Come trovare un lavoro creativo: consigli utili dagli esperti [HOW TO]

Essere notati nel mare magnum di curriculum e portfolio degli aspiranti designers o creativi è una vera e propria sfida;  se siete intenzionati a perseguire questa strada, e credete nel vostro talento, allora rimboccatevi le maniche e preparatevi leggendo i consigli di questi esperti, provenienti  da alcune delle maggiori agenzie al mondo: JESS3, Code&Theory, AKQA e  Mekhanism

JESS3: 5 errori da evitare

Jesse Thomas è il fondatore di un’agenzia creativa che ha lavorato con nomi come Nike e giganti del Web quali Google, Facebook e Wikipedia; ecco i suoi suggerimenti su cosa evitare quando si è in cerca di un lavoro creativo.

  • Fare errori ortografici è una grossolanità imperdonabile, che porta allo scarto immediato del curriculum in questione. La distrazione non è una scusa buona: ricontrollate sempre dunque, prima di inviare a chi di dovere i vostri dati, che non vi sia scappato qualche errorino.
  • Non dimenticatevi di allegare una lettera di presentazione, che spieghi in modo chiaro e diretto ciò che considerate più importante e degno di approfondimento del vostro curriculum. E’ un ottimo modo per testare il vostro tono professionale.
  • l’indirizzo email lavorativo deve contenere il vostro nome o una sua leggera variazione; meglio evitare nomi particolarmente fantasiosi o nickname estrosi, che possiamo riservare alla nostra cerchia più intima di amici. Scrivere al capo come “Farfallina86” non è una buona idea…
  • Usate un tono professionale: dovete impressionare positivamente e far vedere di essere degni di rappresentare, in futuro, il nome del’azienda.
  • Mai mandare l’email con il curriculum da un dispositivo mobile: è  considerata una cosa da pivellini.

CODE AND THEORY: 3 suggerimenti veloci

Per aspiranti designer ecco i consigli di Brandon Ralph, partner ed executive creative director di Code and Theory, agenzia della Grande Mela che si occupa  di grafica e design, in particolare per siti web.

  • Nella vostra prima email, scrivete un oggetto che introduca voi e il ruolo cui aspirate. Siate semplici perchè l’email salti all’occhio, ma attenti al rischio di sembrare arroganti.
  • Inserite sempre una versione in pdf del vostro CV
  • Inserite anche un link che rimandi al vostro portfolio website (se non ce l’avete, createlo), dove il vostro possibile datore di lavoro possa valutare la vostra bravura. Lasciate che i vostri lavori parlino per voi!

AKQA: Cosa fare e cosa no!

Lionel Carreor e Barbara Tejada, due dei recruiters di AKQA – agenzia leader nella comunicazione integrata – svelano quali sono le 3 cose che più amano nel candidato ideale e 4 criticità da evitare.

1000 punti per:

  • chi esibisce un portfolio che riesca a stupire, destabilizzare e -perchè no- ingelosire i recruiters.
  • chi si presenta ben preparato. E’ indispensabile saper spiegare ognuno dei propri lavori in maniera semplice e dettagliata, dal brief fino alla realizzazione.
  • chi dimostra di sapere tutto – o quasi- anche sull’agenzia in cui vorrebbe lavorare.

Bollino rosso per:

  • chi chiama e manda email compulsivamente all’agenzia, senza un motivo. Aspiranti creativi sì, stalkers no, grazie: attirate l’attenzione, ma fatelo in modo elegante.
  • no alle malelingue: chi parla male dei propri ex datori/ex colleghi/ex clienti innesca sospetti non proprio piacevoli nel datore di lavoro.
  • Chi si fa vedere pessimista o simil-depresso: non è un biglietto da visita adeguato a chi sta cercando un nuovo lavoro. Non sempre è facile essere ottimisti: recitate anche spudoratamente, ma non fatevi vedere giù!
  • Chi utilizza terza persona in lettera di presentazione e curriculum, parlando di sè stesso.

Ed infine…i 10 punti fondamentali secondo Mekhanism.

Mekhanism è una delle aziende più creative a livello mondiale, se parliamo di storytelling digitale. Ecco un elenco di suggerimenti utili agli  aspiranti creativi, direttamente dal direttore dei social media aziendali Brendan Gahan, un copywriter, un PR dello staff ed il direttore dell’agenzia, Jason Harris.

