Il sole bacia i creativi [ADVERTISING]

"Guarda la pagina controluce... e scopri come puoi beneficiare della luce del sole"

Saatchi&Saatchi pubblicizza Shikun & Binui, una compagnia specializzata in energia rinnovabile. Clicca qui per ingrandire l’immagine.

Advertising Agency: BBR Saatchi & Saatchi, Tel Aviv, Israele
Chief Creative Officer: Yoram Levi
Direttore Creativo: Eran Nir
Creatività: Raphael Nattiv
VP Client Service: Idit Zuckerman
Account Supervisor: Amit Alter
VP Production: Dorit Gvili
Photoshop: Raphael Nattiv, Elina Schwartz

Grasso è meglio! Ecco la nuova campagna di guerrilla contro la fame nel mondo

Chi l’ha detto che le società no profit non possano utilizzare tecniche di comunicazione unconventional? Eccovi qui un esempio.

Practical Action, un’associazione di beneficenza britannica, ha deciso di sfruttare tutte le potenzialità che il web può offrire per sensibilizzare le persone contro la fame nel mondo.L’idea è quanto mai originale! si tratta di un video che da qualche giorno impazza su internet: Filling the world with hope (riempire il mondo di speranza). Fin qui nulla di speciale. Ciò che veramente colpisce e lascia a bocca aperta è il contenuto del video.

Non si tratta, infatti, della tradizionale campagna di comunicazione. Al contrario il video svela una tecnica che potrebbe risolvere per sempre il problema della fame nel mondo: dona il tuo grasso in eccesso e lo inietteremo nelle persone bisognose.

Chiaramente il video fa parlare di sé, con un contenuto del genere l’effetto passaparola è ai massimi livelli. Si tratta di una tecnica vera?

Lo diciamo subito: no, si tratta di una campagna fake. Come spiega Practical Action nel suo sito ufficiale, il video è stato creato per stimolare il dibattito e convincere la gente a pensare alla sviluppo in modo diverso: non solo aiuti di emergenza ma azioni che diano dei benefici più a lungo termine, utilizzando la tecnologia semplice per cambiare la vita delle popolazioni povere in meglio, rendendole quanto più indipendenti possibili.

Una scelta discutibile quest’azione di marketing non convenzionale, può piacere o meno, ma sicuramente coraggiosa e degna di nota, che non è sfuggita a noi di Ninja Marketing.  E Voi che ne pensate?

ECO: nasce in Italia il primo teatro crossmediale del mondo

Diciamo la verità: è un periodaccio per lo spettacolo! In autunno i teatri erano in sciopero, il festival di Venezia si è aperto con gli striscioni di protesta e il FUS continua a dimagrire. D’altronde “con la cultura non si mangia”, ha detto qualcuno.
È uno scenario controverso, soprattutto per sperimentare un progetto artistico di ricerca! “Quando la produzione è finalizzata allo spettacolo, alla ricerca del denaro, si meccanizza, diventa nevrotica. Si cerca ciò che piace, che fa tendenza. Allora si sente la mancanza di un luogo in cui problematizzare il linguaggio dell’arte”.
Risponde ai nostri dubbi Pietro Babina, fondatore dell’associazione artistica Mesmer. Lo abbiamo incontrato per parlare del suo ultimo lavoro, ECO – Electronic Cooperation Online.

Come nasce questo progetto?

“Uno dei motivi che mi hanno ispirato, non è positivo. Sentivo la necessità di ragionare sulla parte processuale della creazione e rendere tutto ciò visibile al pubblico. ECO è un laboratorio permanente che parte dalle basi del linguaggio teatrale, per unire elementi tradizionali con i nuovi linguaggi informatici. Ciò che è interessante è verificare come la tecnologia possa entrare nel processo dell’arte”.
La ricerca di ECO si presenta come un grande blog in perenne aggiornamento: gli attori, la regia e il pubblico si incontrano sul web, dando vita giorno per giorno agli sviluppi della narrazione e seguendo lo spettacolo in diretta streaming.

Prova vivente che internet può svecchiare le tradizionali forme di fruizione. È successo così per il cinema, sta succedendo anche per il teatro?

“Io credo di si, le nuove tecnologie offrono questa possibilità. L’intento è proprio capire quanto questo sia possibile. Precisiamo un cosa: quest’indagine parte dal teatro. Nuovi elementi vengono innestati nel tradizionale processo di scrittura, ma non è una fuga da esso”.

