Google connette, Facebook incornicia, chi controlla il web? [ANALISI]


A quanto pare Facebook, dopo il fidanzamento con Bing, inizia a far sul serio ed inizia a vedersi dallo specchietto retrovisore di Google, sarà un’allucinazione? Beh, sic stantibus rebus, la guerra non si prevede sarà lampo, e per il mercato del web e delle startup sono in arrivo fibrillazioni e scosse destinate a creare equilibri altamente mutevoli e completamente nuovi.
Con questo primo post inizio un viaggio all’interno del digital market trends, considerato che il mercato del web oggi si muove anche nell’interpolazione tra i punti tracciati dalle rotte dei big, inizio quindi con il tracciare quelle di Facebook e Google per fare previsioni sul mercato delle startup.

Facebook

Sappiamo esattamente come funziona, ed è diventato un luogo piacevole da frequentare grazie sopratutto a contenuti creati dagli utenti, nel tempo ha accumulato un quantitavivo altissimo di preziose informazioni digitalizzate con le quali ha fatto si che la sua unica fonte di ricavi, il Facebook Ads, generasse tra il 2009 ed il 2010 un incremento del fatturato, pari circa al 110%, 1,1 mld$ di introiti nel 2010 a fronte di un incremento degli iscritti del 55% circa.
Senza dubbio una crescita sovraproporzionata dei fatturati rispetto al numero di utenti.

Tuttavia, da tempo teme che la sua possa essere una semplice tendenza temporanea, e che la sua leadership possa essere messa in discussione, vuol rimanere monopolista o quasi, nel mercato delle reti sociali, ecco perchè cerca di acquisire Twitter.
Le sue punte di diamante sono principalmente il numero di visite record e l’altissimo quantitativo di informazioni.

Google

Per definizione il miglior motore di ricerca al mondo, un luogo necessario da visitare, un must della navigazione nel web, con una leadership di mercato oramai consolidata su più fronti della ricerca. Basato in gran parte sulla semantica e sulla capacità di sviluppo degli algoritmi nelle lingue più diffuse ad est ed ovest del globo, pare essere la Dotcom per definizione, con un fatturato pari a circa 30mld$ nel 2010.
Continui investimenti in R&D, strumenti di ricerca sempre più veloci, un sistema pubblicitario altamente efficace e la capacità di scovare ogni nuova tendenza del web in real time, lo rendono un osservatore attento con una capacità tanto globale quanto capillare. Senza un’apparente spiegazione abbandona il suo progetto di social network e stringe un accordo con Twitter, dopo un fallito tentativo di acquisto, che porta all’introduzione di Google Social Search.

The rat race

Stando ai fatturati e la potenza dei due, per Zuckerberg sarebbe impossibile anche solo immaginare di sfidare il gigante, ma a quanto pare il portale azzurro tenta la scalata, forte dei suoi quasi 600 milioni di utenti, e del record di visite, e proprio oggi introduce Iframe, tentando di incorniciare il web, e di controllare ciò che avviene dentro le sue cornici.
Probabilmente ricorderemo questa data come il lancio, a volto scoperto, del guanto di sfida da Palo Alto a Mounain View, perchè dopo la politica dei pulsantini “like” e “share” che sembra abbiano raggiunto una diffusione pari a 2 milioni di pagine web a pochissimi giorni dall’introduzione, oggi inizia la vera sfida sul controllo.

Certamente, per competere con Google, non bastava l’alleanza con Bing (microsoft) che ad ottobre diede inizio alla pratica di incorporare i risultati del motore di ricerca, all’interno della colonna centrale di facebook, pratica successivamente abbandonata.

Il divario sul fronte Desktop e Mobile

Altro aspetto da tenere in considerazione è l’enorme divario tecnologico esistente tra i due: la battaglia non si combatte solamente a suon di informazioni.