  • siate fan del vostro lavoro, perchè è molto più che un lavoro. Dimostratevi appassionati e volenterosi di lavorare proprio per quell’agenzia.
  • siate ambiziosi e pieni di iniziativa, veri e propri promotori di voi stessi, anche se non avete grandi esperienze lavorative alle spalle. Se non ci credete voi per primi…
  • ovviamente, dimostrare di avere un’etica del lavoro irreprensibile aiuta. Qui, la più classica delle raccomandazioni non guasterebbe…
  • dovete esibire in portfolio lavori mozzafiato, of course.
  • dimostrate personalità, qualche critica a volte può colpire nel segno, a patto di non risultare offensivi.
  • durante il colloquio, non dite continuamente cose che rimandino al vostro curriculum, è terribilmente noioso ed inefficace.
  • per i tirocinanti o coloro che si stanno affacciando al mondo del lavoro: siate anche sfacciati se serve, ma non vergognatevi di chiedere, chiedere e ancora chiedere informazioni, consigli e quant’altro a chiunque possa darvi un mano a capire come ambientarvi e muovervi.
  • non temete di esprimere le vostre passioni, come musica o moda,  anche se non direttamente legate al lavoro che state cercando. Ci sono brand che possono trarre beneficio dal conoscere vostri interessi, molto più di quanto possiate pensare.
  • Infine, imparate bene i lavori creativi dell’agenzia, selezionate i 3 vostri preferiti e spiegate il perchè vi piacciono tanto. Un po’ di lusinghe non guastano mai, in questo ambiente! 😉

Via

La lista dei desideri sul web si costruisce con Mybucketli.st

Nella vostra mente non riuscite ad avere più giga disponibili per “salvare” tutte le vostre idee? Cominciate a dimenticarvi le cose? Bene, allora ecco il sito che fa per voi: Mybucketli.st

Il sito (online ma non attivo) per ora vi permette di lasciare la vostra mail e così essere ricontattati al lancio. Ed in pratica ha la funzione di una agenda dove poter appuntare tutte le cose che vorreste fare un giorno:

– guidare una Formula 1?
– incontrare il vostro campione preferito?
– cenare con attrici/attori famosi?
– un bel bungee jumping?

Qualsiasi sia il vostro sogno nel cassetto, sul sito potrete appuntarlo.

Qual è il vostro sogno? Il vostro (più o meno) prossimo obiettivo? 🙂

Voli Air New Zealand: ecco cosa succede a bordo

Ricordando un pò le scene comiche del film “l’aereo più pazzo del mondo“, con piloti miopi, crisi di panico e quant’altro, la Air New Zeland sembrerebbe essersi ispirata allo humor dei Zucker-Abrahams-Zucker movies per trasformare l’immagine aziendale sbizzarrendosi con campagne non convenzionali attraverso YouTube.

Nothing to hide” è stata la prima campagna lanciata da Air New Zeland, in cui un bizzarro personale di bordo che indossa divise in body painting, ci mostra le misure di sicurezza da adottare prima del volo.

Segue la nascita dell’insolete pupazzo Rico che, oltre a far parte dello staff Air New Zeland, incide una traccia musicale con Snoop Dogg diventando un vero e proprio fenomeno della rete!

La compagnia ha trasformato i suoi aerei in veri e propri set dove inscenare storie di ogni tipo. Nel 2010 hanno realizzato un video in cui lo staff Air New Zeland è stato sostituito dagli All Blacks, una delle squadre di rugby più rinomate al mondo.

Sempre nel 2010 è stata realizzata una consumer campaigni clienti stessi hanno raccontato alcune loro improbabili esperienze di viaggio! 😀

L’ultima chicca è questa campagna che vede protagonista Richard Simmons, guru del fitness degli anni 80, che illustra le misure di sicurezza prima del decollo attraverso un corso di aerobica.

Via

La nuova campagna di Obama parte dal quartier generale di Facebook

Aveva fatto parlare molto di sè Barack Obama per essere stato il primo grande politico a parlare ai suoi sostenitori usando la potenza dei social network. Ci eravamo abituati a vederlo tweettare della sua riforma sanitaria e a vedere Michelle Obama supportare il marito attraverso la sua pagina di Facebook. Ma non si era conclusa lì la fiducia della famiglia presidenziale nell’uso dei social network come strumento di comunicazione per raggiungere quante più persone possibili.