Quindi la base rimane la stessa, ma cambia il modo in cui gli attori interagiscono tra loro e con la regia?

“La rete ha permesso di creare un processo a porte aperte: ciò influenza il ruolo dell’attore e del regista. Il loro lavoro diventa di equipe, collettivo. Ciò avviene sotto gli occhi dello spettatore, che segue costantemente lo sviluppo del testo”.

Ridefinire il testo teatrale significa ridefinire le modalità con cui si raggiunge il target. E ciò che maggiormente sorprende di ECO è proprio la sua crossmedialità: sfrutta il video sharing, Wikipedia, Google Maps. Insomma, insegue il pubblico, lo circonda!

“L’idea è quella di usare gli oggetti quotidiani dello spettatore. In generale, gli elementi che compongono la rete hanno un alto grado di evocatività, tendiamo ad attribuire ad internet un valore altro. Essa acquisisce un ulteriore senso se immersa nella narrazione: Wikipedia diventa un pezzo della narrazione, entra in un mondo fantastico, pur rimanendo ancorata alla realtà. D’altronde, il teatro per sua natura si incontra con il reale, è sempre vero. È interessante scoprire come si uniscano queste due dimensioni”.

Forse è ancora presto per un bilancio sul progetto. Ma quale direzione prenderà ECO nell’immediato futuro?

“Le diramazioni sono infinite, potremo portarlo in tantissime direzioni. Però qualcosa ci ha sorpreso: la viralità dell’evento. Ci ha permesso di entrare in contatto in maniera differente con lo spettatore e in un certo senso ha paralizzato l’idea tradizionale di spettacolo”.

Il tavolo sorretto dalle carte da gioco. Il sogno diventa realtà!

Anche questo è un sogno che si realizza. Chi di noi non ha mai fatto il giochino con le carte? Il castello “impossibile” che l’amico buttava giù per dispetto?

La creazione è del designer e architetto Mauricio Arruda: House of Card Table è un tavolo in cristallo, vero e proprio pezzo unico di design d’arredo che vede la propria particolarità nelle gambe del tavolo, costituite da veri castelli di carte.

Le immagini delle carte da gioco vengono stampate singolarmente con piastre di acciaio (di 4 mm, tagliate con il laser), il che permette ad ogni tavolo di avere una diversa configurazione, facendo diventare ognuno di questi un pezzo unico. Il design dei tavoli in cristallo li rende veri e propri castelli di carte, come nel celeberrimo gioco: con la differenza che ogni tavolo di Mauricio Arruda è composto e assemblato in maniera del tutto casuale.

L’intera struttura è in grado di reggere fino a 250 kg. Chi non vorrebbe giocarci una partita di Texas Hold’em??

Sito di Mauricio Arruda.

Trovato qui.

Fare pubblicità sul Mobile? Ecco i principali player!

In questo grafico sono comparate le società, i gruppi, gli attori e i numeri che definiscono e disegnano il Nuovissimo Mercato Mondiale dell’Advertising per il Mobile Phone.

Grafico Pubblicità Mondiale Mobile - Ninja

clicca clicca per visualizzare l’immagine prodotta da Mark Fidelman

Yoursocialbook, il proprio profilo Facebook diventa un libro

Facebook è diventata ormai l’estensione virtuale della nostra vita, una piattaforma on-line che costituisce un grande contenitore in cui si convogliano interessi, attività quotidiane, immagini, video, messaggi privati, chat e tanto altro. Il profilo di Facebook, insomma, racconta nel tempo la storia della persona e, proprio per questo, sono nate applicazioni come “My Year in Status”, volte a sintetizzare i momenti salienti della nostra vita sul social network.

Si tratta però di iniziative legate sempre al web, e quindi destinate ad essere fruite solo on-line e, fin’ora, per rendere in qualche modo “tangibile” la propria Facebook experience, un’alternativa era quella di ordinare gadget personalizzati con alcuni elementi del social network. Da Febbraio, invece,  la connessione tra mondo reale e virtuale sarà più diretta perchè si potrà creare il Social Book, ovvero un libro cartaceo che tra le sue pagine racconterà il proprio profilo di Facebook.

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Peter Brantley racconta il futuro dell'editoria a Milano e risponde alle vostre domande on line [EVENTO]

E’ giovane, dinamico e brillante. Quest’anno festeggia il suo sesto compleanno, ma ad ogni anniversario si presenta con una nuova faccia: fresca di novità.

