scene drammatiche di assuefazione di giovani ragazzi dipendenti dalla sostanza, in preda da disperazione, perdita di controllo fino ad arrivare al tentato suicidio.
Chief Creative Officer: Conor Brady Executive Creative Director: Brad Mancuso Creative Director: Urs Ross Director of Production: Laurale Wunsch Art Director: Tyler Warrender Copywriter: Fred Abercrombie Production Company: Wild Plum Director: Darren Aronofsky Director of Photography: Darren Lew Executive Producer/Partner: Shelby Sexton Executive Producer: Sandy Haddad Executive Producer: Scott Franklin Line Producer: Ted Robbins
La metanfetamina è uno dei farmaci che provocano dipendenza di cui si fa maggior uso e abuso, nonchè uno dei più dannosi.
Può provocare attacchi di cuore, convulsioni, ictus e insufficienza renale distruggendo anche il sistema immunitario.
“Volevamo mostrare la cruda realtà provocata dal consumo di anfetamine”
dice Nitsa Zuppas, direttore esecutivo della fondazione Siebel che finanzia il progetto Meth.
“Sappiamo che rendendo gli adolescenti maggiormente consapevoli delle conseguenze, potremmo contribuire alla diminuzione dell’utilizzo.”
Non è la prima volta che Aronofsky si è prestato per contribuire alla battaglia contro l’uso di metanfetamine, nel 2008 ha diretto un’altra serie di annunci per la stessa campagna.
Quest’anno, per avvicinarsi al mondo degli adolescenti, si è deciso di dar vita ad una campagna di comunicazione integrata. Accanto alla realizzazione degli spot è stata predisposta la realizzazione di un apposito sito web “The meth project” , per fornire maggiori informazioni sui rischi provocati dal consumo di metanfetamine. Il progetto ha visto la realizzazione di partnership con esperti del settore e diverse agenzie, tra cui il National Institute on Drug Abuse e il Substance Abuse & Mental Healt services administration.
Zuppas, parla dell’esigenza fondamentale di coinvolgere i giovani in un modo del tutto nuovo. Per questo sono state create pagine interattive attraverso le quali è possibile far domande e utilizzare l’applicazione “Il corpo di Meth” dove è possibile sezionare un corpo e guardare realmente i danni provocati dalla sostanza.
“Quando guardi le foto di coloro che sono dipendenti dalla metanfetamina, sembrano avere il cancro.La sostanza è una delle cause principali di violenza e atti criminali”.
La strada intrapresa dalla campagna non è per niente semplice, in passato ci sono stati altri tentativi fallimentari come nel caso della campagna anti droga degli anni 80′ “Your brain on drugs”.
La Campagna “The Meth” invece, potrebbe avere maggiori influssi proprio grazie alla sua cruenza che mostra la verità, nuda e soprattutto cruda, sul mondo della dipendenza dalla sostanza.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Makan-huekahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngMakan-hueka2011-11-14 09:00:442011-11-14 09:00:44Darren Aronofsky firma i video shock per The Meth Project
Nel panorama del Web 2.0, dove è ormai possibile condividere un’ampia tipologia di risorse, forse proprio la musica non ha avuto il necessario risalto. Si è passato dal download dei brani musicali all’ascolto direttamente in streaming e YouTube è diventata la principale piattaforma musicale. Si possono ricercare le canzoni, ascoltare, creare playlist e condividere, ma tutto avviene sempre dal proprio browser.
CloudTune, invece, un programma gratuito, per sistemi Windows, integra tutte queste funzionalità direttamente dal proprio desktop.
Ideato dalla Brightek Software, il programma si presenta con un claim “Music can do much. With CloudTune it can do even more” che anticipa le sue funzionalità. CloudTune dà la possibilità di riprodurre, condividere e gestire i brani musicali, attraverso la creazione di playlist, l’integrazione con servizi come Last.fm e la condivisione sui social, Facebook e Twitterin primis.
Il punto di forza è che tutto questo avviene con un click dal proprio desktop. Infatti, dopo aver scaricato il programma ed effettuato il breve processo di registrazione, indicando email e password, per la creazione del proprio account, il gioco è fatto! Ma non è finita qui: la parola Cloud sottolinea la possibilità di ascoltare le proprie playlist da ogni parte del mondo. Inoltre, CloudTune integra anche funzionalità di ricerca avanzate che permettono di identificare una canzone anche se non si conosce precisamente il titolo e di effettuare la ricerca del testo.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Pierajkhttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngPierajk2011-11-11 16:30:452011-11-11 16:30:45CloudTune, musica sulla "nuvola", social ed a portata di desktop
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