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Google detiene tecnologie proprietarie nel campo della cartografia con Maps e Earth, nel campo della comunicazione voip con Talk, nella ricerca video con Google Videos e Youtube, gli Hotels con quello che pare essere un add-on di Maps, Libri, Software, e recentemente sembra stia tentando l’acquisto di Groupon, da integrare in Maps.
Facebook sembra invece stregato dalla politica di alleanze (fallimentare ndr) di Bing, che senza dubbio non causa un forte impiego di risorse finanziarie, ma che spesso si traduce in una nuvola di fumo che rischia di estinguersi da un momento all’altro.

Dal Mobile World Congress 2011, peraltro, perviene un dato significativo: nel terzo e quarto trimestre del 2010 le vendite di dispositivi mobili hanno superato quelle dei pc, e Android è la piattaforma più diffusa.
Entrambi dovranno iniziare a pensare ad implementare i loro sistemi mobili in modo che siano perfettamente funzionanti ed in grado di generare introiti anche sul mobile.
L’applicazione Facebook mobile attualmente non ha un sistema pubblicitario integrato, mentre per Android esiste, e la Facebook,Inc. sembra stia puntanto sull’integrazione di Deals all’interno di Places con la quale conta circa 50 accordi commerciali con partner in Italia.

Alimentazione a base di Startups

Nelle due aziende gli investimenti potrebbero essere improntati sia in una logica interna costituendo apposite unità di R&D, così come è possibile assistere ad una serie di inglobazioni di startup ad alto contenuto tecnologico, si pensi al caso Google/ITA.

La diversificazione di prodotti per gli utenti e la mole tecnologica, che divide la Facebook, Inc. dalla società di Larry Page e Sergey Brin, potrebbe costringere Zuckerberg (ce lo auguriamo) ad acquisire una serie di startup piuttosto che puntare su unità frutto di spin-off di Bing (ma davvero pensano di far concorrenza a Google Earth con Bing Maps?).
Non dimentichiamo, inoltre l’enorme ambizione di entrambi di digitalizzare real time la vita degli utenti, aspetto fondamentale, che passa dalla realtà aumentata, alla telefonia web, alla geolocalizzazione.

Ferro Azzurro ama Facebook, Inc.

Probabilmente se dovessero girare wall street 3 tra qualche anno, questa frase sarà il messaggio in codice degli operatori di borsa del film, perchè in tutto questo polverone, bisogna guardare ad una differenza sostanziale, GoogleTM è quotata al Nasdaq, Facebook, Inc. non lo è. Il boccone è troppo ghiotto per le banche che sperano di poter fare affari con le azioni della F azzurra della quale tutti parlano e qualcuno vede già le contrattazioni impazzite e i piazzisti di wall street che si contendono le azioni.

Che oramai il social networking sia un must dei portafogli di investimento non è più un mistero, non dimentichiamoci che Goldman Sachs ha già investito nel portale durante i primi giorni del 2011 e che Jp Morgan ha messo sul piatto un’operazione simile per Twitter.
Zuckerberg sino ad ora ha atteso, perchè il tener fuori il gioiello sociale dalle contrattazioni di Wall Street ha portato ad un aumento di valore da 43mld$ durante l’estate del 2010 a circa 65mld$ nei primi giorni di marzo del 2011, grazie sopratutto al mercato “grigio” delle contrattazioni private sul quale attualmente indaga la SEC, ma ora potrebbe essere arrivato il momento di farsi quotare per reperire i fondi necessari al cospicuo investimento in innovazione ed alla eventuale ondata di acquisizioni.

Stay hungry, stay foolish Mark

Steve Jobs lo ha augurato ai laureati di Standford nel 2005, invitandoli ad essere follemente innovativi, quindi mi chiedo se il DNA innovativo che ha portato Zuckerberg a rompere tutti i record non debba essere rispolverato ed applicato anche al modello di investimento.
Considerando anche che il desiderio di azioni di questo tipo inizia a portare l’odore acre della bolla dotcom del 2000, o peggio l’odore dei derivati del 2008, concludo con una riflessione, che ha lasciato colui che ha hackerato il profilo facebook di Mark Zuckerberg candidandosi a vincitore della Facebook hacker cup 2011:
“if facebook needs money, instead of going to the banks, why doesn’t Facebook let its users invest in Facebook in a social way? Why not transform Facebook into a ‘social business’?”