Non avete ancora indovinato? Ve lo diciamo noi. Stiamo parlando del Meet the Media Guru in programma per il 4 febbraio a Milano. L’appuntamento è per le 19 alla Mediateca Santa Teresa di via Moscova 28.

Il guru risponde alle vostre domande

Vi ricordate quando Obama lanciò l’iniziativa “Open for Question“? In pratica i cittadini americani potevano fare al loro Presidente tutte le domande che volevano. Interessante vero?

Proprio in quest’ottica Ninja Marketing è partner di Meet the Media Guru e avra’ un posto virtuale in prima fila all’evento. Insomma, un’occasione da non perdere. Scopriamo subito chi sarà il prossimo Guru!

Ad inaugurare l’edizione 2011 sarà Peter Brantley, director del BookServer Project di Internet Archive e co-fondatore della Open Book Alliance.

Voce tra le più autorevoli del dibattito internazionale sul futuro dell’editoria e sulla trasformazione dei media, interverrà per dipingere quello tecnicamente può essere definito il quadro degli sviluppi relativi alla cultura nell’era digitale. In altre parole cercherà di rispondere alle domande che i protagonisti della cultura tradizionalmente intesa si pongono di continuo.
Qual è il posto degli autori nel nuovo mondo digitale? Quale il loro futuro? Come sarà possibile preservare i propri diritti o come cambieranno questi diritti? Quali saranno le funzioni e l’aspetto delle biblioteche di domani?

Luogo d’incontro con i protagonisti internazionali della cultura digitale e dell’innovazione, Meet the Media Guru è diventato un appuntamento costante di dibattito con le voci più eminenti della cultura new media e dell’innovazione e si è affermato come punto di riferimento di una community sempre più nutrita, in cerca di soluzioni all’avanguardia e di visioni d’autore.

Occhio al calendario, però, perché il 3 febbraio, la sera precedente il Meet Media Guru, un altro incontro anticiperà alcuni degli argomenti che saranno trattati in seguito.
Gli esperti del settore l’avranno già appuntato in agenda, per tutti gli altri ciò di cui prendere nota è l’If Book Then che si svolgerà presso il Nhow Hotel, in via Tortona 35 a Milano.
Tra gli altri, interessanti spunti di riflessione saranno sviluppati a proposito degli aspetti più tecnici del mondo editoriale.

L’ingresso a Meet the Media Guru è libero sino a esaurimento posti.
Per iscrizioni e ulteriori informazioni sugli eventi: www.meetthemediaguru.org e www.ifbookthen.com

UPDATE: il marketing anticrisi dei B&B italiani: il Social CRM e il baratto tutto l'anno di Pizzicato EcO B&B [PMI]

Secondo uno studio dell’Università Iulm di Milano solo il 10% delle piccole aziende utilizza i Social Media come canale di comunicazione. Ancora pochi? Sì! Però a me sembra che le PMI che li utilizzano lo fanno davvero bene!

Quello di cui vorrei parlarvi oggi, è un’iniziativa che mi è stata segnalata da Giuseppe Romondia – proprietario del Pizzicato EcO Bed & Breakfast, che si trova in Puglia, nella provincia di Foggia e precisamente a Vico del Gargano in Puglia.

Ho conosciuto Giuseppe su Twitter, durante un breve scambio di tweets legati a Foursquare, o meglio a come utilizzare Foursquare per le PMI. Vabbè, già che ci sono vi dò un’anticipazione: al termine della nostra conversazione mi sono convinta a preparare una guida per aiutare le PMI ad utilizzare Foursquare come mezzo di promozione..spero che questo post possa avere presto luce.. 😉

Devo dire che non mi capita tutti i giorni di trovare su Twitter un B&B, ma quello che ho apprezzato di più di Giuseppe, oltre alla qualità del nostro discorso su twitter, è stata l’empatia con cui @PizzicatoEcObEb gestisce il suo account.  Molte (grandi) aziende dovrebbero imparare da @PizzicatoEcObEb come si comunica nel social web: spammare su twitter la newsletter con le offerte dei propri prodotti, non vuol dire utilizzare Twitter per il Social CRM, quello è SPAM! Twitter è un mondo fatto di persone, e l’empatia sarò una delle leve del “nuovo marketing”.

