L'evoluzione dell'hair styling sta tutta in un gel [VIRAL VIDEO]

Venti look diversi, venti personaggi famosi e icone di stile (chi più chi meno…de gustibus!  😉 ). Sono i soggetti scelti da Garnier, reinterpretati da un unico attore, per lo spot del suo nuovo gel. L’abile montaggio permette una continuità visiva tra i diversi personaggi davvero fluida, che metaforicamente si traduce in uno dei messaggi più tradizionali delle pubblicità di questo settore: con il nostro gel puoi fare tutto, ed essere chiunque tu voglia.

Certo è che questo video ha raggiunto già tante visualizzazioni, e in pochi giorni. Merito forse del concept, sì. C’è chi si diverte a riconoscere i personaggi mostrati. Ma possiamo ipotizzare che l’iniziativa collegata abbia un certo peso: se l’ultimo soggetto del video è mostrato in penombra, non è solo per richiamare idealmente il consumatore, ma è anche per coinvolgere direttamente gli utenti, che infatti collegandosi al canale Youtube dedicato possono personalizzare il video con le immagini dei propri amici, tramite Facebook!

L'eredità di Osama Bin Laden in pubblicità: le campagne stampa più recenti

Quel che resta di Osama

La notizia della morte di Bin Laden ci ha colti tutti di sorpresa lunedì mattina.

Giornali, tv e testate on-line hanno subito fatto a gara a dare per primi l’ultimissimo aggiornamento, tanto che per ore nei social media è parso che non si parlasse d’altro (5106 twitter, cifra record, in un minuto durante l’annuncio di Barack Obama).

Ma la figura del leader islamico Osama Bin Laden ha sempre attratto la massima attenzione dei media, sin dalle sue prime apparizioni video.

E anche l’advertising in questi anni ha abbondantemente utilizzato la sua immagini per promuovere qualsiasi tipo di prodotto.

Creative bits ci propone una gallery da tutto il mondo.

Doc Morris Pharmacies

Liquid Paper

La Diaria

Halls

DHL

ADESF

Arno

NRDC

Opovo

Cannes Lions

Dogotel

Beta

Nalaid Eggs

Land Rover

Kindersnoetjies

Paint Park

Humo

Precision Laser

Sammy 400

Samsung

Unimed

TheTerrorist

Webmail Estadao

Green Marketing: Parigi lancia un sito dedicato alle eco-azioni

Il comune di Parigi ha recentemente lanciato il nuovo sito Acteurs du Paris durable, uno spazio per cittadini consapevoli ed impegnati per una città più verde e sostenibile.

Questa iniziativa istituzionale di cittadinanza 2.0 mira a dare visibilità a delle “eco-azioni” raccontate sul sito dalla comunità cittadina per responsabilizzare e dare consigli utili per ridurre al minimo il proprio impatto ecologico sul territorio.

Alcuni esempi di eco-azioni sono: ridurre le spese di riscaldamento tramite accordi con gli altri inquilini, oppure, migliorare la qualità dell’aria all’interno degli immobili.

Il sito permette a ogni “attore” di creare un proprio profilo e in seguito di passare all’azione sia seguendo i consigli del sito e riproducendo una delle eco-azioni già messe in pratica da altri membri; oppure proporre una nuova eco-azione; ed infine di commentare le proprie esperienze e quelle degli altri membri della comunità. Le eco azioni sono di fatto un repertorio di consigli e storie di responsabilità ambientale divise per quartiere e per tipo di azione (trasloco, trasporto, lavoro, alimentazione, ecc…) e sono in seguito giudicate da una équipe responsabile del progetto che le annota secondo diversi criteri (impatto, replicabilità, riuscita, soddisfazione …).

Tutte le azioni sono catalogate in pratiche schede e redatte proprio per poter essere replicate. Questo è infatti l’obiettivo del sito: non creare semplicemente una comunità di cittadini riunita intorno a un tema e interesse comune, ma fornire a tutta la cittadinanza esempi pratici per passare dalla rete all’azione tramite un crescente coinvolgimento collettivo.

Qualche giorno dopo il lancio alla fine di aprile, il sito conta un centinaio di iscritti e una ventina di eco-azioni pronte per essere replicate.

E’ tutto, ma nei prossimi giorni ci saranno altri articoli dedicati al Green Marketing. Nel frattempo chi volesse iscriversi subito al corso, approfittando anche del prezzo scontato (disponibile fino al 10 maggio), può scaricare qui il pdf con il programma e tutti i dettagli del corso (compreso il modulo di iscrizione). E’ anche possibile iscriversi online!

Per ogni ulteriore informazione potete contattare Francesca e Ilaria all’indirizzo info [@] ninjacademy.it o allo 02 899 26 128.