Ieri, infatti, il presidente degli Stati Uniti si è recato in visita a Palo Alto, perchè ha deciso di tenere il primo comizio della nuova campagna proprio dalla sede di Facebook. E’ stato accolto da un Mark Zuckerberg in giacca e cravatta, parecchio emozionato per l’importante presenza nel suo headquarter.    Nel corso del suo discorso il presidente ha voluto ricordare l’esempio di Andy Grove, socio fondatore di Google, ungherese, arrivato negli Stati Uniti con una grande idea da realizzare. E parlando di lui ha voluto ricordare tutti quei giovani che ogni anno arrivano negli Stati Uniti con grandi competenze matematiche e scientifiche e con una grande idea da realizzare. E ciascuna di queste idee è un potenziale generatore di posti di lavoro. Perché, allora, non fare il possibile per far restare negli Stati Uniti queste persone?

“La situazione del bilancio statunitense è preoccupante e impone dei tagli” spiega il numero uno della Casa Bianca. “Ma i tagli vanno fatti con il machete, ma con lo scalpello, altrimenti si rischierebbe di tagliare indiscriminatamente anche ciò che può portare nuovi posti di lavoro e il rischio di una nuova recessione sarebbe davvero alto.” E a questo proposito, il Presidente ha scherzato con il giovane Zuckerberg, dicendo che quelli come lui devo prepararsi a pagare più tasse.

Insomma, quello di ieri a Palo Alto era un Obama che vuole puntare sui giovani e su Internet e lo fa partendo dal luogo dove i giovani si ritrovano: Facebook. Lo fa, facendo passare la riforma sull’istruzione attraverso il popolare social network e puntando ad enfatizzare le discipline STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) anche per le donne e le minoranze. “Quando realizzeremo questo, e’ importante che avvenga un cambiamento nella cultura americana” dice Obama. E sottolinea che il suo auspicio è che la gente percepisca questo grande passo in avanti nel mondo di Internet esattamente come ha percepito la prima passeggiata dell’uomo sulla luna”. Una conquista per tutti.

Ricordiamo che Obama ha quasi 20 milioni di fan nella propria pagina Facebook, mentre la first lady ha superato i 4 milioni.

Non c’è, quindi, molto da stupirsi per la scelta di partire dal quartier generale di Facebook per la prossima campagna elettorale. Ci pare una scelta coerente con il fatto che Facebook è diventato uno strumento importante all’interno di una vincente strategia di comunicazione politica.

L'analisi netnografica delle conversazioni online: il caso True Blood [RICERCA]

True Blood è una serie TV statunitense di ambientazione vampiresca ideata da Alan Ball, che dal 2008 tiene i suoi fan con il fiato in sospeso tra scene di nudo, sesso, violenza e splatter.

Il successo della serie nel periodo della rivoluzione mediatica portata dal web 2.0 ha permesso nel tempo la creazione di una web tribe di appassionati che non mancano di scambiarsi pareri, conoscenze e informazioni attraverso le piattaforme sociali. Continua a leggere

10 ragazzi, un trenino, qualche metro di rotaie, uno smart phone per documentare il tutto, pronti e via! Gli ultimi 20 k, del Cammino verso Santiago de Compostela con un trenino merci Ferrarama e i social media.

'>

Ferrorama: il cammino per Santiago de Compostela con un trenino live sui social media [SPECIALE WEBBY AWARDS]

 

Tra le tante campagne presenti ai Webby di quest’anno una che mi ha colpito particolarmente è quella per i “trenini” Ferrorama. La casa produttrice Estrela (il più grande produttore di giocattoli del Brasile) ha voluto festeggiare così il ri-lancio sul mercato di un giocattolo che ha letteralmente appassionato intere generazioni.

Il progetto Volta Ferrorama ha deciso di ripercorrere gli ultimi 20 chilometri del cammino di Santiago de Compostela. Gli ingredienti? 10 ragazzi, un trenino, qualche metro di rotaie, uno smart phone per documentare il tutto, pronti e via!

Lo scopo dell’azienda era quello di comunicare il lancio in grande stile e rivolgersi ad un pubblico giovane in modo nuovo. E come farlo se non con una folle impresa, fatta da ragazzi costantemente documentata su siti, blog, portali, canali Youtube, Flickr, Facebook e Twitter.