Prima di scrivere questo articolo, ho cercato informazioni su Pizzicato EcO Bed & Breakfast. L’ho trovato praticamente ovunque nel Social Web. Su Facebook ha una pagina fan che conta oltre 550 iscritti, che amministra con foto, video, note e informazioni rilevanti per i suoi clienti, lo stesso su YouTubeFlickrFriendFeedFoursquare ed Instagram. Ogni “social coso” viene utilizzato dal B&B nel rispetto della netiquette specifica, il tutto con informazioni rilevanti perchè ricordiamocelo sempre “Content is the King! Ad esempio, proprio mentre sto scrivendo questo articolo Giuseppe ha pubblicato una nota nella pagina fan di Pizzicato EcO B&B su Facebook, in cui spiega “Perchè siamo ECO

Baratto tutto l’anno

Ma torniamo al discorso Bed&Breakfast. Il portale www.bed-and-breakfast.it – il maggiore portale italiano dedicato alla microricettività, dal 2009 organizza “La settimana del Baratto“. Si tratta di un’iniziativa che si svolge nella terza settimana di novembre, in cui viene rilanciata una formula sulla quale per secoli si è basata l’economia familiare: il baratto.

In tempi di crisi il viaggiatore si evolve e fa di necessità virtù. Se è vero che la crisi ha inciso, in parte, nel capitolo spesa dei viaggi degli italiani, è altrettanto vero che c’è stata una inversione di tendenza che ha portato alla scoperta di luoghi e bellezze più a portata di mano e di portafogli disseminate su tutto il territorio italiano.

L’iniziativa è stata talmente ben accolta in rete, che sono moltissime le strutture che continuano a valutare proposte di baratto tutto l’anno.

Baratta un soggiorno!

Come vi dicevo, “Baratto tutto l’anno” mi è stata segnalato da Giuseppe, che infatti mi ha contattato qualche giorno dopo il nostro divagare su twitter, chiedendo se fossi interessata all’iniziativa che sta organizzando per il suo B&B: Baratta un soggiorno!

Il Pizzicato EcO B&B aderisce al Baratto tutto l’anno, il baratto è rivolto principalmente ad Artisti di qualsiasi tipo e genere, dalla fotografia al web alla pittura alla scultura e cosi via..

Se sei un artista nell’anima…Baratta la tua arte… fai la tua proposta e saremo lieti di concordare ed offrirti un soggiorno in cambio 😉

Il baratto è aperto a tutti non sol ad artisti… sei un falegname? Un esperto di marketing? Un cuoco o un imbianchino? Non fa differenza l’importante è il baratto sano e fatto con serietà…

@silvia_carbone ok!! 😉 se hai proposte falle senza timori e vediamo se riusciamo a barattare un soggiorno!;)Sun Jan 16 23:52:52 via Twitter for iPhone

Beh grazie Giuseppe! Se prima o poi andrò in Puglia, verrò sicuramente a trovarti al Pizzicato EcO B&B! Secondo me è il primo B&B italiano che utilizza Facebook, Twitter, YouTube, Flickr, FriendFeed, Foursquare ed Instagram!!

😀

UPDATE 22 gennaio:

Il @PizzicatoEcObEb ieri ha ricevuto l’attesissimo adesivo (e istruzioni) Foursquare, ottenuto grazie alla rivendicazione (gratuita) della propria business venue.

Non so voi, ma io sono sicura che Giuseppe non si fermerà semplicemente all‘attaccare l’adesivo alla vetrina…anzi!

In bocca al lupo Giuseppe!!

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Ministro Gelmini: “Laurea in Scienze della Comunicazione? Inutile!” – Una laureata chiede il rimborso!

Che il Ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, abbia bizzarre considerazioni circa il mondo universitario non è, ahimé, una novità.

Ma, entrando più nello specifico, qual è il suo pensiero riguardo all’indirizzo in Scienze della Comunicazione?
Inutile, dice lei. Anzi, passatemi un suo termine: un’amenità.
Lo dichiarava qualche sera fa in trasmissione a Ballarò.

Insomma, studiare Comunicazione non aiuterebbe, a suo parere, a trovare lavoro. Così come, ai suoi occhi, appaiono superflui e improduttivi i cosiddetti comunicatori creativi, sia pure considerati specialisti.

Contraddittoria? Fosse per lei, eliminerebbe tutto.
Zac! Via! Ormai la parola “tagli” risulta essere più utilizzata di “ciao” o che so “buongiorno” nelle sue ordinarie e alquanto non creative – anzi, oserei distruttive, conversazioni quotidiane.