MyChurch, il social network che unisce i fedeli! [INNOVATION & RELIGION]

MyChurch, il social network che unisce i fedeli!Dopo avervi presentato la bellissima idea di Santa Spot, restiamo in tema del rapporto tra comunicazione, innovazione e religione e vi proponiamo il caso MyChurch, un social network che permette la connessione tra una chiesa e la propria comunità religiosa.

L’idea alla base del progetto, per il quale è stata aperta anche una pagina Facebook dedicata, è semplice ma molto interessante: Continua a leggere

Real Time Analytics for Social Plugins: quanto si nasconde dietro a un Like!

Sono ancora in molti, purtroppo, a non sfruttare appieno le enormi potenzialità che Facebook offre per incrementare il business legato al proprio sito web o blog. Per questo oggi vogliamo parlarvi di Real Time Analytics for Social Plugins, la nuova piattaforma di statistiche di Facebook, aggiornata con nuove funzioni pochi giorni fa.
Le analisi dei risultati ottenuti attraverso la social network strategy sono il perno attorno a cui ruotano le discussioni sul social media marketing e per questo motivo Facebook ha voluto potenziare il sistema degli insights per tutti quei siti integrati con la sua piattaforma attraverso i social plugins.
L’obiettivo di Real Time Analytics è, quindi, quello di monitorare e migliorare l’analisi dei dati relativi al comportamento degli utenti e al modo in cui essi interagiscono con le pagine.
Le nuove voci sono 3:
“LIKE” BUTTON: l’analisi ci permette di visualizzare, attraverso un grafico, il numero di persone che hanno visto il Like, quelle che l’hanno cliccato, le impressions delle Like stories su Facebook e, infine, il numero di persone che ha cliccato su di esse per accedere al sito. Espandendo il pulsante del Like potremo sarà anche possibile visualizzare i dati relativi alle impressions e al CTR (click-through-rate).

Saranno visibili anche i dati demografici di coloro che hanno cliccato il Like sul nostro sito e questo si rivela fondamentale per creare contenuti che i nostri utenti potranno considerare sempre rilevanti. Gli insights ci forniscono i dati aggregati relativi a: sesso, fascia d’età, paese e lingua di accesso a Facebook.


ORGANIC SHARES: la piattaforma Insight è progettata per i siti che usano i social plugin, ma anche coloro che ancora non li utilizzano possono accedere ai dati riguardanti gli users che condividono i link del sito nei propri status o pubblicandoli nei wall post. Nella sezione Organic Shares possiamo visualizzare, oltre al numero degli share del sito su Facebook, anche gli articoli più popolari (in base a un mix di parametri formato da: click, commenti, condivisioni e visualizzazioni) e i dati delle relative impressions. Questi dati ci permettono di identificare quali sono stati i contenuti che hanno generato più interesse, spingendo ad una maggiore condivisione.

COMMENT BOX: poiché le conversazioni sono alla base di un utilizzo efficace di Facebook, questo riquadro permette di migliorare la qualità delle conversazioni stesse analizzando il numero di volte in cui gli utenti hanno cliccato la Comment Box, il numero di commenti lasciati e le volte in cui sono state viste le Comment stories.

In definitiva, la nuova Real Time Analytics for Social Plugin ci permette di visualizzare, in tempo reale, l’andamento del successo del nostro sito. Come facilmente si può immaginare la quantità di dati da analizzare a nostra disposizione è destinata ad aumentare sempre di più! E di sicuro qui si aprono infinite possibilità per migliorare l’integrazione tra il nostro sito e Facebook, ma anche l’interazione tra Facebook e lo stesso Google Analytics.
Se ancora non l’avete fatto, per collegare il vostro blog agli insights di Facebook,andate su http://www.facebook.com/insights/ e aggiungete un semplice Meta Tag.

E allora, che aspettate ad andare a vedere l’andamento del vostro sito? 🙂

Politici 2.0? C'è un'Italia migliore: Nichi Vendola 2.0 [CASE STUDY]

Crediamo nel potere delle idee, nel metodo e nella cultura.