Il progetto è iniziato quando una comunità su Orkut con 3000 fan del prodotto ha chiesto alla casa produttrice di riprendere la produzione di Ferrorama. La casa ha così lanciato una sfida: se 10 persone della comunità riusciranno a percorrere i 20 chilometri con solo 110 metri di rotaie senza mai fermare o far uscire il treno fuori dai binari, allora il prodotto “Back Ferrorama” sarà attuato.

Veniamo quindi all’impresa pensata dall’agenzia dm9ddb.

Il sito internet voltaferrorama funge da punto di riferimento, e con una simpatica animazione in Flash presenta passo per passo il cammino del treno merci grande poco più di 10 cm. Per gli appassionati in Brasile e nel resto del mondo è stato quindi possibile seguire l’impresa e interagire con i ragazzi in Spagna.

 

A colpo d’occhio notiamo che uno dei canali più usati è stato Twitter, @voltaferrorama registra quasi 700 followers, ma non solo, infatti nel progetto sono state coinvolti personaggi chiave, appassionati, portali, blogger e tra questi @chicobarney che registra un seguito di quasi 9000 followers. Non potevano mancare aggiornamenti anche nella community di Orkut dal quale è partito tutto.

Presente inoltre anche una pagina Facebook, anche questa usata come piattaforma e archivio per news, video e foto;  un ricco canale Youtube, costantemente aggiornato con video dei passaggi chiave dell’impresa, e una pagina Flickr con altrettante foto.

Guardiamo il video:

L’impresa, o meglio, la campagna ha avuto una grande eco su twitter ma anche su blog, tv, radio giornali e magazine e dimostra come una semplice idea possa diventare qualcosa di grande sfruttando a pieno e in maniera corale le potenzialità dei social media.

Extravergine di Comunicazione. La campagna elettorale fatta in casa [INTERVISTA]

Extravergine di Comunicazione. La campagna elettorale fatta in casaSei un consigliere comunale e vuoi fare il salto di qualità con la tua candidatura in regione? Oppure sei un semplice cittadino che sta ponderando un’eventuale “discesa in campo” e ti chiedi quanto la scalata al potere possa gravare sulle tue tasche?

Bene! Allora Extravergine di comunicazione è il tool che fa per te!!

Basta inserire alcuni dati relativi al luogo dove vuoi candidarti ed in un attimo la tua campagna elettorale è pronta. Ti verranno forniti: una stima dei costi da sostenere, alcuni accorgimenti di base per raccogliere consenso ed un piano strategico trimestrale. Il tool nasce con l’obiettivo di standardizzare il più possibile le campagne elettorali (soprattutto nei piccoli centri), programmare le azioni e le spese ed infine adottare quanto di buono è stato fatto da altri. Abbiamo invitato Guido Porro, cervello dell’operazione, ad approfondire con noi lo scenario della comunicazione politica in Italia e le potenzialità del loro configuratore.

POLITICA E WEB 2.0

Ciao Guido e benvenuto su Ninja Marketing. Cominciamo dalle origini, puoi spiegarci in che modo il web 2.0 può venire incontro alle esigenze della classe politica?

Io penso che il web 2.0 offra ai candidati la grandissima opportunità di rendersi un po’ più professionalizzati. Grazie al web 2.0 il candidato ha la possibilità di far girare informazioni, di selezionare i contenuti e quindi aumentare il livello di professionalità della propria campagna elettorale. Inoltre mette a disposizione del candidato tutta una serie di tool, di requisiti, di capabilities e di conoscenze utili a creare un vero e proprio network di persone reali che possono essere messe a disposizione del candidato e che altrimenti verrebbero meno.
Quindi il web 2.0 nel senso più classico diventa proprio un motore di rete e di conoscenza per il candidato che altrimenti si ritroverebbe relegato nella propria nicchia del paese, piuttosto che della provincia o della regione.

L’uso corretto dei social network da parte dei personaggi politici può corrispondere a un reale ritorno in termini di voti?