Gli studenti universitari del famigerato indirizzo non ci stanno. Una in particolare, Simona Melani, le fa il verso (in tutti i sensi, a questo punto) e le scrive una lettera in cui chiede di essere rimborsata economicamente per ogni singolo euro speso durante i suoi anni di studi – inutili, va ricordato. La cifra si aggira intorno ai 20mila euro, contando sia i danni morali che quelli materiali. Scommetto che ci state facendo un pensierino anche voi.. 😉

La lettera, aperta a tutti e fatta circolare grazie ad un singolare passaparole sui principali social network, ha suscitato particolare attenzione e, sperando che non abbia fatto orecchie da mercante, dovrebbe essere giunta anche sotto lo sguardo critico e miscredente di Ms. Gelmini. Quello che c’è da chiedersi è: perché tutto questo accanimento, a maggior ragione quando i dati parlano chiaro? Secondo i dati AlmaLaurea, i laureati in Comunicazione del 2004, a cinque anni dalla laurea, lavorano nell’87% dei casi, contro la media nazionale che si ferma ad un più basso 82%. E i neolaureati triennali del 2008? Anche loro, non sono sotto ai ponti: lavorano nel 49% dei casi contro il 42% nazionale.

Il Ministro dell’Istruzione non è stata comunque l’unica ad elargire giudizi negativi a tal riguardo. Come ci ricorda Giovanni Boccia Artieri nel suo articolo, già in passato Maurizio Sacconi, Bruno Vespa nonché l’ex premier Romano Prodi si erano fermamente schierati contro gli studi in Comunicazione. Elemento comunque imprescindibile per il mondo della politica. Evidentemente, visto l’andazzo generale in Italia, chissà perché, non ci stupisce più di tanto questa loro considerazione. Tantomeno la mancanza di reazioni da parte della politica e dell’università, compensate da quelle, numerosissime, degli utenti sui più svariati social media.

Di seguito il video della singolare dichiarazione a Ballarò:

Per finire col sorriso e l’amaro in bocca al tempo stesso, la open letter di Simona Melani:

“Gent.ma Ministro Gelmini,
ho 25 anni, sono laureata in Scienze della Comunicazione e mi sto specializzando in pubblicità.

Molte volte mi sono sentita dire, un po’ per scherzo e un po’ sul serio, che il mio era un corso di laurea “facile” e che un mio trenta in Sociologia o non valeva neanche la metà di un 25 preso da uno studente di giurisprudenza in diritto penale o di un 18 in Anatomia.

Ho risposto sempre con il sorriso sulle labbra a chi dubitava dell’utilità dei miei studi: ho risposto lavorando di giorno e studiando di notte, ho risposto trovando sempre degli ottimi lavori, senza raccomandazione e nei quali ho messo a frutto i miei studi.

Dall’aria che tira, mi pare di capire che su un’eventuale Arca di Noè, non ci sarebbe spazio per noi poveri professionisti della comunicazione. Non per me, né per i creativi, né per gli stagisti che a centinaia lavorano nelle aziende dell’impero mediatico del Presidente del Consiglio. Noi non serviamo, le nostre lauree non servono.

Sono inutili anche tutti quei comunicatori, esperti di immagine creativi e chi più ne ha più ne metta che in questi anni non solo hanno permesso l’aumento esponenziale del fatturato delle aziende del Presidente del Consiglio, ma che lo hanno anche supportato nella sua discesa in campo e che studiano le sue mosse e quelle del suo partito.

Le sue parole a Ballarò, poche e passate forse in sordina ai più, “abolire le lauree inutili in Scienze della Comunicazione” sono state come un colpo di pistola. Se lo dice il ministro, mi sono detta, sarà vero. Io mi fido delle istituzioni, sa?

E allora come mai permettete il proliferare di università private che chiedono 30.000 euro per un master in comunicazione?
O è truffa o è circonvenzione d’incapace. In entrambi i casi, un reato.

Ho frequentato l’università pubblica, il mio corso di laurea è stato autorizzato dal ministero da lei presieduto. Quindi io sono stata truffata dallo Stato. E pretendo un risarcimento.