Uno slogan politico? No, è lo slogan di FF3300 studio di design della comunicazione di Bari che insieme a Carla Palladino, Ed Testa e Proforma ha curato la campagna elettorale di Nichi Vendola.

Quest’ultimo, governatore della Puglia dal 2005, è stato definito l’Obama italiano per aver scelto come primo mezzo di comunicazione il web. Perché proprio come dichiara lui stesso:

Internet ci fa vedere la faccia pulita della globalizzazione, quella dell’estensione dei diritti civili e sociali e della rivendicazione di libertà e giustizia per gli oppressi (Nichi Vendola).

Le potenzialità del web 2.0 sono pressoché infinite, ma non tutti sono in grado si sfruttarle. Purtroppo la classe politica italiana fatica molto a comprendere appieno le logiche della comunicazione on line che ha nella trasparenza, nella condivisione e nella discussione aperta i suoi punti di forza.

Un po’ di numeri: quasi 400.000 fan su Facebook, più di 45.000 follower su Twitter, qual è stato il segreto del successo della propaganda di Vendola? La presenza su social network quali Facebook, Twitter, YouTube, Flickr e l’uso competente dei social media nel rispetto di un’ottica bottom up, la volontà di coinvolgere gli utenti (cioè le community on line, secondo il principio alla base del crowdsourcing) nella progettazione e nella gestione dei contenuti.

Un esempio è La Fabbrica di Nichi, una comunità di 80.000 persone sparse in Italia e all’estero che è l’evoluzione dei comitati di partecipazione civica, nata anche per avvicinare i giovani alla politica, un luogo dove incontrarsi senza tessere di partito, per rinnovare il linguaggio della politica. Si sa che il “politichese” è la lingua coniugata al futuro e Vendola, come Obama, ha deciso di parlare proprio a chi rappresenta il domani. Vendola ha così puntato sui giovani e nel 2005 è nato Bollenti Spiriti il programma regionale per le politiche giovanili che coinvolge attivamente 5.000 ragazzi. I manifesti per la campagna del 2005 mostravano a tutto campo aggettivi usati per offendere Vendola rivoltati in chiave positiva:

Guardando agli strumenti utilizzati da Vendola e dal suo team, nel sito c’è una sezione intitolata Partecipazione in cui i sostenitori possono dire la loro opinione raccontando l’Italia che merita di essere presa in considerazione, ciò si ricollega alle dichiarazioni programmatiche riunite sotto la tagline C’è un Italia migliore (nonché titolo del libro uscito per i tipi della Fandango). Gli utenti possono creare il loro manifesto e iscriversi alla newsletter, sostenere economicamente la campagna tramite una sottoscrizione on line. Crea una buona azione incoraggia la partecipazione dei cittadini alla vita politica, la sezione dei contatti non mostra solo un indirizzo e-mail, bensì 7 diversi recapiti per:

– dialogare con Nichi e lo staff,

– avere informazioni sulle attività di governo della Regione Puglia,

– invitare Nichi a un evento,

– inviare materiale da condividere sui social network,

– contattare il team dei creativi e avere materiale grafico per le Fabbriche di Nichi,

– avere informazioni sulle Fabbriche,

– sostenere il sogno tramite le sottoscrizioni.

Esiste anche il Kit per la comunicazione che permette di scaricare materiale propagandistico come cartoline, locandine, foto, manifesti, avatar, video.

Interessante il progetto Nichipedia, in cui ogni utente può contribuire ad aggiornare l’enciclopedia “vendoliana” con la propria idea in tema di turismo, politiche sociali, salute, ambiente, economia e sviluppo, lavoro e formazione, diritto allo studio e tanti altri argomenti, indicando ciò che funziona o che andrebbe migliorato.

Vendola, il poeta della politica italiana, si oppone apertamente alle canoniche strategie comunicative e risponde con la poesia, con i suoi “slogan di-versi” creati per la campagna del 2010.

La filosofia alla base dei manifesti: un’icona facilmente comprensibile da tutti che identifica un tema importante per la giunta Vendola, accompagnata agli slogan-filastrocca in rima baciata con un dato concreto a completamento dell’informazione, anche in questo caso gli utenti possono partecipare inviando le loro rime.