Dipende molto dalla tipologia e dalla struttura dell’elettorato di riferimento, quindi non esiste una risposta univoca ad una domanda che pure è assolutamente centratissima. Da questo punto di vista quindi ritorno al tema della precedente domanda e della professionalizzazione del marketing politico. La cosa straordinaria però, è che i target di riferimento dei social network non sono probabilmente quelli che ti aspetti utilizzando dei criteri qualitativi o poco scientifici, se è vero che, soprattutto in Italia, i tassi di adozione e di crescita della penetrazione di facebook tra i cinquantenni e i sessantenni sono i più alti, ovviamente non in termini assoluti ma in termini di percentuale di crescita. Quindi la risposta è: dipende molto dal target elettorale che il candidato ha come riferimento.

LE CARATTERISTICHE DEL SERVIZIO

Mi sono molto divertito a provare le candidature previste dal configuratore (consiglio a tutti di fare un giro sul sito per rendersi conto) ed ho notato che per quasi tutte le campagne elettorali si sottolinea l’importanza dell’uso del santino, per quale motivo ritieni debba essere ancora adoperato?

Questo è un buon punto effettivamente perchè non te lo aspetteresti da un sito web 2.0 che in qualche modo spinge verso l’innovazione. Ma in realtà è proprio questo il punto, il mercato politico offre un prodotto che in sé ha dei connotati molto classici, molto strutturati, non sta proponendo un prodotto che è differente da quello che probabilmente si proponeva venti anni fa. Si fa un programma elettorale, si mette la faccia del candidato che propone e supporta il programma attraverso la propria storia, le proprie abitudini, le proprie conoscenze e il proprio network.

Si tratta di cose che potevano tranquillamente venire dette anche 20 anni fa quindi sotto questo punto di vista non c’è niente di nuovo. Ritengo però che non bisogna buttare via il buono che c’è della tipologia tradizionale di campagna elettorale. Si tratta semplicemente di riprendere alcuni spunti che nelle campagne elettorali tradizionali andavano bene e riformularli secondo i criteri e i canoni creativi nell’ottica del web 2.0. Ma utilizzare il web 2.0 non significa entrare nella stupida competizione tra usiamo di più il web e lasciamo completamente fuori i giornali e i vecchi media, si tratta anzi di avere una prospettiva equilibrata ed un buon livello di marketing mix tra i diversi canali.

Vuoi anticiparci qualcosa sui futuri sviluppi del configuratore di Extravergine di Comunicazione?

L’idea di fondo da cui è partita questa idea è il fatto che in provincia, nei piccoli comuni e nelle piccole regioni anche a fronte di mezzi finanziari economici e di professionalità non eccelse, abbiamo riscontrato molta voglia di innovazione, di creatività, di fare comune e di mettere a disposizione quello che di poco o tanto si è creato per darlo secondo la logica del dono anche ad altri, che si trovano nella stessa situazione, nella stessa campagna elettorale, o in altre situazioni di competizione politica.

Noi siamo partiti raccogliendo queste buone pratiche, quindi il modello matematico che viene sviluppato all’interno del configuratore, ha implicitamente queste buone pratiche, cerca di raccoglierle secondo logiche matematiche, econometriche e quantitative. In funzione di ciò, il prossimo passo sarà quello di uscire dalla logica puramente matematica e di costruire delle schede di valutazione delle campagne elettorali che possano mettere in collegamento gli aspetti qualitativi ai risultati ottenuti dal candidato.

A tal proposito ci piacerebbe raccogliere notizie su: come il candidato è riuscito a inserire nella propria campagna i volontari, come è riuscito a utilizzare i mezzi innovativi come il web, come è riuscito a fare un buon mix con i vecchi media e quindi a utilizzare eventualmente la radio piuttosto che i santini dei quali parlavamo prima.
Ma soprattutto a come è riuscito a strutturare una campagna attraverso un buon piano di comunicazione ovvero sapendo esattamente cosa fare prima, cosa fare dopo e cosa fare durante, senza lasciarsi perdere in inutili polemiche ma dettando l’agenda della comunicazione politica durante i mesi della campagna elettorale. Il prossimo passo sarà questo ovvero di raccogliere dei casi di particolare interesse per metterli a disposizione di tutti.