Trova l'intruso (dal 5 maggio su Ninja Marketing!)

Trova l'intruso

 

Oppure prova a pensare alla ricchezza della diversità.

 

Un altro indizio. Conoscete le tecniche ninja?

I Ninja si addentrano nell’arte della guerriglia, del mimetismo e dell’attacco improvviso, con l’obiettivo di ottenere il massimo dei risultati con il minimo di risorse.

Tratto da Filosofia su Ninjamarketing.

Fare impresa: a Milano nasce la prima Startup School! Siete Pronti?

Fare impresa: a Milano nasce la prima Startup School! Siete Pronti?In effetti, all’idea di una scuola di startup, il mio ex professore di gestione d’impresa potrebbe anche impazzire. L’imprenditorialità non si apprende, imprenditori lo si è.

Eppure ecco nascere in Italia una startup school pronta ad illuminare la strada di chi, vuole ma non sa come o di chi semplicemente vorrebbe tentare di fare i primi passi all’interno del mondo delle startup internet oriented.

In effetti nessun percorso di studio accademico crea imprenditori. Alcuni dei più grandi internet guru non sono nemmeno laureati. Altri, dalle conoscenze informatiche pregresse, all’Università non ci sono nemmeno arrivati. Avere un’idea, però, è una cosa. Renderla reale, fruibile, vendibile è poi altra.

Allora questa scuola dove vuole inserirsi?

Leggendo le informazioni sul sito, la startup school ha diversi obiettivi. In primis quello di creare una rete di conoscenze tra gli “studenti” e chi, invece, è già imprenditore. Ci sono nomi importanti, dal co-fondatore di Youtube, Chan, ad uno dei 3 fondatori di Airbnb, Nathan Blecharczyk, startup americana che vi ho presentato in “Pernottare a New York, Berlino, Roma? Airbnb ti trova un posto dove stare” e per la quale, devo ammettere, ho un profondo debole.

Anche i nomi italiani sono imponenti, ed è quindi, di sicuro, un modo nuovo per conoscere gente che in questo campo, lastricato di difficoltà, ce l’ha fatta.

L’attività scolastica avverrà in due mesi intensi, in cui si promette di mettere da parte la teoria, ma di apprendere dai casi portati in classe dagli imprenditori. Sul sito è comunque consultabile il piano di studi creato per la prima scuola startup.

La scuola nasce da una iniziativa di Augmendy, una società che organizza il festival della Rete/Social Media Week, infatti, a conclusione della stessa c’è la possibilità di partecipare all’e-festival che si terrà dal 19 al 23 settembre a Milano. In collaborazione con Ateneo Impresa e British Council, essa avrà un prezzo di 3.500 euro per i due mesi di scuola e prevede un numero chiuso di partecipanti. Chi arriva prima si iscrive, ma dovrà poi sostenere un colloquio motivazionale con la direzione didattica.

Chi fosse interessato qui trova tutte le informazioni relative all’iscrizione alla startup school, e se mai uno dei nostri ninja lettori decida di parteciparvi… ci faccia sapere come è andata!

Qwiki: l'applicazione per iPad che da voce al Web 2.0


Il sito web Qwiki.com lanciato questo Gennaio offriva un servizio particolarmente innovativo lanciandosi nel settore interessante, ma non particolarmente innovativo come quello dell’ E-Learning.

Il progetto, finanziato dai co-fondatori di Facebook e Youtube, rispettivamente Eduardo Saverin e Jawed Karim, è ancora in fase Alpha e consiste nell’offrire un’informazione dinamica e in movimento in maniera totalmente differente dagli altri sistemi a cui siamo abituati sulla rete.

L’applicazione per iPad non fa altro che tradurre il funzionamento del sito all’interno di una comoda APP, sottolineando però tutte le caratteristiche innovative ed interattive del progetto.
E’ possibile in questo modo cercare qualsiasi argomento di nostro interesse per avviare uno slideshow creato sulla base di immagini derivate da servizi come Panoramio, Flickr e Youtube, mentre il testo, preso dalla voce corrispondente su Wikipedia, è letto da una voce robotica in inglese in maniera davvero fluida ed efficace
Stupisce certamente per la fluidità e la gestione dei contenuti con cui si visualizzano le informazioni, con tanto di grafici animati che rendono il tutto una sorta di ibrido tra la visione di un documentario e una rilettura di Wikipedia con un approccio completamente diverso.

Nonostante le differenze tra il sito e l’applicazione siano davvero poche, l’APP fa decisamente tutto un altro effetto su iPad, rendendola un prodotto dinamico e non convenzionale per accedere alle informazioni, soprattutto in maniera condivisa. Da notare la sezione Maps, dove è possibile trovare tutte le Qwiki intorno a noi geograficamente, facendo diventare in questo modo il nostro iPad una vera e propria guida virtuale.