Ho fatto un breve calcolo: 5 anni di tasse, di affitto – sono una fuorisede – di libri, di abbonamento ai trasporti, bollette e spese varie fanno circa 10.000 euro. Se a questo ci aggiungiamo il danno biologico – studiando la notte e lavorando di giorno, il mio fisico ne ha risentito – e i danni morali e materiali arriviamo a 20 mila euro. Che ho intenzione di chiedere all’Università di Palermo e al Ministero dell’Istruzione. Io in cambio chiedo l’annullamento della mia laurea e mi impegno a reinvestire i soldi del risarcimento in una bella laurea in giurisprudenza. E in un biglietto A/R per Reggio Calabria. Sa com’è… per l’abilitazione.

Sono certa che, nell’eventuale causa, Lei mi fornirà tutto il supporto e l’appoggio possibili. Cordialmente,
Simona Melani

Sicuramente non si può negare che, nel settore ci siano precarietà e stipendi più bassi.

Ma, forse, ragionandoci su: a chi/cosa attribuire la colpa di tutto ciò se non a questi continui e imperterriti giudizi negativi che si protraggono ormai da anni?
Non è ora di essere positivi e propositivi a riguardo e innescare una rivoluzione comunicativa che possa portare a conseguenze e risultati più soddisfacenti per tutti?

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Starbucks: nuovi mercati, nuova brand identity

Dopo quarant’anni di attività Starbucks, sempre presente negli ultimi dieci anni nella Top 100 dei Best Global Brands di Interbrand (nel 2010 in 97esima posizione), con una stima del valore del marchio pari a 3,339 miliardi USD, ha presentato ai primi di gennaio sul sito ufficiale lo scenario futuro dell’azienda.

Tramite un articolo del presidente e CEO Howard Schultz, l’azienda ha annunciato un restyling del famoso marchio, rimasto invariato oramai da diciotto anni. Il pittogramma della sirena, da sempre simbolo dell’immagine dell’azienda, verrà mantenuto nel nuovo logo mentre scomparirà completamente il logotipo “Starbucks Coffee” con il suo inconfondibile lettering.

Schultz nell’articolo evidenzia come questo restyling non possa in alcun modo modificare quelli che sono i valori principali dell’azienda. Starbucks continuerà infatti ad offrire un caffè di alta qualità, e l’esperienza unica che negli anni ha creato un terzo spazio vitale per i consumatori tra la casa e il lavoro. Ma in più questa nuova Brand Identity permetterà all’azienda di innovarsi e sperimentare nuovi canali di distribuzione per creare forti connessioni con i nuovi clienti. Era già da qualche tempo che si rincorrevano voci circa la volontà della compagnia di entrare in nuovi mercati attraverso la vendita all’interno dei suoi cafè di birre, vini e altre bevande.

Molti affezionati consumatori hanno aspramente criticato la scelta di eliminare la dicitura “Starbucks Coffee”, così come molti esperti di branding che hanno accusato il nuovo logo di essere troppo generico. Molti addirittura ne prevedono il fallimento così come è successo recentemente a Gap, costretto poi a ritirare  il nuovo marchio (a seguito delle critiche ricevute online). In realtà la scelta di eliminare la parte testuale all’interno del logo sembra un trend molto seguito negli ultimi anni, soprattutto dai brand più forti (ad esempio Nike ed Apple).

Un breve excursus sulla storia del logo Starbucks

L’azienda durante i suoi quarant’anni di attività ha mostrato una forte sensibilità verso le politiche di branding. Le quattro trasformazioni principali che hanno riguardato il marchio risultano sempre essere legate a cambiamenti strutturali dell’area di business dell’impresa. Nel primo logo del 1971 si legge chiaramente “Starbucks Coffee – tea – spices” , in quanto all’inizio l’azienda non vendeva caffè pronto ma solo chicchi di caffè, te e spezie. Il colore marrone e l’immagine rudimentale lasciarono spazio nel 1987 al colore verde e ad un’immagine stilizzata della sirena a cui venne anche nascosto il seno sotto dei lunghi capelli (probabilmente per non offendere la sensibilità dei consumatori). Da quell’anno l’azienda iniziò a servire il caffè espresso all’interno dei propri negozi. Nel 1992, l’anno in cui la compagnia fu quotata in borsa,  il restyling comportò un avvicinamento dell’immagine della sirena nascondendo il suo corpo e lasciando solo intravedere le due estremità della coda.

È difficile prevedere l’impatto che il restyling del 2011 avrà sui mercati, ma la forte sensibilità dell’azienda e lo stretto legame che negli anni ha creato con i suoi consumatori difficilmente porteranno a un fallimento.

Trovato qui