Le schede delle campagne elettorali avranno una declinazione molto visuale e saranno di facile leggibilità e comprensione difatti non condividiamo molto l’idea di scrivere articoli o saggi di cento pagine che poi nessuno legge. L’obiettivo è quello di costruire uno strumento leggero, molto navigabile (confermo che ne ha già le caratteristiche, ndr) accessibile a tutti e che possa svolgere la funzione di diffusione di buone pratiche riuscendo magari in futuro anche a mettere in contatto diretto i candidati delle campagne elettorali in questione.

MODALITA’ DI FINANZIAMENTO

Un’ultima domanda che sicuramente sta molto a cuore alla nostra comunità di lettori: come vi siete finanziati?

Per ora non abbiamo avuto dei costi vivi particolarmente pesanti, per cui diciamo che ognuno ha messo gratuitamente a disposizione le proprie competenze. Mi riferisco in particolare, soprattutto a coloro che nel gruppo hanno competenze nel campo della comunicazione politica e che proprio nella logica della gratuità hanno messo a disposizione il loro tempo e la loro capacità. Quindi ci siamo autofinanziati nel senso che tutte le attività sono state fatte a titolo volontaristico e gratuito. Ad oggi non abbiamo ancora pensato a strumenti di finanziamento veri e propri anche se in testa c’è ovviamente quello di mettere un link al sito, in modo tale da poter fare eventuali donazioni all’idea. Ma è una cosa sulla quale stiamo ancora riflettendo, per ora ci autososteniamo con il nostro tempo e con il fare tutto internamente.

A concludere mi piacerebbe far notare ai nostri lettori come tutta l’operazione racchiuda in sé le potenzialità per gettare uno squarcio di luce sul tema della politica (che da sempre si contraddistingue per inaccessibilità e mancanza di trasparenza). Il punto resta sempre lo stesso, ovvero quello di ridurre le barriere all’entrata per far si che la competizione politica possa essere la più chiara e trasparente, senza registrare rendite di posizione maturate negli anni, in funzione di patronati elettorali ed in modo tale da aprire anche a persone che nell’ottica della chiarezza vorrebbero metterci la faccia. E possiamo dire che Extravergine è un piccolo passo nel mare magnum della politica che però volge verso la giusta direzione.

Per chi è appassionato del tema della trasparenza nella politica abbiamo già trattato quest’argomento nella sezione startup!

Sharing is caring 🙂

Lorem Pixum: il generatore di immagini segnaposto

Tutti i designer prima o poi si trovano nella situazione di dover presentare al cliente un file di struttura o una semplice bozza del layout, prima cioè di avere la disponibilità dei contenuti da inserire. Si rende necessario quindi un “tappabuchi” per occupare lo spazio e dare un’idea di come sarà il risultato finale.

Ora, mentre per i contenuti testuali ci sono tantissime soluzioni e generatori di testo random, ne ho scovata una anche per le immagini, che credo possa essere molto utile ai web designer: riprendendo un po’ il nome del molto più famoso “cugino testuale” Lorem Ipsum, ma con un chiaro riferimento alle immagini (in inglese, pics) si chiama Lorem Pixum, già nominato per l’Awwward nella categoria Design.

La sua funzionalità è tanto semplice quanto geniale, forse anche un po’ magica: vi fornisce il codice da inserire nei tag per le immagini, puntando ad una foto a caso della sua gallery, di cui potete scegliere anche le dimensioni. Per quelli attenti anche alla coerenza delle immagini con il tema, non preoccupatevi: potete scegliere la categoria di appartenenza e se l’immagine deve essere a colori o in scala di grigi.

Vi faccio qualche esempio, ma per capire bene il funzionamento di questo tool vi suggerisco di premere F5 (o command-R per gli utenti Mac) per aggiornare questa pagina e poi guardare ancora le immagini sotto 🙂

Sport:

Astratte:

Cibo:

Natura:

Animali:

Città:

Solo oggi sono state generate più di 88.000 immagini casuali, mentre da quando esiste ne ha generate circa 1.600.000… Notevole no?

Magnum e la Pleasure hunt Across The Internet: una caccia al tesoro creativa

L’agenzia svedese Lowe Brindfors ha ideato un’eccezionale campagna digital per il lancio del nuovo gelato Magnum “Temptation Hazelnut”.

La campagna dal titolo “Pleasure Hunt” (Caccia al piacere) è completamente realizzata in flash, ed ha come protagonista una bellissima ragazza alla ricerca di bon bon. Concepito come un vero Advergame, il sito permette agli utenti di comandare la ragazza attraverso la tastiera e di muoversi all’interno della rete. Il tempo e i punti accumulati, in base ai bon bon conquistati, sono sempre in evidenza in alto a destra.