In conclusione, Qwiki sembra un progetto nato per essere lanciato su iPad, aspettando un porting per le altre piattaforme, consigliamo di visitare il sito web. L’unica pecca che abbiamo trovato è che manca una versione in italiano, ma questa la vediamo come un’opportunità, forse è la volta buona che impariamo un pò di inglese…

Qwiki

Royal Wedding: il matrimonio dei record

Gli inglesi sono amanti del gossip e maestri delle relazioni pubbliche. Per approfondire l’argomento vi consiglio di guardare la seconda parte del documentario di Chris Atkins “Suckers” per capire dove riescono ad arrivare.
I PR della famiglia reale inglese hanno avuto un gran bel da fare e, diciamolo, non si sono fatti mancare niente, social-mente parlando. Del resto, come diceva qualcuno, Kate, bella, colta, glamour, naturalmente portata alle pubbliche relazioni e soprattutto borghese, rappresenta una grande opportunità per la monarchia britannica per accattivarsi la benevolenza del popolo, dopo i vari scandali.
Insomma Kate, “Da un grande potere derivano grandi responsabilità” come diceva lo zio Ben a Peter Parker. Tra l’altro, quei malpensanti dei giornalisti non hanno esitato a dipingere Kate come un’arrivista, insinuando che avesse deciso di seguire i corsi di storia dell’arte per stare vicino a William e che sua madre l’avesse allevata per trovarsi un buon partito. #win per la mamma di Kate. Ma non divaghiamo e diamo un’occhiata ad alcuni degli strumenti usati per promuovere il lieto evento.

Website

Il sito ufficiale www.officialroyalwedding2011.org che riporta le ultime notizie sulle nozze, le foto su Flickr, gli aggiornamenti su Twitter e il collegamento alla pagina di Facebook.

YouTube

The Royal Channel in cui ci sono i video più significativi e in cui abbiamo potuto guardare in Live Stream la cerimonia.


Facebook

La pagina ufficiale della British Monarchy ha aggiunto per la grande occasione due tab: “Royal Wedding” e “Royal Wedding Stories”.


Ma come vi avevo preannunciato, i reali britannici non hanno badato a spese e infatti hanno anche utilizzato diversi Facebook Ads, tra cui i costosi Poll Ads:


Alle pagine ufficiali sono state affiancate delle pagine… meno ufficiali, anche in italiano, come questa:

Twitter

#RoyalWedding è stata una Tendenza Sponsorizzata in tutto il mondo, sfruttando anche l’account ufficiale dei Windsor, @BritishMonarchy.

Il matrimonio dei record

Il live stream ha raggiunto 1 milione e 600 mila su Akamai, rappresentando l’evento più visto nella storia, in live stream, solo dopo l’elezione di Obama. Inoltre nei 30 giorni che hanno preceduto il matrimonio ci sono stati 911.000 tweet, 217.000 stati di Facebook e 145.000 post su blog, secondo Webtrends.


Durante il sermone del vescovo, in tutto il mondo i 10 trending topics di Twitter erano dedicati unicamente al royal wedding:

“Casamentoreal” vuol dire matrimonio reale in portoghese; QILM è l’acronimo di MILF che sostituisce “mother” (madre) con “queen” (regina) – e non ve lo dico che significa, googleatelo – Sarah Burton è la stilista che ha creato il vestito di Kate; Grace Kelly si riferisce al fatto che il vestito di Kate assomiglia a quello che indossò l’attrice alle sue nozze; Rutter è il compositore di un brano eseguito durante la cerimonia, “abadia” e “abbey” significano abazia.

Sembra proprio che gli sforzi dei Windsor siano stati ripagati!

Il making of di Dot [SPECIALE WEBBY AWARDS]

Dot è l’animazione in stop motion più piccola al mondo (creata da Aardman) in cui un’eroina alta appena 9 millimetri si sveglia e inizia ad esplorare il piccolo mondo che la circonda riuscendo a superare con facilità tutte le difficoltà che incontra nella sua folle corsa.

Il film è solo una parte di una grande campagna online realizzata per promuovere il nuovo Nokia N8 ed è un’allegoria dei limiti che si riescono a superare servendosi delle nuove tecnologie.

In questo video, candidato ai Webby Awards vediamo il making of di questa produzione da record.

Patrizia Pepe e i social media: si riparte dalla Notte Bianca

La notte bianca di Firenze dello scorso 30 aprile è stata definita dallo staff di Patrizia Pepe “un’occasione sociale”, quasi una sorta di visione speculare del mondo dei social media rispetto alla vicenda che ha visto il brand protagonista di una crisi innescata dai fan e sfuggita di mano ai social media manger del marchio.