La campagna di Nichi Vendola per le elezioni regionali si è aggiudicata il primo posto nelle categorie Manifesto istituzionale candidati in carica o maggioranza uscente, Campagna tematica e Spot secondo il giudizio della giuria del Galà della Politica organizzato dal Dipartimento Comunicazione e Spettacolo dell’Università di Roma 3.

E voi che cosa ne pensate della politica 2.0 di Nichi Vendola? È efficace o no?
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Il gioco dell'oca di McCann Erickson per scovare nuovi talenti

Vi abbiamo mostrato vari esempi per arricchire graficamente il vostro profilo e adesso vi facciamo vedere un uso particolarmente creativo e dal risultato sorprendente della nuova visualizzazione degli album, realizzato dall”agenzia pubblicitaria McCann Erikson di Tel Aviv.

L’album Snakes and Ladders è una piccola opera d’arte. Simboleggia infatti la carriera lavorativa, in cui ci sono delle scale da salire e dei serpenti da affrontare. Oltre ad avere un bellissimo effetto visivo, è stato creato per uno scopo preciso: attrarre nuovi talenti nel dipartimento creativo dell’agenzia, come suggerisce la descrizione alla fine dell’album. Se a questo aggiungiamo che Snakes and Ladders è un gioco da tavola molto famoso (tipo gioco dell’oca), capirete quanto la trovata sia geniale!

Fare un sondaggio? Doochoo Inc. da valore alle vostre opinioni! [STARTUP HUNTING]

Doochoo, startup italiana ma incubata a San Francisco ha tutte le potenzialità per avere successo. L’idea è di Paolo Privitera e Armando Biondi. Punto di partenza: quanto sono importanti le opinioni? Tantissimo.

Acqua calda? Mica tanto. Oggi i sondaggi sono spesso relegati ad un mare di informazioni, posti qua e là nel vasto mondo del web. Quello che Doochoo sta creando  è un aggregatore di informazioni, come viene chiamato dagli ideatori: “Una wikipedia semantica per le opinioni”.

L’idea si è estesa, e da Couchin, applicazione per lo smartphone, si è arrivati all’ideazione di Pick1.

Couchin è una applicazione per votare i tuoi programmi preferiti, commentarli in diretta e invitare i tuoi amici a fare altrettanto, creando un Auditel 2.0 completamente rinnovato attraverso l’uso dei social network. L’idea è quella di una vera e propria community, che si riunisce, commenta e condivide le opinioni sul proprio programma televisivo preferito. Visione simpaticamente apocalittica:  aggregazione di opinioni e commenti live di adolescenti sulla Finale di Amici 🙂 .

Pick1, invece, ha una missione diversa. L’opinione viene intesa in maniera differente. Che sia per decidere dove andare a mangiare, o semplicemente fare una domanda per soddisfare una propria curiosità e attendere una risposta dal mondo social. Che siano amici o semplici curiosi. Avvicinandosi magari, a quell’aspetto di community, che risulta essere il punto di forza su cui far leva nel web.

Nel mio gruppo di amici riesce sempre molto difficile scegliere il locale per la serata. Ci ritroviamo sempre con 2-3 opzioni, e con un via vai di messaggi cerchiamo di metterci d’accordo. Spesso fallendo! Pick1 potrebbe essere la soluzione. Si carica la propria domanda, e si invitano gli amici a rispondere, attraverso la condivisione sui social network. Gli amici, alla stessa domanda, possono anche aggiungere opzioni, fare la propria votazione e infine lasciare un commento. Una bella pie chart ci dirà quale è il locale preferito dalla maggioranza.  Il log-in è possibile tramite FB, e qui trovate l’applicazione.

Ma pensiamo su larga scala e andiamo oltre alla serata con gli amici. Magicamente mi trasformo in una multinazionale del cioccolato (aggiungerei un magari 🙂 ) e vorrei sapere che opinione si ha sulle tavolette al cioccolato fondente e peperoncino, perché mi piacerebbe allargare la gamma del mio prodotto di punta. Attraverso il sito, e le pagine social che ormai tutte le più grandi aziende hanno, faccio partire un sondaggio che mi dia un risultato esatto, e che non si perda tra mille commenti che potrebbe suscitare il mio semplice Twitter o status su FB.