La ragazza esplora il sito di YouTube, quello di Dove beauty products, alcuni siti di viaggio, destinazioni lussuose, prodotti di elettronica, siti di vestiti e tanti altri. Una vera e propria operazione di co branding che evidenzia il forte potere di coinvolgimento di Flash,  anche se in questo momento il web sembra preferire sempre più l’HTML5.

Alla fine del gioco la ragazza trova finalmente il nuovo gelato, il Magnum Temptation Hazelnut con bon bon, e vengono calcolati i punti del giocatore che può condividere il suo risultato su Facebook e sfidare i propri amici.

Per iniziare ad esplorare anche voi la rete alla ricerca dei bon bon cliccate qui.

Patrizia Pepe, dal Crisis Management l'opportunità per ripartire [INTERVISTA]

Vogliamo chiarire che non era nostra intenzione aggredire il vostro Brand. Di fatto, le persone che si sono occupate del post non si sentivano toccate dal dibattito che ne è scaturito, e guardando la foto hanno pensato semplicemente che fosse davvero un bel vestito.

Abbiamo così cercato di esporre nella maniera più neutrale possibile i fatti, riassumibili in una gestione a nostro avviso infelice dei commenti, definiti in prima istanza “provocazioni inutili”. Siamo convinti che nel marketing un momento di crisi possa trasformarsi in un’opportunità e quindi, perché no, in un successo.

Tutti hanno raccontato di questa storia. Ci dite come è andata “dalla vostra parte dello schermo”? Come sono stati accolti i tweet e i commenti su Facebook? Avete elaborato una strategia collettiva per la gestione? Chi se n’è occupato?

Noi, come Ufficio Comunicazione, abbiamo sempre gestito internamente i Social Media. Non abbiamo mai delegato la gestione delle community ad un’agenzia esterna. Questo fino a qualche giorno fa è stato un punto di forza e ci ha permesso di far crescere molto il Blog e la pagina Facebook. Riteniamo che solo dall’interno si possa essere in grado di fornire veramente l’esperienza del Brand, mettendosi in relazione diretta con i Fan.

Qui però risiedono forse anche le ragioni degli errori fatti in quei giorni: un eccesso di orgoglio che ci ha fatto reagire in quel modo alle osservazioni ricevute.

Il colmo è che proprio in quei giorni stavamo iniziando a pianificare la nostra presenza su Twitter, luogo che conoscevamo poco e che fino a quel momento avevamo più che altro presidiato.

Sicuramente questa mancanza, unitamente alle altre cose, ha amplificato la crisi.

A tal proposito siamo rimasti stupiti di come alcuni abbiano chiesto sommariamente il licenziamento dei Community Manager. A tal proposito vogliamo chiarire che l’azienda è unita e compatta. Questa lezione servirà come apprendimento importante per continuare a fare il nostro lavoro ancora meglio di prima.

Il botta e risposta fra voi e il “popolo del web” è andato avanti per un paio di giorni e vi fa sicuramente onore il fatto che abbiate risposto indistintamente a tutti, dimostrando di ascoltare chiunque avesse deciso di entrare nel dibattito. Alcuni hanno parlato di una vostra strategia per incrementare la visibilità dell’azienda. Al netto della dietrologia, molti si chiedono il perché di un batti e ribatti fino alle ore piccole. Una reazione strategica o spontanea?

La reazione è stata assolutamente spontanea, fin troppo, questo è evidente!

Circa il rispondere a tutti, è sempre stato la nostra filosofia.

Nessuna dietrologia o strategia di comunicazione per incrementare la visibilità dell’azienda.

Avete avuto dei riscontri “quantitativi” in termini di follower/fan persi e guadagnati durante questa vicenda?

I follower su Twitter sono cresciuti di circa 150 unità.

Il grafo allegato rappresenta il livello di connettività tra i soggetti che, a diverso titolo, hanno prodotto tweet nel periodo più caldo.

Dalle nostre verifiche è emerso che gli account fanno per lo più riferimento ad una community di appassionati dei Social Media che, essendo molto densa ed interconnessa, ha contribuito all’effetto propagazione.