Se vi manca qualche passaggio, potete riprendere il filo della vicenda rileggendo il post “Patrizia Pepe, quando la brand reputation passa per una foto su Facebook” che parla delle critiche ricevute dal marchio su una foto che, a detta dei fan, ha per protagonista una modella troppo magra. Dopo un paio di giorni di “crisi” e di botta e risposta serrato tra i fan e l’azienda, è stato diramata una nota di scuse sul blog di Patrizia Pepe e lo staff ha accettato di rilasciare un’intervista a Ninja Marketing “Patrizia Pepe, dal crisis management un’opportunità per ripartire” nella quale si annunciavano proprio iniziative incentrate sui social media e la partecipazione 2.0

#PPwhiteNite è stata la prima della serie, sfruttando l’onda lunga del lancio dell’app Where is Patrizia? per iPhone, che consente di geolocalizzarsi nelle boutique del marchio e nei luoghi “caldi” di una città, condividendo contemporaneamente status, foto con gli amici di Facebook. E accumulando punti che danno diritto a particolari benefit, come sconti e promozioni. Durante la notte bianca di Firenze, tutti i tweet con l’hashtag #PPwhiteNite sono stati proiettati sul videowall allestito per l’occasione in una delle vetrine della boutique Patrizia Pepe di Via degli Strozzi.

Per integrare il tutto con il mondo del fashion blogging, sono stati invitati 5 blogger che si occupano a vario titolo di moda e stile – tra cui io, ribattezzata per l’occasione “la fashioninja”. Scatti, tweet e una notte passata a  Firenze, tra musei, locali e party di strada, documentata minuto per minuto su Twitter anche dallo staff social media di Patrizia Pepe, che ci ha accompagnati per tutta la notte in giro per la città. Un impegno notevole per la crew, che ha retwittato instancabilmente fino alle 3 del mattino tutti i tweet che comparivano sul videowall.

Il bilancio da insider

Quanto è successo nel mese passato ha sicuramente portato l’azienda a investire molto sulla riuscita dell’evento social, mobilitando fisicamente, oltre che virtualmente, tutto lo staff che si occupa della comunicazione, che – ad onor del vero – è riuscito a passare insieme a noi una serata lavorativa ma divertente allo stesso modo. Sicuramente lo spirito di gruppo di Patrizia Pepe ne è uscito ancor più rinsaldato, usando come collante un atteggiamento positivo.

Il numero di tweet generati è stato notevole: il buzz prodotto da noi bloggers è stato amplificato dai rispettivi follower e dallo staff di Patrizia Pepe. Anche su Facebook, l’utilizzo dell’app ufficiale ha dato risalto all’evento, anche se l’impossibilità per gli amici di vedere la foto allegata alla geolocalizzazione è stata un po’ penalizzante. Lo stesso dicasi per la contingenza geografica e temporale dell’evento: il picco dei tweet generati da altri utenti si è avuto nel pomeriggio e nella prima serata; un sabato sera poco si addice ad un’iniziativa 2.0 anche se questo, chiaramente, non è imputabile all’azienda.

Il social wall installato in boutique ha avuto un buon impatto visivo: presidiandolo per un paio d’ore in diversi momenti della serata abbiamo appurato che l’idea della vetrina video, seppur non nuovissima, ha attirato l’attenzione dei passanti, specialmente delle fasce d’età più giovani, che si sono soffermati a lungo. Oltre che a rendere noto l’evento, il wall ha fatto da “traino” alle vetrine classiche della boutique.

Sicuramente è un primo passo che fa ritornare Patrizia Pepe sulla strada di una comunicazione friendly e giocosa, modaiola ma “di intrattenimento” (come lo staff stesso ha definito la pagina Facebook). Sulla scia della app – che sicuramente subirà qualche piccolo aggiustamento – e che andrebbe sviluppata anche per Android e Ovi, Patrizia Pepe riparte sul web. I presupposti ci sono.

Barcellona – Real Madrid diventa un'opera d'arte animata [VIRAL VIDEO]

El Clásico è uno degli eventi sportivi più attesi in Spagna, ma non solo. Un match infinito, che in questi giorni in particolare sta rivestendo grande interesse mediatico, soprattutto in merito alle polemiche che hanno seguito l’ultimo dei ravvicinatissimi scontri tra le due squadre.
Questo video, realizzato per Sky Sports, sottolinea però la parte più profonda e nobile del calcio, e di una sfida come questa. Mette in scena il calcio che diventa arte. Quello che vale la pena raccontare.