La triade, si conclude con alcuni progetti in via embrionali che vengono anticipati qui, e che prevedono una visione “local” delle opinioni. Ask to neighbor dovrebbe infatti essere un punto di incontro delle opinioni del vicinato, riguardanti gli aspetti più comuni, magari andando a sopprimere le vecchie e noiose riunioni di condominio.

Doochoo opinions’ movement.

Anche questa settimana una nuova startup, che parte da un’idea semplice ma ne rinnova il contenuto. Dare la propria opinione non è mai stato così semplice. Dopotutto nell’attuale knowledge economy, la conoscenza è tale solo se utile. E aggregare le idee, le opinioni e creare automaticamente delle pie charts che possano rappresentare i gusti e le scelte del web, con la mano sempre amica dei social network, può davvero essere un nuovo modo di intendere il sondaggio.

Lipton fa fiorire le pareti con Progetto Verde [VIDEO]

In un operazione a metà tra il guerrilla e l’ambient marketing alcuni tra gli artisti più rinomati dell’Australia hanno collaborato per diffondere la “positività verde negli spazi urbani” di Sidney.
Da quello che sembrava soltanto uno splendido murale hanno iniziato a spuntare piccole zolle di muschio che infoltendosi hanno completato e svelato il senso dell’operazione.
I prossimi appuntamenti per vedere queste opere d’arte a cielo aperto saranno a Melbourne e Brisbane. Il nome di quest’operazione è Progetto Verde come richiamo alla capacita di “fiorire” dei murales e la bevanda che sponsorizzano, il Tè verde Lipton.

[Social Network] Europa 2.0, i social network per le politiche europee

 

Non c’è bisogno di dati e statistiche per dimostrare l’importanza  che i canali di comunicazione digitale hanno assunto mondo politico: comunicazione via blog, campagne elettorali web-based, video-sharing e interazione sui social network sono diventate strategie diffuse per  formare l’opinione pubblica, anche nel tentativo di avvicinare i cittadini alla politica e stabilire con loro un dialogo bidirezionale.

Internet non ha ha cambiato solo la sfera politica americana con la campagna Obama, ma ha innovato anche il panorama dell’informazione europea tanto che, gli strumenti del web 2.0, sono diventati il canale di comunicazione  e di ricerca privilegiato dagli Europarlamentari.  Insomma, il sito ufficiale dell’ Unione Europea non è più l’unico canale, ma l’informazione made in Bruxelles viaggia sul Web, sopratutto tramite Twitter e Facebook.

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La campagna Ambient di Superette: le insidie delle panchine

La primavera è alle porte,  possiamo iniziare a liberare la fantasia. Mettiamo una bella giornata di sole estiva, il caldo e la voglia di osare indossando un paio di shorts o una minigonna. Tra le tante insicurezze e insidie che possono minare una scelta simile, soprattutto tra noi donzelle, dovremo fare attenzione non solo a come, ma anche a dove sederci.

L’ultima trovata di Ambient marketing in Nuova Zelanda è dell’agenzia  DDB di Auckland e si tratta di un bella scritta posizionata strategicamente sulle panchine, modalità marchio da bestiame, che si stampa simpaticamente con un bel rosso vivo sulle cosce dei malcapitati qualora decidessero di sedersi proprio lì. Gli stampi si trovano ovviamente nelle zone strategiche e di passaggio, le panchine “ad alta affluenza”.

Potrebbe essere un’ottima pubblicità per qualche azienda produttrice di prosciutti; in realtà si vuole promuovere Superette, un brand di abbigliamento che non vuole passare inosservato, e in questo modo sicuramente ci riesce.

Tanti testimonial più o meno consenzienti, che porteranno per le strade delle città bene impresso un messaggio: “Short Shorts on sale. Superette”.

Economico, efficace, ma forse un tantino invadente? Purchè se ne parli…