Possiamo anche affermare che la pagina Facebook e il WWW non abbiano risentito particolarmente della vicenda.

Infine:

– Alcuni video su YouTube hanno avuto risultati migliori di quanto atteso.

– I download dell’applicazione iPhone sono stati in linea alle aspettative.

Avete rilasciato un comunicato dove dite “di non voler essere Social dando opinioni banali e scontate.” Cos’è essere “Social” per voi?

Chiaramente non pensiamo che essere Social significhi insultare la gente, ma neppure accettare gli insulti e come tutti stiamo cercando la nostra strada.

Allo stesso modo non pensiamo sia tale fare comunicati stampa neutrali ed asettici.

Per noi significa essere spontanei e aperti, ascoltare i fan e cercare di supportarli nelle loro richieste. Questo rimanendo fedeli a noi stessi e alle nostre convinzioni, in particolare sugli argomenti che ci riguardano.

Fino ad ora lo abbiamo fatto creando iniziative per coinvolgere la community. Ad esempio tramite eventi dedicati ai Fan e favorendo la pubblicazione di aggiornamenti di status e foto (cosa talvolta preclusa su altre pagine dei Brand).

Proprio oggi abbiamo pubblicato un articolo (link: http://inside.patriziapepe.com/it/2011/patrizia-sei-tu) in cui riportiamo le foto che alcune Fan hanno inserito spontaneamente su Facebook.

Qualcuno ha parlato di “buonismo” nel social media marketing, il che ci ha fatto sorridere perché “il cliente ha sempre ragione” è un corollario vecchio come il mondo. Abbiamo pensato subito all’atteggiamento che hanno i grandi colossi americani in casi del genere, in cui sono pronti immediatamente a chiedere scusa. Ci ha colpito molto la frase che avete scritto: “Adesso, a mentre fredda, vogliamo scusarci dei toni e dei modi: abbiamo fatto lo stesso identico errore che leggevamo negli altri!”, che ci è parsa come un “abbiamo sbagliato noi e avete sbagliato voi”. Volete chiarirla?

Avreste preferito un comunicato stampa asettico?

Noi abbiamo chiesto scusa per i modi e i toni, nati dall’orgoglio e dalla frustrazione di vedere certe affermazioni ed associazioni che non ci appartengono.

L’errore che abbiamo letto negli altri è quello di generalizzare, provocare e offendere il lavoro fatto da altre persone.

E noi purtroppo abbiamo fatto lo stesso con le utenti coinvolte e con chi ha partecipato alla discussione successiva, in particolare su Twitter.

Rimaniamo convinti che così come le aziende dovrebbero rispettare ed ascoltare i loro interlocutori, anche questi dovrebbero rispettare le aziende, che sono fatte di persone, che fanno il loro lavoro al meglio, tutti i giorni, soprattutto quando ci sono in gioco i principi e i valori.

Avete scritto: “Patrizia Pepe è un Brand che ha sempre saputo evolversi, costantemente imparando sia dagli errori che dai successi. Vogliamo farlo anche in questo caso e vi assicuriamo che stiamo già pianificando delle iniziative concrete”. Quali sono le iniziative concrete a cui fate riferimento?

Molti ci hanno consigliato di spegnere tutto, chiudendo la nostra presenza sui Social. La nostra prima azione concreta invece è stata quella di decidere di aprirci ulteriormente. Fino ad ora abbiamo avuto modo di imparare moltissimo e vogliamo continuare a farlo.

In questo senso abbiamo pianificato degli interventi in termini strategici, tecnologici e organizzativi.

Dal punto di vista interno, stiamo rivedendo i processi di gestione della Community, di escalation e gestione delle crisi.

Stiamo anche facendo ulteriori analisi tecniche, in particolare circa l’evoluzione della faccenda su Twitter e Facebook. A breve diffonderemo questi dati sperando siano utili anche ad altri: una sorta di crisi opensource insomma. Su questo argomento presto coinvolgeremo alcuni degli utenti con cui abbiamo interagito in questi ultimi giorni.

Infine stiamo organizzando alcune nuove iniziative sulla nostra community e su questo vi terremo informati molto volentieri.

 

L’intervista è stata realizzata in collaborazione con Simona Melani, autrice dell’articolo “Patrizia Pepe, quando la brand reputation passa per una foto su Facebook“.